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Covim Caffé (CORONAVIRUS)
Buon capodanno!
Inizia oggi l'anno 2 d.C.(ovid)
 
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Una mia riflessione sulla criminalità nei tempi del Covid
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Giugurta
Aury devi dare una ritoccatina al look e all'illuminazione della stanza, perché sembri un serial killer.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
Voglio essere grunge come il vero Bugo
 
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A fronte delle piccole riaperture di Draghi, condivido le preoccupazioni di Galli e Crisanti
E non ci si spinge a considerare la complessità proposta dalla variante brasiliana, già ben diffusa in Italia. 
Nel frattempo aperta la sagra delle dichiarazioni acchiappa consenso rispetto all'ovvio malessere di tantissima gente, a rischio di destabilizzare, ma che importa? 
Il problema non sono le riaperture ma i comportamenti, da un lato con una percezione diffusa di "ne stiamo uscendo" (mutuata da dichiarazioni ottimistiche sulla immunità di gregge), dall'altro con un errore di fondo sull'informazione, limitata a mascherina e lavarsi le mani, dove si potrebbe dire e spiegare molto di più. 
Tante dichiarazioni stomachevoli, tra incapacità di capire e calcoli da servette. Ma ho compreso una cosa che facevo fatica ad inquadrare: i morti non votano. 
 
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Galli e Crisanti direi anche basta.

Le riaperture sono necessarie perché i ristori che vengono dati alle attività chiuse sono ridicoli.
 
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La stagionalità sicuramente aiuterà nella diminuzione progressiva dei contagi. 

In ogni caso io capisco la forte frustrazione da parte di tantissimi settori. E non sono lamentele campate per aria, ma concrete e ne ho varie testimonianze. 
Per esempio una persona di mia conoscenza che lavora come receptionist in un albergo, e che negli anni non è di certo diventata ricca col suo lavoro, è cassintegrata da oltre un anno con uno stipendio mensile di 100 euro. 
Chi prima lavorava come cameriere ora non riesce a fare quasi più nulla, almeno che non si reinventi come fattorino per le consegne. 
Io, dal canto mio, sono totalmente disoccupato da marzo 2020 e mi va di fortuna che a giugno inizio uno stage annuale. Ma in caso di nuove chiusure chi mi assicura la continuità del mio stage, che oltretutto è in un settore che per sua natura si deve rapportare con un pubblico pagante che fruisce (un museo civico, servizi front office e guida)?


Dal canto mio, appena potrò tornerò nei musei, nei teatri, nei cinema, nei ristoranti, nelle città, nelle chiese (non per ragioni di devozione). Rispettando le regole del caso e facendo le trafile richieste. Ma ci tornerò eccome, perché altrimenti posso scegliere di farmi seppellire ora e tanti saluti.

Appena prima della zona arancione sono stato a Bergamo all'Accademia Carrara con prenotazione obbligatoria e braccialetto distanziatore che fa scattare allarme in caso di assembramenti.
E' stato forse disagiante, ma mi ha fatto solo piacere vedere un museo con un discreto numero di visitatori.
 
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Io, onestamente, non ho voglia di parlare dei cazzi miei e della mia famiglia, delle mie paure e dei giorni che sto vivendo.

Chi non vive certe situazioni, fidatevi, farebbe bene a non pronunciarsi a riguardo.

Anzi, una roba la dico: in ristorante di positivo al Covid, quando siamo stati aperti, non ne abbiamo avuto mezzo. In compenso, so di tanta gente che si è ammalata, durante lockdown et similia, facendo feste a casa.

Le chiusure, per come le intendiamo oggi, sono roba che fa ridere e di cui la gente se ne sbatte i coglioni.
 
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Il punto lo ha centrato Luca. Ci sono regole non rispettate che portano a penalizzare chi invece le regole le ha rispettate.

Forse l'ho già scritto ma ho un amico che ha fatto investimenti per rendere la sua palestra il più sicura possibile per poi ritrovarsi comunque chiuso. Stessa cosa un mio vicino di casa con un ristorante.

Poi a Pasquetta pranzi con 15 persone tutte insieme in casa...
 
