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Campagnolo
#1

[Immagine: campagnolo.jpg]


Indirizzo:
Campagnolo S.R.L.
Via della Chimica, 4
36100 Vicenza

tel. +39 0444 225500
fax +39 0444 225400

E-Mail: -
Sito Web: http://www.campagnolo.com

Settantacinque anni fa, nel 1933 nasce la Campagnolo. Ben presto l’idea del bloccaggio rapido si rivela limitante per il giovane Campagnolo: perché non ridisegnare l’intero cambio?

Esordisce così il famoso “cambio a bacchetta” che segna l’avvio di una precisa scuola di pensiero: niente tendicatena e pulegge. La strada ideata da Campagnolo è del tutto innovativa: non aver pulegge significa ridurre l’attrito e rendere il sistema insensibile al fango. Il marchio Campagnolo® comincia a consolidare la propria reputazione di lavorazione meticolosa e accurata.

Il cambio a bacchetta si evolve nella versione Corsa 1001, con la quale Gino Bartali vince il Tour de France del 1948, e poi ancora nella versione Paris-Roubaix 1002, così battezzato in onore di Fausto Coppi per la sua vittoria nell’omonima corsa nel 1950.
In quegli anni anche le loro rispettive squadre, Bianchi e Legnano, utilizzano componentistica Campagnolo®. Ma la tecnica del cambio è a una svolta: nel 1950 debutta il primo cambio a parallelogramma, il Gran Sport 1012, che stabilisce lo standard al quale da lì a breve tutti i produttori faranno riferimento.

La seconda metà degli anni Cinquanta é segnata dall’introduzione del Record™, accompagnato da una serie di nuovi componenti: reggisella, serie sterzo, pedali e guarnitura. Se i produttori del tempo utilizzano componenti prodotti da vari marchi, Campagnolo va invece controcorrente proponendo una gamma di componenti costruiti dal medesimo produttore e studiati per interagire al meglio tra di loro. Nasce così il concetto di “gruppo”.

La fine degli anni Cinquanta sancisce l’entrata di Campagnolo® nel settore motoristico.
Il nuovo insediamento di Bologna produrrà ruote superleggere per automobili e motociclette in lega di magnesio Elektron che in pochi anni diventeranno la dotazione preferita di spider inglesi e fuoriserie italiane, americane e tedesche.

Campagnolo® è la prima azienda al mondo ad utilizzare la tecnica del getto di magnesio fuso in terra che rivoluziona il modo di impiegare questo materiale.

Persino la NASA fa ricorso a queste produzioni: gli chassis in lega Elektron del satellite OSO 6, lanciato nel 1969, utilizzano le fusioni Campagnolo®.

Un impegno che qualche anno dopo varrà a Campagnolo il “Design and Application Award”, dell’International Magnesium Association.

1983. La Campagnolo compie 50 anni. 50 anni di vittorie in campo agonistico ma soprattutto in campo tecnico.

In occasione di un avvenimento così importante produce Il Gruppo del Cinquantenario, un Gruppo esclusivo prodotto in serie limitata, firmata e numerata per tutti gli appassionati che fanno del ciclismo un’attività sportiva ma anche uno stile di vita.

Nel 1986 la gamma prodotti Campagnolo si allarga con l’arrivo della prima ruota lenticolare, la Ghibli M23, messa a punto in due modelli distinti, uno per le specialità su pista e l’altro per quelle su strada.

Il legame tra i campioni del pedale e Campagnolo® è sempre rimasto ben vivo.
Nel 1994 Eugeni Berzin e Miguel Indurain vincono rispettivamente il Giro d’Italia e Miguel Indurain il Tour de France, utilizzando la Shamal™, una ruota che rivoluziona la concezione stessa della ruota.

