Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Doping, positivo Polivoda al Piccolo Lombardia
#1
Doping, positivo Polivoda al Piccolo Lombardia
L’ucraino Oleksandr Polivoda, dilettante della General Store Mantovani, è stato deferito al competente Organismo giudicante federale della Federazione Ciclistica Italiana per il riconoscimento della responsabilità in ordine alla violazione dell’art. 2.1. del Codice WADA in relazione alla positività per presenza di Catina in occasione del controllo antidoping disposto dalla Commissione Ministeriale ex lege 376/2000 al termine della gara “84° Piccolo Giro di Lombardia – 3° Trofeo Memorial Tettamanti ” svoltasi ad Oggiono in data 6 ottobre 2012 con richiesta di squalifica per 4 mesi.

da coni.it
 
Rispondi
#2
Polivoda: «Un banale sciroppo per la tosse, sono pulito»
Tempi duri per lo sport e per il ciclismo in particolare. Tempi nei quali basta un soffio perchè un'ombra diventi un'accusa e un'accusa si tramuti in una condanna. Il mondo delle due ruote ancora scosso dagli scandali internazionali che hanno coinvolto il re del Tour de France, Lance Armstrong, vuole fare pulizia a tutti i costi ma, nella rete piazzata per cacciare i trasgressori, può capitare che ci finisca anche chi, con il doping, non ha nulla a che vedere. E' il caso di Oleksandr Polivoda, il 25enne ucraino che nelle ultime due stagioni ha difeso i colori della General Store Medlago Fontana e che, ieri, è stato convocato dalla procura del Coni di Roma per chiarire la propria posizione in merito a dei valori anomali riscontrati nel controllo antidoping effettuato al termine del Piccolo Giro di Lombardia, lo scorso 6 ottobre.
Piccole tracce di catina, quelle rilevate nelle urine del ragazzo ucraino che era appena rientrato dai campionati del mondo di Valkenburg corsi con la maglia delle propria nazionale “Negli ultimi giorni prima del mondiale in Olanda, a causa del maltempo, mi era venuto una leggera bronchite e per questo il medico della nazionale mi aveva consigliato di prendere un normale sciroppo per la tosse” ha spiegato Polivoda presentando agli inquirenti la prescrizione medica e il prodotto assunto a fine settembre “Si tratta di uno sciroppo molto comune in Ucraina che sulla confezione non riporta alcuna controindicazione e nemmeno alcuna avvertenza relativa alla presenza di alcune particelle di catina. Per questo mi sono fidato delle indicazioni del medico.”
Alla base dell'equivoco che ha fatto finire Polivoda nell'occhio del ciclone ci sarebbe quindi un farmaco considerato lecito in Ucraina, che però presenta dei quantitativi minimi di una sostanza non consentita e rilevata, peraltro in misura infinitesimale, nel controllo antidoping di Oggiono (Lc).
“Sono davvero amareggiato per questa vicenda” ha aggiunto Polivoda “Perchè mi è stata messa l'etichetta del dopato per qualcosa che non ho fatto. Io ho sempre corso pulito e ho sempre faticato per ottenere i risultati che sono riuscito a conquistare. Ad agosto ho fatto quattro controlli antidoping e, anche a metà ottobre, al Tour of Hainan, ho effettuato altri due controlli: l'esito è sempre stato negativo. Io sono pulito.” ha concluso l'ucraino che per il 2013 ha già in programma il passaggio con il Team Atlas, una formazione professionistica svizzera “Mi dispiace di aver trascinato in questa storia la mia squadra: la General Store Medlago Fontana è assolutamente estranea perchè se una leggerezza c'è stata, è stata ai campionati del mondo ma, ripeto, quel farmaco non risulta tra quelli proibiti”.

Rimasti sgomenti al momento della convocazione della procura del Coni, anche i dirigenti bianco-verdi hanno ribadito il punto di vista della General Store Medlago Fontana “Si è trattato di un incubo. Abbiamo sempre lavorato in maniera trasparente con tutti gli atleti della nostra squadra e Polivoda non fa certo eccezione” ha spiegato il presidente Diego Beghini “Da sempre, grazie al supporto del nostro medico sociale, Luigi Pressi, proponiamo ai nostri ragazzi una vera e propria campagna informativa contro il doping e, in aggiunta a quanto prescritto dalle norme federali, effettuiamo dei controlli periodici per monitorare lo stato di salute di tutti i nostri atleti. Quanto è accaduto, purtroppo, era fuori dal nostro ambito.”

