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Attacchi&Contrattacchi: Sorry, Mr. Bigwater
#1
Big Tour for Bigwater
Un grande Giro disegnato spudoratamente per il Barone Rullante

It’s all right, yeaaah. The Tour of Italy – il Giro d’Italia – comincia sul lungomare di Naples (Napoli) in un mezzo bathroom of people (bagno di folla), diciamo pure un bagnetto. L’altro mezzo se lo stanno prendendo direttamente in acqua al di là delle transenne, con alto risk (rischio) di vibrioni e colibatteri, ma questa è la capitale del fatalismo, prima o poi bisogna morire e allora tanto meglio morire very happy (felici).

Non si poteva partire meglio, diciamolo. Questa di Napoli è la più bella partenza degli ultimi tre secoli, è out of discussion (fuori discussione). The roads (le strade) facevano paura (e pazienza se poi sono riusciti a cadere nell’unico pezzo dritto e ben asfaltato del lungomare), ma lo spettacolo di Plebiscito Square (piazza Plebiscito) e via Caracciolo resterà unico for ever (per sempre). Quello che va detto, va detto.

Stavolta il patron Mike Bigwater (Michele Acquarone) ha fatto centro. C’è la partenza evento, aristocratica e imponente, e soprattutto c’è finalmente il grande cast (cast) dei campioni. L’unico rilievo che mi sento di muovergli, non da now (adesso), è la scelta di allestire un prodotto spudoratamente a favore di Wiggins: pur di averlo, gli ha steso un red carpet (tappeto rosso) di 56 chilometri tra Gabicce e Saltara, una cronometro che gli può valere un tesoretto decisivo fino a Brescia. Lo chiamano Giro armonico ed equilibrato, meno crudele di altri anni, aperto a tutti e a tutte le solutions (soluzioni). Ma è una big ball (grande balla): questo è un Giro tremendamente sbilanciato a favore di Wiggins, il Barone Rullante, e il vero interrogativo non sarà tanto capire chi riuscirà a vincerlo, ma come Wiggins riuscirà a perderlo.

Non c’è niente di scandaloso, ci mancherebbe. Il Giro sta battendo la strada vitale della crescita internazionale, ha bisogno di coinvolgere i grandi continenti e i grandi network, così diventa inevitabile arpionare con percorsi accattivanti le stars (stelle) del jet-set (jet-set), con il potentato televisivo (Sky) alle spalle. Non c’è proprio niente di male, è una politica comprensibile. Ma basterebbe dirlo, apertamente e tranquillamente. Raccontando invece all around (dappertutto) che è una corsa aperta, si finisce soltanto per fare del male al già disastrato ciclismo italiano, because (perché) se alla fine Nibali non dovesse battere Wiggins non sarebbe la naturale conclusione di una scelta sbilanciata, ma l’ennesimo fallimento dei nostri riders (corridori). Per questo lo dico adesso, al first day (primo giorno): se vince Wiggins siamo nella più assoluta normalità, se vince Nibali (o anche Hesjedal, Sanchez, Evans, Gesink) bisogna parlare di half miracle (mezzo miracolo).

Per il moment (momento), questo è tutto. Si sarà intuito che la strada del Giro meno provinciale e più internazionale passa anche per l’utilizzo massiccio dell’inglese ovunque. Io mi sto adeguando docilmente. C’è inglese su cartelloni pubblicitari, materiale stampa, trasmissioni tv. Durante la diretta s’è vista persino una veduta dall’alto del San Paolo, definito nell’apposita dicitura “San Paolo stadium” (e perché non Saint Paul Stadium?). Ovviamente, tra persone non ci si parla più direttamente: ci si segue su Twitter e ci si contatta su Facebook. La solerte organizzazione ha ingaggiato appositi interpreti per tradurre le interviste dall’inglese all’italiano, interpreti che andranno ad affiancare quelli già previsti per tradurre Gigggetto Sgarbozza e la zia De Stefano.