Si avvicinano gli anni della fibra di carbonio. Campagnolo® sceglie la via meno comoda per sviluppare parti in materiale composito: invece di esternalizzare la produzione, preferisce portare il relativo know-how all’interno dell’azienda. Una scelta vincente che permette di reinterpretare la componentistica in chiave più moderna e performante.
Nel 1999 arrivano i tanto ammirati comandi Ergopower™ in carbonio.

Nel 2003 la produzione in carbonio si arricchisce: arrivano le guarniture del gruppo Record™ e l’anno successivo la Hyperon™ per copertoncino, completamente realizzata in fibra di carbonio monoscocca, mozzi compresi.

Nella corsa alle multivelocità Campagnolo® pedala sempre in testa al gruppo: suo è infatti il primo 10 velocità dei gruppi Record™ e Chorus™.
Siamo quasi ai giorni nostri. Si studiano diverse architetture di raggiatura: nasce la geometria G3. Nel 2006 il classico innesto ISO troncoconico lascia il posto al nuovo standard: l’Ultra Torque™. La nuova guarnitura permette di ridurre drasticamente l’ingombro laterale poiché l’accoppiamento tra le due parti è ora collocato centralmente all’asse.

Nel 2008 Campagnolo ha per la prima volta nella storia introdotto le 11 velocità nel mondo del ciclismo, un progetto ambizioso che ha permesso di dare all’appassionato ciclista una marcia in più per affrontare tutti i percorsi, comprese le salite più dure.
Oltre ai gruppi 11 Speed, Campagnolo entra anche nel mondo Tubeless proponendo comunque una scelta meno definitiva con le ruote 2-Way Fit ed il loro innovativo profilo del cerchio che permette di montare sulla stessa ruota sia una copertura tubeless sia un copertoncino classico.

campagnolo.com
 
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#2
Campagnolo delocalizza in Romania: 68 licenziamenti
La Campagnolo, uno dei marchi più prestigiosi al mondo nel campo dei componenti per biciclette da corsa e non, delocalizza in Romania e annuncia il licenziamento di 68 lavoratori a Vicenza.

Ne danno notizia Fim Cisl – Fiom Cgil. «Nell'incontro che si è svolto mercoledì 21 la direzione aziendale – spiegano i segretari delle due organizzazioni sindacali Maurizio Montini e Maurizio Ferron - ha annunciato ai rappresentanti dei lavoratori e a Fim e Fiom l'intenzione di procedere con una pesante ristrutturazione che colpisce la casa madre di Vicenza, cioè lo stabilimento principale del gruppo. Una ristrutturazione che prevede la delocalizzazione negli stabilimenti della Romania di una parte delle attività produttive ed il conseguente esubero di 68 lavoratori vicentini, in larga parte operai».

La delegazione sindacale ha contestato fin da subito il piano presentato, non soltanto «per l'evidente danno occupazionale e svilimento della sede storica della Campagnolo, ma anche perché non prevede gli investimenti, da tempo richiesti e discussi, per rendere lo stabilimento vicentino efficiente e competitivo all'altezza delle nuove sfide del mercato globale. Decidere, come è stato fatto, di non investire e di tagliare l'occupazione trasferendo all'estero le produzioni, significa scegliere una scorciatoia che non porta da nessuna parte».

«Per altro stiamo parlando – proseguono Montini e Ferron - di un'azienda con bilanci in positivo e di un prestigiosissimo marchio del “made in Italy” che fa della sua qualità il suo segno distintivo nel mercato sia dello sport agonistico che amatoriale. Non vorremmo che diventasse nel più o meno breve tempo, sostanzialmente “made in Romania”».
L'azienda ha ufficializzato l'apertura della procedura di mobilità e i lavoratori hanno da subito avviato iniziative di lotta con scioperi articolati e presidio che proseguiranno nei prossimi giorni.
«Fim e Fiom – concludono i due segretari - invitano la direzione aziendale ad aprire fin da subito un confronto vero e costruttivo che abbia come priorità gli investimenti, la competitività e l'occupazione dello stabilimento di Vicenza».

da Il Gazzettino, a firma di Giorgio Zordan
 
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