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Continental 2014, ecco le regole del gioco
#21
Il dibattito: Continental, ora bisogna superare lo stallo
Serve più coesione tra i direttori sportivi

Da 4 mesi si è avviato il progetto Continental, e 6 squadre italiane hanno intrapreso la strada del semiprofessionismo, tutto sommato con discreti risultati. 3 vittorie per la Mg.Kvis, tutte all'estero (grazie a Gasparrini e Bertazzo), così come 3 ne ha conquistate il team Idea tra il rilancio di Delle Stelle e Collodel; una per la Marchiol a Collecchio e una per la Vega al Gp San Giuseppe; a secco ancora l'Area Zero, che però si è dimostrata la più competitiva nelle corse professionistiche (ed ha ignorato totalmente quelle dilettantistiche), e la Nankang-Fondriest, la quale ha cominciato l'attività da due settimane, causa abbandono improvviso a dicembre del main sponsor, Ceramica Flaminia: in Taiwan c'è un interesse crescente per gli investimenti nel ciclismo e Forconi è riuscito a convincere la ditta fabbricatrice di pneumatici a salvare la squadra.

Non sono sempre i risultati però ad avere il maggior risalto nelle cronache: tutt'ora non si sono spenti i dibattiti riguardo all'utilità delle Continental, alle mosse fatte dalla regia della Federazione nei riguardi del movimento dilettantistico negli ultimi anni, e soprattutto alla difficoltà di classificazione di queste squadre, che le pone spesso in situazioni imbarazzanti. I meno teneri si sono dimostrati gli organizzatori di corse professionistiche: al Giro del Trentino nessuna Continental è stata invitata, nonostante la Federazione avesse puntato sulla solidarietà degli organizzatori, almeno fuori dal discorso RCS. E anche quando vengono invitate, non sono sempre rose e fiori: emblematica la situazione vissuta dal Team Idea alla Coppi&Bartali, col team di Piscina, Gaffuri e Cannone che aveva manifestato la volontà di prenotare per conto proprio gli alberghi, visto che non erano previsti i rimborsi. L'organizzazione ha chiesto ai responsabili del team di non farlo, dopodiché la beffa: all'ultima tappa la squadra si è vista spedire in un albergo dismesso ai piedi dell'Abetone, in montagna, senza riscaldamento, assieme all'Amore&Vita ed alla Meridiana. Continental ai margini del movimento, insomma.

Non c'è da stupirsi dunque se la riunione di lunedì a Mercatale Valdarno, presenti il ct della nazionale Davide Cassani, la vicepresidente della Federciclismo Daniela Isetti e il presidente della commissione strada-pista Ruggero Cazzaniga (factotum del progetto Continental), sia stata per lo più un occasione per i direttori sportivi rimasti nel dilettantismo di ribadire la propria diffidenza. Eppure i margini per fare dei progressi ci sarebbero: a capo della struttura tecnica c'è una persona, per l'appunto Cazzaniga, che tutto sommato gode della fiducia di una buona fetta dei direttori sportivi, anche di quelli più intransigenti verso le Continental: nessuno ha messo in discussione il valore del suo impegno, e d'altronde basta vederlo all'opera per averne la conferma. Il problema è sempre più in alto: i vertici semplicemente glissano sul movimento che vede in costante contrazione le sue dimensioni, o scaricano il barile (esempio: «I comuni privilegiano le gare amatoriali a quelle dilettantistiche». Indovinate chi l'ha detto? Sì, proprio lui, l'Ineffabile, al secolo Renato Di Rocco).

