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Ciclismo Sudamericano
#1
Parliamo un po' di quello che ormai è uno dei movimenti ciclistici più importanti al mondo, è infatti dai tempi di Luis Herrera, cioè primi anni 80, che il Sudamerica(in particolare la Colombia) sforna talenti in grado di competere con i migliori del mondo. In questo periodo inoltre, ci sono molti giovani ciclisti sudamericani in rampa di lancio: Carlos Alberto Betancur vincitore del Giro Bio del 2010 e dell'ultimo Giro dell'Emilia, dove mi è piaciuto tantissimo il suo scatto; Sergio Luis Henao, da poco passato alla Sky che già al Tour of Utah ha dimostrato di poter competere con i migliori, e che quest'anno correrà il suo primo Giro d'Italia; Fabio Duarte, campione del mondo tra i dilettanti, che forse quest'anno ha deluso un po' le aspettative, ma comunque avrà tutto il tempo per rifarsi, soprattutto ora che è l'uomo di punta della Coldeportes; e Nairo Quintana, vincitore del Tour de l'Avenir del 2010, e vincitore delle classifica dei GPM all'ultima Vuelta a Catalunya, anch'esso probabile protagonista del prossimo Giro d'Italia. Inoltre sono curioso di vedere anche Pantano e Chavez.

Parlando invece di ciclisti sudamericani già affermati spunta su tutti Josè Rujano, per il quale quest'anno sarà quello della verità, dopo che l'anno scorso ha dimostrato di possedere ancora il talento con cui nel 2005 aveva stupito il mondo intero al Giro. Un altro ciclista su cui puntavano molto in sudamerica era Soler, ma purtroppo la sua incapacità di stare in bici ne ha compromesso la carriera. Occhio pure a Rubiano dell'Androni che ha già vinto una corsa quest'anno; oltre ai vari Serpa, Monsalve ecc...

Se in quanto a scalatori in Sudamerica sono messi molto bene, non si può dire lo stesso per i velocisti, dopo il ritiro di quel figo di Pagliarini infatti, è rimasto solo Haedo a tirare la carretta. Deludente fin qui la carriera di Richeze che dopo aver ben figurato al Giro del 2007, è praticamente sparito dai palcoscenici più importanti. Fischer no comment...

Per le corse di un giorno c'è Uran che sono un po' di anni che fa vedere grandi cose: al Lombardia 2008, alla Vuelta 2010 e quest'anno in tutte le corse di un giorno che ha disputato, tra le quali spicca la Liegi. Il ragazzo ha una sparata eccezionale, se impara a gestirsi un po' meglio ed evita cavolate come quella che ha fatto alla Sabatini, sarà uno degli avversari più tosti per Gilbert nel futuro più immediato...

Parlando invece delle corse che si svolgono in Sudamerica, che tra l'altro sono già cominciate, mi viene in aiuto Cicloweb, che fa una bella panoramica su quello che è il mondo ciclistico sudamericano:

Tra poche ore inizierà in Australia la prima corsa del calendario World Tour 2012, ma dall'altra parte del mondo si sta correndo e s'è già corso parecchio: giusto ieri è terminata la Vuelta de Chile, in Brasile s'è corsa la Copa America, in Venezuela è appena iniziata la Vuelta al Táchira ma in Sudamerica sono state tante anche le corse nazionali, quelle non facenti parte dei calendari UCI. Proviamo quindi a fare una panoramica su queste gare perché tra i corridori che si sono messi in evidenza ce ne sono alcuni che poi vedremo all'opera stabilmente anche in Europa.

Iniziamo parlando della Vuelta de Chile una lunga corsa a tappe che poteva vantare anche una più che discreta partecipazione a livello internazionale per essere la prima corsa del 2012 (è iniziata il 5 gennaio) e per di più di categoria 2.2: ai nastri di partenza, oltre ad alcune selezioni nazionali e a squadre minori cilene, c'erano anche una Professional (l'Andalucía) e sei Continental tra cui anche l'italiana Team Nippo, la formazione diretta dall'ex professionista Andrea Tonti.

