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Auro Bulbarelli
Si è spento a Mantova Rino Bulbarelli
Grande amico di Torriani, è sempre stato legato al Giro d'Italia

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Si è spento dopo una lunga malattia Rino Bulbarelli, giornalista, padre di Auro e di Paola, oggi assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità nel Consiglio regionale della Lombardia.
Rino Bulbarelli, nato a Mantova nel 1931, aveva iniziato l'attività giornalistica nel 1955 proprio con il ciclismo, seguendo il Giro d'Italia come inviato speciale del quotidiano La Notte. Terminata quell'esperienza, che gli consentì di realizzare alcune interviste esclusive con Fausto Coppi, venne assunto come giornalista alla Gazzetta di Mantova, il quotidiano più antico d'Italia. All'interno della Gazzetta fece una brillante carriera, tanto da esserne nominato direttore nel 1981. Fondò in quel periodo, con l'aiuto di Mario Formenton (Mondadori) l'Editoriale Le Gazzette, una società che portò in edicola i quotidiani di provincia La Gazzetta di Reggio, La Gazzetta di Modena, La Gazzetta di Carpi e La Nuova Ferrara. Nel 1993 lasciò la direzione della Gazzetta di Mantova per fondare il quotidiano La Voce di Mantova, di cui restò direttore per una decina d'anni.
Legato da profonda amicizia con Vincenzio Torriani, per anni Rino Bulbarelli ha curato anche radiocorsa - allora affidata a giornalisti - succedendo a Vico Rigassi e cedendo poi il posto a Guglielmo Fanticini. Chi si occupava di radiocorsa in quegli anni provvedeva anche a redigere in diretta con la macchina da scrivere la cronaca della corsa direttamente sulle matrici che, appena finita la tappa, venivano passate direttamente al ciclostile e distribuite in sala stampa. Spesso vestito con un allora raro giubbino di renna, Rino Bulbarelli collaborava anche con rubriche le radiofoniche, raccontando la quotidianità del Giro d'Italia.

I funerali saranno celebrati martedì 17 nel Duomo di Mantova alle ore 10.

A Paola, ad Auro e a tutta la famiglia Bulbarelli l'abbraccio della redazione di tuttoBICI e tuttobiciweb e del mondo del ciclismo.

tuttobiciweb.it
 
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Gli ultimi pomeriggi li ho passati in casa e mi sono gustato il biliardo. Col commento di Bulbarelli è una delizia, tira fuori termini francesi, padroneggia col gergo del biliardo, è davvero qualcosa di eccezionale. Poi ovviamente la geografia non manca mai, che grande commentatore che abbiano perso.........
 
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Hai bisogno di una ragazza
 
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[+] A 1 utente piace il post di Gershwin
Si così poi devo stare segregato come il tuo vicino Asd

C'è tempo per tutto. Intanto "stecche"!!!
 
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Se preferisci le stecche contento te :-)
 
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Facepalm

Che gaffe

[Immagine: d53be504c24157c7717052cfc4cc151e.jpg]

Era questo il riferimento
 
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Per i nostalgici, c'è il Bulba alla Domenica Sportiva proprio adesso Sese
 
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Lo hanno già cacciato Asd
 
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Da vicedir a venir cacciato così in 3/4 anni?
 
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No vabbè: cominciavano a parlare di calcio, e probabilmente il su rapporto con il pallone è lo stesso che c'ha con il dietologo. Sese Asd Asd
 
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Auro Bulbarelli: "La mia vita tra salite e discese"
Lo storico telecronista del ciclismo in tv si racconta: dai pedali al suo biliardo. "Pantani resterà nel mio cuore". Amicizia vera con Bettini e con il "fratello" Cassani

MANTOVA.C'è una sottile (ma evidente) differenza tra chi descrive una storia e chi la racconta. Auro Bulbarelli è sicuramente un giornalista che sa raccontare. Lo ha fatto per anni a bordo di una moto, inseguendo corridori al Giro d’Italia, oppure dalla cabina cronaca sulla linea del traguardo. Lo fa ancora oggi da dietro la scrivania come giornalista di Rai Sport.

La passione per lo sport, per il suo biliardo, per il ciclismo: Bulbarelli è stato un punto di riferimento per un’intera generazione di appassionati attraverso le cronache di Mamma Rai. È stato anche la “causa” di una serie infinita di 4 in pagella per chi vi scrive. Aprile, maggio, giugno e luglio incollato alla tv con nonno e papà per grandi giri e classiche, e la matematica da ripassare che finiva inesorabilmente nel dimenticatoio. La storia professionale di Bulbarelli parte da lontano: «Avevo 18 anni – racconta – e nel 1989 grazie a mio padre Rino riuscii ad entrare nel mondo del Giro d’Italia. L’allora patron della corsa Torriani mi mise su un’auto al seguito della gara. Mi occupavo di spedire i fax con tutti i risultati ai giornali». Da lì il passaggio al giornalismo fu breve: «Nel 1991 la redazione regionale lombarda della Rai assunse 8 persone. Io ero professionista ed entrai nello staff. Non mi occupavo di sport, facevo un po’ di tutto. Ricordo gli inizi con l’inchiesta di Mani Pulite, poi nel 1995 passai ad occuparmi principalmente di sport. La motonautica, lo sci, il pugilato, la Formula 1 con il mitico Zermiani. Ricordo che facevo una rubrica su Rai 3 che parlava di tamburello».