Divide et Impera, un principio vecchio di almeno 2000 anni, che però viene applicato tutt'ora da Roma. Divide tra i direttori sportivi, e anche tra gli organizzatori (chiedete ad esempio a quelli del Trofeo Piva, che quest'anno han faticato a trovare volontari a causa della nefasta concomitanza in calendario con la manifestazione di Mountain Bike "La Prosecchissima", a pochi chilometri di distanza); impera sulle macerie, promuovendo il ciclismo amatoriale che oggi ha un ritorno economico decisamente più sostanzioso e facile, e dimenticando il serbatoio del ciclismo maggiore di domani. L'augurio è che i vari team manager finalmente mangino la foglia e non perseverino nel bisticciare tra loro (come successe l'anno scorso) alla riunione del Giro delle Pesche Nettarine quando verrà presentato il programma 2015 per le Continental, ma facciano fronte comune per ottenere garanzie per tutto il movimento.

Nicola Stufano - cicloweb.it
 
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#22
Se volevano l'invito al Trentino potevano prendere i migliori giovani italiani e non un manipolo di raccomandati....
 
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#23
...se anche gli amatori fanno la Continental
"Si deve partire di cima e invece qui si parte di fondo". La contrapposizione è forte tra chi si professa fedele alla tradizione dei dilettanti e chi propone di aprire alle continental. Sembrano due mondi destinati a combattersi. Si sa, il ciclismo è fatto di personaggi sanguigni, gente che per passione è abituata a superare qualsiasi ostacolo ma che non sopporta l'idea di essere messa da parte. E così, nel corso della riunione di Imola volano parole grosse, in alcuni momenti si sfiora addirittura la rissa.

AMATORI VS RESTO DEL MONDO - Ruggero Cazzaniga apre la serata sgomberando il tavolo dai sospetti alimentati dalla riforma continental. "Ci tengo a precisare da subito che nessuno di voi è obbligato a fare le continental. Nessuno qui vuole affossare il movimento dei dilettanti, le continental sono solo una opportunità in più che la FCI vi vuole offrire". Parole di piombo, che vorrebbero porre fine ai timori di tanti dirigenti delle squadre dilettantistiche che già si erano visti schiacciati tra le continental da una parte e il mondo amatoriale dall'altra.

Ma il problema potrebbe essere anche contrario. E le voci si diffondono veloci in sala. Si dice che ci sia una formazione amatoriale decisa a richiedere una licenza continental per il 2015. Si fanno nomi e cognomi: tutti o quasi corridori ex dilettanti o ex professionisti che non hanno più la possibilità di correre nelle Gran Fondo e che sarebbero determinati a rientrare nel ciclismo dalla "finestra" delle Continental. Forse è anche questo il problema del ciclismo italiano. Un professionismo troppo vicino al dilettantismo e un mondo amatoriale che potrebbe avere tutte le carte in regola per confrontarsi alla pari anche con i professionisti.

Serve fare chiarezza. Tra le righe del nuovo regolamento si legge infatti: "Potranno inoltre essere valutati e ammessi all’iscrizione, da una commissione mista STF-LCP, progetti di ASD non rientranti nella tipologia precedente (squadre già continental o elitè-u23, ndr), purché abbiano comprovata valenza etica e sportiva". La risposta arriva puntuale dalle parole del presidente della STF: "Aspettiamo di vedere la richiesta di questa squadra amatoriale. Se dovesse arrivare sarà valutata in maniera approfondita e ammessa solo nel caso in cui abbia i requisiti richiesti".

FIDEIUSSIONE, QUESTA SCONOSCIUTA - Nella serata del faccia a faccia non mancano i colpi bassi. Ad assestarli sono i rappresentanti delle squadre dilettantistiche: "Non è giusto che gli ex professionisti tornino a correre con i dilettanti" chiosa qualcuno. E subito c'è chi esce allo scoperto: "Sappiamo che il vincitore di una gara di inizio stagione, tesserato per una di queste continental non è mai stato pagato. Per questo motivo ha lasciato il ciclismo e adesso lavora in un negozio di Milano. Mi chiedo che opportunità in più gli ha dato la sua squadra continental rispetto ai dilettanti".

Un caso che fa discutere e che evidenzia l'insufficienza della copertura che dovrebbe essere garantita dalla fideiussione di 30.000 euro richiesta per il 2014 e aumentata a 40.000 euro in vista del 2015. Una fideiussione forzatamente bancaria ma che potrebbe non bastare per coprire i "rimborsi" promessi ad una squadra di 16 corridori.

