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Angelo Conterno
#1
Apro questo topic per chiedere a Morris, quando passerà di qua, lumi su questo corridore.

Oltre a essere il primo italiano a vincere la Vuelta, ha conquistato un Campionato di Zurigo, un Giro dell'Appennino, un Giro del Lazio, un Giro del Veneto, un Piemonte, un Matteotti e tre tappe al Giro.

Al Giro ha ottenuto anche un quinto posto nella generale ed è giunto sul podio di Fiandre, Parigi - Tours e Lombardia.

Insomma, è stato un grande della sua epoca, ma di lui si parla pochissimo.
 
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#2
(26-03-2019, 03:54 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Apro questo topic per chiedere a Morris, quando passerà di qua, lumi su questo corridore.

Oltre a essere il primo italiano a vincere la Vuelta, ha conquistato un Campionato di Zurigo, un Giro dell'Appennino, un Giro del Lazio, un Giro del Veneto, un Piemonte, un Matteotti e tre tappe al Giro.

Al Giro ha ottenuto anche un quinto posto nella generale ed è giunto sul podio di Fiandre, Parigi - Tours e Lombardia.

Insomma, è stato un grande della sua epoca, ma di lui si parla pochissimo.

Ciao, se vuoi saperne di più su questo corridore, scrivimi salabus6465@gmail.com. Lo conosco bene.
 