Fin dal primo giorno questa edizione della Vuelta de Chile è stata dominata dai padroni di casa della Clos de Pirque-Trek, la formazione che poteva contare sul vincitore della scorsa edizione, Gonzalo Garrido, e corridori forti come i fratelli Mansilla (Luis in particolare) e Patricio Almonacid: nella cronometro a squadre inaugurale di 18.8 km i distacchi inflitti a tutte le altre squadre sono stati molto pesanti e la maglia l'ha presa per primo Antonio Cabrera. Il simbolo del primato in classifica generale è rimasto dall'inizio alla fine in casa Clos de Pirque perché nella seconda tappa è balzato in testa Luis Mansilla che poi l'ha lasciata a Patricio Almonacid, vincitore, un po' a sorpresa a dire il vero, della classifica finale (con Garrido terzo). In mezzo ci sono stati altri quattro successi di tappa per questa formazione cilena, due di Luis Mansilla: bravo passista, dotato di un buono spunto veloce e con ottime doti anche su pista questo 25enne lo potremo anche vedere all'opera in Francia durante l'estate.

Il grande sconfitto invece è Felix Cárdenas che a 39 anni passati dimostra ancora di essere un signor corridore: lo scalatore colombiano s'è imposto nella tappa regina della corsa, quella con arrivo ai 2469 metri di Farellones. Purtroppo il suo grande show in salita non è bastato a conquistate anche il primo posto della generale che è sfuggito per appena 18": nella cronosquadre il ritardo della Great Wall-Shimano di Cárdenas era stato di ben 39" e pure nella cronometro individuale Almonacid aveva rifilato 1'19" all'ex corridore della Barloworld.

Per quando riguarda le formazioni europee il Team Nippo torna a casa con un secondo, un terzo e un quarto posto di Maximiliano Richeze ma la squadra italiana s'è fatta anche vedere spesso nelle fughe a lunga gittata, specie con il giapponese Uchima. Decisamente diverso invece il bilancio finale dell'Andalucía che è riuscita a vincere ben quattro tappe iniziando così la stagione con il piede giusto e candidandosi anche ad avere un ruolo di mina vagante per le prime corse sul suolo spagnolo: Adrian Palomares e Javier Ramírez sono riusciti a timbrare il cartellino grazie a delle fughe da lontano ma la rivelazione più bella, grazie a due vittorie, della squadra iberica è il 23enne velocista Juan José Lobato, assolutamente uno dei migliori prospetti del paese per quanto riguarda gli arrivi a ranghi compatti.

In Brasile, come detto, s'è corsa la Copa America a Rio de Janeiro con successo dell'argentino Francisco Chamorro che ha replicato il titolo del 2009. In Argentina, ad anticipare il ben più sentito Tour de San Luis, c'è stata una breve corsa nazionale, il Giro del Sol, che ha visto il successo di Juan Pablo Dotti, ex della Cinelli-OPD; sempre in Argentina si sta disputando proprio in questi giorni la Vuelta San Juan. Tra le altre corse nazionali segnaliamo in Colombia il Clasico Fiestas de Tuta che è stato vinto da Miguel Angel Rubiano, neoacquisto dell'Androni Giocattoli e che quindi palesa una buona condizione in vista del Tour de San Luis.