40.000 euro bloccati da dicembre 2014 a marzo 2016 come garanzia. C'è chi chiede di alzare ulteriormente l'asticella per dare maggiore credibilità e sostanza alle continental e chi, invece, vorrebbe cancellare del tutto questa garanzia. E poi c'è anche chi si costituisce candidamente: "Vorrei chiedere alle squadre dilettantistiche quanto spendono in un anno. Perchè la mia continental costa 40.000 euro, giusto i soldi della fideiussione". Continental a basso costo, con corridori che corrono a gratis, costretti a comprarsi le biciclette, a pagarsi le trasferte, pronti pure a sottoscrivere in anticipo la liberatoria per permettere al proprio team manager di sbloccare i soldi della fideiussione.

E' questa l'altra faccia della stessa medaglia: quella che consente anche al mondo amatoriale di entrare a far parte del professionismo...

Scritto da Andrea Fin per ciclismoweb.net
http://www.ciclismoweb.net/index.php...se-anche-gli-amatori-fanno-la-continental
 
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#24
Bilancio Continental: È stata un'annata di esperimenti
Cos'ha funzionato e cosa non è andato

Il dibattito circa le Continental italiane ha infiammato l'autunno 2013 e le discussioni attorno ad esse non si sono placate per tutto il 2014. Frange di ortodossi e di innovatori si sono scontrate più volte, dal vivo, negli incontri promossi da Ruggero Cazzaniga, come sui giornali e sui social network. Finita la stagione agonistica in Italia, è arrivato il tempo di tirare le somme e valutare questo esperimento.

Cosa ha funzionato
Uno dei principali vantaggi della presenza delle Continental è essenzialmente la possibilità di chiamare sei squadre in più alle gare italiane professionistiche. E dunque i vari organizzatori italiani non si sono trovati nell'imbarazzo di corse con 60, 70 corridori, come è successo per i colleghi spagnoli. Si temeva che l'accesso delle Continental alle corse dilettantistiche venisse sistematicamente ostacolato, invece non è stato così, anzi in alcuni casi è avvenuto l'esatto contrario (come vedremo). E nelle suddette corse le Continental hanno rivaleggiato con Zalf e Colpack, soffiando loro qualche successo: 8 le gare nazionali andate a team Continental, 6 quelle internazionali su territorio italiano. Ma più che i risultati, l'importante è che ci fosse il confronto, anche per capire chi fosse da convocare ai Mondiali. Tutte le Continental, chi più o chi meno, hanno portato i propri corridori all'estero, con esperienze spesso vincenti più che in Italia.

Cosa non ha funzionato
Purtroppo tra le promesse della Federazione ed i fatti c'è stata una sensibile discrepanza. Si disse che le Continental sarebbero state tutelate dai giri di luna degli organizzatori, così non è stato. Esemplare il caso della Sabatini, dove l'organizzazione si è "accontentata" di avere 12 team al via tra World Tour e Professional, ha aumentato a 10 il numero di corridori ammessi al via per squadra e se l'è cavata così. E anche quando le Continental erano ammesse, il trattamento non è stato dei migliori: quasi mai rimborsate, nelle corse a tappe spesso mandate nelle ospitalità più lontane, in situazioni di evidente disagio per gli atleti. D'altra parte, la qualità media si è rivelata spesso scarsa, ed i corridori delle Continental che hanno ottenuto risultati di rilievo nelle corse professionistiche sono per lo più ex professionisti o Élite non proprio di primo pelo. In soldoni, i talenti del vivaio italiano sono rimasti per lo più ancorati alle formazioni dilettantistiche. Come vedremo nella successiva analisi, inoltre, tutte le squadre (con l'unica eccezione della Mg.Kvis) hanno affrontato difficoltà non da poco, come calendario povero o radicalmente ridimensionato in corso d'opera, incertezza per il futuro, assenza di risultati.

