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Alberto Loddo
#1
 
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#2
Oggi Loddo, alla Gazzetta dello Sport, ha dichiarato di essere intenzionato ad abbandonare il ciclismo: lo scorso anno ha gudagnato 1600 euro lordi al mese, anche se le spese, alla fine, lo hanno fatto finire in passivo. La Androni non gli ha rinnovato il contratto. Si son interessate a lui alcune squadre: con il Team Type 1 aveva trovato un accordo, sembrava fatta, ma alla fine sono spariti, e anche il suo procuratore non si è fatto più sentire. "Devo pensare a cercare un lavoro".
 
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#3
Tutto vero, purtroppo! Io stesso ci ho parlato poco fa' tramite facebook e mi ha comunicato che è tutto vero. Quest'anno ci sono stati problemi contrattuali e non ha rinnovato con l'Androni. Ha quindi deciso di abbandonare il mondo delle corse. Mi dispiace davvero tanto perché in Sardegna a livello professionistico erano pochi i corridori con un team, ed ora anche lui senza. Un vero peccato!
 
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#4
Alberto Loddo ha deciso: «Smetto, la mia carriera da professionista si chiude qui»
Un guizzo felino in viale Diaz a Cagliari, Ale-Jet Petacchi che si arrende con una smorfia, la folla che acclama Alberto Loddo nell’ultima tappa del Giro di Sardegna. Era il 27 febbraio 2010, per il velocista di Capoterra il coronamento di una carriera. Dopo 26 vittorie da professionista sparse per il mondo mancava un sigillo italiano ed era giusto che arrivasse proprio nel cortile di casa. A meno di un anno di distanza lo scenario è cambiato, sembra passata una vita.

Alberto Loddo è senza squadra, scende dalla bicicletta e si arrende: «Smetto, la mia carriera da professionista si chiude qui. Non vale più la pena di arrabbattarsi per 1.600 euro al mese. È stato bello ma ormai è finita». - Che cosa è successo dal giorno dello sprint in viale Diaz?«La stagione è andata avanti come al solito, poi in autunno ho deciso di cambiare squadra».- Per quale motivo? «Nessuno in particolare. Lo stavano facendo in tanti e ho deciso di inserirmi nel giro. Invece è andata male».- Come mai?«Il mio manager si era accordato sulla parola con un’altra squadra. L’errore è stato non firmare un precontratto. Quando sono andato per il contratto mi hanno detto che non se ne faceva più nulla, che non facendo firmare me avrebbero potuto liberare dal suo vecchio team un altro corridore. Ho provato a richiamare la mia squadra dell’anno scorso e ovviamente i giochi erano già chiusi. Avevo una sola possibilità».- Quale?«Portare uno sponsor da 46mila euro. Non è facile, anzi, diciamo pure che è impossibile. Così ho cominciato a riflettere, ho realizzato che dopo nove anni di professionismo è arrivato il momento di tornare nella vita reale».- La vita del ciclista è davvero un’altra dimensione?«Finora io la vita normale l’ho vista ben poco, tra ritiri e allenamenti. E da dicembre a marzo ero sempre lontano da casa».- Ha pensato a cosa fare da grande?«Sono rientrato a Capoterra, vediamo che cosa mi propongono».- Il ciclismo che cosa le ha lasciato a livello di conto in banca?«Diciamo che mi sono fatto la casa. E va bene così».- Si è mai pentito di aver scelto la carriera da professionista?«Mai. Il ciclismo mi ha lasciato tanti amici e belle esperienze umane».- Consiglierebbe a un giovane di intraprendere questa carriera? «Sì. Il ciclismo ti annulla la vita privata ed è uno sport di grande sofferenza ma resta bellissimo».- Un amico in particolare in quel mondo? «Ultimamente mi è stato molto vicino Ivan Scarponi».- Alberto Loddo è stato il più grande ciclista sardo di tutti i tempi?«Io spero che presto arrivi qualcuno più bravo di me. Fabio Aru, per esempio, è un giovane con grandi numeri».- Ha battuto tutti i più grandi velocisti, qual è la volata più bella che ha fatto nella sua carriera?«La prima vittoria di tappa in Qatar. Ero in fuga con un gruppo di 15 corridori di primo livello tra i quali anche Jalabert e li ho messi in fila».- Va ancora in bicicletta? «Qualche pedalata per divertimento. Per qualche mese ho avuto la “nausea”, ho ripreso da poco. Magari mi rivedrete al Giro di Sardegna, se si farà, per salutare qualche amico».

Roberto Sanna - La Nuova Sardegna
 
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