Concludiamo con il Venezuela dove s'è disputata la Vuelta a Bramón (vittoria di Freddy Vargas) ma, soprattutto, dove venerdì scorso è iniziata la 47a edizione della Vuelta al Táchira. In queste prime tre tappe hanno brindato la Loteria del Táchira (con Ubeto e González) ed il Kino Táchira (con Gil), due formazioni differenti ma che poi nella sostanza sono una sola e spesso lo si nota anche nelle tattiche di gara. Al momento si prospetta quindi un bel duello tra i "loteri" capitanati da Noel Vazquez (ma occhio proprio a Ronald González) e la Gobernación del Zulia del campione uscente Manuel Medina: entrambe le squadre al momento hanno lavorato molto con le fughe facendo guadagnare terreno a pericolose seconde linee. Per ora, però, abbiamo avuto solamente un tiepido assaggio di montagna e già oggi a Rubio ne sapremo di più.
Cicloweb.it
 
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#2
Fischer no comment un cavolo...se commenti Richeze devi commentare anche Fischer, che corre nella Garmin e fa parte del treno di uno dei velocisti più forti del mondo
Comunque il movimento non fa molti passi avanti di per sé, i talenti ci sono sempre stati, la differenza è che ora vengono subito nelle squadre europee che cercano di cambiargli mentalità (specialmente il Team Sky più che le squadre italiane e spagnole). Vediamo Henao, Betancur l'ho visto in diretta a San Luca ed è stato davvero forte, anche se la Liquigas quel giorno si è suicidata tatticamente, però in tutta la stagione è andato davvero bene solo quel giorno
Per le gare sudamericane, se Cardenas non ha rivali negli arrivi in salita a 39 anni vorrà dire che il livello è un po' scarsino...bravo sto cileno Mansilla, che anche ieri al San Luis ha fatto bene
 
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#3
Infatti abbiamo visto la Garmin che grandi volate ha fatto con Fischer nel treno :P (Richeze l'ho commentato perchè dopo il Giro 2007 da lui ci si aspettava qualcosa)
Betancur comunque non andò bene solo all'Emilia, me lo ricordo con Rujano sul Sestriere al Giro quest'anno e pure al Lombardia non è andato male...
Riguarda alla mentalità, diciamo che forse ora grazie a Corti ed alla sua Coldeportes qualcosa cambierà, dato che penso che un ds esperto come lui possa gestire tutti i talenti che correranno per la sua squadra, che tra l'altro è già la più importante del sudamerica...
 
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#4
Dei corridori Sudamericani mi fido ben poco, sappiamo come son fatti, si fanno i soldi con una stagione super, e poi li si rivede nel migliore dei casi dopo 5-6 anni...
Comunque si sono molti corridori interessanti su cui si può lavorare : in primis Uran, corridore di grande classe e di grande potenziale, anche se pecca molto nella gestione delle forze in corsa (emblematica quest'anno è òa Coppa Sabatini), e non lo vedo male anche nelle salite lunghe.
Poi c'è Betancur, che, apparte la vittoria nel Girobio, quest'anno tra i pro ha dimostrato buona personalità e buon passo, ed è riuscito anche a vincere il Giro dell'Emilia, sverniciando sul San Luca uno Zaugg che da li a 7 giorni avrebbe vinto il Giro di Lombardia.
E alla fine Duarte, che è un buon corridore, e potenzialmente può fare bene vincendo qualche tappa in qualche GT, ma anche lui ha qualche battuta a vuoto (ricordiamo la sconfitta in una volata a due con Ivan Basso),
Henao dicono tutti che è forte, ma io vorrei vederlo con la posta in palio un pochino più alta rispetto al Tour of Utah. E' comunque un potenziale fenomeno, possibile vincitore di tutte le classifiche GPM di tutti e tre i GT.

Comunque se l'hai scritto te perchè citi Cicloweb.it ? Huh
 
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#5
Io ho scritto la parte sui corridori, quella sulle corse invece l'ho presa da Cicloweb...
 
