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Campioni dimenticati
#1
Magrini spesso in telecronaca si "lamenta" che ci sono certi corridori molto forti del passato di cui non si parla mai.

Direi che c'era dunque bisogno di un topic per farlo.

[Immagine: 4dee5f3e-5e7f-4b5f-8bc7-30a3e7dc8bd5.jpg]

Podio del Tour 1994, ci sono Pantani, Indurain e poi c'è l'ormai dimenticato Piotr Ugrumov. Probabilmente uno dei più forti a non aver mai vinto un grande giro.

Carriera breve, passato pro a 28 anni, esploso a 32, nel bel mezzo del prime di Indurain. Forte sia in salita che nelle prove contro il tempo. Corse qua in Italia e alla fine il suo nome è più legato al Giro che al Tour.

Al Giro 93 si rivelò ad altissimi livelli facendo tremare Indurain a Oropa.




Nel 94 al Tour fece una rimonta stupenda nell'ultima settimana riuscendo ad agguantare la seconda posizione(ancora dietro a Indurain). Dopo l'Alpe d'Huez era 9° a 14 minuti da Indurain e 7 da Virenque secondo. Il giorno seguente a Val Thorens va in fuga con Cacaito Rodriguez, perde la tappa in volata ma guadagna 1'08" su Pantani e oltre 2'30" su Indurain e Virenque.

Nuovamente in fuga, stavolta da solo, nella tappa successiva con arrivo a Cluses. Arriva al traguardo a braccia alzate e guadagna 2'40" su Indurain e Virenque e 3'25" su Pantani che si era staccato in discesa. Dopo questa due giorni è terzo in classifica a 9 minuti da Indurain e a 1'30" da Virenque secondo.

Nella cronoscalata di Avoriaz distrugge tutti, dà 1'38" a Pantani, 3'16" a Indurain e addirittura oltre sei minuti a Virenque. Alla fine chiude quella Grande Boucle al secondo posto a 5'40" da Miguelon.

Si farà altri due anni ad alti livelli, terzo al Giro del 95 dove, malvolentieri, deve dividere i gradi di capitano con Berzin. Ed entrambi vengono travolti dal ciclone Rominger.

Quarto poi l'anno successivo, tiene bene Tonkov a Prato Nevoso, ma le gambe già non sono più quelle di due anni prima e non riesce a contendere la rosa al russo. Fa anche il Tour quell'anno dove chiude con un buon settimo posto.

Poi il declino fino al ritiro, nel 99.
 
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[+] A 5 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
#2
Gran bel corridore Ugrumov! 
Carriera abbastanza inficiata dal passaggio tardivo, legato anche all'URSS. Eccellente posizione in bicicletta, nonostante il fisico minuto andava bene a cronometro e forte in salita. Un classico per le pronunce marcate di De Zan: "Ugrumov(f), PPiottrr Ugrumof"  :) 
Vero, tra i più forti a non aver sigillato un grande Giro, troppo breve la fase principale della carriera e avversari tosti tosti, a partire da Miguelon. 
Quanto dimenticato non saprei ma certo non se ne parla spesso. 
Bel topic!!
 
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#3
Non ho tempo di scrivere un approfondimento su di lui ma mi è venuto in mente Eric Vanderaerden, corridore belga degli anni 80 vincitore tra le altre cose di un Giro delle Fiandre e di una Parigi-Roubaix e una carriera di ottimo livello.
 
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#4
(17-07-2017, 04:31 PM)OldGiBi Ha scritto: Eccellente posizione in bicicletta

I corridori che vanno con le braccia larghe sono stupendi a mio avviso.

Ugrumov, Tonkov, Nibali, Roglic. Tra gli U23 Lucas Hamilton.

Anche Meintjes ha uno stile simile, peccato che manchi il resto.

@Paruzzo

Comunque di tutti i paverari che hanno corso nella seconda metà degli anni 80 se ne parla poco.

Planckaert, Eddy Bosberg, Madiot, Duclos - Lassalle.
 