Le 6 squadre: promossi e bocciati
Ogni formazione ha interpretato a suo modo le possibilità concesse dal regolamento federale. La più attinente agli schemi predefiniti è stata forse la Mg.Kvis-Trevigiani: hanno corso tanto, sia all'estero che in Italia, ed in tutte le categorie, non precludendosi nulla. Ed i risultati non sono mancati: 7 vittorie totali e tanti piazzamenti. Busato ha vinto la Kreiz Breizh e si è garantito finalmente l'agognato contratto professionistico, così come Chirico che ha colto il risultato più importante, un secondo posto al Circuito de Getxo con in corsa diversi atleti di livello. Soprattutto, l'annata appena trascorsa è parsa come un rodaggio per l'anno che verrà, per il quale l'Mg.Kvis ha costruito una formazione più competitiva. Totalmente diversa l'impostazione invece dell'Area Zero, che ha agito da team professionistico a tutti gli effetti: nessuna corsa nel calendario dilettantistico, con conseguente programma gare un po' povero. Va detto che il programma iniziale era radicalmente diverso e molto più internazionale, segno che in qualche modo le cose non sono andate come ci si aspettava. Pasqualon (2 successi) e Chinello hanno ottenuto i risultati più eclatanti, tra i giovani Petilli si è mostrato come il più interessante.

A metà il giudizio per la Marchiol, unica squadra con la "doppia" formazione e molto bene sul calendario italiano con i successi di Cecchin, Vaccher e Antonini, ma povera di talenti nella categoria Under 23 e poco presente all'estero, vista giusto in alcune occasioni tra Svizzera, Francia e Balcani. Discorso simile per il Team Idea, apprezzabile nell'impegno delle corse, nonostante un po' di problemi (Dall'Oste che ha dato buca a inizio stagione e Delle Stelle "scappato" alla Mg.Kvis) ma un po' troppo umorale nel suo assetto interno, con l'annuncio di chiusura a metà stagione rettificato a inizio settembre. Una conseguenza di ciò è la perdita del maggior talento in organico, Davide Ballerini: anche lui andrà tra le fila dell'Mg.Kvis.

Bocciatura per la Vega-Hotsand, la formazione più lontana dallo spirito sotto il quale la Federazione ha promosso le Continental. Per entrare nel quadro delle squadre ammesse hanno sfruttato i punti di Sante Di Nizio (il corridore più "anziano" di queste formazioni) in gare amatoriali, non proprio il modo corretto di utilizzare la multidisciplinarietà, e hanno messo in organico giovani corridori palesemente non pronti per confrontarsi con la categoria professionistica, in modo tale da rientrare nei parametri richiesti per l'età media. Un modo di fare che cozza nettamente con le richieste di progettualità, sebbene nelle regole, che ci spinge a farci una domanda: che bisogno c'era di ottenere la licenza Continental?

Anche per la Nankang-Fondriest si è trattato di una stagione da dimenticare, ma va ricordato che a inizio anno Forconi e Borgheresi sono stati costretti a ripartire da zero, col main sponsor andato via alla chetichella e diversi atleti di punta che han subito trovato un'altra sistemazione. Chi è rimasto è ripartito a marzo con un evidente svantaggio rispetto ai colleghi. Vista però la forza del nuovo sponsor, può darsi che la prossima stagione risulti meno negativa.

Stato dell'arte
Dopo il primo anno di sperimentazione, il progetto Continental può classificarsi come un mezzo fiasco. Non tanto per ciò che è successo quest'anno, ma per ciò che avverrà l'anno prossimo: a fronte di una new entry, il GM Cycling Team-Velo Club Abruzzo che parte sotto buoni auspici, con organico e staff già per lo più definiti ed entrambi di discreto livello, c'è un po' d'incertezza sul resto della comitiva. Mg.Kvis, Area Zero e Idea hanno già reso noto il loro impegno per il 2015, per Vega e Nankang si attendono notizie, mentre in casa Marchiol si va verso la fusione col team svizzero Roth Felt di staff e organico, ancora tutta da definire. La nota più negativa però è che resta alta la diffidenza dei team dilettantistici italiani, ancor meno interessati a fare il salto di categoria. Ciò significa che anche l'anno prossimo avremo Zalf e Colpack (soprattutto Colpack, visto che la Zalf vedrà tanti dei suoi cambiare casacca) a spadroneggiare sul territorio, e gli altri a raccogliere le briciole. Una situazione di squilibrio che a lungo andare può risultare lesiva: che ne sarà degli altri team, se continueranno a correre per un piazzamento? E cosa ne sarà dell'interesse per le gare regionali, per lo spettacolo, se continueremo ad assistere a doppiette, triplette degli stessi team?