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#6
(24-01-2012, 03:24 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Infatti abbiamo vistol a Garmin che grandi volate ha fatto con Fischer nel treno :P (Richeze l'ho commentato perchè dopo il Giro 2007 da lui ci si aspettava qualcosa)

In difesa di Maxi c'è da ricordare che alla fine è stato fermo due anni e mezzo e - un blocco della crescita - è praticamente inevitabile. Io spero sempre possa tornar a farci veder qualcosa, anche se avrebbe bisogno di correre almeno di una Professional: a correre solo Settimane Lombarde e Giri di Slovenia non si va troppo lontani insomma...
Su Fischer quoto il no comment: cioè, è un discreto corridore, nulla più...

Per me il problema del ciclismo sudamericano è l'evoluzione: cioè, il movimento è rimasto bloccato a una ventina d'anni fa. Gli allenamenti, i mezzi, lo stesso svolgimento delle corse (e pure il doping, se vogliamo dirla tutta). Anche per questo Cardenas arriva a 35 anni e si scopre uomo forte: fino all'altro giorno era in Europa utilizzando i nostri metodi e le nostre tecnologie, e una volta catapultatosi in patria si ritrova a dover fronteggiare gente che - da quel punto di vista - è nettamente inferiore a lui. Ma anche Rujano può esser un esempio abbastanza calzante in questo senso. (ovviamente stiamo parlando di due corridori comunque validi: perchè se uno è brocco, è brocco Asd )
In Sudamerica c'è tanto talento da sgrezzare insomma, e ben venga - per i corridori - che gli squadroni arrivino e se li portino via già in giovane età. Per il movimento invece sarebbe meglio se arrivasse qualche struttura o qualche investitore serio, ma già squadre come la Movistar che si fanno la squadra continental laggiù è comunque un discreto segnale per loro...

Attenzione che di 'sto passo il rapporto che c'è tra Sud America ed Europa potrebbe diventare molto simile a quello che potrà esserci tra movimenti storici (come Italia, Belgio ecc) e ciclismo anglosassone... Triste

ps: i risultati della Vuelta de Chile li prenderei molto con le molle per adesso: negli ultimi anni han dimostrato che la loro attenzione alla lotta al doping non è poi così alta (per usare un eufemismo).
 
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#7
Sono d'accordo con quasi tutto ciò che ha scritto Sarri, tranne su una cosa, secondo me l'evoluzione non è ferma in tutti gli stati del Sudamerica, in Colombia qualcosa si sta muovendo, tant'è vero che negli ultimi 4 anni hanno vinto 2 volte l'Avenir più anche un 3° posto, 2 volte il Girobio con anche 2 secondi posti e 1 Mondiale. Anche se c'è da dire che i corridori che fanno partecipare alle compitizioni under-23 spesso e volentieri corrono anche con i pro, e quindi partono avantaggiati rispetto agli avversari europei...
 
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#8
Eh, ma a livello giovanile è un altro discorso, non solo per il fatto - come dici te - che i sudamericani corrono corse a più alto livello...
 
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#9
Riuppo un anno dopo, vediamo cosa è successo:

