30-09-2014, 04:35 AM
Richmond 2015: istruzioni per gli azzurri
Ponferrada è destinata a fare scuola. Il libro delle scuse lo abbiamo letto tutto. Dalla prima all'ultima pagina. In questa settimana per addolcire la pillola delle sconfitte incassate dagli azzurri ne abbiamo ascoltate di tutti i colori. Dal "Sono venuto per fare esperienza" all'immancabile "Oggi pioveva" senza farci mancare "In Italia non facciamo cronometro" o il più classico "Siamo stati sfortunati". Secondo alcuni, poi, "Il percorso era insulso" mentre per altri "Oggi non era giornata".
Ok abbiamo fatto finta di crederci per sette giorni e, visto che qualcuno potrebbe pensare che i giornalisti si limitino a criticare, abbiamo deciso di giocare d'anticipo. Mancano esattamente 356 giorni alla prossima rassegna iridata ma per queste cose è giusto prendersi con il giusto vantaggio.
Azzurri, azzurrini, azzurrabili e aspiranti celesti, aprite bene le orecchie, queste righe sono per voi: ecco le regole da seguire se deciderete di puntare all'iride di Richmond 2015.
1. Basta fare esperienza.
Al mondiale non si va mai per "fare esperienza". Il mondiale è la corsa più importante dell'anno e ci si va per dare il massimo. Se avete bisogno di "fare esperienza" probabilmente non siete adatti per vestire la maglia azzurra in questi eventi. Nel dubbio rinunciate, lasciate spazio a chi si sente pronto e aspettate il vostro turno.
2. Studiate prima il percorso.
Non è un compito difficile. Il campionato del mondo, di norma, si corre su di un circuito della lunghezza compresa tra i 10 e i 30 chilometri, ogni curva, ogni salita e ogni discesa potrebbero risultare decisive. Conoscerlo prima di mettere il numero sulla schiena sarebbe una buona regola.
3. Piove... mondiale ladro.
Se siete in nazionale qualche corsa in bicicletta l'avrete pur fatta. A meno che non vi chiamiate Fantozzi, quando piove su di voi, piove anche sul resto del gruppo. Quindi, la pioggia non è un motivo per sentirvi penalizzati rispetto agli avversari.
4. La fortuna è nelle vostre mani.
Certo, siamo il popolo dei cornetti e degli scongiuri. Dell'acqua santa di Trapattoni e delle scaramanzie più disparate ma dire che si perde "per sfortuna" è una autentica blasfemia. Se noi si perde per sfortuna allora in Norvegia, dopo che hanno piazzato tre uomini nei primi cinque, dovrebbero abolire l'enalotto, il bingo e pure la tombola paesana.
5. Comunque siamo stati protagonisti...
Cosa significa "Siamo stati protagonisti?" Che cos'era un film, una commedia, una fiction? Si assegnava l'Oscar? E allora a quel punto perchè non essere anche "registi" o "sceneggiatori"? Le tre medaglie messe in palio dall'UCI non vengono assegnate a chi fa più chilometri con una ruota alta o a chi ha il miglior taglio di capelli ma a chi passa per primo sulla linea del traguardo. E' quello l'unico metro per calcolare il merito degli atleti in gara, tutto il resto sono semplici chiacchiere. Aggiungiamoci il fatto che la nazionale italiana non ha nemmeno uno sponsor da mostrare alle telecamere... Meno protagonismo e più risultati, grazie.
6. Gare troppo lunghe, non siamo preparati.
Scusate ma quando vi hanno comunicato che avreste corso il mondiale cosa avete messo nella valigia? il secchiello, la paletta e il costume da bagno? Chi prende parte ad un mondiale ha una grande responsabilità: per ogni atleta convocato, infatti, ce ne sono dieci costretti a rinunciare a quel posto. Se non siete preparati per questa o quella specialità tornate al punto uno e ricominciate tutto da capo.
** Detto questo, nessuno vi chiede di vincere a tutti i costi. State semplicemente affrontando una gara in bicicletta nella quale la sportività impone comunque di accettare il verdetto della strada. Ma ricordate che, proprio perchè siete stati convocati, siete dei privilegiati e avete una grande opportunità, quella di vestire la maglia della nazionale italiana. Una maglia da onorare con impegno e umiltà in ogni situazione.