La mancanza di equilibrio attuale è evidente. Tuttavia, non si possono costringere queste compagini col fucile spianato a cambiare idea: hanno visto gli altri in avanscoperta, si sono fatti due conti in tasca e si son resi conto che il gioco non vale ancora la candela. Per il 2015 (o il 2016, o il 2017) l'attenzione si sposta dunque sui team satellite di squadre World Tour: le regole sul numero dei corridori stranieri in organico dovrebbero equipararsi a quelle UCI, ciò significa che l'unico limite per acquisire la licenza italiana sarà quello di avere il gruppo di atleti italiano come quello più numeroso, con conseguente apertura a team internazionali in stile Etixx o Leopard Ct.

Nicola Stufano- cicloweb.it
 
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#25
per me è la strada da seguire non fa niente se è dura

prendo il ranking che mi piace(va) citare spesso (una volta che il tasto sopra la A mi funzionava)

24. 58. Cze Etixx CONT 480
25. 59. Por Efapel - Glassdrive CONT 461
26. 60. Gbr Rapha Condor JLT CONT 460
27. 61. Ita Area Zero Pro Team CONT 452
28. 62. Nor Team Joker CONT 450
29. 63. Ita MG.Kvis - Wilier CONT 448
30. 64. Aut Tirol Cycling Team CONT 446
31. 65. Irl An Post - Chainreaction CONT 424

per essere il primo anno mica male oh! non è che possiamo credere che le nostre continental siano da subito al livello delle Professional
è chiaro che non puoi stare da subito al passo della La Pomme o dei Nippo che sono una realtà ormai consolidata (tanto che prova il salto)

ed è chiaro che la Vega o altre invece stanno oltre il 100° posto però come ci sta la Josan-ToWin che perso Baugnies è sprofondata ma allora dovrebbero semplicemente ripartire (dopo un annata positiva e) dopo un annata negativa cercando nuovi corridori più giovani

sarebbe inoltre molto importante che esempio la Lampre faccia una sua continental (già ce l'ha Asd ) in Italia puntando su più italiani e che magari la Garmin torni a fare la continantal puntando sull'Italia
che la Colpack passi... vi pare che non sarebbero da subito al livello delle cont. più forti?
tutte ste cose chiaramente non succederanno
 
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#26
Continental... perchè?
Sulle pagine di ciclismoweb.net ne abbiamo discusso per più di due anni. Ora che la prima stagione è giunta al capolinea è tempo di mettere da parte le chiacchiere. Alle parole si sostituiscono i numeri. Freddi, semplici, reali, a volte pure spietati. E i numeri per valutare le Continental Italiane sono quelli che seguono.

TRAMPOLINO DI LANCIO - Uno degli obiettivi delle Continental avrebbe dovuto essere quello di preparare i talenti italiani agli impegni in nazionale e al passaggio al professionismo. Ebbene, le cifre del ciclomercato smentiscono questa leggenda metropolitana: ad oggi, infatti, sono solo 4 gli atleti delle formazioni continental che approderanno in una formazione Professional nel 2015 (Chirico, Busato, Antonini e Nibali). Al contrario, saranno 14 i dilettanti che nella prossima stagione correranno in una World Tour o in una Professional.