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Galli e Crisanti sono tra quelli che hanno detto meno sciocchezze, con una buona coerenza e sensazione di reale competenza. Non è colpa loro se la politica dei ristori è stata grandemente deficitaria. Vedere tanta gente sul lastrico è inammissibile. Lo scrissi un anno fa e lo riscrivo: se hai il 10% in meno devi redistribuire e continuare a farlo finché non se ne esce davvero. 
La situazione sanitaria è più complessa di quanto si percepisca, contro questa idea diffusa che ne siamo quasi fuori. Non lo possiamo ancora dire, ci sono troppi punti interrogativi. Il sorpasso della scienza rispetto al virus avverrà ma non è ancora avvenuto. 
Nel breve periodo il "rischio calcolato" potrebbe anche tenere, soprattutto in vista dell'estate, anche se non possiamo esserne sicuri. Tra l'altro, non sappiamo del tutto cosa è accaduto la scorsa estate, quanto la riduzione sia stata un fatto intrinseco (e l'estate incide sicuramente) e quanto sia dipeso dalla forte riduzione derivante dalle misure precedenti. 
Un bel rischio per tre o quattro settimane di differenza. Vero che stiamo annaspando economicamente. Rischiare però una brutta ondata a maggio, con questa percezione da "tana liberi tutti", costerebbe all'economia ben di più. 
Come già detto, il problema non sono queste riaperture ma la mancanza di attenzione, i troppi comportamenti inadeguati. Conta di più la nostra voglia di vivere, e siamo stanchi sicuramente, ma non comprendiamo la reale portata dei rischi. Con comportamenti più idonei, spiegandoli bene, si poteva chiudere meno, sin dal marzo 2020, come scrissi anche allora. 
Si parla genericamente di varianti, come se fossero tutte uguali: non è così. Si parla di immunità di gregge a sproposito e senza capire come funziona e quando funziona. 
Come ho già detto, per troppi i morti non contano, sono solo un numeretto quotidiano. E non hanno voce. Non si visualizza che potevano tranquillamente essere meno della metà di quanti sono, a parità di misure. E scusatemi se è poco... 
Una analisi più adeguata richiederebbe un discorso troppo lungo. 
 
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Crisanti e Galli sono due che terrebbero chiuse certe attività da qui al 2045. Senza avere la più pallida idea di cosa questo possa comportare sul piano economico e sociale.

A me della mia voglia di vivere non me me frega una mazza. Mese più o mese meno chiuso dentro in casa non me ne frega più nulla.

Al contrario, invece, m'interessa assai la voglia di vivere e la sanità mentale delle persone che mi stanno attorno. Ma, ripeto, certe situazioni si possono capire solo vivendole e non auguro a nessuno di farlo.
 
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Scrivo con il massimo rispetto per qualsiasi difficoltà e sofferenza, Luca. Si vivono difficoltà diverse ma basta soffermarsi a riflettere (e io cerco di farlo) per percepire le troppe tragedie che non stanno avendo risposte. Risposte che, almeno in buona parte, non sarebbe impossibile dare, a prezzo di sacrifici per tutti e rimboccandosi le maniche. Ma serve una certa idea di cosa significhi essere una società e un Paese coeso. 
Se guardi, si parla molto di più della scuola che non delle tante attività perdute, del lavoro di una vita andato in fumo, di chi non ce la fa a sopravvivere, di chi non riesce più a vedere il futuro. Tra l'indifferenza generale o quasi. Sento parlare molto più spesso di quando "finalmente andremo in vacanza" che non delle tantissime difficoltà reali. Parliamo invece di come fare a impedire che qualsiasi attività pre-pandemia debba chiudere, cosa meno impossibile di quanto si creda. Magari impedendo che vadano in mano a usurai o criminalità. 
Scrivo oggi perché ho le scatole piene della tanta superficialità che vedo in giro, da parte di politici e giornalisti da un lato, da parte di tanta gente che ha capito ben poco dall'altro (e di sicuro si poteva spiegare meglio e di più). Misure spesso schizofreniche e incoerenti, con una visione verticistica (e stupida, insufficiente). Sin da allora era evidente come il problema principale fosse quello degli ambienti chiusi e non aerati adeguatamente. Quindi scuole chiuse (almeno medie e superiori), mezzi pubblici con finestrini aperti (e capienza limitata), attività aperte con determinate regole e precauzioni (non certo gli inutili plexiglass). 
Sono così "presuntuoso" sull'argomento che un anno fa, a marzo, scrissi al governo, argomentando come si potesse chiudere molto meno, ovviamente senza aspettarmi nulla da questo. Solo un altro "coglione" che parla, ma pazienza, il poco che potevo fare l'ho fatto. Basta guardare quanto è diversa una zona rossa di oggi dal lockdown di allora. E altro si potrebbe fare per chiudere molto di meno. 
Capire che la situazione resta difficile non è catastrofismo, è guardare la realtà e disporsi ad affrontarla. La Sardegna "bianca" dovrebbe aver insegnato qualcosa, ma sembra non sia così. Ci sarebbe bisogno di una vera adunata, chiarire che siamo sul baratro ma che possiamo farcela lottando, prendendo nuovi provvedimenti davvero in grado di aiutare chi non ce la fa, facendo altro debito e tassando dove opportuno. Redistribuendo, così chi non ha capito forse comprende qualcosa. 
 
