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Campioni dimenticati
#21
Van impe non è dimenticato. Se ne parla pochino, ma non era un fenomeno.
Nell'immaginario possiamo paragonarlo a un Sastre, più continuo, più vincente, ma con un unico grande exploit Ugrumov paga un po' il fatto di essere del primo blocco sovietico, c'era un po' di confusione, diffidenza, nomi simili ecc.
Fra i non molto ricordati metterei Van Hooijdonk, nome difficile da ricordare, come per Leman ha legato il nome ad un unica corsa, un po' un limite . A volte per essere ricordati basta farne una grossa, guardate Knetemann, niente di che, ma ha battuto Moser al Nurburgring.
In Italia si parla sempre poco di Dancelli e Bitossi, ricordarti entrambi per un unico episodio, ma campioni a tutto tondo.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Giorgio Ricci
#22
Bella Giorgio che mi hai fatto scoprire il thread.

Faccio i nomi di Godefroot (ne parlavamo l'altro giorno), Jan Janssen (Tour, Vuelta, Mondiale, Roubaix e tanto altro), Sercu e Olaf Ludwig.

Ludwig in particolare vanta un palmares sterminato da dilettante e uno di tutto rispetto da professionista, quando, verosimilmente, aveva già dato il meglio.

Poi ci sarebbe da fare il discorso sui fenomeni sovietici come Pikkuus e Soukhoroutchenkov.
 
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#23
Ludwig era un campione incredibile
Avrebbe vinto tantissimo tra i pro negli anni 80
era velocissimo , forte sul passo
rispetto ad uno zabel era molto piu' completo

Il trio ddr (Drogan non me lo ricordo) lui , Raab e Ampler.. passati , ma tardi e gia' sfruttati dalla ddr
gia' da junior erano a tutta , 
una dream team con il leggendario wolfram lindner come trainer
con boden.. schur .. kummer come gregari
 
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[+] A 2 utenti piace il post di winter
#24
Oggi compie 70 anni Hennie Kuiper, un campione che in Italia non viene ricordato spesso forse per il fatto di non aver mai lasciato il segno al Giro.
Se analizziamo semplicemente il palmares penso che in pochissimi abbiano vinto quello che ha vinto lui, con una longevità invidiabile.

Grande protagonista delle corse a tappe degli anni '70, soprattutto con quei due secondi posti al Tour nel 1977 (con vittoria sull'Alpe d'Huez e maglia gialla sfuggita per pochissimi secondi) e 1980. A cui vanno sommati un Giro di Svizzera vinto davanti a Pollentier e una grande prestazione alla Vuelta 1976 sfumata solo all'ultima tappa.
Poi nella seconda parte della carriera ha saputo "riciclarsi" perfettamente in uomo da classiche, vincendo praticamente tutto e piazzandosi nei primissimi quasi sempre.

Ha avuto la fortuna di correre al fianco di campionissimi in autentiche corazzate, a partire dalla TI-Raleigh di Peter Post  (con tutto quello che comportava...) per finire con una convivenza di qualche anno con De Vlaeminck. Proprio per questo in qualche occasione ha dovuto sacrificare le sue ambizioni per i compagni di squadra.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Hiko
#25
Me lo ricordo perche' avevo la biglia :D
Anni fa ricordo di aver letto un articolo dove confrontavano i vari giorni di corsa..
un anno era vicino ai 180 giorni di corsa.. (adesso non arriva nessuno o quasi a 100)
eppure ha corso fino a 40 anni
 
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[+] A 1 utente piace il post di winter
#26
Hennie kuiper era uno dei miei preferiti. Bel corridore, teneva in salita, era forte su tutti i terreni, eccelleva nelle corse in linea e diventava un regolarista nei GT.
In volata era fermo, quindi era destinato ad arrivare da solo. Non so se la convivenza con De vlaeminck l'avesse frenato, nell'81 fece una grande stagione. Nel 82 non ricordo se fu fermato da qualche infortunio, ma non era al livello dell'anno precedente. Sul finale di carriera portó a casa una Roubaix ed un insperata Sanremo nell'85, anno in cui fece pure terzo al Fiandre. Al Giro venne ad inizio e a fine carriera, il suo contributo alla corsa rosa fu poco significativo.
Grande corridore, tatticamente molto attrezzato.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Giorgio Ricci
#27
Chi era il corridore più pagato a cavallo tra gli anni '20 e gli anni '30?

Learco Guerra? No. Alfredo Binda? No. André Leducq? Nemmeno.

Eppure questi erano tutti personaggi estremamente famosi all'epoca.

Ma ce n'era uno che batteva tutti: Franco Giorgetti.

Talento favolosamente precoce che irradiava il ciclismo in ogni suo versante al tempo conosciuto. Era minorenne quando vinse l'oro nell'inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Anversa.

A diciotto anni batté un fenomeno del rango di Heiri Suter in quella che, all'epoca, era una delle classiche più ambite del calendario: il Tour du Lac Léman. A diciannove, invece, arriva nei dieci alla Sanremo.

Nel 1924, però, lascia l'Italia e va negli Stati Uniti a correre le Sei Giorni.

Diventerà un'autentica star capace di riempire i velodromi di Atlanta, Chicago, Buffalo e, soprattutto, il Madison Square Garden.

Che storia pazzesca: http://www.museociclismo.it/content/arti...index.html
 
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[+] A 4 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
  


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