I numeri della nazionale italiana agli Europei e ai Mondiali, poi, sono pubblici da tempo: nei 17 convocati dal ct Marino Amadori per le sfide di Nyon e Ponferrada solo due (Bertazzo e Chirico) provenivano da un team continental italiano.

Dilettanti -> Nazionale Italiana U23: 15
Dilettanti -> Professionisti: 14

Continental -> Nazionale Italiana U23: 2
Continental -> Professionisti: 4

SENZA MAI VEDERE IL TRAGUARDO - Andate nelle Continental perchè farete esperienza tra i professionisti. E chi ci crede più. Gli atleti tesserati nel 2014 per le continental italiane erano 82, 16 di questi (un atleta su cinque) non hanno portato a termine nemmeno una gara professionistica (1.1, 2.1, 1.HC o 2.HC).

ZERO TITULI - Ammesso e concesso che i regolamenti UCI consentono anche ai team dilettantistici tradizionali di correre le gare internazionali (1.2 e 2.2 per intenderci) in Italia e all'estero, l'unico strumento in più, nelle mani delle continental italiane, erano le partecipazioni alle gare professionistiche (1.1, 2.1, 1.HC o 2.HC). Ebbene, in queste corse le continental italiane sono state delle autentiche meteore: le sei squadre italiane, infatti, hanno ottenuto zero vittorie. Meglio di loro, per assurdo, nel 2012 e nel 2013 avevano fatto Zalf e Colpack che con Battaglin e Zilioli stagisti avevano conquistato rispettivamente la Coppa Sabatini e il Gp di Prato. Se allarghiamo l'indagine ai podi scopriamo che... le sei continental italiane hanno conquistato solo 7 podi in tutta la stagione. Le vittorie, certo, vanno pesate e non contate, a patto che si riesca a conquistarne almeno una.

SCENDETE DAL GRADINO - Ma scendiamo di un gradino. Andiamo a confrontare i risultati delle formazioni continental con quelli ottenuti dalle migliori sei formazioni dilettantistiche nelle gare "internazionali". Ebbene, nelle gare 1.2 e 2.2 arriva il primo dato a favore delle Continental: 14 vittorie contro 11. Evviva! Ma non vi emozionate troppo, nella riga successiva ci sono i dati sui podi centrati nelle gare della stessa categoria: 37 podi per le Continental, 38 podi per le formazioni dilettantistiche.

Area Zero
11 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
3 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
2 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
6 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Marchiol Emisfero
14 atleti
1 campionato nazionale
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
0 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
3 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
5 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

MG.Kvis Wilier
15 atleti
1 campionato nazionale
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
2 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
4 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
14 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Nankang Fondriest
15 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
1 podio nelle gare classe 1.1 o 2.1
0 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
1 podio nelle gare classe 1.2 o 2.2

Team Idea
11 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
1 podio nelle gare classe 1.1 o 2.1
3 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
7 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Vega Hotsand
16 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
0 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
2 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
4 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

CONFRONTO INTERNAZIONALE - Non l'abbiamo avuto per tutto il 2014 e allora lo vogliamo tentare sulla carta. Abbiamo scelto sei continental straniere e abbiamo analizzato il loro rendimento, proprio come avevamo fatto con i team italiani.

I primi due team: Etixx e Itera Katusha, essendo due continental-vivaio rispettivamente di Omega Pharma e Katusha hanno gareggiato solo nelle gare di classe 1.2 o 2.2. Nessun risultato, quindi, per loro tra i professionisti ma 15 vittorie a testa nel calendario internazionale possino bastare.

Diverso il comportamento dell'Astana Continental: nel 2014 Benfatto, Scartezzini e compagni hanno centrato 5 vittorie tra i prof e ben 12 podi. Il conto totale è di 9 successi e 26 podi.

Si dirà, facile, queste squadre sono appoggiate da poteri forti e hanno i soldi. Allora spostiamoci tra le continental "orfane" di un team di riferimento. In Ucraina c'è il Kolss Team, 18 atleti (due specialisti della pista) quattro vittorie tra i professionisti e 13 podi. Aggiungendo i risultati delle gare "internazionali" si passa a 14 vittorie e 40 podi. In questa formazione militano Oleksandr Polivoda e Vitaly Buts: due che dalle nostre parti sono stati scartati perchè "troppo vecchi".