Rigoberto Uran ha fatto il salto di qualità che da lui ci si aspettava, è arrivato nei 10 al Giro, si è portato a casa un argento olimpico, un podio al Lombardia ed ha vinto il Gran Piemonte; attualmente è probabilmente uno dei primi 5 al mondo nelle classiche collinari. Nairo Quintana è andato oltre le più rosee aspettative dimostrandosi già da ora uno dei migliori "grimpeur" al mondo, alla Vuelta ha perso tanto tempo nelle prime tappe, ma nel finale in salita era l'unico che riusciva a tenere le ruote del trio Contador - Purito - Valverde; mentre al Delfinato ha vinto una bellissima tappa in solitaria togliendosi di ruota gli Sky. Betancur ha confermato quanto di buono fatto vedere l'anno scorso vincendo 3 corse tra cui spicca una bellissima tappa al Giro del Belgio. L'esordio di Henao ha deluso un pochino le aspettative(considerando che c'era chi al Gdr lo aveva acquistato a 138 crediti Asd ), ma comunque il buon Sergio ha raccolto tanti bei piazzamenti tra cui spicca la top - 10 al Giro. La Coldeportes di Corti ha dato spettacolo condotta dal duo Chaves - Atapuma che in 2 hanno raccolto tre vittorie ad alcuni bei piazzamenti(tra tutti il secondo posto di Atapuma nella tappa regina del California), mentre ci si aspettava qualcosa in più da Duarte, che comunque si è portato a casa la Sabatini. Rujano ha nuovamente dimostrato di essere una "testa matta" e questa volta probabilmente il treno non ripasserà più; al contrario invece chi ha colto la palla al balzo in casa Androni è stato Rubiano che dopo anni difficili ha ripagato la fiducia di Savio vincendo una bella tappa al Giro. JJ Haedo, il miglior sprinter del Sudamercia è finito in una squadra scarsissima dopo aver comunque corso una stagione sottotono, mentre suo fratello Lucas Sebastian(il fratello scarso) per qualche strano motivo ha firmato un contratto con la Cannondale; Richeze invece avrà l'occasione di riscattarsi dopo gli anni bui, con la casacca della Lampre addosso, Fischer nonostante faccia parecchio schifo continua a rimanere nel giro di quelli che contano, stavolta in maglia FDJ. Da tenere d'occhio l'emergente velocista brasiliano Andriato della Farnese, è lui l'erede di Pagliarini...
 
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#10
Andriato è un corridore coi controcacchi, quest'anno farà il Giro e potrebbe essere una delle sorprese. Uran invece continua a non piacermi molto, è generoso però alla fine riesce quasi sempre a perdere in un modo o nell'altro (nonostante abbia uno spunto veloce invidiabile per un corridore così forte in salita). Vogliamo di più
 
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#11
Uran ormai non è più giovanissimo. Dopo quel Lombardia 2008 sembrava essersi un po' perso, ma l'anno scorso ha avuto un progresso notevole, quasi inaspettato per quello che aveva fatto gli anni precedenti (anche se nel 2011 aveva avuto dei lampi). Comunque nonostante la top ten al Giro penso che si specializzerà più sulle corse di un giorno dove ha dimostrato di poter eccellere.
 
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#12
Sono d'accordo, lui e Betancur mi sembrano i più portati per le corse di un giorno tra i colombiani...

Poi vabbè c'è Henao che sogna la Roubaix Rolleyes Asd , sarebbe interessante vederlo sul pavè comunque, visto le "gambone" che ha potrebbe pure cavarsela, anche se la Roubaix penso proprio rimarrà un sogno per lui...
 
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#13
Ahah veramente ?!?!

Henao e Quintana tra i colombiani sono i migliori per i GT, i più scalatori. Uran e Betancur (e aggiungiamoci anche Duarte...) sono bravi in salita, ma a mio avviso non eccellono come i due connazionali, ma hanno un miglior spunto veloce e una maggiore intelligenza nel leggere la corsa e quindi per questo più adatti a corse di un giorno.

Anche nei coldeportes Chaves sembra più da corse di un giorno, mentre Atapuma più da GT, acnhe se ammetto di conoscerli relativamente.
 
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#14
(23-01-2013, 05:07 PM)Hiko Ha scritto: Anche nei coldeportes Chaves sembra più da corse di un giorno, mentre Atapuma più da GT, acnhe se ammetto di conoscerli relativamente.

Per me è esattamente il contrario.
Atapuma a cronometro è un disastro della natura.

Bisogna sempre ricordare,quando si parla di corridori Sudamericani,che la differenza tra correre in Europa e in America Latina rimane ancora abissale.
Affetti,fede e condizioni meteorologiche sono estremamente in contrasto con lo stile di vita in Antioquia o in Boyacà.
Molti di questi ragazzi,anzi forse la maggior parte,vengono da famiglie disagiate ed hanno storie tristissime alle spalle (sembro la De Stefano).
Il discorso va un attimo separato,tra quelli che gareggiano per team internazionali e quelli del progetto Colombiano,inteso come governo.