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#3
Angelo Conterno
Nato il 13 marzo 1925 a Torino ed ivi deceduto il primo dicembre 2007. Completo. Alto m. 1,69 per kg 65. Professionista dal 1950 al 1965, con 16 vittorie.
[Immagine: 1567792250_333684_1567792665_noticia_nor...corte1.jpg]
Un corridore giunto al ciclismo per caso e quasi subito professionista, capace di restare, nonostante la non più verde età ed i connotati di campione mai concessi dall’osservatorio, un riferimento del ciclismo italiano di quella generazione piena di grandi nomi. Uno silenzioso, schivo, non polemico, pragmatico, fedele ai compiti di spalla, in particolare verso l’amico Defilippis, ed in grado di interpretare al meglio i disegni tattici della formazione, anche quando lo coinvolgevano su parti scomode, o meno adatte. Una sicurezza il buon “Penna Bianca”, come veniva soprannominato per quel ciuffo bianco sopra la fronte che anticipò di qualche anno una canizie comunque precoce. Ha vinto grandi corse e non le ha mai conquistate senza meriti, e poi amava la bicicletta, al punto di praticarla praticamente sempre, anche quando a carriera finita, giunto all’ammiraglia, la ripudiò per tornare sul cavallo d’acciaio, da amatore e vincere tutto a livello mondiale. Le sue sedici vittorie da professionista dicono tanto per lo spessore, ma non per i numeri, se a questi non s’aggiungono i 16 secondi posti e 24 terzi, i 13 quarti, i 18 quinti e gli oltre settanta fra il sesto e il decimo posto. Insomma uno che arrivava sempre nei paraggi della vittoria, correndo spessissimo da spalla, senza essere molto veloce.
E dire che Angelo Conterno arrivò al ciclismo per caso, dopo aver praticato calcio, a 23 anni, solo per seguire l’onda delle gaie sfide fra gli amici del circolo. E fu lì che s’accorse d’essere forte e di essere riconosciuto tale, al punto di trovarsi tanti sostegni, affinché potesse provare un agonismo più impegnativo. E così, nel ’48, corse nell’UISP, facendo incetta di belle prestazioni e pure vittorie. Nel 1949 fu tesserato all’UVI, ed iniziò una carriera più convinta, abbracciando l’immortale amore verso la bicicletta. In un anno e mezzo fra i dilettanti vinse e convinse. Fra i suoi successi, il Giro del Sestriere, il Trofeo Aurora, la Torino-Valtournanche e il Campionato Piemontese Dilettanti Senior, nonché diversi secondi posti, uno in particolare significativo, il Gran Premio Valperga, perché sancì la grande amicizia fra Conterno e Nino Defilippis. A settembre 1950, il Velo Club Covolo, gli diede l’opportunità di correre da indipendente coi professionisti il Giro di Lombardia e il Giro dell’Emilia, ed Angelo rispose da par suo, in particolare nella “Classica delle foglie morte”, dove fu protagonista e chiuse decimo. Ciò gli valse l’assunzione alla Taurea, squadra professionistica torinese, per il ’51. Ed il primo effettivo anno nell’elite del pedale lo vide ancora brillante. Fu 2° nel GP Excelsior, 3° nel GP Olivetti e 4° nel GP Valleceppi, ma a giugno la Taurea chiuse i battenti e lui riuscì ad accasarsi alla Frejus. Con la nuova maglia, fu 5° al Giro dell’Appennino e 6° nel Giro di Lombardia.  
Nel 1952 poté finalmente partecipare al Giro d’Italia, dove vinse la tappa dell’Abetone che si concludeva a Montecatini e vestì la Maglia Rosa. La perse il giorno dopo e chiuse il Giro 24°. Vinse poi il Giro del Sestriere, quell’anno Trofeo Ponsin, in memoria del corridore tragicamente scomparso cadendo sulla discesa della Merluzza al Giro d’Italia. Fu poi 2° nella Milano-Vignola, nella tappa di Basilea a Tour de Suisse, nel GP Bra, 3° al Giro di Toscana, 5° al Giro del Veneto e 7° al Campionato Italiano.
L’anno seguente, chiuse 5° assoluto il Giro d'Italia conquistando la Maglia Bianca quale primo degli Indipendenti. All’indomani della grande corsa a tappe, vinse il Giro dell'Appennino, fu 2° nel GP Cannes e nel GP Ignis, nonché, come ogni anno di lì in avanti, piazzatissimo in diverse altre corse. Nel 1954 chiuse 10° al Giro d'Italia, ma vinse la tappa di Bari e si piazzò in diverse altre. S’affermò poi al Giro del Lazio, fu 2° al Giro dell'Appennino, 3° al Gp Industria e Commercio, nel Giro del Piemonte e nella Coppa Bernocchi quell’anno a cronometro. Di nota poi gli ottavi posti alla Milano-Sanremo e alla Parigi-Tours.  
Nel 1955 vinse la dura tappa Trieste Cortina d’Ampezzo al Giro d'Italia chiuso 18°. Significativi, potremmo aggiungere “come sempre” i suoi piazzamenti: 2° Giro del Piemonte, 3° al Giro di Lombardia, 3° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria e 5° alla Tre Valli Varesine, quell’anno a cronometro.
[Immagine: 1856-Conterno-Vince-il-Giro-di-Campania-960x1208.jpg]
L’anno seguente passò alla storia, anche per quelli che son soliti fare i “conta vittorie” credendo di conoscere, con questo, il ciclismo e lo sport più in generale. Angelo Conterno già “Penna Bianca”, vinse, primo italiano a riuscirvi, la Vuelta di Spagna. Ma non la vinse contro nessuno, bensì al cospetto di un cast fra i migliori dell’epoca, tra l’altro costituito da squadre nazionali, come avveniva al Tour de France. Al via ci furono oltre al sempre formidabile gruppo di grandi scalatori iberici con Bahamontes, Lorono, Botella e Barrutia in testa, i francesi col numero uno del tempo Luison Bobet, nonché i sempre validi Jean Dotto, Bauvin e Bergaud, i belgi con Van Steenbergen, Impanis, Couvreur, Sorgeloos, gli svizzeri con Hugo Koblet. Conterno, in forma smagliante, a fine marzo aveva vinto il Giro di Campania ed in Spagna compì una doppia impresa. La prima fu quella di vincere in solitudine la seconda tappa che si concludeva ad Oviedo, dove conquistò la Maglia Amarillo che difese per sedici giorni, fino al traguardo finale di Bilbao. La seconda fu quella di rendere lucente il calvario dell’ultima settimana, quando corse con la polmonite e gli ultimi due giorni con la febbre a quaranta. Arrivò stremato, ma nessuno lo superò, nemmeno Lorono che, alla fine, dovette concedergli 13”. In realtà erano 43”, ma Angelo fu penalizzato per essere stato spinto da Nino Defilippis, che si fece davvero in quattro per difendere l’amico col febbrone. Tornato in Italia, Conterno, non partecipò alla Corsa Rosa, ma rimase in convalescenza per oltre un mese. Nel resto di stagione i soliti piazzamenti non aggiunsero fieno alla sua grande stagione.
Nel 1957, fece suo il Giro del Veneto e aggiunse a quel comunque importante successo, il 2° posto nella tappa di Chieti del Gran Premio Ciclomotoristico, il 3° al Giro di Romagna, alla Tre Valli Varesine, al Giro Emilia, ed in quella classica che gli piaceva tanto: la Parigi-Tours. Chiuse la stagione col 7° posto al Giro di Lombardia. L’anno seguente rivinse il Giro della Provincia di Reggio Calabria e confermò il suo grande spessore chiudendo 3° il Giro delle Fiandre, cogliendo il 4° posto alla Milano-Sanremo. Durante la stagione fu poi 2° nella Anversa-Ougrè, 3° nel Trofeo Fenaroli, 5° nel Giro Romagna e 8° nel Campionato Italiano.
Nel 1959, corso per il secondo anno alla Carpano di Vincenzo Giacotto e ad oltre 34 anni, Conterno  fu autore di un’altra grande stagione, ma pure tanto sfortunata ed incredibile. Vinse il Campionato di Zurigo (gara divenuta classica internazionale), il Giro del Ticino e la tappa di Delemont al Giro di Romandia, che chiuse al 4° posto. Al Giro d'Italia, dove s’aggiudicò la classifica dei Traguardi Volanti e colse tanti gran piazzamenti di tappa, finì 14°. Stava vincendo il Giro di Toscana che si concludeva sulla pista delle Cascine, quando Rino Benedetti, vistosi superato lo spinse verso il prato al punto di farlo smettere di pedalare. Convinto di aver passato il traguardo secondo Conterno presentò un reclamo che fu accettato dalla giuria, che retrocesse Benedetti ed assegnò la vittoria a Zamboni perché sulla linea era passato di qualche centimetro davanti al piemontese. “Penna Bianca”, stava pure vincendo la Milano-Vignola, quando nello stretto corridoio lasciato libero dalla folla che premeva dai bordi della strada a circa 50 metri dalla linea, vide un motociclista della polizia andare lungo e finire per terra. Angelo, che era nettamente in testa, fu costretto a frenare intensamente, ed alla fine passò il traguardo 4°. Vinse nuovamente Zamboni. Ma il massimo della sfortuna, che poteva causargli un epilogo tragico, l’ebbe al Giro del Lazio, quell’anno valevole come Campionato Italiano, individuale e a squadre. Si giocarono il Tricolore in quattro: Conterno, Baldini, Ronchini ed il “solito” Adriano Zamboni. “Penna Bianca” era in testa a meno di 20 metri da traguardo quando un fotografo invase la carreggiata subito dopo la linea, proprio dalla sua parte costringendolo tanto a frenare, quanto a tentare un disperato dribbling. L’impatto fu inevitabile e dalle conseguenze inizialmente assai preoccupanti. I due furono trasportati all’ospedale e mentre a Conterno furono applicati 15 punti si sutura in fronte, il fotografo finì in prognosi riservata. Alla fine se la cavarono entrambi meglio del previsto, ma lo spavento fu enorme. Ovviamente per questione di centimetri “Penna Bianca” finì 3° con Ronchini Tricolore, mentre la Carpano trionfò nel Campionato Italiano a squadre. Durante il resto di quella stagione di gran forma per Angelo, arrivarono i soliti grandi piazzamenti: 2° a GP Mondovì, al GP Roskilde, 3° nella Milano Mantova, nel Giro della Provincia di Reggio Calabria, nel GP di Monaco, 4° nel Giro del Piemonte, 5° nella Liegi-Bastogne-Liegi e 10° al Campionato Mondiale di Zandvoort.


