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E' giovane, ha tempo per vincere
#1
Ieri Pogacar ha letteralmente demolito il dogma di cui sopra.

Nella prova tecnicamente favorevole al suo avversario, con un minuto quasi di distacco, s'è preso i rischi che doveva prendersi e ha fatto l'impresa.

E' ora di ribaltare proprio l'assunto in sé: sei giovane, hai tutta la carriera per collezionare podi, se hai un'opportunità per vincere una grande corsa la devi sfruttare.

Quintana dopo la tappa dell'Alpe d'Huez del Tour 2013, in cui dà un minuto a Froome (e poteva dargli anche un distacco più pesante, ne aveva tantissima quel giorno, tanto che stracciò Rodriguez allo sprint), ha 5'32" da Froome che sono un po' di più dei 57" che Pogacar doveva recuperare a Roglic, ma......

Dopo quella frazione c'erano altre due tappe di montagna consecutive, queste:

[Immagine: Tour_de_France_2013_stage_19.png]

[Immagine: Tour_de_France_2013_stage_20.png]

Questa era la squadra di Froome a quel punto del Tour: Peter Kennaugh, David Lopez, Richie Porte, Kanstantsin Sivtsov, Ian Stannard, Geraint Thomas (che andava un po' più piano di adesso)

Questa era la squadra di Quintana a quel punto del Tour: Alejandro Valverde, Andrey Amador, Jonathan Castroviejo, Rui Costa, Imano Erviti, Ruben Plaza, José Joaquin Rojas.

Quella è la Sky più debole di sempre e la Movistar aveva già isolato Froome sui Pirenei.

In due tappe l'unica cosa che i Movistar partoriscono è lo scatto di Quintana a 800 metri dalla fine ad Annecy-Semnoz con cui vince la tappa.....con il quale dà 30" a Froome.

Considerata anche la presenza di un possibile alleato prezioso come Rodriguez, quel Tour lo potevano ribaltare in quelle due frazioni.

Hanno deciso che c'era tempo. E ora Nairo ha 30 anni e zero Grande Boucle in palmares.

Sono verissimi i discorsi che facciamo sui percorsi, sui corridori per squadra, sulla Ineos ecc...

Però serve anche che cambi la mentalità di chi gestisce i corridori. Hai l'opportunità di vincere una gara? La devi cogliere, non esiste l'anno prossimo, tra due anni ecc...

Ora, adesso, che domani magari ti trovi contro un altro Merckx e non vinci più niente.
 
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[+] A 8 utenti piace il post di Luciano Pagliarini
#2
Ullrich dopo il Tour 97 c'era la fila a dire che avrebbe vinto 10 tour. Invece era già alla fine. Anche se poi abbiamo capito perché..
 
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#3
Beh si è vista spesso la mentalità conservativa del "per non perdere il podio"... e di sicuro non si vince la corsa.

Poi, va beh, ha aiutato che fosse una crono e non una tappa in linea, per Pogacar.
 
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#4
Lungi da me discutere l'adagio generale per cui se hai uno shot alla vittoria non conta se hai 20 anni o 30, fai bene a provare. Però nel caso specifico di Pogacar come dice Gibi aiuta che fosse una cronometro il teatro della tenzone. Perché non è che la UAE si sia lanciata in tattiche spregiudicate per portare Pogi alla vittoria.

Grazie al c**** mi direte, son rimasti con kristoff e marcato. Vero, ma comunque io non ho visto nessun cambio di mentalità nella gestione della strategia di corsa da parte dell'entourage UAE. Pogacar fa la figura dell'esempio virtuoso per il semplice fatto che si è dimostrato un campione pazzesco, e nella giornata meno attesa (let's be real) ha dato la spallata per vincere la corsa. La giornata della prova individuale. Sta vittoria e tutta sua, ma temo che nella mentalità di chi gestisce le squadre il dogma di cui sopra sia tutto fuorché demolito
 
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#5
Bisognerebbe capire se sapevano o meno che Pogi aveva in canna questa crono.

C'è da dire che il duo Matxin-Gianetti in passato ha dimostrato di non farsi problemi a mandare all'attacco i loro corridori. Hanno anche battuto il team Sky, anche se aiutava, quella volta, avere dalla loro un campione inaudito.
 
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#6
Ah se lo sapevano hanno tenuto la cosa nascosta al resto del mondo in maniera perfetta perché non mi viene in mente un'altra voce che diceva "gli molla 2' minuti nella crono finale"

Mi viene in mente un deficient e che fa un podcast dire che gliene sarebbero serviti 2 di vantaggio ma che ci vuoi fare
 
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#7
E' il discorso che facevano ieri: l'unico what if di questo Tour è cosa sarebbe successo senza covid e con un calendario normale.

Pogi i miglioramenti a crono li avrebbe dovuti mostrare prima o poi e i Jumbo, FORSE, non l'avrebbero preso così sottogamba.
 
