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Erik Zabel
#1
in arrivo
 
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#2
Zabel è il nuovo direttore della CyClassics di Amburgo
L'ha corsa tante volte, l'ha vinta nel 2001 e ora la organizzerà: Erik Zabel è il nuovo direttore della CyClassics di Amburgo, che è rimasta l'unica corsa tedesca presente nel calendario del ProTour.

tuttobiciweb.it
 
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#3
Zabel, maestro di talenti
Ciclismo a tutto tondo, quello vissuto giorno dopo giorno da Erik Zabel. L’ex campione tedesco, che oggi fa parte dello staff tecnico della Ka­tusha, non ha voluto man­care alla cerimonia di presentazione della Polisportiva Mon­sum­manese, squadra di ciclismo Juniores gestita dal suo grande amico Andrea Tafi. Zabel, che ha abbandonato il ciclismo agonistico nel 2008, è anche allenatore della Canyon Young Heroes Team, una vera multinazionale del ciclismo giovanile che ha il proprio quartier generale a Co­blenza, in Germania, presso la sede dell’industria di biciclette Canyon, che fornisce le bici anche agli Juniores della Mon­summanese. A 41 anni, il campione che è na­to a Berlino Est il 7 luglio 1970, mantiene una condizione fisica invidiabile e il suo amore per il ciclismo è rimasto intatto, come ci racconta in questa intervista.

Quali sono le sue attuali occupazioni?
«Preparo i velocisti della Ka­tusha, faccio parte a tutti gli effetti dello staff tecnico del team e soprattutto a­l­leno i giovani ciclisti che fanno parte del progetto Ca­nyon Young Heroes Team, tutti di categoria Under 17».

Di che cosa si tratta?
«Quattro anni fa, su iniziativa del titolare dell’industria di biciclette Canyon, Roman Arnold, fu deciso di creare una struttura agonistica dedicata al ciclismo giovanile, reclutando i migliori talenti europei in circolazione con l’obiettivo di poter garantire ai più meritevoli il passaggio al professionismo. Ai tesserati di questo team offriamo tutto in materia di assistenza tecnica e di supporto psicologico, però vo­gliamo che i nostri ragazzi crescano senza stress e soprattutto senza trascurare gli studi. Non devono affatto sentirsi già dei professionisti a 17 anni, sarebbe controproducente».

Da dove arrivano questi giovani atleti?
«Soprattutto dalla Germania, ma anche da Olanda, Spagna, Por­togallo, Francia, Svizzera, Danimarca e Belgio».

Nessun italiano, dunque?
«Abbiamo già Andrea Tafi come nostro amico e referente per gli juniores italiani, perciò non li trascuriamo affatto».

E quali risultati avete ottenuto finora?
«Nel 2011 abbiamo vinto una quarantina di gare, ma quello che più ci conforta sono i tre piazzamenti nei primi 10 ottenuti da tre “Young Heroes” al campionato mondiale juniores di Copenaghen nello scorso autunno. Siamo sulla strada giusta e due dei nostri atleti sono già entrati a far parte delle squadre satelliti professionistiche della Quick Step e della Rabobank. Un risultato che ci inorgoglisce».

Quali sono i vostri programmi per il 2012?
«Parteciperemo alle principali gare Under 17 dei calendari nazionali e internazionali. Non sono previste però gare in Italia, mentre il nostro appuntamento più importante sarà il Tour of Assen, corsa a tappe olandese che si disputerà dal 30 luglio al 4 agosto».

Nostalgia dei 16 anni e mezzo - con le 211 vittorie ottenute tra le quali figurano 4 Milano-Sanremo e 12 tappe al Tour de France - trascorsi tra i professionisti?
«Sedici anni e mezzo tra i Pro, proprio come il mio amico Tafi, ma lui ha vinto meno di me (sorride, ndr). No, sto bene anche in questa mia nuova veste. Tempo permettendo, mi alleno per tre ore al giorno in bicicletta e questo mi permette di mantenermi in forma. Il ciclismo è la mia vita e in queste attività assomiglio a un altro mio grande amico come Michele Bartoli, che è pieno di iniziative».

I ricordi più belli della sua carriera?
«Tanti, troppi da citare. Ritengo di avere ricevuto dal ciclismo - che è un’incomparabile scuola di vita - molto di più di quello che ho dato. Comunque non dimenticherò mai il periodo in cui ho capeggiato il ranking mondiale del ciclismo professionistico: la consapevolezza di essere il numero uno mi garantiva maggiore grinta e determinazione».

Due parole su amici e avversari...
«Sono sempre stato in buoni rapporti con tutti, ma tra gli italiani mi trovavo bene con Petacchi, Alberto Ongarato e Velo. Tra gli avversari, il più agguerrito è stato Mario Cipollini, ma i nostri duelli sono sempre stati leali e lo rispetto come uomo e come atleta».

Con la Canyon avete regalato una bici specialissima in carbonio ad Andrea Tafi: il motivo?
«L’abbiamo fatto per celebrare degnamente il de­cennale della sua vittoria nel Giro delle Fiandre e per ricordare ad Andrea che il 17 giugno sarà l’ospite d’onore della “Tafi Classic” cicloturistica a Meerbeke, in Belgio, che si disputerà proprio sul percorso del Giro delle Fiandre».

di Stefano Fiori
da tuttoBICI - Numero 4 - Anno 2012
www.tuttobiciweb.it
 
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#4
Dopi la recente confessione inseguito alla pubblicazione del rapporto del Consiglio del Senato francese, Erik Zabel ha deciso di dimettersi sia dal Consiglio del Ciclismo Professionistico («Mi dispiace di aver mentito tanto a lungo sull’assunzione di sostanze vietate, non sono la persona più adatta per far parte del Consiglio del Ciclismo Professionistico») che dalla direzione tecnica della Vattenfall Cyclassics («Ci siamo incontrati - ha dichiarato il responsabile organizzativo Reinald Achilles ha confermato a Cyclingnews - nel fine settimana e Zabel ci ha chiesto di poter fare un passo indietro e abbiamo accettato. Ma non è detto che in futuro non si possa tornare a lavorare insieme, anche se ad un altro livello»).
 
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