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Cosa resterà di questi anni '10....
#1
Entriamo nell'ultimo anno del decennio, è ora di pensare a cosa lasceranno in eredità al ciclismo gli anni '10 (la seconda metà forse uno dei periodi più dimenticabili nella storia del ciclismo).

Sicuro speriamo che non resti il sistema Sky che ha caratterizzato tutto il decennio. Manco per cattiveria nei loro confronti, ma perché dal 2012 ad oggi hanno castrato il ciclismo, con le ultime stagioni, in cui hanno iniziato a prendere campioni su campioni sul mercato, come apice. E l'UCI deve evitare che, prima o poi, si presenti un'altra squadra in grado di esercitare uno strapotere totale su questo sport (succederà se non fanno le cose di cui parliamo ormai da anni).

Mi resterà in memoria il duello tra Andy Schleck e Cadel Evans al Tour 2011, sicuramente il più entusiasmante del decennio (segue il Quintana - Froome della Vuelta 2016). Mi resteranno le imprese di Sivakov ed Evenepoel rispettivamente tra gli U23 e gli junior. Mi resterà il 2010 - 2011 di Gilbert e il suo Fiandre. Mi resterà Cancellara e in particolare la Roubaix 2013 con il duello con Stybar e Vanmarcke. Mi resterà Mathieu Van Der Poel, che sta facendo la storia. Mi resterà Nibali, con il capolavoro alla Tirreno 2013, il Tour e il secondo Lombardia come picchi di memorabilità. Mi resterà il Mondiale di Valverde, anche se è stato una schifezza. Mi resteranno tutte le sconfitte del povero Purito, soprattutto Fuente Dé e Firenze 2013.
 
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#2
Se confrontiamo questo decennio con quello precedente non sono d'accordo nel definirlo brutto.
Veniamo da un periodo triste e amaro, con decine di ordini d'arrivo riscritti a tavolino, morti assurde, palese doping di squadra. Un decennio che ha messo a repentaglio l'esistenza stessa del ciclismo professionistico.
Dal 2010 si è ritrovato un equilibrio, forse forzato ma che ha dato i suoi frutti.
Il sistema WT, con tutti i suoi difetti, ha rilanciato il Giro, che si è posto con i suoi percorsi e la condotta di gara non tatticamente bloccata, all'attenzione del mondo.
Il Tour ha dimostrato tutti i limiti del suo gigantismo e del suo essere diventato solamente un business, svuotandosi di pathos.
Non butterei via tutto solo perché Sky ha anesetetizzato il Tour. In futuro andrà evitato un altro 'modello sky', e con un po' di buon senso si potrà fare
( sul buon senso ho dei dubbi, ma vedremo).
Io ricorderò di questi anni :
IL Giro 2010, da Montalcino all'Aprica
La lotta A. Shleck Evans al Tour 2011.
Le stagioni 2010-11 di Gilbert.
Nibali nelle stagioni dal 2012 al 2014.
Contador con le sue corse all'attacco, le imprese riuscite e quelle tentate.
Il Fiandre di Gilbert
Il Giro 2018 con l'impresa di Froome.
I Lombardia di Nibali.
Dimentico qualcosa ma non mi sembra un'elenco troppo scarno. Do il via al contraddittorio.
 
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#3
Per me il 2010 e il 2011 sono state ottime stagioni, quelle dopo insomma.

Il 2012 è un annata che ci lascia poco o nulla (un giorno di Vuelta e Boonen), il 2013 non è stato male, ma neanche super, 2014 e 2015 sono dei 2012 bis (classiche spesso e volentieri brutte, grandi giri dimenticabili), il 2016 è stata un'ottima stagione, del 2017 ricordiamo Fiandre e Lombardia e del 2018 la Roubaix di Sagan, un giorno di Giro e il Lombardia.

Lo scorso decennio, dopo la fine dell'era Armstrong, ci aveva regalato delle annate piacevoli (del doping non me ne frega una mazza, ormai). Poi, nel complesso, è stato un decennio abbastanza brutto anche quello.
 
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#4
Per me sicuramente un po' di Roubaix (2012, 2013, 2016 e 2018), qualche Fiandre godibile (2014 e 2017), i GT di Nibali (soprattutto il Tour 2014), il Tour 2011, Contador, la rinascita di Valverde nel 2018 appena passato, Yates a Sappada e sullo Zoncolan. Poi devo pensarci....

Mentre ne Ciclocross il mondiale 2013 di Nys e quello del 2014 col duello pazzesco tra Stybar e Nys. Pure il mondiale 2016 è un bel ricordo e negli ultimi tempi Valentino Rossi su una bici da corsa.

Cose negative: l'ultimo quinquennio dei GT, il modello Sky, l'esasperazione del fair play, l'affossamento della scuola Italiana
 
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#5
Mi lascia tanto, soprattutto un re-innamoramento per questo sport.

E' un decennio che ha alternato in maniera incredibile gare di m a imprese fantastiche, su tutte Froome a Bardonecchia, ma ce ne sono tante altre che mi hanno letteralmente fatto saltare dalla sedie.
Pochi personaggi, quello sì: tanti atleti formidabili ma quasi nessuno che ha saputo far innamorare le folle (escludo i più giovani che magari entreranno meglio in altri decenni).
 
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#6
Tra quello che non è stato ancora detto, guardando solo alle bellezza delle cose.

Su strada: Gaviria alla Parigi-Tours 2016, i 110 km di fuga solitaria di Plaza nella tappa di Cercedilla alla Vuelta 2015, gli ultimi 5 km di Phinney a Katowice al Giro di Polonia 2013, Battaglin a Oropa al Giro 2014, le ultime due edizioni della Volta a Portugal, la G-W 2015 e il campionato belga 2017.

Nel ciclocross: Vantornout campione belga a Erpe-Mere nel 2015, Bina a Hoogerheide nel 2013, Nys che batte Van Aert a Koksijde nel 2015, l'ultimo Koppenberg di Toon Aerts nel 2018, più tutto quello che ha fatto Mathieu van der Poel (e, di riflesso, Wout van Aert).
 
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#7
Plaza vero, impresa storica oscurata dalla vittoria di Aru nella Vuelta
 
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#8
Della Volta soprattutto resterà l'impresa del Torre del duo Alarcon - Antunes.

Pure Alarcon che batte Quintana è storia.

Il ciclismo non mainstream regala soddisfazioni. Sono le corse che contano che, spesso e volentieri, deludono. Tipo le Ardenne ormai non esistono neanche più (giusto l'Amstel col nuovo percorso si è un pelo ripigliata).
 
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