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#8
Il mito più falso del ciclismo moderno.

Che gioia che la generazione di fenomeni lo stia letteralmente abbattendo
 
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#9
Questo l'ho sempre sostenuto e quindi lo condivido, un'occasione persa è sempre un'occasione persa, che tu abbia 20 anni o ne abbia 40.
Certo, magari a 20 anni c'è la speranza ricapiti, ma appunto si tratta di una speranza, non una certezza.

Ogni stagione cambiano mille fattori: concorrenza, stati di forma, percorsi, ecc che non permettono per fortuna lo stesso svolgimento delle varie corse. Guarda Bernal dove era un anno fa e dov'è adesso...

Ad esempio ricordo una esultanza di Degenkolb per un secondo posto alla Roubaix, che quel giorno mi lasciò un po' stranito. Poi non è l'esempio corretto perché effettivamente Degy una Roubaix la vinse un paio d'anni dopo...
Sicuramente ci sarà stata la contentezza del giovane tedesco di aver capito di essere competitivo in una corsa così particolare, ma deve fare da contraltare anche il fatto che sei stato vicino allo svoltare la tua carriera già a 25 anni e invece non l'hai fatto.
 
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#10
Verissimo Hiko. L'esempio più noto nello sport per quanto ovviamente diversissimo perché si parla di sport di squadra è probabilmente Dan Marino. Al secondo anno in nfl demoli' diversi record e eperse quello che per tutti sarebbe stato il primo di tanti Super Bowls. Rimase l'unico
 
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#11
L'esempio portato da Luca nel primo post è perfetto, la Movistar aveva i mezzi per fare corsa dura in entrambe quelle tappe e lanciare i dadi, attaccando ben prima dell'ultimo chilometro della seconda tappa. Tra l'altro Valverde non era molto in classifica, che è comunque uno dei nodi, i piazzamenti sono importanti e bloccano la corsa. 
Vale tra l'altro a qualsiasi età, giovane o meno non sai mai quali saranno le condizioni l'anno successivo. 
Alcuni hanno criticato il lavoro della Bahrain nella tappa di mercoledì scorso ma, secondo me, era giusto provarci, non sai prima chi potrebbe finire la benzina. 

Interviene anche il tema percorso / squadre. 
E' evidente come i percorsi dei GT vengano disegnati cercando di conservare l'incertezza, alla ricerca di una suspense che attiri gli appassionati, a contare i secondi sull'ultima rampa. Quindi poche cronometro e pochi tapponi. Un Tour dal percorso modesto, privo di grandi tappe di montagna e con pochi km. a cronometro, ha vinto la lotteria con l'impresa di Pogacar ma è stato un colpo di fortuna per ASO in una gara altrimenti abbastanza scialba. Vogliamo fare paragoni con la tappa del colle delle Finestre? Da un lato c'era il terreno, dall'altro un corridore disposto a tentare dato che per lui il piazzamento nella generale significava ben poco. 
La visione che molti di noi condividono è opposta a quella attuale, in ossequio alla storia del ciclismo, in primo luogo sport di resistenza. La differenza tra una cronometro di 50 - 60 km. e una di 20 - 30 c'è ma non la conosciamo in riferimento ai diversi corridori, crono lunghe non se ne vedono da tanto. Ogni tanto possiamo ancora percepire la maggiore difficoltà dei "tapponi", più colli importanti e circa 200 km. di corsa, con valori che cambiano rispetto ad una gara più breve. 
Le grandi pagine di storia scritte su tappe così lanciano la loro eco fino ai giorni nostri, sono una delle componenti che lega gli appassionati a questo sport. Negarle è negare una buona parte della natura del ciclismo. 
La cronometro obbliga chi accumula ritardo ad attaccare, magari prima dell'ultima salita. 
Per le squadre servirebbe sicuramente la riduzione a 7 corridori. Forse anche un tetto salariale. 
Magari un GT risulterebbe meno "incerto" ma dubito che risulterebbe meno spettacolare, anzi. 
Il Giro si distingue un poco rispetto al Tour con percorsi spesso più duri ma Vegni ha il braccino corto. Dovrebbe ricordare però come i percorsi più duri del Tour alla fine del secolo scorso abbiano aumentato il solco tra Tour e Giro.
 
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[+] A 3 utenti piace il post di OldGibi
#12
Anche il Tour dello scorso anno è un esempio. Non son così sicuro che Bernal in futuro possa rivincere il Tour.

Se vogliamo anche Gimondi nel 1965, quando venne portato al Tour per "fare esperienza" e poi lo vinse in maniera insperata e quasi per caso, dopo che si trovò in maglia gialla alla terza tappa.
Altri esempi sono Cunego, Motta, mettiamoci anche Koblet.
 