In Francia, si sa, il movimento continental è molto sviluppato. Abbiamo preso una formazione simbolo: La Pomme Marseille 13. Si tratta di un team dilettantistico francese che tre anni fa, dopo aver lanciato al professionismo Daniel Martin, ha scelto di fare il salto tra le continental. Per i transalpini quest'anno è stata una buona annata: 5 vittorie tra i prof, 12 podi nelle gare 1.1, 2.1, 1.HC e 2.HC. Aggiungendo i risultati "internazionali" si va a quota 6 vittorie e 16 podi.

Il sesto team è stato difficile sceglierlo. Avremmo potuto citare la Dukla Praha di Claudio Santi o la Rabobank Dev. autentica cantera del ciclismo olandese o, ancora, la slovena Adria Mobil, la spagnola Burgos BH o la danese Cult Energy che nel 2015 farà il salto tra le professional. Abbiamo scelto, invece, un giovane team tedesco: il Team Stolting. Hanno vinto in Italia, al Palio del Recioto, sono stati battuti da Simone Andreetta al Giro del Belvedere, eppure il loro bottino stagionale parla di: 2 vittorie e 5 podi di classe 1. Nonchè 9 vittorie e 15 podi di classe 2 per un totale di 11 successi e 20 podi.

I risultati non sono tutto, certo. Ma sono i numeri a dare la dimensione di quello che si sta facendo, non le opinioni. Dire che le continental italiane così concepite non possono avere un ruolo decisivo nello sviluppo del nostro movimento non è più un semplice punto di vista, è un dato di fatto. Il ciclismo continental, quello che può contare su di uno staff professionale e preparato e fa crescere i giovani con il confronto vero con i professionisti del pedale, in questo momento, è lontano anni luce dall'Italia. Le statistiche totali di queste sei formazioni europee parlano di: 16 vittorie e 42 podi nelle gare di classe 1, 54 vittorie e 137 podi nelle gare di classe 2.

Itera Katusha (RUS)
17 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
0 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
15 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
49 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Etixx (CZE)
11 atleti
0 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
0 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
15 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
28 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Astana Continental (KAZ)
16 atleti
5 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
12 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
4 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
14 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Kolss Cycling Team (UCR)
18 atleti
4 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
13 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
10 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
27 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Team La Pomme Marseille (FRA)
14 atleti
5 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
12 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
1 vittoria nelle gare classe 1.2 o 2.2
4 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

Team Stolting (GER)
16 atleti
2 vittorie nelle gare classe 1.1 o 2.1
5 podi nelle gare classe 1.1 o 2.1
9 vittorie nelle gare classe 1.2 o 2.2
15 podi nelle gare classe 1.2 o 2.2

DOMANDE LEGITTIME - Ci risiamo. Continental in Italia... perchè? Dove sono quelle premesse e quelle promesse di un ciclismo di qualità fatte ad inizio stagione? Dov'è il progetto federale di portare i giovani talenti all'affermazione internazionale? Qual'è il valore aggiunto rispetto alle tanto vituperate gare regionali italiane? Perchè una formazione dilettantistica dovrebbe essere persuasa a fare il salto tra le continental?

Oggi anche lo spauracchio dell'UCI, intenzionata a cambiare il mondo del ciclismo nel 2017, è divenuto un semplice fantasma. E' evidente che la bozza elaborata dallo staff del presidente Cookson è completo solo a metà. Si occupa delle prime due categorie (le attuali World Tour e Professional) ma, ovviamente, lascerà alle singole federazioni nazionali la legislazione delle due ruote continental e, meglio ancora, di quelle dilettantistiche o giovanili.

Se poi anche le attuali continental italiane stanno guardando ai regolamenti stranieri, nettamente più favorevoli, per trasferire la propria licenza all'estero già dal 2015...