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#5
(17-07-2017, 05:51 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto:
(17-07-2017, 04:31 PM)OldGiBi Ha scritto: Eccellente posizione in bicicletta


Comunque di tutti i paverari che hanno corso nella seconda metà degli anni 80 se ne parla poco.

Planckaert, Eddy Bosberg, Madiot, Duclos - Lassalle.

Adri VanderPoel, Phil Anderson
 
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#6
Proprio oggi leggevo questo pezzo su Roger Pingeon e il Tour del 67

https://sport660.wordpress.com/2017/07/1...ance-1967/
 
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[+] A 1 utente piace il post di Hiko
#7
I belgi comunque abbondano di corridori forti ma dimenticati. In uno degli articoli di "Sulle orme del passato" mi ero interessato a Frans Verbeeck, uno che ha vinto più di 100 corse ma gli manca l'acuto in una monumento dove ha solo svariati piazzamenti.
 
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#8
Eric Leman ha vinto il Fiandre ai tempi di Merckx ma non se lo caga nessuno. Pure Lucien Van Impe, uno dei migliori scalatori di sempre, è riposto nel dimenticatoio.
 
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#9
(17-07-2017, 05:51 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto:
(17-07-2017, 04:31 PM)OldGiBi Ha scritto: Eccellente posizione in bicicletta
Anche Meintjes ha uno stile simile, peccato che manchi il resto.

Meintjes è identico a Horner ora che ci penso, un altro che è finito rapidamente nel dimenticatoio.

Sarà perché è meglio non ricordare la tattica con cui il duo Nibali - Martinelli gli ha servito la Vuelta su un piatto d'argento sull'Angliru.
 
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#10
(17-07-2017, 10:04 PM)Manuel The Volder Ha scritto: Eric Leman ha vinto il Fiandre ai tempi di Merckx ma non se lo caga nessuno. Pure Lucien Van Impe, uno dei migliori scalatori di sempre, è riposto nel dimenticatoio.

Uno dei primi nomi che mi sono venuti in mente in virtù di questo topic è proprio quello di Van Impe! 
Avendo seguito principalmente i grandi giri, e non sempre con costanza, mi vengono in mente solo corridori da corse a tappe. Fuente potrebbe rientrare nella categoria? Grandissimo corridore, ma non direi che sia molto ricordato. 

Forse potremmo selezionare un gruppo di corridori non ricordati come meriterebbero (sono tantissimi, credo, intanto un primo gruppetto) e poi chi ne ha voglia potrebbe provare a scriverne.
 
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#11
Fuente alla fine tra i corridori della KAS è l'unico di cui si parla.

Galdos, Julio Jimenez, Vicente Lopez Carrill, Domingo Txomin Perurena.

Van Impe invece tra i grandi scalatori puri è quello di cui si sente parlare di meno. Sarà che uno scalatore belga fa strano.

Rilancio con Johan De Muynck, che ha avuto la sfortuna di vincere il Giro giusto l'anno dopo l'indimenticabile e indimenticato stupratore della bicicletta Pollentier.

Poi ci sono gli svedesi, Gosta Petterson, Bernt Johansson e Tommy Prim.
 
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#12
C'è il rischio che Pollentier sia più noto e nominato di Fuente... 
Galdos merita, anche Prim, Iosta PPettterson ha vinto il suo Giro, bravino, regolarista, ma poco di più (almeno, nella mia grovierosa memoria, che fa come gliè pare). Penso più facilmente a quelli che forse hanno raccolto meno di quanto avrebbero meritato.
 
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#13
Gli svedesi hanno avuto tutti carriere brevi, quattro anni Johansson, cinque Petterson(passato pro a 30 anni), sei Prim.

Una volta avevano anche il loro Giro di Svezia, ora invece è un movimento morto.

Peccato, perché invece Danimarca e soprattutto Norvegia vanno bene.
 