Pubblicato Lunedì, 29 Settembre 2014
Scritto da Andrea Fin per Ciclismoweb.net
Ponferrada è destinata a fare scuola. Il libro delle scuse lo abbiamo letto tutto. Dalla prima all'ultima pagina. In questa settimana per addolcire la pillola delle sconfitte incassate dagli azzurri ne abbiamo ascoltate di tutti i colori. Dal "Sono venuto per fare esperienza" all'immancabile "Oggi pioveva" senza farci mancare "In Italia non facciamo cronometro" o il più classico "Siamo stati sfortunati". Secondo alcuni, poi, "Il percorso era insulso" mentre per altri "Oggi non era giornata".
Ok abbiamo fatto finta di crederci per sette giorni e, visto che qualcuno potrebbe pensare che i giornalisti si limitino a criticare, abbiamo deciso di giocare d'anticipo. Mancano esattamente 356 giorni alla prossima rassegna iridata ma per queste cose è giusto prendersi con il giusto vantaggio.
Azzurri, azzurrini, azzurrabili e aspiranti celesti, aprite bene le orecchie, queste righe sono per voi: ecco le regole da seguire se deciderete di puntare all'iride di Richmond 2015.
1. Basta fare esperienza.
Al mondiale non si va mai per "fare esperienza". Il mondiale è la corsa più importante dell'anno e ci si va per dare il massimo. Se avete bisogno di "fare esperienza" probabilmente non siete adatti per vestire la maglia azzurra in questi eventi. Nel dubbio rinunciate, lasciate spazio a chi si sente pronto e aspettate il vostro turno.
2. Studiate prima il percorso.
Non è un compito difficile. Il campionato del mondo, di norma, si corre su di un circuito della lunghezza compresa tra i 10 e i 30 chilometri, ogni curva, ogni salita e ogni discesa potrebbero risultare decisive. Conoscerlo prima di mettere il numero sulla schiena sarebbe una buona regola.
3. Piove... mondiale ladro.
Se siete in nazionale qualche corsa in bicicletta l'avrete pur fatta. A meno che non vi chiamiate Fantozzi, quando piove su di voi, piove anche sul resto del gruppo. Quindi, la pioggia non è un motivo per sentirvi penalizzati rispetto agli avversari.
4. La fortuna è nelle vostre mani.
Certo, siamo il popolo dei cornetti e degli scongiuri. Dell'acqua santa di Trapattoni e delle scaramanzie più disparate ma dire che si perde "per sfortuna" è una autentica blasfemia. Se noi si perde per sfortuna allora in Norvegia, dopo che hanno piazzato tre uomini nei primi cinque, dovrebbero abolire l'enalotto, il bingo e pure la tombola paesana.
5. Comunque siamo stati protagonisti...
Cosa significa "Siamo stati protagonisti?" Che cos'era un film, una commedia, una fiction? Si assegnava l'Oscar? E allora a quel punto perchè non essere anche "registi" o "sceneggiatori"? Le tre medaglie messe in palio dall'UCI non vengono assegnate a chi fa più chilometri con una ruota alta o a chi ha il miglior taglio di capelli ma a chi passa per primo sulla linea del traguardo. E' quello l'unico metro per calcolare il merito degli atleti in gara, tutto il resto sono semplici chiacchiere. Aggiungiamoci il fatto che la nazionale italiana non ha nemmeno uno sponsor da mostrare alle telecamere... Meno protagonismo e più risultati, grazie.
6. Gare troppo lunghe, non siamo preparati.
Scusate ma quando vi hanno comunicato che avreste corso il mondiale cosa avete messo nella valigia? il secchiello, la paletta e il costume da bagno? Chi prende parte ad un mondiale ha una grande responsabilità: per ogni atleta convocato, infatti, ce ne sono dieci costretti a rinunciare a quel posto. Se non siete preparati per questa o quella specialità tornate al punto uno e ricominciate tutto da capo.
** Detto questo, nessuno vi chiede di vincere a tutti i costi. State semplicemente affrontando una gara in bicicletta nella quale la sportività impone comunque di accettare il verdetto della strada. Ma ricordate che, proprio perchè siete stati convocati, siete dei privilegiati e avete una grande opportunità, quella di vestire la maglia della nazionale italiana. Una maglia da onorare con impegno e umiltà in ogni situazione.
Pubblicato Lunedì, 29 Settembre 2014
Scritto da Andrea Fin per Ciclismoweb.net