Scritto da Andrea Fin per ciclismoweb.net
http://www.ciclismoweb.net/index.php?option=com_content&view=article&id=12171
 
Rispondi
#27
si buttiamo tutto a mare dopo un anno... così si fa... siamo in Itaglia del resto

facciamo il confronto con team al primo anno fra le Continental non con La Pomme che esiste da 20 anni (non lo so) e Kolss (pure forse ma che è il team di punta ucraino)

il raffronto va fatto con le nuove continental di Francia, Spagna, Gbr, Germania, Olanda, Belgio, Usa... vediamo ne usciamo con le ossa rotte?!?! direi di no.
e l'anno prossimo rifacciamo i conti... e mo che passano la Colpack e la Zalf (forse mai) li rifacciamo ancora...
 
Rispondi
#28
senza citare ancora i già citati ranking reperibili online il confronto è da fare, per me, con Vastcomesichiamaservice e Parkhotel che credo che siano più o meno gli unici team continental al primo anno nel 2014 e le nostre (prime due) a confronto non ne escono battute ANZI...

analisi faziosissima

e fastidiosissima per me Sick se non rimaniamo indietro di un secolo non siamo contenti, se proviamo a fare un passo nella direzione giusta guai a noi torniamo subito indietro che è meglio.... si...
 
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#29
Il passo avanti va fatto ma con i migliori corridori non con gli scarti....
 
Rispondi
#30
(25-10-2014, 09:50 PM)Danilo Ha scritto: Il passo avanti va fatto ma con i migliori corridori non con gli scarti....

chiaro, si, ovvio

ma siamo in Italia... alla Colpack e la Zalf gliene frega il giusto che sarebbero più forti del 90% delle Continental mondiali e se gli conviene restare come sono e mantenere inalterati tutti gli altarini che avranno restano così

ed è uno dei motivi per cui non mi puoi dire DOPO UN ANNO (che già si era iniziato dopo un giorno) che è tutto fallito, tutto sbagliato, torniamo indietro, basta continental se appunto per ALTRI MOTIVO i nostri team "maggiori" neanche si sono messi in gioco perché non gli conviene economicamente (no? cioè no che non potrebbero, perché non voglionoRolleyes )

intanto i nostri "scarti" sono le due nuove continental più forti in Europa, ma buttiamole via perché in confronto all'Astana Continental, alla Rabobank continental e all'Omega continental fanno schifo
 
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#31
Adesso che ci sono le Continental, le Continental sono inutili, prima che esistevano solo i Dilettanti bisognava introdurre le Continental...

Già misurare tutto coi risultati è sbagliato perchè il loro ruolo è far crescere i giovani che non possono salire direttamente nelle WT e il compito sta diventando sempre più importante in Italia perchè non esistono più grandi squadre e quindi, inevitabilmente, lo spazio per i giovani italiani si riduce.

Secondo me vanno migliorate due cose che sono fondamentali: i migliori (o almeno un buon 70-80% di questa categoria) dovrebbe passare nelle Continental e soprattutto vanno migliorate qualitativamente e quantitativamente le trasferte estere. Il primo punto è difficile da risolvere se la Zalf non farà mai il grande passo, mentre per il secondo ci vuole un pochino di tempo, però è certo che alcune squadre nel 2015 sono chiamate a cambiare marcia altrimenti il loro apporto è inutile.
 
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#32
Difficile che le grandi squadre possano fare il grande passo, a meno che o non diventino filiali ufficiali di un team prof. (con relativi benefici) oppure non abbiano il ritorno economico adeguato: purtroppo il ciclomercato nel 99% dei casi non arricchisce i team, diritti tv non ne esistono; gli sponsor guardano solo a casa nostra, visto che appunto si tratta sempre di aziende del territorio. Per una grande squadra dilettantistica non vedo vantaggi nel diventare Continental, a meno che la federazione non metta pesantemente mano al portafoglio per invogliare i dirigenti a fare il grande passo... :-/
 
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