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Il problema di gente tipo Galli e Crisanti è che è totalmente avulsa dalla realtà e ragiona basandosi su un piano teorico che non ha senso di esistere.

I negazionisti, i no vax e questi cretini qua esistono anche al di fuori dei social network e fanno danni enormi.

Chiudere le attività crea danni economici immensi e porta benefici minimi.

Quanta gente, in percentuale, si ammalava in ristorante o in palestra?

In compenso, la gente, non potendo andate in quei posti là, si organizza per i cazzi suoi per fare assembramenti in luoghi molto meno sicuri.

Il tutto con dei controlli delle forze dell'ordine che fanno ridere.

E, infatti, a me pare che, nonostante le chiusure, la situazione, a livello di morti, sia stata abbastanza tragica negli ultimi mesi.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
Condivido, desideravo chiarire che la mia opinione è complessa e (spero) ben poco superficiale o disattenta. 
Il numero di contagi, e quindi di morti (ma anche di malati con conseguenze), poteva essere contenuto in vari modi compatibili con minori danni economici, tenendo chiuse medie e superiori e visualizzando il meccanismo di contagio legato all'aerosol (quindi agli ambienti chiusi e non abbondantemente aerati), vera chiave di volta di questa pandemia. Stangando chi non rispetta le regole. Quello che non stiamo facendo anche adesso. 
La tenuta sociale si ottiene guidando davvero il Paese e occupandosi dei problemi prioritari, primo tra tutti le conseguenze per chi non riesce a lavorare. Poca demagogia, sacrifici e tanto lavoro da fare. 
 
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[+] A 1 utente piace il post di OldGibi
[Immagine: EzfRHZWXEAAgylQ?format=jpg&name=900x900]

Ma seriamente?
 
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Coprifuoco alle 22 : festino in casa dalle 18 alle 21
Coprifuoco alle 23 : festino in casa dalle 19 alle 22 

Queste sarebbero le conseguenze dello spostamento di orario in una buona parte della popolazione  Asd
 
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Ma il pass per passare da una regione all'altra ? No, cioè, un pass per passare da una regione all'altra. Da una regione all'altra !
 
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Ma io spero sia volutamente gonfiata la cosa e che da metà maggio venga tolto in toto il coprifuoco, pensarlo fino al 31 luglio vuol dire mettere già la pietra tombale sul turismo (settore già morente).

Che poi è tutto da dimostrale la reale efficacia a livello epidemiologico, considerando che stiamo andando verso la bella stagione e con una % di immuni tra vaccino e infezione che inizia ad essere importante.
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Jussi Veikkanen
Pessime notizie, dalla fine di giugno c'è stata una inversione del trend, ancora molto lieve ma, visto quello che sta accadendo altrove, c'è di che preoccuparsi: 

[Immagine: Covid7a.png]



Quanto sole e caldo frenino la diffusione è ben poco chiaro (non molto, se non affatto, purtroppo), lo scorso anno siamo scesi a medie settimanali a fine giugno / primi di luglio inferiori a 200, qui il minimo è stato di 639 (sempre valore medio settimanale). Ovviamente c'entra molto la maggiore contagiosità della delta (nonché la sua inferiore risposta all'attuale tipologia di vaccini / anticorpi). 
Speriamo di salvare l'estate senza una crescita troppo forte dei contagi, il settore turistico ne ha un bisogno estremo. Per farlo servirebbero indicazioni di allarme e grandi inviti alla prudenza e all'uso delle mascherine. Invece... E' come se il dramma non fossero le tante attività in rovina e le decine / centinaia di migliaia di morti ma il fatto che è una cifra che non si va a ballare, con la politica preoccupata principalmente di intestarsi qualche "apertura" in più... 
Serviranno ristori seri. 

Mi piacerebbe essere solo un rompiballe che si preoccupa. Anzi, spero di esserlo. 

Non se ne può più  Triste 
Intanto bisogna vaccinarsi, aiuta comunque. Ne usciremo veramente quando i vaccini sorpasseranno le varianti (che non possono essere infinite), forse entro la primavera / estate 2022. 

Scusatemi per il post e se suggerisco di essere prudenti esattamente come questo inverno. 
 
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Coi decessi come siamo messi?
 
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