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Fiorenzo Magni
#21
Ciao grande Leone...
 
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#22
Riposa in pace Fiorenzo ...
 
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#23
RIP Fiorenzo
 
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#24
RIP......
 
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#25
RIP
 
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#26
Al tg1 hanno fatto vedere un'intervista della settimana scorsa, era in gran forma, l'importante è quello.
R.I.P.
 
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#27
Martini: «Fiorenzo è stato un grande uomo»
«Quando si parla di una persona che ci ha lasciati per sempre, a volte, non sai nemmeno che parole adoperare. Posso solo dire che Fiorenzo Magni è stato un uomo coraggioso, dotato di grande personalità, intelligente, tenace e lo ha dimostrato in alcune disavventure della propria vita».
È il ricordo di Alfredo Martini, quasi coetaneo (classe 1920 Fiorenzo, ’21 Alfredo), amico, rivale e - come Magni - figura storica del ciclismo mondiale. Il dolore dell'ex ct azzurro si mischia con gli innumerevoli ricordi di tante battaglie vissute sulle strade di tutto il mondo, nella polvere come nel fango, nel gelo o sotto il sole cocente di un Tour ancora tutto da pedalare.
«È sconvolgente quando arriva il momento in cui vai in 'fuga, per semprè - spiega Martini, che è nato a Firenze -: Magni questa “fuga” l'ha intrapresa nel momento in cui non doveva, una settimana dopo avere presentato il libro che rappresentava il bilancio di una vita».
Una vita passata a combattere con due assi del pedale come Bartali e Coppi.
«Magni - aggiunge Martini - aveva la capacità di vincere le gare a lui meno adatte e dove non riuscivano i suoi avversari. Il grande Girardengo, che nel 1938 lo andò ad osservare in una gara per dilettanti, disse: 'Se questo non diventa un campione, si vede che sto invecchiando...'. I suoi tre Giri d'Italia, i tre campionati italiani, i tre Giri delle Fiandre e quel laccio stretto fra i denti per alleviare il dolore e portare a termine una tappa del Giro, dopo una frattura alla spalla, sono una grande dimostrazione di carattere».
«Terzo uomo? Per me è stato un grande uomo, un combattente - conclude Martini - con una grande forza d'animo. Il ciclismo è uno sport che insegna a sopportare la fatica e una persona come Magni è stata la testimonianza palpabile di una disciplina che, sebbene stia attraversando l'ennesima bufera, resta una grande scuola di vita. Non si affrontano 21 tappe in 23 giorni se non si è preparati sotto ogni punto di vista».

Petrucci: era un mito d'altri tempi
Gianni Petrucci, numero uno del Coni, esprime il dolore dell'intero movimento sportivo italiano per la scomparsa del grande Fiorenzo Magni: "Oggi è un giorno triste per lo sport italiano. Ci ha lasciato Fiorenzo Magni, un grande campione e un grande uomo. E’ stato un mito d’altri tempi, un personaggio che è diventato popolare nonostante la concorrenza di due leggende come Coppi e Bartali. Tutti noi abbiamo amato e ammirato Magni, definendolo non a caso “il terzo uomo”. Proprio questa definizione è stata lo spunto per un libro su di lui che è stato presentato una settimana fa al Salone d’Onore del Coni. Quell’immagine di Magni sotto i cerchi olimpici ha rappresentato la sua ultima uscita in pubblico. E il CONI, che otto anni fa gli aveva assegnato il Collare d’oro, così intende ricordarlo a conferma che oggi non abbiamo perso solo un popolare campione di ciclismo ma un prestigioso atleta che ha onorato e inorgoglito fino all’ultimo la storia dello sport italiano".

Squinzi: «Avrei voluto abbracciarlo ancora»
«Sono addolorato per la perdita di un amico e di un grande uomo». Con queste parole - consegnate a tuttobiciweb.it - Giorgio Squinzi, presidente di confidustria e numero uno di Mapei, ricorda Fiorenzo Magni, morto questa mattina all'età di 91 anni. «Corridore caparbio e mai domo, capace di confrontarsi nel periodo magico di Coppi e Bartali, Magni è stato anche un grande dirigente sportivo e un industriale illuminato e capace. Di lui mi è sempre piaciuta la sua franchezza, il suo modo di essere schietto e incisivo. Un uomo leale e sempre a busto eretto - ha proseguito Squinzi -. Ricordo come se fosse ieri quando volle conoscere quello che era da poco diventato un “Leone delle Fiandre” moderno, Johan Museeuw, lui che “leone” era diventato negli anni Cinquanta grazie alle sue tre vittorie consecutive. Ho un solo rammarico - chiosa il numero uno degli industriali -: gli avevo promesso di andare a visitare il Museo della bicicletta sul Ghisallo, che lui aveva fortemente voluto e che noi come Mapei avevamo contribuito alla realizzazione. Purtroppo non sono riuscito ad abbracciarlo come avrei voluto e avrebbe meritato».