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#13
Concordo al 100% con quanto da voi detto. Ricordo nel 2013 Quintana e me lo immaginavo vincere diversi grandi giri negli anni a venire. Tra una cosa e l'altra ha vinto "solo" un Giro e una Vuelta, e ha iniziato una fase involutiva già a 27 anni.
Bernal e Pogacar mi sembrano di un livello superiore a Nairo (e anche più completi), quindi quasi certamente vinceranno di più, ma ad oggi non sappiamo se manterranno le attese e anche loro potrebbero iniziare una fase calante abbastanza precoce. Tra infortuni, sfortune, incidenti e momenti no a livello psico-fisico gli anni passano e non è detto che certe occasioni si possano ripresentare con una certa frequenza.
 
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#14
(21-09-2020, 10:31 AM)OldGibi Ha scritto: L'esempio portato da Luca nel primo post è perfetto, la Movistar aveva i mezzi per fare corsa dura in entrambe quelle tappe e lanciare i dadi, attaccando ben prima dell'ultimo chilometro della seconda tappa. Tra l'altro Valverde non era molto in classifica, che è comunque uno dei nodi, i piazzamenti sono importanti e bloccano la corsa. 
Vale tra l'altro a qualsiasi età, giovane o meno non sai mai quali saranno le condizioni l'anno successivo. 
Alcuni hanno criticato il lavoro della Bahrain nella tappa di mercoledì scorso ma, secondo me, era giusto provarci, non sai prima chi potrebbe finire la benzina. 

Interviene anche il tema percorso / squadre. 
E' evidente come i percorsi dei GT vengano disegnati cercando di conservare l'incertezza, alla ricerca di una suspense che attiri gli appassionati, a contare i secondi sull'ultima rampa. Quindi poche cronometro e pochi tapponi. Un Tour dal percorso modesto, privo di grandi tappe di montagna e con pochi km. a cronometro, ha vinto la lotteria con l'impresa di Pogacar ma è stato un colpo di fortuna per ASO in una gara altrimenti abbastanza scialba. Vogliamo fare paragoni con la tappa del colle delle Finestre? Da un lato c'era il terreno, dall'altro un corridore disposto a tentare dato che per lui il piazzamento nella generale significava ben poco. 
La visione che molti di noi condividono è opposta a quella attuale, in ossequio alla storia del ciclismo, in primo luogo sport di resistenza. La differenza tra una cronometro di 50 - 60 km. e una di 20 - 30 c'è ma non la conosciamo in riferimento ai diversi corridori, crono lunghe non se ne vedono da tanto. Ogni tanto possiamo ancora percepire la maggiore difficoltà dei "tapponi", più colli importanti e circa 200 km. di corsa, con valori che cambiano rispetto ad una gara più breve. 
Le grandi pagine di storia scritte su tappe così lanciano la loro eco fino ai giorni nostri, sono una delle componenti che lega gli appassionati a questo sport. Negarle è negare una buona parte della natura del ciclismo. 
La cronometro obbliga chi accumula ritardo ad attaccare, magari prima dell'ultima salita. 
Per le squadre servirebbe sicuramente la riduzione a 7 corridori. Forse anche un tetto salariale. 
Magari un GT risulterebbe meno "incerto" ma dubito che risulterebbe meno spettacolare, anzi. 
Il Giro si distingue un poco rispetto al Tour con percorsi spesso più duri ma Vegni ha il braccino corto. Dovrebbe ricordare però come i percorsi più duri del Tour alla fine del secolo scorso abbiano aumentato il solco tra Tour e Giro.

Mi trovo d'accordo soprattutto sul tema delle squadre , io ridurrei anche a 6 corridori per squadra , il problema del ciclismo attuale è il fatto che viene concessa la possibilità alle squadre di controllare la corsa . Con 6 corridori io credo che anche le tappe in pianura non sarebbero così scontate allo sprint.
Sul tema spettacolo in generale ormai si viene a creare quando la squdra più forte per X motivi si trova dietro in classifica . Come la sky con froome al finestre. 
Penso che avremmo assistito a un tour completamente diverso se al posto di pogacar , roglic avesse perso 2 minuti nella tappa dei ventagli. Sicuramente più spettacolare.
Oltretutto ridurre a 6 corridori per squadra risolvi anche il problema degli inviti visto che molte squadre se non partecipano a un gt rischiano di chiudere.
 
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#15
Quello delle squadre è una battaglia che qua sul forum portiamo avanti almeno dal 2016, all'indomani della corsa olimpica di Rio.
Ridurre il numero di corridori da schierare permette, oltre a rendere più spettacolari e anarchiche le corse, una riduzione di costi notevole per i gruppi sportivi, creando così un ciclismo sostenibile anche per chi non ha i budget faraonici di Ineos, Jumbo e compagnia. Invece il ciclismo sta sempre più trasformandosi in uno sport elitario dove le piccole e medie squadre (talvolta pure i colossi) faticano a rimanere a galla.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Manuel The Volder
  


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