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Giro d'Italia 2014 | 3^ Tappa: Armagh - Dublin
#41
Chi viaggia a fondo gruppo e si prende i buchi ha sempre torto (e quindi non dovrebbe parlare/twittare). Doveva cercare di stare davanti fino alla fine.

Però c'è da dire che ci sono alcuni che stanno davanti e non sono capaci o non hanno più le forze per stare a ruota dopo tot chilometri. Questi dovrebbero farsi sfilare prima: non saranno scorretti, però c'è gente che prepara questa corsa da tutto un anno e perdere secondi solo per il loro atteggiamento approssimativo è antipatico.
 
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#42
Non credo che a fargli i buchi siano stati dei dilettanti che sono rimasti nelle prime 20 posizioni e poi a 1 km dalla fine si siano ricordati improvvisamente che non erano in grado. La velocità si alza, ci sono le curve, alcuni gregari che hanno finito di lavorare si rialzano e i buchi si vanno creando, è normale. Sembra una scusa post-caduta alla Pozzato
 
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#43
Senza parole per Marcellone, senza parole...non vedevo una roba del genere dai tempi di....Cipollini. Pazzesco
 
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#44
Kittel MOSTRUOSO!
 
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#45
(11-05-2014, 11:12 PM)Gershwin Ha scritto: Non credo che a fargli i buchi siano stati dei dilettanti che sono rimasti nelle prime 20 posizioni e poi a 1 km dalla fine si siano ricordati improvvisamente che non erano in grado. La velocità si alza, ci sono le curve, alcuni gregari che hanno finito di lavorare si rialzano e i buchi si vanno creando, è normale. Sembra una scusa post-caduta alla Pozzato

Sì infatti: aveva da stare attento. Eheh
Gli unici che hanno il diritto di lamentarsi in questi finali sono i velocisti ed i loro treni, che fino ai -3 (e a volte anche dopo) si ritrovano in mezzo alle scatole un sacco di gente non abituata a 'ste situazioni e che potrebbe creare casini o comunque impicci... Sese
 
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#46
Dichiarazioni della 3a tappa. Kittel: «Un attacco, non uno sprint»

Marcel Kittel (Giant): «Ho fatto la volata al massimo delle mie possibilità mettendo nei pedali ogni goccia di energia. La mia squadra ha iniziato a lavorare molto presto perchè sapevamo che nel finale la sede stradale si sarebbe ristretta, quindi il numero di uomini a mia disposizione per gli ultimi 2 km era ridotto rispetto a ieri. Per questo ero un po' indietro nel finale ma non volevo rialzarmi a nessun costo. Ho fatto uno sforzo incredibile, è stata quasi un'azione di attacco più che una volata e per questo mi sono sdraiato a terra dopo il traguardo. La forma sta migliorando di giorno in giorno, la posizione in bici è migliorata, il fondo migliora di anno in anno, l'approccio alla corsa e anche la strategia e l'affiatamento di squadra sono migliori di volata in volata. Certamente il nostro livello sta crescendo e i risultati ne sono la dimostrazione. In Germania credo ci siano più di soli 2 corridori (riferimento a Degenkolb e se stesso). È vero che l'attenzione dei media tedeschi in questo momento è forse inferiore rispetto ad altri Paesi, ma credo che noi giovani corridori stiamo facendo un ottimo lavoro per far crescere questa attenzione. Certo non è facile ma credo che con un po' di tempo, lavoro e risultati si possa tornare ai livelli di qualche anno fa. Ci tengo anche a dire che non è vero che il pubblico tedesco non segua più il ciclismo perchè per esempio la tv tedesca ha trasmesso il Gran Premio di Francoforte qualche settimana fa e i risultati in termini di audience sono stati ottimi».

Michael Matthews (Orica): «Cavendish, Greipel, Kittel credo siano tutti fortissimi e a livello mondiale. Non saprei dire chi è sopra agli altri. Di sicuro Marcel può esserlo, lo ha dimostrato anche ieri e oggi. Il pubblico è stato davvero incredibile anche oggi, non ci potevo credere che tutti cercassero me e sono davvero felicissimo di indossare la Maglia Rosa, per di più con le maniche lunghe, di correre con una bici rosa... Sono davvero molto orgoglioso di andare in Italia con questa Maglia sulle spalle. Dopo la vittoria al Mondiale Under 23 nel 2010 ho perso un attimo la confidenza con I grandi risultati perchè il passaggio nel mondo dei proff è stato abbastanza impegnativo. Ho avuto bisogno di focalizzarmi sulle piccole cose per ritornare a vincere anche le grandi corse. C'è grande specializzazione nel ciclismo moderno, il dettaglio fa la differenza e solo curandone ogni particolare, si riesce ad emergere sugli avversari».

Elia Viviani (Cannondale): «Ho dato il cento per cento così come la mia squadra, ma contro questo Kittel purtroppo non c'è stato molto da fare. I chilometri finali erano molto tecnici e i miei compagni hanno gestito la volata in maniera perfetta. Hanno svolto un lavoro eccezionale, mi spiace solo non aver finalizzato. Lanciato lo sprint con Swift pensavo fosse un testa a testa, poi ho visto Kittel sfrecciare. So che la prestazione è stata buona e l'unico modo che ho per cercare di batterlo è provare e riprovare. La condizione c'è e credo di averlo dimostrato anche oggi. Spero che da Bari in poi le condizioni meteo siano anche un po' migliori. Non ho intenzione di perdere neanche un'occasione».

Roberto Ferrari (Lampre): «Anche oggi ho corso bene coperto dai compagni di squadra, potendo nel finale contare su una buona lucidità per andare a conquistarmi la ruota di Kittel. La volata si è fatta fisica ai 300 metri dal traguardo, Bouhanni è entrato a contatto con me un paio di volte e mi ha fatto perdere il ritmo di pedalata necessario per essere competitivo: sono cose che capitano in uno sprint con in palio un traguardo ambito come una tappa del Giro, farò in modo che non mi accadano più».

Miguel Angel Rubiano (Colombia): «La fuga è andata via al primo tentativo ed è stato un bene perché ero assolutamente determinato ad entrarci oggi, un po' perché volevo mostrare e onorare questa maglia che indosso, un po' per testare le mie gambe in vista della prossima settimana quando le fughe avranno qualche possibilità in più. Ho avuto buoni riscontri e stando davanti ho evitato ogni rischio in una tappa come questa, quindi in fondo tutto è andato bene».

Edwin Avila (Colombia): «Sono già riuscito a migliorare il mio miglior piazzamento dell'anno scorso, un 11° posto, e sono contento perché la situazione sembrava mettersi male a pochi chilometri dall'arrivo: il gruppo non teneva un'andatura molto elevata, si era allargato su tutta la carreggiata e non c'era spazio per guadagnare posizione. A 3 km dall'arrivo Carlos Quintero mi ha detto di seguirlo a ruota e ha fatto un lavoro enorme per portarmi davanti. È stato uno sforza extra che ho pagato un po' nella volata, ma significa anche che ho significativi margini di miglioramento».

Giorgio Cecchinel (Neri-Alé): «Sono un attaccante, mi piace andare in fuga e qui mi danno la possibilità di farlo. È stata una giornata impegnativa ma sono felice e ovviamente ci riproverò».

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