Si affida all'evidenza dei fatti, il Team Manager Roberto Ceresoli “Il sistema dell'antidoping è molto complesso e anche la lista dei farmaci dopanti è in continuo aggiornamento: è praticamente impossibile avere sempre tutto sotto controllo, specie per medicinali da banco come lo sciroppo assunto da Polivoda - chiosa il “Billy” -. Polivoda ha dimostrato la propria innocenza: conoscendo il ragazzo, credo nella sua buona fede, anche perchè le quantità rilevate non gli avrebbero dato alcun vantaggio. Sono triste solo perchè ora, pur essendo innocenti, dovremo ricostruire l'immagine di un atleta e di una intera squadra. Sarà difficile cancellare il fango che ci è stato lanciato contro in questi giorni ma ce la faremo perchè abbiamo la coscienza pulita”.

comunicato stampa
 
Rispondi
#3
Le scuse sarebbero pure credibili...però tutti si preparano delle scuse credibili in genere. Comunque è vero che per un corridore è difficilissimo capire cosa si possa prendere e cosa no, anche solo per comunissimi problemi di salute, però è una situazione difficilmente correggibile
 
Rispondi
#4
Comunque se c'è la testimonianza del medico e il prodotto incriminato siamo già a buon punto sulla credibilità della vicenda. Certo è che, anche in questi casi, rischia di esser squalificato lo stesso (6 mesi mi pare) per negligenza...
 
Rispondi
#5
Oleksandr Polivoda assolto dalla CAF
Si è chiusa con la sentenza emessa martedì dalla Caf la vicenda di Oleksandr Polivoda, risultato positivo ad un controllo antidoping lo scorso 6 Ottobre 2012 al Piccolo Giro di Lombardia, a causa di uno sciroppo per la tosse che presentava alcune tracce di catina. La sentenza di assoluzione arriva a due mesi di distanza da quel controllo antidoping che aveva gettato fango sull'atleta ucraino e sulla splendida stagione della General Store Medlago Cicli Fontana; una vicenda esemplare quella di Polivoda che dimostra una volta di più la necessità di lasciare agli organi di giustizia il tempo necessario per svolgere il proprio incarico senza saltare a conclusioni affrettate e, molto spesso, sbagliate.

Nella sentenza emessa dalla CAF infatti si legge "Ad avviso della Procura Antidoping può ritenersi sussistente una compatibilità tra la versione dei fatti fornita dall’atleta e le risultanze analitiche del laboratorio: la catina, sostanza specificata che rientra nella categoria S6 degli stimolanti, presente nelle urine del tesserato, può essere ricondotta alla sola assunzione di pseudoefedrina, principio attivo presente nello sciroppo dichiarato dall’atleta. Può pertanto ritenersi dimostrato, anche ad avviso di questa C.A.F., che la sostanza non sia stata assunta allo scopo di alterare la performance sportiva ma semplicemente per la cura di un banale mal di gola, come peraltro attestato dal medico federale ucraino".

Parole chiare e precise che fugano qualsiasi dubbio su una positività che aveva tolto il sonno all'entourage della General Store Medlago Fontana e che chiudono la vicenda con la revoca con effetto immediato della sospensione cautelare comminata a Polivoda lo scorso 26 ottobre. Dopo aver letto la sentenza Oleksandr Polivoda si è detto soddisfatto per essere riuscito a chiarire la propria innocenza e pronto per guardare alla stagione 2013 che lo attende protagonista tra i professionisti.

Più critico, invece, il presidente della General Store Medlago Fontana, Diego Beghini "In questi mesi a causa di questa pseudo-positività in molti ci hanno guardato con diffidenza e anche la carta stampata non ha perso l'occasione per colpirci. Sono stati giorni difficili ma noi non abbiamo mai dubitato della buona fede di Oleksandr che abbiamo sempre conosciuto come un ragazzo corretto e di talento a cui piace pedalare e impegnarsi per conquistare i risultati più importanti" ha commentato il numero uno della società scaligera "Ci sembrava di essere finiti dentro ad un incubo, colpevoli di qualcosa che, come dimostra oggi la sentenza della CAF, non avevamo commesso. Da parte nostra abbiamo sempre sposato una politica di crescita e di valorizzazione dei giovani atleti, lo abbiamo sempre fatto in maniera trasparente, combattendo il doping con il nostro modo di agire e di intendere il ciclismo. Questa storia, però, deve lasciare un insegnamento a tutti gli appassionati delle due ruote: la lotta al doping deve proseguire ma bisogna anche fare attenzione a non scadere in una sorta di caccia alle streghe per cui ogni semplice dubbio diventi una condanna ancor prima che sia stata accertata la verità dei fatti. Con un pò di oculatezza in più, anche la vicenda Polivoda avrebbe potuto essere gestita diversamente evitando di creare un notevole danno di immagine all'atleta e alla nostra società".

Sereno ma anche fortemente amareggiato per la campagna diffamatoria subita in questi ultimi due mesi, Diego Beghini ha concluso guardando al futuro "In queste settimane, in maniera silenziosa, abbiamo iniziato a programmare la stagione 2013 con un gruppo di atleti molto competitivo: vogliamo farci trovare pronti sin dalle prime gare del nuovo anno. Il nostro lavoro è questo lo continueremo a fare a testa alta certi della comprensione dei nostri tifosi".

ciclismoweb.net
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)