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Roberto Damiani
#1
in arrivo
 
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#2
Sembrava cosa fatta l'arrivo di Damiani alla Lampre - ISD. Invece nella stagione 2011 svolgerà un duplice impegno. I primi mesi dell'anno li farà al volante dell'ammiraglia della Omega Pharma, poi dopo il Tour dovrebbe approdare finalmente in casa Lampre. Non è ancora definitivo, perchè per liberarsi dal suo contratto con l'Omega Pharma è necessario il consenso della squadra e siccome alcuni corridori gli hanno chiesto di restare non è detto che possa fare il finale di stagione sull'ammiraglia Lampre.
 
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#3
Lo "strano caso" di Roberto Damiani
Per quale team lavorerà nel 2011 il direttore sportivo Roberto Damiani, 51 anni, milanese di Legnano, mago nella valorizzazione dei giovani? La vicenda si sta complicando notevolmente. Nelle ultime annate l’esperto Damiani ha lavorato per la squadra belga Omega Pharma – Lotto. Nel 2009 il team aveva come punte Cadel Evans e Philippe Gilbert. Nel 2010 Gilbert e validi giovani. “L’anno prossimo – ha annunciato nel settembre 2010 la Lampre del manager Beppe Saronni – Damiani sarà il nuovo capo dei nostri direttori sportivi. E i nostri corridori sosterranno i test al Mapei Sport di Castellanza”. Il guaio è che Damiani con la Omega Pharma – Lotto ha un contratto con scadenza a dicembre 2011.
In settembre, ottobre e novembre Damiani ha ripetutamente e cortesemente chiesto la liberatoria alla Omega-Lotto per cambiare team. La proprietà del team belga ha negato la liberatoria. “Vorrei lavorare per la Lampre ISD – ha ribadito Damiani - anche perché ha Cunego e altri corridori in grado di ottenere risultati importanti”. In novembre Damiani ha in effetti gestito la Lampre ISD. Si è recato con Cunego, Alex Petacchi, Francesco Gavazzi, gli emergenti Diego Ulissi e Adriano Malori, il neo-acquisto Michele Scarponi e gli altri alfieri blu-fucsia al centro Mapei Sport, controllando minuziosamente gli esiti dei test e dispensando consigli su preparazione e programma agonistico. Ha messo l’Omega-Lotto di fronte al fatto compiuto. Però non ha funzionato: l’Omega-Lotto mediante lettera ha esplicitamente convocato Damiani per il ritiro di Maiorca. E così tra il 5 e il 19 dicembre Damiani a Maiorca ha indossato la divisa di rappresentanza Omega-Lotto, analizzando i dati di Gilbert e tutta la squadra, dando importanti consigli su preparazione e programma-corse. Ma con la maglia Lampre nel cuore. Un po’ come se un allenatore di calcio allenasse durante il ritiro di luglio l’Inter e in agosto il Real Madrid, chiedendo comunque di tornare in nerazzuro a settembre. “Sono grato all’Omega Lotto – ha aggiunto Damiani - società forte nel parco corridori e ben organizzata. Tuttavia per il 2011 voglio fortemente la Lampre e data la signorilità dei rapporti con entrambe le squadre intendo evitare che il caso finisca in tribunale. Non voglio che gli avvocati si mettano a lavorare per me; risolverò il caso”. Scarponi nella Lampre 2011 dovrebbe essere il capitano nei grandi Giri a tappe. Anche il marchigiano spera di essere guidato da Damiani: “E’ un piacere lavorare con lui, tutti me ne parlano bene”. Sia chiaro, la Lampre ha già dei validi direttori sportivi: Damiani rappresenterebbe la ciliegina sulla torta.

Alessandro Brambilla
da Tuttosport del 21 dicembre
 
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#4
Damiani e Omega Pharma si separano, al Giro con la Lampre?
Con un comunicato stampa, la Omega Pharma-Lotto, squadra dominatrice delle classiche delle Ardenne con Philippe Gilbert, ha annunciato la fine del rapporto contrattuale con il tecnico Roberto Damiani, quest'inverno già vicino all'ammiraglia della Lampre-ISD sulla quale però non è mai potuto salire proprio per il legame fino a dicembre 2011 con il team belga.
Con la rottura del contratto, lo scenario più prevedibile è proprio quello che vede il tecnico milanese a dirigere le operazioni in casa blu-fucsia già dal prossimo Giro d'Italia, con un possibile futuro da team manager se Beppe Saronni decidesse di farsi da parte, circostanza spesso ventilata dagli organi di informazione nelle settimane passate.

cicloweb.it
 
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#5
Roberto Damiani: Serenamente disoccupato, ma utile all'Italia»
Copiare vuol dire non avere nessuna idea e seguire il gregge

Riceviamo e con molto piacere rilanciamo sul nostro sito. È una lettera aperta che Roberto Damiani, uno dei tecnici più apprezzati del panorama ciclistico italiano e non ci ha inviato. Entra senza tanti indugi nella discussione della sucessione di Paolo Bettini alla guida della nazionale italiana, visto che l'oro di Atene andrà a ricoprire il ruolo di grande coordinatore delle squadre azzurre. Damiani lo fa alla sua maniera: a busto eretto, con grande dignità e passione. Ecco il contenuto della sua missiva.