Diciamolo: the future (il futuro) is here (è qui). Abbiamo un piede e mezzo nel tomorrow (domani). Love english with Sir Wiggins. Al raduno di Napoli ho persino visto parecchie auto contromano, però non so dire se sia l’incontenibile Acquarone che ha già imposto pure la guida a sinistra.

di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...58474&tp=n
 
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#2
Ma questo salta fuori ogni volta che c'è il Giro? Confuso

Ritirategli la tastiera, la penna o qualsiasi altra cosa usi per scrivere, vi prego...
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
#3
This was the same guy (Questo era lo stesso tizio) who said (che diceva) that in South Italy, nobody cares about Cycling (che al Sud non gliene fregava nessuno del Ciclismo). I hope he was watching the crowd from the beginnig to the end of the stage (Spero abbia visto la folla dall'inizio alla fine della tappa) instead of writing this article (invece che scrivere quest'articolo).

Hey Christian Cats, Wiggo was scheduled to race Giro 2013 from the last year, this is not a sponsor thing, but a Wiggo thing, winning the Giro the year after he won the Tour.
 
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#4
Tranne che sulla cazzata su Sgarbozza sono d'accordo : recentemente la crono era più marginale e a fine Giro, questa fa sbilanciare pesantemente il favore dei pronostici per sto Sir Wiggins...che forte quanto volete è abbastanza antipatico

Sulla scritta del San Paolo Stadium sono rimasto anch'io, mi dava fastidio letto in quel modo, voi direte che ti frega, si non mi cambia certo la vita ma mi e parsa una buffonata, come anche la scritta Peloton e non gruppo
 
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#5
E invece Grande Partenza...? Facepalm
Quest'anno poi 'sti geni sono riusciti a capire - più o meno - che Grande Partenza non si poteva sentire, e allora hanno pensato bene di trasformala in "Big Start" e di scriverla su ogni macchina dell'organizzazione... Facepalm

Ci son certi scimmiottamenti che fan gelare davvero il sangue: invece di cercare di "imporre" il nostro essere, ci uniformiamo con il resto del mondo. Tristezza. :-/
 
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#6
Grand Depart è tutt'un'altra cosa da sentire, è stupendo da ascoltare

Hai detto bene, scimmiottamenti, anche a me danno un fastidio assurdo
 
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#7
In effetti scimmiottare la bellissima lingua Italiana con scritte in Inglese come quella del "San Paolo Stadium" non è una bella cosa. Io non ho visto questo particolare del San Paolo, visto che in quel momento stavo guardando su Eurosport International, quindi è comprensibile dato che quelle immagini vanno in tutto il mondo, ma sulla RAI, Televisione Italiana, non ha senso. Dante, Petrarca e chi per loro si stanno rivoltando nella tomba.
Comunque Acquarone a parte, mi pare che il "giornalista" che ha scritto quell'articolo non sia niente di che. Andatevi a rivedere i suoi articoli dello scorso anno. Mi sembra un articolo scritto così per passare il pomeriggio. Insomma, anch'io scrivo gli articoli in home per passare un po' di tempo in cui non so che fare, ma almeno io non mi identifico come giornalista. Asd
 
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#8
Attacchi&Contrattacchi: Sorry, Mr. Bigwater
Chiedo scusa a Michele Acquarone: per diversi motivi

Bisogna ammettere serenamente i propri errori. Qualcuno lo considera un segno di debolezza, tant’è vero che non ne ammette mai uno nemmeno sotto tortura. Io non ho problemi: quando siamo prossimi a metà Giro, devo riconoscere – felice e sereno – di aver sbagliato per un inverno intero, raccontando il Giro 2013 come un regalone con controfiocco a Wiggins. Sì, immaginavo questo Giro abbastanza bloccato e noioso fino a Saltara, dove il Baronetto avrebbe azzannato gli avversari lungo i 55 chilometri della cronometro personalizzata.