[Immagine: 1211901353CONTERNO%20Angelo%20-%204.jpg]  [Immagine: Angelo_Conterno.jpg]

Nel 1960 fu ancora protagonista anche non ottenne successi. Tra i tanti piazzamenti, il 3° posto nel Campionato Italiano, il 7° al Giro della Svizzera Romanda, il 3° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria e il 4° nel Giro del Lazio. Al Giro d'Italia chiuse 21°. Il vulcanico Vincenzo Giacotto, nel 1961, ebbe occasione di aggiungere alla Carpano, una consorella; in altre parole, una formazione satellite o ella stessa titolare, ove far confluire diversi belgi di valore nonché italiani di prospettiva in grado di ben figurare anche nelle corse a tappe. Si trattava della Baratti&Milano azienda dolciaria torinese, che poteva costituire un bel precedente per l’intero movimento ciclistico nazionale ed internazionale. Giacotto chiamò Conterno a capitanare questo nuovo team, col patto che se il progetto Baratti, squadra dalle maglie color granata come il Toro, fosse tramontato, Angelo sarebbe ritornato a vestire le bianconere della Carpano. E così fu. Conterno nella stagione del Centenario dell’Italia, si impose nel Giro del Piemonte e nel Trofeo Matteotti al Giro passò primo sul GPM del Tende e dopo vari piazzamenti di tappa chiuse 16° a Milano. Tanti piazzamenti di prestigio anche sul resto: 2° nella Milano Torino, nel Giro del Ticino, nel GP di Monaco, nel GP di Lugano, indi 3° nel Giro del Veneto, 5° nella Brescia-Pejo Terme, nella Coppa Agostoni e nel GP di Prato. Il progetto Baratti non fu più ripetuto ed Angelo nel 1962, a 37 anni, tornò alla Carpano. Nella stagione fu 5° nel Giro del Veneto, 6° nel Giro di Lombardia ed in quello del Piemonte, mentre al Giro d'Italia finì 21°.
Nonno “Penna Bianca” continuò anche nel 1963, sempre alla Carpano e sempre a spalleggiare Defilippis. E che fosse un nonno di gran valore lo di vide dal 2° posto nel Campionato di Zurigo, nel 5° al Giro del Veneto e nel 6° al Giro di Lombardia. Chiuse il Giro 27°. La stagione seguente lo vide ancora in bianconero, mentre Defilippis “emigrò” all’IBAC. Nell’anno Conterno fu 3° nel GP di Prato, 4° nel Giro del Veneto e 8° alla Milano-Torino. Non corse il Giro d’Italia.
Chiuse la carriera nel 1965 con le maglie della Sanson, colei che Giacotto fece subentrare alla Carpano. A 40 anni coi capelli ormai tutti bianchi, il valoroso Conterno trovò modo di finire 6° al Giro di Romagna e 7° al Giro di Campania.
Il 1966, il primo non in sella, lo passò sulle ammiraglie della Sanson, ma dopo un anno e mezzo mise il punto, preferiva pedalare. E lo fece fino agli ultimi giorni dopo aver vinto da veterano anche l’iride.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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