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Francesco Ginanni
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#2
L'inverno di Ginanni
"Sanremo nel cuore"

Francesco Ginanni sta preparando la sua prima stagione da capitano dell'Androni. "L'obiettivo?Partire bene, raccogliere il massimo e sognare la classicissima di primavera"


E’ un puledro, è una spider, è un rapace. E’ un corridore con licenza di vincere. E’ Ginanni, Francesco Ginanni, "Ginannino". E il ciclismo italiano lo attende non più con la curiosità che si dedica a un esordiente, e neanche con le aspettative o le pretese richieste a un campione, ma con la fiducia e la voglia trasmesse da un talento.

Ginanni, le piace questa presentazione?
"Il primo anno ero un debuttante, cui veniva regalata la possibilità di esplorare e scoprire il mondo del professionismo. Il secondo anno sono stato considerato un jolly, con la libertà di fare e anche improvvisare. Il 2011 sarò capitano dell’Androni. Che significa responsabilità, ma anche fiducia".

Le vacanze?
"Cinque giorni a Parigi. Non c’ero mai stato. Avevo due obiettivi: il museo del Louvre e la cattedrale di Notre Dame. Il resto mi sono lasciato portare dal caso o dalla curiosità".

Anche a tavola?
"Lì, di curiosità, ne ho poca. Non mangio di tutto e di più. Sono molto nazionalista: trovato un buon ristorante italiano, mi ci sono subito affezionato. Oltre a un buon piatto di pasta e a un buon taglio di carne, non sono interessato".

E i Campi Elisi?
"Visti. Chissà, magari, un giorno, sarebbe bello passare da quelle parti in bici. Significherebbe aver finito un Tour de France".

Ricominciata la preparazione?

"Ai primi di novembre. Bici, piano piano, sempre di più, fino a uscite di quattro o cinque ore. E palestra i giorni in cui c’è tempo da Polo Nord".

Da quest’anno avete un nuovo gruppo di preparatori.
"Diretto da Fabrizio Tacchino. Ma più o meno sto facendo lo stesso lavoro degli altri anni. La base è simile - fondo, salite brevi, ritmo regolare - ed è quella prevista fino alla fine di dicembre, poi sono stati aggiunti alcuni lavori specifici".

Da solo?
"Con Anzà, Benenati, qualche volta Chiarini, Sabatini quando non è in ritiro con la sua squadra... Insomma, il solito gruppo di amici. Ci si trova fra Quarrata e Pistoia, si decide insieme, chi poi deve fare di più allunga".

Contento del suo 2010?
"Ero partito bene. La vittoria al Laigueglia, il sesto posto nelle Strade Bianche, il settimo alla Milano-Sanremo. Poi sono cominciati i guai. A cominciare dall’allergia. E pensare che non l’avevo mai avuta prima di passare professionista. Ho addirittura ottenuto le autorizzazioni per usare broncodilatatori e cortisonici, ma siccome soffro anche con quelli, alla fine non li prendo più. E la seconda parte della stagione, che volevo culminare con il Mondiale in Australia, mi è stata rovinata dalla mononucleosi. Peccato, ci tenevo".

Il 2011?
"Sono un ottimista, e allora spero che l’allergia, come è venuta, così se ne vada. Se se ne andrà, farò il Giro. Altrimenti pazienza. Comincerò a correre al Giro della Provincia di Reggio Calabria, se si farà, poi Donoratico e Laigueglia, Giro di Sardegna, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo e - sarebbe bello - le classiche delle Ardenne".

Obiettivi?
"Partire bene, raccogliere il massimo e sognare la Sanremo. Ce l’ho nel cuore".

La squadra?

"Completa. Un nucleo di scalatori, con il ritorno del venezuelano Rujano, un gruppo di giovani, e poi ci sono io. E avrò anche Chiarini".

E la bici?
"Siamo passati alla Bianchi. La prima volta che ho una Bianchi. Ed è una forte emozione. La bici di Coppi, di Gimondi, di Pantani... Una fortuna".

La fortuna è importante?
"E’ quasi tutto, non solo nel ciclismo, ma nella vita. Se guardo indietro, mi ritengo fortunato".

Sarà l’anno della verità?
"Perché no? Sono un corridore esigente, chiedo tanto a me stesso, sempre di più, e mi attendo tanto. Ma sarebbe importante far vedere più di quello che ho fatto vedere finora".

Che tipo di corridore pensa di essere?
"Da corse di un giorno, non troppo facili, con qualcosa di impegnativo vicino all’arrivo. Un Poggio, per capirci".

Capito. Ginanni, sa che cosa dicono di lei?

"Sì: che non faccio, almeno non del tutto, la vita d’atleta. Ma non è vero. Andare in bici mi piace, mi diverte, mi appassiona. E andando avanti, mi viene spontaneo allenarmi di più. E’ vero che mi piace più correre che allenarmi, ma so benissimo che se non ti alleni, una corsa non te la godi. E penso anche di saper soffrire. Nella vita, e non solo nel ciclismo, dal niente non nasce niente. E io qualcosa ho fatto".

Il bello del ciclismo?
"Dalla partenza al traguardo, tutto. Mi piace anche il prima e il dopo: il prima, che vivo con tranquillità, e il dopo, con serenità. E vincereì, be’, impossibile descriverlo".

Marco Pastonesi, Gazzetta.it
 
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#3
Quest'anno alla Sanremo lo voglio sul podio. L'anno scorso la fece bene, provò anche un attacco in discesa, e alla fine prese un bel piazzamento; il 2011 sarà l'anno buono... Sisi

Poi sarebbe bello rivederlo anche alle prese con le classiche del nord: l'Amstel per lui sarebbe perfetta, ma se si trovasse bene col pavè anche ad una Gand o a un Fiandre potrebbe far bene. Però dipende tutto dagli inviti...
 
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#4
La Sanremo è alla sua portata senza dubbio, ma sono molto scettico sul suo futuro verso le grandi classiche (al massimo lo davo vincente alla Gand, ma dopo l'indurimento di percorso credo sia alquanto difficile).
 
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#5
Più che altro deve iniziare a correrle: il pavè non l'ha mai visto, l'Amstel l'ha corsa solo una volta. Io ero dubbioso sui suoi limiti oltre i 200km, la Sanremo dell'anno scorso ha dimostrato d'aver superato questo limite. Sisi

Poi è sempre giovanissimo. Io son molto fiducioso, e l'ho sempre detto che Ginanni sarà il nostro futuro per le corse di un giorno, il nostro dopo Bettini... Sisi
 
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