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Il Giro è ancora nazional-popolare?
#1
Guardando la tappa di Sestola, con una grandissima cornice di pubblico, ho rivisto l'affetto per il Giro delle prime tre tappe olandesi. Non che il pubblico a bordo strada sia un problema del Giro, anzi tutt'altro, ma mi pare che il Giro stia perdendo sempre di più quel fascino di folklore e evento nazionale e stia diventando un evento sportivo nudo e crudo, come ce ne sono tanti.

Adesso chi segue il Giro? Non ho i dati RAI alla mano, ma a me sembra che lo guardino le stesse persone che più meno seguono abitualmente il ciclismo. Magari non tutti sono così malati (come noi) da guardarsi anche la Tropicale Amissa Bongo o il Tour du Poitu Charentes, ma lo spettatore di oggi che guarda il Giro sarà lo stesso che tra qualche mese guarderà anche il Tour e che questa primavera ha seguito le classiche. Non c'è più quella cosa che spinge anche la casalinga di Mondovì a guardare/informarsi del Giro, il Giro mi sembra non raggiunga più le persone che di per loro non sono interessate al ciclismo.

Se intervistassimo 10 persone a caso per strada quanti di questi saprebbero che è in corso di svolgimento il Giro? e quanti saprebbero riconoscere almeno un protagonista del Giro?
Così non sarebbe stato ai tempi di Moser-Saronni, di Bugno-Chiappucci, di Pantani-Cipollini, e non voglio andare a tirar fuori mostri sacri (e troppo lontani nel tempo) come Coppi e Bartali. Ma non credo sia neanche un problema di uomini e personaggi: Nibali non ha niente da invidiare a questi a livello sportivo e neanche come personaggio, pur non essendo appariscente, non è disprezzabile, semplicemente the time they are a changin'.

E questo non accade da altre parti. Ho già detto dell'attaccamento che circonda qualsiasi evento ciclistico in Olanda, ma se prendiamo ad esempio il Tour de France è ancora visto dai francesi come festa nazionale di tre settimane e ogni cugino d'oltralpe fa di tutto per essere sulle strade in quei 21 giorni: dal bambino al nonno, dall'operaio al Capo di Stato.
Questa situazione non può far altro che aumentare il gap (inteso come divario, non la località francese spesso arrivo di tappa :D ) tra Giro e Tour, perchè gli sponsor non sceglieranno di investire in una corsa senza fruitori o che comunque riscuote poco interesse tra gli abitanti del luogo dove esso si svolge. Tutto ciò non può portare che a un impoverimento a livello globale della corsa.

E' un po' un sfogo da Cristiano Gatti, me ne rendo conto perfettamente, però è una cosa che mi ronza in testa da qualche edizione e sinceramente mi dispiace.
 
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#2
Il pubblico del ciclismo è sempre sugli stessi numeri,a parte l'era Pantani quando si raggiungevano ascolti da champions league...il Tour ha il vantaggio di svolgersi a Luglio,mese in cui tutto il mondo prende le ferie e va a vedersi l'evento
Se si svolgesse a maggio il tour avrebbe dei numeri nettamente inferiori a quelli che riesce a fare il Giro
 
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#3
Comunque non parlo solo di freddi numeri di telespettatori e persone sulla strada, ma piuttosto della sensazione che il Giro stia perdendo posizioni come importanza che riveste nel Paese.
 
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#4
Mah per me è sempre su buoni livelli...quest'anno paga i pochi arrivi in salita.
L'importanza nel paese lascia il tempo che trova
 
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#5
Per me il Giro resta magico.

Però noto anch'io che se ne parla meno rispetto ad una volta, un po' perché mancano i grandi corridori italiani escluso Nibali e pochi altri ed un po' perché viene promosso male.

Sarei curioso di vedere che effetti sortirebbe un cambio di emittente.
 
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#6
Beh non è un caso se è ben pubblicizzato all'estero e in italia no...scelte di marketing precise..io leggo po' di forum stranieri e si capisce che apprezzano molto il Giro
 
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#7
Non è semplice fare questi discorsi perché rischiano di basarsi molto sulla percezione personale. Magari in una regione come la Toscana o il Veneto non subisce alcuno sbalzo d'amore generale perché il ciclismo rimane uno sport profondamente radicato nel territorio; in altre invece c'è un calo proprio perché magari il Giro spesso le lambisce soltanto. Altre ancora, come Sicilia o Sardegna, immagino abbiano avuto un sussulto positivo sfruttando le imprese di Nibali ed Aru.

Personalmente per me la nazional-popolarità resiste ed è visibile proprio nel pubblico a bordo strada: tante persone, se il Giro passa nel proprio paese o nella propria città, scendono ancora da casa a veder passare i corridori. Anche solo per pura curiosità. Di sicuro non è forte come nell'era Pantani, o ai tempi di Moser-Saronni e - ancor più indietro - Coppi e Bartali. Ecco, se si va così indietro le differenze si notano eccome: però quella era tutt'altra società. Immagino che il tuo periodo d'osservazione voglia essere più contemporaneo, ristretto ai giorni nostri.

E' ovvio che la differenza con l'Olanda è palpabile per motivi culturali: se in Italia il Giro passa a 20 chilometri da casa, la persona normale spesso se ne sbatte tranquillamente; in Olanda anche la casalinga o il comune padre di famiglia inforca la bici e parte verso la corsa.
Quella con il Tour non è proprio possibile farla: sono due eventi troppo distanti tra di loro. Come paragonare Mondiali e Europei, Champions e Coppa Uefa. Lì s'è perso palata già da un po', e l'alone che si è creato attorno all'evento ha fatto il resto.

Comunque penso sia davvero difficile parlare seriamente di questo aspetto: servirebbero - sempre se ci sono stati - degli studi sociologici specifici. Sese
 
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#8
Abbiamo perso la casalinga di Mondovì, ma abbiamo guadagnato ragazzi e RAGAZZE giovani.
A Sestola ho visto gente che non avrei mai pensato di vedere a una corsa in bici.
Il Giro é ancora un eccellenza Italiana e per fortuna gli Italiani lo sanno e lo riconoscono ancora.
Il fatto che il capo dello stato o chi per lui non partecipi come ha fatto il Re d'Olanda può essere un "problema" ma io preferisco vedere facce da Giro più che facce da Emiro sulle strade.
 
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#9
Però anche l'Emilia Romagna non fa tanto testo, visto che resta una regione fortemente ciclistica.

O meglio, zone come la Toscana, il Veneto, l'Emilia rischiano di rappresentare una diversa percezione, e non quel che è di fatto la realtà. Poi anch'io son sicuro che la nazional-popolarità del Giro resista, però bisogna stare attenti a fidarsi solamente di questi singoli episodi...
 
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