Inutile spiegare perché adesso senta il dovere di chiedere scusa ad Acquarone, a lui che rappresenta l’intera fabbrica del Giro. Inutile spiegarlo perché basta rivedere il film di questi giorni per accorgerci di come sia tutto fuorchè un Giro noioso. Mi devo ricredere sula stessa crono di Saltara: non appena l’ho percorsa, ho subito realizzato che i primi 25 chilometri, fino a Pesaro, non erano affatto un regalo a Wiggins, ma un bel contrappeso per Nibali. Difatti, a Pesaro era in testa Vincenzo. Resto convinto che una crono di 55 chilometri sia troppo e troppo lunga, in un grande Giro: ma almeno questa era equilibrata, così da evitare contraccolpi irrimediabili all’andamento della corsa.

Sorry, mister Bigwater. Chiedo scusa, signor Acquarone. Se vuole, ci metto sopra pure una briscola e spiego nel dettaglio perché questo suo Giro 2013 si sta rivelando fantastico. Per vari motivi, più o meno questi, nell’ordine.
E’ fantastico perché c’è un italiano in maglia rosa. Un italiano forte, l’italiano migliore, attualmente l’unico presentabile ad altissimo livello. Inutile soffocare i sentimenti, non è stupido sciovinismo: è sano tifo di una nazione da troppo tempo mortificata.

È fantastico perché dopo tanti anni di derby paesani abbiamo finalmente un Rotary di volti nobili, di campioni veri, tra parentesi tutti qui senza prendere un solo euro d’ingaggio (me l’ha giurato Acquarone in persona, gli credo volentieri).

È fantastico perché questi stessi campioni stranieri non sono venuti a farsi una gita in Italia, in ottica Tour, o peggio ancora in ottica wellness&relax, tanto per fare qualcosa. Basta guardare la classifica. Sono tutti assatanati e concentratissimi, da Wiggins a Hesjedal, da Gesink a Sanchez, da Uran a Henao, fino allo stesso Cavendish. Il che renderà l’eventuale trionfo di Nibali tremendamente importante, perché moltiplicato per un coefficiente di difficoltà molto elevato.

È fantastico perché tutti i giorni ci sono colpi di scena e divertimenti assicurati. Non ricordo tappa, sinora, che ci abbia storditi e anestetizzati. Ricordo benissimo invece quelle dell’anno scorso, bidoni di cloroformio da stordire i bufali. Merito di un percorso sempre nervoso, merito certo anche della pioggia, che rende tutto quanto più da “Giochi senza frontiere” che da ciclismo puro. Ma anche questa botta del meteo finisce solo per favorire un copione comunque già intelligente e imprevedibile di suo.

È fantastico perché sta tornando la gente. Ricordo luoghi e strade in cui davvero era fatica passare con l’auto. Ricordo entusiasmo e grida, festa e musica, nonostante il flagello della pioggia sempre in agguato. Tanto afflusso non si registrava da anni, anche questo sarà merito di qualcuno.

Infine, è un Giro fantastico perché finalmente siamo partiti senza pagare la solita tassa all’idiozia di quelli che si fanno pescare alla vigilia con i valori sballati. Erano 207 gli iscritti, 207 tutti in regola. Questa non è la prova di pulizia assoluta, me è almeno la liberazione dalle troppe figuracce passate, quando la partenza del Giro andava sui giornali regolarmente per i tre-quattro cretini rispediti a casa prima ancora di cominciare.

Mi fermo qui. Non so se da qui in avanti il Giro sarà altrettanto bello. Di sicuro, mai mi sarei aspettato che fosse così bello sin qui. Che le devo dire, signor Acquarone: tante scuse e complimenti sinceri. Con una preghiera: faccia in modo che non tocchi mai a lei chiedere scusa. Ne sarei il più felice.

di Cristiano Gatti per tuttobiciweb.it
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...58779&tp=n
 
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[+] A 1 utente piace il post di SarriTheBest
#9
Menomale che ha fatto retromarcia perchè il primo articolo era una serie di innumerevoli cazzate...
 
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[+] A 1 utente piace il post di Hiko
#10
Tra l'altro uno che è stato mandato a casa prima del Giro, seppur dalla sua squadra, c'è: Josè Rujano.
 
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[+] A 1 utente piace il post di lordkelvin
  


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