Senza dubbio Uran rappresenta un esempio per tutti i nuovi che giungono dal Sudamerica.Passato pro prestissimo,ha messo subito in luce il suo enorme talento.L'esperienza in Spagna,lo ha aiutato ad ambientarsi in Europa.Dopodichè,l'approdo in Sky lo sta ultimando come corridore e come uomo.Non so se riuscirà mai a vincere qualche grande corsa,ma sinceramente la crescita personale ed umana che ha avuto,ne fanno per me,uno dei corridori più "ammirevoli" del gruppo.

Il suo compagno di squadra,Sergio Luis Henao,rappresenta per me,la più grossa possibilità di vincere qualcosa d'importante per un ciclismo Colombiano.
Ricordo che Sergio,è abbastanza atipico come atleta colombiano.E' molto più potente dei soliti scalatori Escarabajos e questo gli consentirà in futuro di poter reggere i confronti a cronometro,fondamentali per vincere una grande corsa a tappe.Già quest'anno,me lo vedo vincere in qualche gara di una settimana nel Pro-Tour.E' in un team perfetto per sviluppare le sue caratteristiche.Poi scusate,9°al Giro e 14° alla Vuelta,concluso il Trittico delle Ardenne,9° al Mondiale e 5° al Lombardia,al primo anno in Europa.Che parliamo a fare...

Quintana è un altro che si è messo a dettar legge,in perfetto stile Colombiano.Quando la strada sale,me li metto a ruota e vado col mio passo.
Ovviamente il passo di uno scalatore di 60 kg scarsi,lo tengono in pochi.
Da Under 23,ha vinto pure un titolo nazionale a cronometro,il che per quel che vale,potrebbe farci credere che se ci lavora,l'esercizio lo può sfruttare piuttosto che difendersi.
E' altresi evidente che il ragazzo ha ancora margini.

Betancur sembrerebbe quello più da classiche di tutti.Non disprezza le salite lunghe ma è uno a cui piace scattare.Ottimo l'approdo in Ag2r,attendiamolo al varco.

L'altra metà del discorso,è costituita dai Colombiani di Claudio Corti.
L'anno scorso estremamente sotto le aspettative,tranne qualche acuto,comunque significativo.La spiegazione che gli stessi atleti hanno dato,è la stessa:ci siamo allenati tanto e male,soprattutto nel periodo invernale.
Se si fa un cattivo allenamento di base,tutto risulta più difficile in tutto l'arco della stagione.Anche perchè il "base training" non è che lo puoi fare nel bel mezzo della stagione per recuperare.
Spero che quest'anno abbiano selezionato gli obiettivi.
La sostanza è che i Colombiani,non sono abituati a gareggiare una settimana in Belgio,quella dopo in Turchia e nel frattempo anche in Francia ed Italia.Aerei,Hotel e spostamenti continui per un roster ristrettissimo,possono risultare determinanti ma in senso negativo.
Se per un Atapuma o un Pantano che superano queste difficoltà,ci sono dei Duarte,Suarez,Osorio e tutto il resto del team che ha problemi ad essere performanti rispetto ai propri standard,qualche domanda me la comincerei a fare.

Leggevo qualche giorno fa,un'intervista a Chaves,che parlava proprio di queste difficoltà,spiegando come si sentisse a disagio nel fare i camp ad esempio qui in Italia.Cosa che tra l'altro Corti ha riproposto anche per questo 2013.Spero per loro che abbiano almeno affrontato la questione.
Saranno al Mediterraneo,in larga parte del calendario Italiano a partire dal Laigueglia fino al Trentino,Freccia,Liegi e Criterium Internacional.