D.S.I. Cosa potrebbe indicare questa strana sigla? Direttore Sportivo Italiano. Potrebbe ma non è così. Dignità Sportiva Italiana. In questo momento mi sa che nel ciclismo latita. Disoccupato Serenamente Incazzato. Nella lingua di moda nel ciclismo direbbero : “yes, i am”. Disoccupato perchè per la prima volta dopo trent’anni di ammiraglia non sono tesserato per nessuna squadra.

Serenamente perchè sto vivendo come non mai il piacere di stare un poco a casa con la mia famiglia ed occuparmi di tante cose che avevo lasciato da parte per anni.
Incazzato perchè in questo periodo sto sentendo e leggendo, in rigoroso silenzio, una montagna di fregnacce, di opinioni e diprogetti che coinvolgono il ciclismo in generale e la Squadra per eccellenza. La Nazionale.

Da qualche tempo sembra che per far qualcosa di buono nel nostro sport sia necessario prima di tutto parlare almeno due o tre lingue tra cui non può asolutamente mancare l’inglese. Sento dire :”il ciclismo è diventato anglofono”. Uella, una volta era gambofono! Ironia a parte, dobbiamo dare atto che la scuola inglese e quella australiana hanno messo in atto programmi a medio lungo termine che stanno dando in questi anni risultati in termini sportivi e di immagine del ciclismo notevoli.

Ho avuto il piacere e la curiosità di conoscere già dal 2000 alcuni risvolti del progetto inglese grazie al fatto che Charly Wegelius era con me in Mapei e l’impostazione multidisciplinare con struttura piramidale si è rivelata vincente negli anni. Ancora nel 2000 ho potuto conoscere il progetto australiano per la connessione che Bannan e tutto il suo gruppo hanno sempre avuto con Mapei, perchè ho lavorato con atleti australiano come Evans, McEwen, Rogers, Lloyd, Davis e perchè la maggior parte viveva nella nostra zona.

Penso che la sostanziale diversità dei due progetti, oltre a stili diversi dei loro leaders, sta nei tempi di attuazione condizionati dalla quantità diversa di denaro a disposzione del progetto. Il progetto australiano è di fatto partito da Sidney 2000 mettendo anno dopo anno un tassello in più alla struttura fino ad arrivare al professionismo nel 2012.
Il progetto inglese ha lavorato molto sulla base nei primi anni duemila ed ha avuto un grande impulso con l’ingresso di Sky e dell’evento olimpico Londra 2012.

Come vedete in ogni progetto è evidente la presenza dei cinque cerchi olimpici e delle relative masse di denaro che vengono coinvolte. Alle olimpiadi di Londra , a cui ho avuto il piacere di partecipare, ho saputo quante sterline il ciclismo inglese avrà a disposizione in vista di Rio 2016. Preferisco non dirvelo perchè ci sentiremmo da terzo mondo!

In questo momento sento dire che i progetti anglosassoni sono quelli da copiare e da seguire. Può essere vero ma mi sembra di ricordare che a scuola quelli che copiavano erano gli impreparati o peggio ancora quelli che non avevano voglia, gli scansafatiche. Copiare vuol dire non avere nessuna idea di base e seguire il gregge senza conoscere i particolari del progetto. Vuol dire provarci e poi vediamo!

Scusatemi ma io ritengo che il ciclismo italiano non debba essere così svilito. Provo un certo senso di vomito solo al pensiero di gettare via la nostra storia e le nostre capacità senza un minimo di riflessione e ragionamento. Partiamo dalla multidisciplinarità. Bene ed allora sapete quanti velodromi coperti hanno in Inghilterra e Australia? Almeno 5 volte i nostri, dislocati geograficamente in modo da coprire l’intera nazione e svolgere attività di alto livello insieme all’attività di reclutamento dei giovani. Si tratta di sapere l’inglese o di aver un progetto serio con obiettivi concreti da realizzare con un supporto finanziario certo? Oggi ho letto l’opinione di un giornalista che sosteneva che il CT della Nazionale professionistica è qualcosa di simile ad un’appendice della squadra ed allora vi dico che il primo vero investimento che questi progetti anglofoni hanno effettuato è sugli uomini. Sui tecnici, fidiologi, esperti nei vari rami da migliorare ed ottimizzare. Hanno poi lavorato sulla struttura. Il Team GB non ha caso ha sede nel velodromo di Manchester. Gli australiani sono riusciti ad avere addirittura sovvenzioni italiane per la loro struttura di Gavirate in provincia di Varese.