tuttobiciweb.it
 
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#28
Triste Triste Triste
 
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#29
Dedicata a Fiorenzo Magni la maglia rosa del Giro 2013
Il Giro d’Italia e La Gazzetta dello Sport, in lutto per la scomparsa dell’amico e campione Fiorenzo Magni, hanno deciso di dedicargli la Maglia Rosa del Giro 2013.
Inoltre, con l’arrivo della Corsa, il 26 maggio a Brescia, Magni verrà consacrato con un momento particolare dedicato alla sua memoria.
In segno di affetto per il tre volte vincitore della Corsa Rosa, Rcs Sport ha scelto da questo momento, e per i prossimi tre giorni, di comunicare solo ed esclusivamente attraverso immagini, gesti e parole che hanno reso grande Magni.
Ecco le parole del direttore generale di Rcs Sport, Michele Acquarone, in ricordo di Magni: «Fiorenzo mi diceva “nella vita non ti regala niente nessuno, devi lottare tutti i giorni e cercare di migliorare”. La sua grinta e il suo coraggio saranno per sempre un esempio da seguire. Per me e per i miei figli. Ci mancherà tantissimo».

tuttobiciweb.it
 
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#30
Mi dispiace tantissimo... RIP
 
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#31
Magni, Monticello gli dedica il Palasport
Faceva, dell’allenamento, la sua forza, la sua energia, la sua carica fisica e morale. Tutti i giorni. Mai accorciando, semmai allungando i chilometri. Usciva da casa, a Monza, in bicicletta. Attraversava la Brianza, si affacciava sul Lago di Como, esplorava il Bergamasco. Il primo rilievo, in questa preghiera quotidiana, era Monticello. Finì con l’innamorarsene. E nel 1979, più di 20 anni dopo avere chiuso la sua vita da corridore, Fiorenzo Magni si è trasferito lì. In una villa in cui, nelle giornate più limpide, sembrano entrare le Alpi.

In via Diaz Oggi, con una cerimonia alle 16, Monticello Brianza intitola il suo palazzetto dello sport di via Diaz proprio a Magni. A un anno da morte del “Leone delle Fiandre”, il giorno in cui il “Leone” avrebbe compiuto 93 anni. «Un segno di gratitudine», dice il sindaco Luca Rigamonti. «Un pensiero dolce e affettuoso», spiegano Beatrice e Tiziana Magni, figlie di Fiorenzo. «Un modo, il più sportivo, per non dimenticarlo più», aggiunge Renato Di Rocco, presidente della Federciclo, che sarà presente all’inaugurazione.

Tappa obbligata Monticello è un punto di passaggio quasi obbligatorio per tutti i cicloamatori che, da Monza e Milano, si spingono in Brianza per cimentarsi sulle salite del Colle o sul «tetto» del Lissolo o sul «tempio» del Ghisallo, dove Magni ha immaginato e poi contribuito, più di tutti, al Museo del ciclismo. Una salita leggera, per i polpacci più allenati quasi impercettibile. E una fontana, stop preventivo all’andata e ristoratore al ritorno. Il grande Fiorenzo, a Monticello, si è poi prodigato tra il volontariato nella casa di riposo, la fondazione della polisportiva, l’organizzazione della tappa al Giro d’Italia 2002, fino alla mostra sulla propria carriera all’ex granaio della Villa Greppi. Perché nessun uomo (o donna) di sport si radica in un territorio come i ciclisti. «A furia di andare avanti e indietro – diceva Magni, sorridendo – avrebbero dovuto farmi pagare tasse supplementari per il consumo dell’asfalto».

da «La Gazzetta dello Sport - Milano» del 7 dicembre 2013 a firma Marco Pastonesi
 
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