Lo stesso Chaves ha detto un paio di cose,che dovrebbero far riflettere sul come questi ragazzi intendono in ciclismo e cosa rappresenta per loro.
Mentre molti difendono i colori,di un marchio,di una banca o di qualche altro sponsor,loro con il progetto di Corti e del Governo Colombiano,vanno in giro a difendere e pubblicizzare il loro paese!
Sono orgogliosi come pochi delle loro radici e delle loro origini.Hanno il sentimento che li spinge da dentro.
Sempre Chaves ha descritto la sua splendida vittoria alla Vuelta a Burgos,raccontando di come Rigo (Uran) lo avesse avvisato che avrebbero attaccato all'imbocco della salita con Henao.

Ad inizio anno,ha fatto molto scalpore il passaggio di Ospina alla Movistar invece che nel team satellite della Colombia.Argiro Ospina,lo conosco veramente poco,però se tanto mi da tanto,lo terrei d'occhio.
Si dice inoltre,un gran bene di Chamorro e di Sebastian Henao,fratello minore di Sergio.
 
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#15
Riuppiamo a quasi due anni dall'apertura di questo topic e tiriamo le somme...

Quintana ormai è universalmente riconosciuto come un fenomeno, Uran sempre più concreto e Betancur ha dimostrato di essere adattissimo anche alle corse a tappe oltre che a quelle di un giorno. Mezza delusione invece Henao che dal Giro in poi è sparito, Duarte ed Atapuma si sono più o meno mantenuti sui livelli dell'anno scorso, ma manca ancora la continuità e la colpa è anche della preparazione invernale completamente sbagliata. Dispiace che Chaves abbia saltato tutta la stagione perché anch'egli è un potenziale fenomeno, vedremo se nel 2014 - in cui tra l'altro dovrebbe correre la Vuelta con l'Orica - tornerà sui livelli pre infortunio...

Tra i corridori che arriveranno l'anno prossimo in Europa occhi puntati su Sebastian Henao, cugino di Sergio, sull'ex poliziotto Dayer Quintana, fratello di Nairo e su Jaramillo che già si era messo in mostra al Gp Costa degli Etruschi. Oltre ovviamente al più vecchio Janier Acevedo che tanto bene ha fatto quest'anno nelle corse statunitensi...

Bye bye Rujano :cry:

Guardateli qua che belli i due "Hermanos" Wub

[Immagine: Los-hermanos-Quintana-en-el-Cr_543784602...60_639.jpg]
 
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#16
Belli non è il primo aggettivo che mi viene in mente... :D

La Colombia ormai non è più una sorpresa o addirittura folklore, ma una realtà solidissima del ciclismo. Staranno forse bruciando le tappe, ma il lavoro che hanno fatto in Sudamerica con i giovani è sotto gli occhi di tutti e credo che per alcuni anni ce li ritroveremo tra i piedi.

La mia bipartizione che ho fatto un anno fa tra uomini da GT (Henao-Quintana) e da classiche (Uran-Betancur) è stata parzialmente smentita dai fatti perchè hanno dimostrato tutti e quattro di saper valere i palcoscenici importanti e di essere più completi di quanto immaginassi. Uran, ad esempio, non posso più considerarlo adatto solo alle corse di un giorno dopo il secondo posto al Giro di quest'anno, anche se lo aspetto al Giro 2014 per l'appello definitivo, ma la sua caratteristica migliore è di esserci quando meno te lo aspetti a battagliare coi più forti nelle corse che contano. Su Quintana si sono spesi tutti gli aggettivi possibili ed è veramente un fenomeno, quello che ti impreziosisce ancor di più il movimento.

Il progetto Colombia di Corti invece non decolla, non so perchè. Ora partono pure Atapuma e Chaves e ripartono dallo svogliato (almeno mi da quest'impressione) Duarte, Rubiano e tanti giovani, ma mi sembra un ritorno al punto di partenza, senza aver colto chissà che risultati...
Invece mi stuzzica l'entrata nel ciclismo che conta di Jaramillo e Acevedo, che da quanto ho visto quest'anno mi sembrano parecchio forti. Mentre sul parentame vario (fratelli, cugini, suocere,ecc) non mi esprimo, potrebbero benissimo esser lì solo per motivi genealogici per quanto li conosco...