Lingua inglese ok, ma denaro e molto personale italiano. Qualche cosa non quadra allora quando parliamo della lingua trend in questo momento se c’è così tanto tricolore in mezzo. In questo momento di euforia anglofona e di depressione italica vorrei attirare la vostra attenzione in altri paesi. Ad esempio la Francia dopo anni di disagio ha messo in atto un lavoro silenzioso, in lingua francese, basato sulla serietà e selezione delle squadre dilettantistiche che lavorano ed educano i talenti giovanili. Come d’incanto sono tornati protagonisti proprio con questi ragazzi usciti dalla multidisciplianrità e dal grande lavoro dei tecnici federali in abbinamento con i tem professionistici. Altro paese che sembra non avere una lingua di moda ma è tornato ad essre protagonista è la Germania. Dal grande caos del dopo T-Mobile sono usciti con la selezione del gruppo che ha prodotto i Tony Martin e i Greipel. Tutti parlano tedesco!

Ho lavorato quatro anni e mezzo in Belgio e dovrei parlarvi di tutto il lavoro di selezione portato avanti da Marc Wauters a Zolder con la BMX per i giovani. L’effetto Gilbert è importante ma il lavoro dietro le quinte lo è altrettanto. Tutti parlano fiammingo e francese. Non possiamo dimenticare quanto lavoro stanno facendo tecnici e personale italiano per il ciclismo sudamenricano con finanziamenti colombiani e venezuelani. Tutti parlano spagnolo. Ma allora non è vero che il bel ciclismo parla solo anglosassone. Probabilmente parla quelle lingue che hanno avuto il coraggio e la progettualità di investire prima sulla qualità degli uomini a cui affidare il progetto e poi sul lavoro. Ci hanno creduto seriamente. Noi italiani pensiamo a progetti part-time, a copiare probabilmente sperando che tra i bei giovani che cominciano a mettersi in evidenza esploda il “campione risolviproblemi” che ci permette di buttare la povere sotto il tappeto. Stiamo facendo questo? Spero di no ma in questo momento è solo una speranza il mio no.

All’ultimo covegno dei DS un tecnico straniero che spiegava la bontà del vivaio del suo paese ci ha detto che uno dei motivi del successo è stato il fatto di vietare la Coca-Cola ai loro atleti. In milanese risponderei: “ma vadaviaiciap”. Non posso pensare che quella italiana che è stata per anni e stata la scuola di riferimento sia arrivata a dover sopportare certe umiliazioni. Belle parole ma allora che fare?
Un budgeto concreto, neanche milionario ma serio. Riportiamo poi a casa i buoni italiani che lavorano all’estero e sono certo che a Rio 2016 il nostro quartetto andrà sotto i 4’, che la lingua di riferimento tornerà ad essere l’italiano e tutti correremo... per VINCERE.

Roberto Damiani - D.S.I.

tuttobiciweb.it
 
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#6
Roberto Damiani è tornato in ammiraglia
Alla Coppi&Bartali con la Unitedhealthcare

Stamane Roberto Damiani è tornato in ammiraglia. Il tecnico milanese, infatti, ha risposto alla chiamata di Henrik Redant, team manager della Unitedhealthcare, e ha preso le redini della squadra statunitense impegnata nella Settimana Coppi&Bartali. Per ora di tratta di un contratto di collaborazione, l'augurio per Damiani è quello - naturalmente - di rientrare al più presto in gruppo in pianta stabile.

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#7
Roberto Damiani diesse della Unitedhealthcare
La UnitedHealthcare Pro Cycling Team ha ufficializzato lo staff tecnico che seguirà nel 2014 le sue formazioni, maschile e femminile.
Il General Manager resta Mike Tamayo che sarà affiancato da Hendrik Redant, che si occuperà in particolare delle formazioni giovanili, da Roberto Damiani e da Rachel Heal.
In chiave italia, Roberto Damiani spiega: «Ho avuto l'opportunità di lavorare con il Team UnitedHealthcare in diverse gare della stagione 2013 e ho trovato un team motivato​​, organizzato e professionale . Sono molto felice di far parte di questa organizzazione di nuovo nel 2014 al fianco di Mike, Hendrik e Rachel. La squadra è forte e ben strutturata e non vedo l'ora di aiutarla a crescere nelle grandi corse europee».

tuttobiciweb.it
 
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