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#14
Campioni dimenticati sinceramente non me ne ricordo  Mmm
 
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[+] A 2 utenti piace il post di BidoneJack
#15
Nell'arrivo di Serre Chavalier del Tour del 1993 con Indurain e Rominger c'era anche Alvaro Mejia, scalatore colombiano che fece un super Tour quell'anno(fu 4° a Parigi).

Terzo al Delfinato del 90 a soli 23 anni. Maglia bianca al Tour del 91 e quarto a Stoccarda 91. Nel 93 ottenne anche la sua vittoria più importante, la classifica generale del Catalunya.

Aveva 26 e pareva lanciatissimo, ma negli anni successivi ottenne pochissimi risultati e si ritirò nel 97, a 30 anni.

Parlando di colombiani uno dei primissimi a sbarcare in europa fu Cochise Rodriguez. Dicono fosse un Merckx sudamericano, fu campione del mondo dell'inseguimento nel 71, vinse due tappe al Giro e soprattutto il Trofeo Baracchi in coppia con Gimondi.
 
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#16
Giovanni Brunero.
Vinse 3 giri d'Italia (salendo sul podio in altre 3 occasioni), 2 milano Sanremo e un Giro di Lombardia.
Concorrendo con 2 campionissimi come Girardengo e Binda (del quale fu compagno di squadra).

http://www.bicidepoca.com/index.php?opti...4&Itemid=1
 
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#17
Giovanni Valetti, l'uomo che battè Gino Bartali al Giro del 1937, l'Indurain dei suoi tempi.
 
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#18
I due più grandi campioni del novarese: Domenico Piemontesi e Pasqualino Fornara.

Piemontesi protagonista di un'epoca pioneristica, come tutti a quell'epoca inizia in bici per diletto affiancandola alla sua professione di fabbro.
Protagonista in molti Giri d'Italia, vince ben 11 tappe in carriera. Conquista anche una medaglia di bronzo nel primo Campionato del Mondo su strada in assoluto, corso nel 1927. Fa parte di quella straordinaria Nazionale italiana che piazza Binda, Girardengo, Piemontesi e Belloni ai primi quattro posti al Nurburgring.

Appesa la bici al chiodo Piemontesi comincia la carriera di direttore sportivo e guida il suo giovane compaesano Fornara.
Lino cresce all'ombra sia di Bartali sia di Coppi (fugacemente fa il gregario ai due campioni) ma poi emerge come ottimo capitano, facendo sua per quattro volte la classifica generale del prestigioso Giro di Svizzera (record).
Sfiora anche il successo al Giro d'Italia nel 1956. Veste infatti la maglia rosa nella tragica tappa del Bondone ma esce sconfitto dal freddo e dalla neve e si deve ritirare, perdendo così la grande occasione della carriera.
 
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#19
Ci sono corridori che vengono dimenticati e corridori che, purtroppo, vengono ricordati solo per un episodio.

E' il caso di Roberto Visentini, che è e sarà per sempre quello tradito da Roche. E non si parla mai del grande corridore che fu.

Eppure vinse un Giro, non troppo adatto alle sue caratteristiche, correndo da autentico leone. Dopo che, peraltro, l'anno prima solo una malattia non gli permise di duellare alla pari con Hinault.

Chissà se fosse nato in un altro periodo storico Rolleyes









 
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#20
A dieci giorni dall'inizio del Giro del Portogallo non possiamo non ricordare Joaquim Agostinho, pochi ciclisti hanno una storia particolare e affascinante come la sua.

Combatté la guerra coloniale in Angola, prima di diventare ciclista. Passò professionista a 26 anni.

Passista - scalatore con un fisico da toro. Al primo Tour arrivò 8°, al terzo in Top-5. Nel 74 fu anche secondo alla Vuelta preceduto di soli 11" dal Tarangu José Manuel Fuente.

Salì per la prima volta sul podio della Boucle a 35 anni, nel 78. Bis la stagione seguente, con annessa vittoria sull'Alpe d'Huez.




Continuò a correre fino al giorno della sua prematura scomparsa, a 41 anni, a causa di una brutta caduta all'Algarve in cui batté violentemente la testa.
 
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