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Davide Viganò
#1

Davide Viganò





 
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#2
Viganò: «Sono stato troppo altruista»
«Non è una questione di soldi: vorrei correre di più»

Ha compiuto 30 anni lo scorso 12 giugno, ma davanti a se vede al momento lo spettro della pensione. In verità potrebbe anche correre, una proposta l’ha avuta da quella Caja Rural che l’ha assoldato quest’anno, ma Davide Viganò, brianzolo di Carate, da un anno residente a Mariano Comense con la moglie Emanuela Albini, vorrebbe qualcosa di più. «Non voglio più soldi - dice a tuttobiciweb.it -, ma semplicemente mi piacerebbe poter correre in una squadra un pochino più grande e strutturata, in modo da correre di più e soprattutto in corse più qualificate».

Scusa Davide, ma piuttosto di rimanere a piedi non è meglio… piuttosto?
«Non sono d’accordo. Con tutto il rispetto per la Caja Rural, alla quale devo solo dire grazie, sento di poter recitare un ruolo più importante in una squadra più grande. Con tutta franchezza se a 30 anni devo correre per il minimo contrattuale, allora vado a lavorare. Quest’anno ho disputato una discreta stagione. Ho vinto una tappa al Giro di Portogallo, ho portato a casa la maglia della classifica a punti, ho fatto terzo alla Clasica de Almeira, terzo ancora in Portogallo, terzo in Azerbajan. Penso di aver fatto più di venti piazzamenti nei dieci in solo cinquanta corse: la media non è malissimo. Piazzato in una gara su due. Se poi teniamo conto che il più delle volte davo una mano a Luis Leon Sanchez, non mi sembra di essere andato poi così male. Ho raccolto 262 punti nell’Europa Tour, ma a quanto pare non contano nulla. Probabilmente per correre occorre avere altre caratteristiche, altre doti».

Quindi?...
«Quindi aspetto, mi sono dato ancora un po’ di tempo, spero di trovare qualcosa di interessante. In questi nove anni di professionismo penso di aver dato qualcosa. Ho sempre lavorato per i miei capitani, e che capitani… Paolo Bettini, Tom Boonen, Boasson Hagen, Daniele Bennati, Alessandro Petacchi…».

Hai qualche rimpianto?
«No, penso di aver dato sempre il massimo. Forse sono stato un po’ troppo altruista, avrei forse dovuto pensare più a me stesso. Dovevo essere più egoista».

E se non dovessi trovare una squadra…
«Andrò a lavorare. È un’opzione che ho lì davanti a me. Ne ho già parlato anche con mia moglie che lavora in campo assicurativo (ACE Group): stiamo valutando alcune possibilità, anche se non ti nascondo che sono molto combattuto: la bicicletta mi piace da pazzi, ma non voglio nemmeno apparire patetico. È un momento molto delicato della mia vita, e speravo in un epilogo diverso».

Non vorrei apparire insistente e scortese, ma la Caja Rural, nel suo piccolo ti aveva lasciato una porta aperta…
«Lo so, e di questo li ringrazio di cuore. Al mio posto molti corridori non ci avrebbero pensato un solo secondo, io però penso di poter meritare di più. Se invece il mondo del ciclismo mi dirà che non è così ne prenderò atto e me ne farò una ragione. A malincuore, ma me ne farò una ragione».

tuttobiciweb.it
 
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#3
Bah... E' difficile entrare nel merito se non si conoscono i dettagli, però se fosse una valutazione economica ok, ma se si tratta di una valutazione tecnica mi sembra quasi una follia.
Se la Caja Rural gli offriva il minimo sindacale e lui non è pronto a fare così tanti sacrifici per pochi soldi ci può stare perchè ognuno fa le sue scelte personali, ma se non accetta la squadra spagnola perchè pensa di valere di più mi sa che non ha capito bene come funziona il ciclomercato.
 
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#4
Alla fin fine le sue esperienze nelle grandi squadre le ha già fatte: insomma, Sky, Lampre, Quick Step tanti corridori se le sognano proprio. Magari aveva voluto vedere se trovava nuove motivazioni scendendo di livello, e invece nulla... Difficile adesso trovar qualcosa di importante. Mmm
 
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#5
Mi pare strano che abbia davvero rifiutato l'offerta della Caja, sarebbe stato il velocista principale del team e non penso possano esserci possibilità migliori. Con i risultati che ha ottenuto è grasso che cola se gli arriva l'offerta di un Continental portoghese, ma sarebbe ovviamente un passo indietro rispetto alle sue "presente" aspirazioni. Inoltre se la Lampre occupa i suoi pochi posti ingaggiando semisconosciuti c'è poco da sperare. Magari gli va di culo che la IAM va in WT e ha bisogno di ampliare il roster per il Giro, ma li vedo più carenti sul versante uomini di classifica piuttosto che su quello velocisti
 
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#6
Dietrofront :-/

Dopo una stagione con la maglia della Caja Rural, nel corso della quale ha vinto una tappa del Giro del Portogallo, Davide Viganò ha atteso a lungo una proposta da parte di un team professionistico. Contatti, sondaggi, parole ma nulla di concreto. Il ciorridore brianzolo, però, non ha ancora intenzione di appendere la bicicletta al chiodo, si è guardato intorno e sembra molto vicino ad accettare la proposta che gli è stata avanzata dal Team Idea. Un passo indietro, l'approdo in una formazione Continental con la voglia di far vedere che un posto nell'élite del ciclismo Davide Viganò se lo merita.

http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=74690
 
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#7
Uno dei corridori italiani ancora senza contratto ha deciso di proseguire la sua attività nelle fixed bike Davide Viganò: il trentaduenne lombardo, reduce da un anno alla Androni-Sidermec, militerà per il Team Cinelli nel Criterium Italia, prima challenge tricolore dedicata alle bici a scatto fisso.

http://www.cicloweb.it/2017/03/03/ciclom...m-raleigh/
 
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