Andando per un attimo fuori dai confini colombiani sono molto curioso dei nuovi innesti in casa Androni, soprattutto tale Godoy che non mi sembra un acquisto solo per quietare il secondo sponsor. E' ovvio che l'ambientamento in Europa può essere un problema, però spero che sotto la guida di Savio possa sbocciare. Su Monsalve non dico che c'ho messo un pietra sopra, ma quasi, mentre per Rujano era giunta l'ora del ritiro, tanto ormai senza allenamento non andava da nessuna parte...

A inizio topic si parlava anche dei velocisti brasiliani (i discepoli di Pagliarini Asd ): vabbè Fisher ormai fa quel che può alla sua veneranda età, ma Andriato è stato una mezza delusione dopo un promettente primo anno in Fantini. Tra i rivali storici invece si è risvegliato Richeze, anche se gli sprint alla Veulta non so se possano rappresentare un test probante. Al pari di Acevedo, mi piacerebbe assistere ad un ritorno in Europa di Dani Diaz, che a gennaio ha sverniciato Contador e soci in salita.
 
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#17
Ah tra l'altro pareva che Dani Diaz dovesse tornare in Europa, ma almeno per quest'anno non sarà così...

Monsalve non mi ricordo abbia mai combinato nulla in Europa, o sbaglio? Mmm

Su Andriato sono d'accordo, non si è mai visto, mentre faccio notare che le nostre squadre WT si pigliano solo i colombiani "normali" tipo: Sarmiento o Anacona, se la fu Liquigas avesse avuto un po' più di pazienza probabilmente Betancur ora correrebbe ancora qua da noi...
 
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#18
Su Dani Diaz sono dubbioso, ma proprio per questo lo vorrei vedere in Europa. Fa bene una gara all'anno quando gli altri sono fuori forma, però non è detto che sia scarso...

Monsalve ha fatto molto bene da U23 in Sudamerica e in Italia. Poi da quando è passato prof con l'Androni mi pare abbia vinto solo un Langkawi, che non sarebbe neanche poco, ma negli due anni non ha combinato proprio niente.

Sulla Liquigas non sarei troppo severo: nel 2012 provarono a prendere Betancur, ma alla fine rimase un altro anno all'A&S, non mi ricordo perchè, e l'anno dopo con la chiusura della squadra non ci riuscirono più.... Sarmiento non è uno qualunque, prometteva bene, poi per vari problemi non si è riconfermato tra i grandi. In casa Cannondale mi pare sia apprezzato molto come gregario, soprattutto da Basso. Certo al paragone con Quintana sparisce, però non è detto che non possa avere dei margini di miglioramento.
Anacona mi era piaciuto molto nelle prime due settimane della Vuelta 2012, quest'anno ha avuto un brutto infortunio. Comunque sono d'accordo con te sul fatto che non sembra un fenomeno...
 
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#19
La Liquigas provò a prendere Betancur nel 2011, uscì pure la notizia che il ragazzo aveva firmato, l'A&S che aveva chiesto di tenerlo un altro anno si indispettì e non se ne face più nulla...

Più o meno tutti i sudamericani vanno bene tra gli U23 visto che hanno il vantaggio di poter correre contemporaneamente con i pro, tra i pro poi tutti i nodi vengono al pettine...
 
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#20
Diaz ha corso in Bolivia nell'ultima settimana senza risultati eccezionali, però correndo con la squadra di San Luis la stagione è tutta sballata per lui, i risultati arrivano da settembre a febbraio. Anch'io pensavo che lo avrebbe preso qualcuno in Europa e magari addirittura nel World Tour, però niente. Dovrebbe andare a correre in una squadra americana e farsi California-Utah-Colorado
 
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