17-06-2013, 10:14 PM
Compravendita di capelli, ma i corridori sapevano?
Non è il caso di spaccare il capello in due, ma nelle ultime ore sono trapelate notizie semplicemente imbarazzanti, per non dire inquietanti sull’operato della nostra federazione. Andiamo per ordine. La prima questione riguarda il campionato italiano a cronometro Under’23, tenutosi a Ponte San Giovanni (Perugia) e vinto dal figlio d’arte Davide Martinelli (leggi http://blog.cyclingpro.it/2013/06/15/und...onosciuto/). In quella occasione, scrivono diversi siti (ciclismoweb.net, ciclismo-online.it, cicloweb.it e cyclingpro.it per citarne alcuni) non sono stati effettuati - come da regolamento - i controlli antidoping al primo e al secondo classificato (oltre ai due sorteggiati). È di oggi, invece, la notizia di una convenzione firmata ai primi di marzo tra la nostra federazione e la Usl 10 di Firenze della Regione Toscana, e che riguarda esattamente la compravendita di capelli (http://blog.cyclingpro.it/2013/06/17/ant...ncertanti/). Avete letto bene, la compravendita.Marco Bonarrigo spiega in modo esaustivo i contenuti di questa convezione nata per realizzare uno studio dal titolo «Prevalenza dell’uso di anabolizzanti e stimolanti valutata mediante l’analisi del capello nella popolazione sportiva giovanile ed amatoriale». Lo studio in questione nasce da un’idea congiunta tra la Commissione di Vigilanza Antidoping (Ministero della Salute, nella quale sedevano il dottor Luigi Simonetto e l’avvocato Gianluca Santilli, ndr) e l’Usl 10 di Firenze. L’azienda Sanitaria per questo progetto ha messo a disposizione ben 136 mila euro, in cambio, però, bisognava trovare almeno 300 atleti da “depilare”. La cosa singolare, come giustamente rimarca Bonarrigo, è che questo studio sugli sportivi, si è ridotto invece solo e soltanto ad uno screening sul ciclismo. L’intesa viene siglata il 7 marzo, e la nostra Federazione si impegna a prelevare i capelli ad atleti delle categorie giovanili e amatoriali, in cambio di 30 mila euro. Tutto regolare? Tutto nel rispetto delle norme nazionali sulla privacy? E ancora: la nostra Federciclismo ne ha fatto comunicazione agli atleti interessanti? Qui non si tratta di esami antidoping, ma di studio statistico e, come ci hanno confermato alcuni legali, potrebbe esserci davvero una violazione della privacy. A meno che, visto che gira e rigira si torna in Toscana e nei dintorni del Giro Bio, magari società e corridori hanno firmato inconsapevolmente qualche documento. Si attendono chiarimenti che, molto probabilmente, non arriveranno. Con buona pace di tutti: anche dei parrucchieri.
tuttobiciweb.it
Non è il caso di spaccare il capello in due, ma nelle ultime ore sono trapelate notizie semplicemente imbarazzanti, per non dire inquietanti sull’operato della nostra federazione. Andiamo per ordine. La prima questione riguarda il campionato italiano a cronometro Under’23, tenutosi a Ponte San Giovanni (Perugia) e vinto dal figlio d’arte Davide Martinelli (leggi http://blog.cyclingpro.it/2013/06/15/und...onosciuto/). In quella occasione, scrivono diversi siti (ciclismoweb.net, ciclismo-online.it, cicloweb.it e cyclingpro.it per citarne alcuni) non sono stati effettuati - come da regolamento - i controlli antidoping al primo e al secondo classificato (oltre ai due sorteggiati). È di oggi, invece, la notizia di una convenzione firmata ai primi di marzo tra la nostra federazione e la Usl 10 di Firenze della Regione Toscana, e che riguarda esattamente la compravendita di capelli (http://blog.cyclingpro.it/2013/06/17/ant...ncertanti/). Avete letto bene, la compravendita.Marco Bonarrigo spiega in modo esaustivo i contenuti di questa convezione nata per realizzare uno studio dal titolo «Prevalenza dell’uso di anabolizzanti e stimolanti valutata mediante l’analisi del capello nella popolazione sportiva giovanile ed amatoriale». Lo studio in questione nasce da un’idea congiunta tra la Commissione di Vigilanza Antidoping (Ministero della Salute, nella quale sedevano il dottor Luigi Simonetto e l’avvocato Gianluca Santilli, ndr) e l’Usl 10 di Firenze. L’azienda Sanitaria per questo progetto ha messo a disposizione ben 136 mila euro, in cambio, però, bisognava trovare almeno 300 atleti da “depilare”. La cosa singolare, come giustamente rimarca Bonarrigo, è che questo studio sugli sportivi, si è ridotto invece solo e soltanto ad uno screening sul ciclismo. L’intesa viene siglata il 7 marzo, e la nostra Federazione si impegna a prelevare i capelli ad atleti delle categorie giovanili e amatoriali, in cambio di 30 mila euro. Tutto regolare? Tutto nel rispetto delle norme nazionali sulla privacy? E ancora: la nostra Federciclismo ne ha fatto comunicazione agli atleti interessanti? Qui non si tratta di esami antidoping, ma di studio statistico e, come ci hanno confermato alcuni legali, potrebbe esserci davvero una violazione della privacy. A meno che, visto che gira e rigira si torna in Toscana e nei dintorni del Giro Bio, magari società e corridori hanno firmato inconsapevolmente qualche documento. Si attendono chiarimenti che, molto probabilmente, non arriveranno. Con buona pace di tutti: anche dei parrucchieri.
tuttobiciweb.it