Domenica 8 Settembre 2013

15a Tappa
Andorra - Peyragudes
(224,9 km)

Presentazione

Quella del secondo giorno a spasso per i Pirenei può essere definita la "tappa delle tre nazioni" visto che parte da Andorra, procede per un bel pezzo in Spagna e si conclude in Francia. Stavolta - finalmente! - non fa difetto la lunghezza del percorso, visto che si va oltre i 220 km, e seppur le due lunghe salite in territorio spagnolo non saranno immediatamente decisive, potranno contribuire a rendere le gambe pesanti a più di uno, nello scoppiettante finale tra Balès e Peyresourde. Ci sono 10 km dalla partenza al confine tra Andorra e Spagna, e già prima di arrivarci si inizia ad affrontare subito il Puerto del Cantó, 24 km di ascesa al 4.2% medio, dato che però significa poco: meglio dire che i primi 5 km sono ostici, poi ce ne sono una decina abbastanza facili, quindi un altro tratto di 4 km appena più impegnativi prima del falsopiano (quello è) fino al Gpm. Ma non siamo che all'inizio, e mancano ancora 193 km al traguardo. La discesa verso Sort misura 19 km ed ha le maggiori insidie nel primo e soprattutto nel terzo terzo, rimanendo quello di mezzo molto pedalabile. 30 km di leggerissimo falsopiano all'insù precedono il secondo colle della tappa, il Puerto de la Bonaigua, anche questo molto lungo (20 km), solo che a differenza del precedente si va sopra i 2000 e la pendenza media è del 5.5%. Nella prima metà della scalata si trovano dei gradoni che toccano pendenze superiori al 10% (alternati a diverse spianate), la seconda parte è invece più regolare, correndo intorno al 6% fin quasi al Gpm, posto a 124 km dalla fine. Qui la tappa entra in una fase interlocutoria, perché dopo i 22 km di discesa (non eccessivamente complicati, a parte 4 tornanti in cima) fino a Betren, si incontra dapprima il rifornimento (che di per sé raffredda i bollenti spiriti), quindi ci si accinge a quasi 50 km di falsopiano in discesa. A 50 km dalla fine, dopo essere entrati in territorio francese da 24 km, e dopo una rampetta che precede Mauléon Barousse, ci si ritrova ai piedi del Port de Balès. I primi 8 km (dei 19 totali considerati dalle carte della Vuelta) praticamente non fanno testo, visto che sono niente più che un falsopiano. Dopodiché le pendenze si rafforzano con decisione, 5 km tra l'8 e il 10%, un chilometro facile per respirare, e altri 5 km sempre tra l'8 e il 10%. Spazio per fare la differenza ce n'è, ma al Gpm le fatiche dei corridori non sono certo finite, visto che mancano ancora quasi 32 chilometri di tappa. I primi 15 sono di discesa, tecnica nei primi 6 km, poi pedalabilissima, quindi più ripida negli ultimi 2.5 km. Appena atterrati sulla località di Saccourvielle non si fa a tempo a sprintare al traguardo volante di Saint-Aventin che la strada riprende a salire, coi celebri drittoni (tra il 7 e l'8%) del Peyresourde. 10 i chilometri di ascesa, e la seconda metà di scalata è appena più difficile della prima, col tratto più duro rappresentato proprio dagli ultimi 2 km. Come già al Tour de France del 2012, la tappa non finisce però al Gpm, e dopo una facile discesa di 3 km ci offre un altro pezzetto di salita, 3 km che nel primo terzo sono quasi costantemente sul 13%, nel secondo si semplificano (a parte 300 metri all'11) e nel terzo spianano abbastanza, prima di 600 metri conclusivi quasi in discesa. Sulla carta, una delle tappe più interessanti dell'intera Vuelta.

(cicloweb.it)


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