Nel 1998 la svolta. La Rai riprese i diritti di trasmissione del Giro dopo la parentesi Fininvest. Adriano De Zan in cronaca, Bulbarelli sulla moto per raccontare da vicino le gesta dei campioni. Uno su tutti: Marco Pantani: «Gli ho voluto bene – confida Auro – ma non mi elevo al grado di suo amico come molti fanno. Ne aveva pochi di amici, li selezionava con cura. Era una persona unica, pensare di essere qui a distanza di anni a raccontare la sua morte mi provoca ancora un senso di tristezza incredibile». La famosa tappa di Campiglio del 1999, quella in cui la corsa partì senza la maglia rosa del Pirata squalificato in mattinata, fu davvero strana. E Bulbarelli divenne eroe involontario: nella discesa del Mortirolo ci fu la rovinosa caduta di Massimo Codol che finì contro un muretto. Fermo disteso in mezzo alla strada con ciclisti e ammiraglie a sfrecciargli a pochi centimetri. Bulbarelli in diretta tv scese dalla motocronaca e si mise in mezzo alla carreggiata per segnalare il pericolo. Dopo la scomparsa del grande Adriano De Zan Bulbarelli diventò la voce delle due ruote.

Peccato che il suo periodo fu segnato da numerosi scandali doping: «Non provo rammarico ad aver raccontato quegli anni perché credo che ogni periodo storico porti con sé pregi e difetti. Facciamo l’esempio di Armstrong e di tutti i Tour che gli sono stati tolti. Per me è una scelta ipocrita. Il doping e in generale gli aiuti farmacologici sono dei tentativi di spingere il proprio fisico a superare il limite. Ben più grave è chi utilizza motorini per far viaggiare la bici. Con questo non voglio giustificare chi ha usato sostanze illecite, per carità. Però nella valutazione generale credo ci voglia più equilibrio». Un campione ha segnato la vita professionale di Bulbarelli: Paolo Bettini. Due volte campione del mondo su strada, medaglia d’oro olimpica ad Atene, una serie infinita di classiche nel cassetto: «L’ho visto nascere sportivamente – sottolinea Bulbarelli –. Ho un ricordo simpatico di Bettini: nel 1997 era da poco passato professionista, io ero in Toscana per le interviste alle varie squadre in preparazione prima della stagione. Ero in un albergo a Donoratico e il titolare mi disse che c’era un ragazzo del posto molto promettente da sentire. Gli diedi appuntamento l’indomani alle 10, ma feci tardi e mi presentai alle 11.30, con circa un’ora e mezza di ritardo. Nella hall dell’hotel trovai Bettini in divisa che mi stava aspettando nonostante mi fossi addormentato. Tra noi poi si è instaurata un’amicizia che va oltre il rapporto tra giornalista e sportivo».

Per gli appassionati non c’è Auro Bulbarelli senza Davide Cassani. L’attuale ct della Nazionale è stato a lungo commentatore Rai: «Ci vediamo regolarmente, nonostante la vita professionale ci ha allontanato quando capita di trovarci è come quando si incontrano due fratelli». Ma Bulbarelli non è solo ciclismo. È (soprattutto) biliardo. Una passione nata da ragazzo che lo ha portato a conquistare premi su premi: «Sicuramente sono più ferrato sul biliardo rispetto al ciclismo – scherza –, devo dire che quello della stecca è un mondo che mi ha sempre appassionato». E non è solo questione di passione: Bulbarelli è stato vice campione d’Europa e ha vinto l’argento ai campionati italiani a coppie nel 2016. Un vero mago, con la stecca e con il microfono.

di Andrea Gabbi per La Gazzetta di Mantova
http://gazzettadimantova.gelocal.it/mant...hfmamabs-1
 
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Auro  Heart
 
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E' riuscito a farmi piacere anche il biliardo quando lo commentava 2 anni fa. :) Ave
 
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Per non dimenticare....memorabile Tchimil Cool

 
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[+] A 3 utenti piace il post di Italbici
Visto che siamo in zona Gialappi, un giovane Bulbarelli alle prese con un quiz sportivo



 
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[+] A 1 utente piace il post di Hobbes
Auro è il nuovo direttore di Rai Sport  Ave
 
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[+] A 5 utenti piace il post di Lambohbk
Nel 2011, da vicedirettore, aveva fatto ottime cose, speriamo bene.

Magari, dall'anno prossimo, più cross e soprattutto in diretta, grazie.
 
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Comunque ieri s'è vista un immagine con lui, Cassani e il GOAT dello Sci e devo dire che Auro è come Sean Connery, molto meglio adesso che da giovane
 
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Bulbarelli a TBW: "Il bilancio non può essere che buono: grazie alle belle favole che abbiamo potuto raccontare, abbiamo sempre avuto tantissimi spettatori che hanno seguito con noi tutte le gare più importanti, dall’Australia arrivando alle classiche di fine stagione passando per i grandi giri."

Se è contento lu ... quest'anno per me c'è stato un netto passo indietro rispetto alle ultime stagioni sia per quanto riguarda i programmi di contorno alle corse che per quanto concerne la scelta di giornalisti e commentatori tecnici.

Se stai solo a guardare i numeri è ovvio che hai tanti telespettatori perchè la Rai fa sempre buoni, se non ottimi, ascolti. Senza dimenticarci che le casalinghe di Voghera ci sono sempre e non sono interessate agli aspetti più tecnici del ciclismo.
 
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Le casalinghe di Voghera ne capiscono di più del 90% dei tizi che scrivono sui social o su un certo forum.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
  


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