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Quanto oppio nelle borracce dei pro
#1
Vi linko questo articolo del blog di Cyclingpro perché va letto, dice tutto sul ciclismo. Per un ciclista professionista imbrogliare è naturale come respirare


Quanto oppio nelle borracce dei pro

Il dato è impressionante: nel 2014 la Wada ha trovato per 625 volte tracce (abbondanti) di tramadolo nei campioni di urina prelevati ai ciclisti professionisti dopo le competizioni. L’ha trovato con controlli di monitoraggio anonimi in 14 mila campioni raccolti nelle più importanti corse del calendario internazionale. Il tramadolo è un oppioide, usato per lenire i dolori che non si curano con i farmaci ordinari ad esempio quelli conseguenti a operazioni chirurgiche o nelle patologie tumorali. Un prodotto similissimo alla morfina, con effetti collaterali pesanti, che in farmacia si può ottenere solo con una speciale ricetta medica non ripetibile. Cinque casi su 100 atleti nel ciclismo contro 1 su mille o su diecimila degli altri sport, compresi quelli di contatto. Chi lo usa (in gocce) lo diluisce in borraccia o ci imbeve le barrette nei momenti più duri di una corsa. L’effetto è immediato e potente: il dolore della fatica si sopporta enormemente meglio. La sostanza rende difficile il controllo del mezzo (per questo a chi lo assume è proibito guidare l’auto) ma i più esperti sanno che assumendone quantità importanti per periodi lunghi questo effetto si attenua. In compenso il prodotto crea dipendenza.

La notizia l’ha rivelata al convegno Aimec (appuntamento impedibile da cui la Federciclismo si tiene sempre alla larga) di Faenza Francesca Rossi, spiegando che ogni tentativo della Uci Antidoping Foundation di far proibire il tramadolo dalla Wada è fallito. La Wada infatti inserisce nella lista intere classi di farmaci (ad esempio i narcotici) e non singole molecole. «Non ci arrenderemo» ha detto la Rossi. Un ciclismo che in questo periodo dell’anno si dedica a ritiri spirituali in convento e autocelebrazioni (dove X premia Y e Y premia X e dove dopati e dopatori ricevono riconoscimenti da decenni) dovrebbe riflettere molto seriamente sul problema.

http://cyclingpro.it/2015/11/28/quanto-o...e-dei-pro/
 
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