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Che bello il ciclismo anni 90-2000, altro che Hesjedal e carneadi vari
#1
Che bello il ciclismo anni 90-2000, altro che Hesjedal e carneadi vari
Dopo tante critiche alla RAI, in occasione delle soporifere trasmissioni in occasione di Giro d’Italia e Tour de France, è arrivato il momento di fare loro i complimenti per la bella trasmissione messa in campo da Auro Bulbarelli con “Dedicato a … il Tour del Pirata”. La trasmissione, molto bella e curata, ha raccontato il Tour del 98 con materiale inedito, ospiti in studio e aneddoti che tutti noi appassionati di ciclismo amiamo.

Questa trasmissione, che ci ha tenuti incollati al teleschermo per tutta la sua durata, insieme ad altre che periodicamente propone Rai Sport 2, ci ha fatto riflettere su cosa era quel ciclismo. Nonostante gli anni abbiano detto che la stragrande maggioranza di quei campioni hanno avuto problemi con il doping, il fascino sportivo di quel periodo è rimasto immutato.

Oggi, a distanza di anni e nonostante ciò che è emerso dalle varie inchieste per doping, gli sportivi ricordano con piacere quelle gare e lo spettacolo che i campioni davano sulle strade delle grandi corse. Crediamo che l’emozione che hanno dato le sfide tra Pantani e Ullrich o tra Ullrich e Armstrong, o Simoni, Gotti, Casagrande, Cipollini, Bettini e tanti altri sulle strade di Giro, Tour e grandi classiche non sia paragonabile a quelle attuali. Senza nulla togliere al povero Ryder, crediamo che neanche tra 20 anni, riguardando i filmati, sappia dare quelle emozioni che ancora oggi si prova guardando una qualsiasi corsa importante di quegli anni.

La riflessione che tutto questo ci ha scatenato riguarda proprio questo aspetto. Fino a che il ciclismo dava spettacolo, lo sportivo sognava e non si chiedeva come i corridori riuscissero in tutto quello, più o meno come fanno i calciofili, che avranno probabilmente capito quanto è marcio il loro sport preferito, ma se ne fregano, si divertono e vanno avanti bene così. Il giustizialismo, che ha colpito il ciclismo e che lo stesso mondo delle due ruote ha alimentato arrivando all’attuale caccia alle streghe, è riuscito solamente a placare la passione degli sportivi, ad avere il Tour de France senza un albo d’oro completo, oppure a portare corridori anonimi sui podi delle più importanti corse, ma incapaci di entrare nel cuore degli appassionati.

Vuoi vedere che si stava meglio quando si stava peggio ?

ciclismo-online.it
 
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#2
Articolo che sinceramente non dice un cazzo...

A sto punto scrivessero di legalizzare il doping perchè così i corridori potranno ritornare nel cuore degli spettatori...

Purtroppo non siamo più nel 1960, per fare certe cose nel ciclismo di oggi c'è bisogno del doping, altrimenti bisognerebbe eliminare le radioline e tornare ad utilizzare i materiali di 50 anni fa...
 
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#3
Praticamente si son fatti discorsi di dietrologia e di retorica, parlando di moralità ed etica, ed ora vengono a dire che la lotta al doping fa sparire le emozioni nel Ciclismo.
Ma almeno hanno visto la tappa dello Stelvio ? E quella di Fuente De alla Vuelta ? E la Roubaix ?
 
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