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Giro d'Italia 2015 | 4^ tappa: Chiavari - La Spezia
#61
Davide Formolo: «Finalmente tutto è andato bene»
«Il mio corridore preferito è Ivan Basso»

Davide "Roccia" Formolo ha davvero regalato una grandissima impresa agli appassionati italiani. Le sue prime parole dopo il traguardo: «Da un anno non c'era nulla che andava dritto, oggi finalmente qualcosa è girato...Oggi è stata una giornata durissima, sono riuscito ad entrare nella fuga, ma c'è sempre stato da attaccare e da inseguire. Avevo già provato sulla penultima salita a fare la differenza ma sono rientrati. Così a La Spezia ho deciso di riprovare e ho anticipato perché pensavo che Kreuziger fosse più forte di me. È andata bene, sono riuscito a far forte la salita, è stato bellissimo passare tra tutta quella gente, ho vinto ed è stato grandioso».

È appena terminata la conferenza stampa, ecco cosa ci ha raccontato Davide, in fondo all'articolo c'è il file audio se volete ascoltare la sua viva voce.

È la prima di una serie di imprese? Quali sono i tuoi limiti?
«Ho 22 anni è questo è il mio primo Giro, i miei limiti li scopriremo un po’ per volta, strada facendo. Ora vediamo come reagisce il mio fisico dopo tre settimane. In realtà prima del via volevo prenderla con calma e preservarmi, ma oggi si doveva per forza spendere e abbiamo speso bene le energie».

A chi assomigli come corridore?
«Sono uno scalatore e dunque amo le salite. Alla fine, tutti gli scalatori sono simili, non hanno grandi cambi di ritmo».

Qual è stato il tuo percorso, come ti sei avvicinato al ciclismo?
«Non avevo nessun professionista in famiglia, ma solo grandi appassionati e amatori. Sì, c’è sempre stata grande passione e me l’hanno trasmessa. Sono felice perché sono riuscito a fare il mio mestiere preferito ed è quello che, in fondo, sogna di poter raggiungere ogni persona, che la mattina ti alzi e sei contento di andare a lavorare, perché ogni giorno puoi rincorrere una nuova emozione, porti un nuovo limite. Ho iniziato a correre a sei anni».

Racconta la tua esperienza con un team americano.
«Quest’anno è stato il primo in un team all’estero, per di più americano, quindi dall’altra parte del mondo. Il primo mese è stato obiettivamente un po’ difficile per via della lingua e delle abitudini diverse dalle mie, ma non è mai stato un grosso problema perché la bici ha sempre due ruote e due pedali e dunque ovunque tu sia devi sempre pedalare. Così mi sono concentrato sul mio lavoro, su quello che importa nel ciclismo. Ma dopo poco tempo ho anche migliorato il mio inglese e ora, in generale, sono fiducioso per il mio futuro, sono in una squadra che mi insegna molto ed è piena di grandi professionisti».

In gruppo ci sono diversi corridori che vincevano più di te da dilettante, perché ora sei tu più forte?
«Non sono solito guardare gli altri perché mi concentro su di me e sulle mie performance, l’anno scorso sono passato professionista in una squadra perfetta per imparare molto e sono tutte esperienze che mi tengo molto stretto, sono molto preziose. Come sempre cerco di dare il meglio di me in allenamento e in gara e se dai il meglio di te ottieni anche il massimo in termini di risultati».

L’anno scorso in inverno hai messo su più chili e hai aggiunto più watt, anche quest’anno? Quanti km hai percorso nel 2015 prima del Giro?
«Non so quanti km ho macinato finora, ho fatto 30 giorni di gara e poi mi hanno detto del Giro subito dopo i Paesi Baschi, ma mi sono ammalato prima della Tirreno e non l’ho corsa e mi è spiaciuto non dare quanto avrei voluto. Da dilettante ero sotto i 60 km, ma ero troppo leggero per i professionisti perché in pianura poi spendi troppe energie e arrivi alle salite troppo stanco. Sono alto 1.80 m e peso 65kg».

L’anno scorso hai fatto secondo dietro Nibali al campionato italiano, lì hai scoperto i tuoi limiti?
«Vivo giorno per giorno, non mi pongo limiti e non ho grandi pressioni: mi alleno più che posso e cerco di dare il massimo in gara e poi vedremo cosa succederà».

Sapevi già un po’ di inglese prima della Cannondale?
«A scuola ho imparato l’inglese di base con le sue regole, poi ho frequentato meccanica e lì un po’ di inglese te lo insegnano, ma lo avevo studiato anche alle elementari e alle medie. Essendo in questo team ho imparato nuovi vocaboli e ora so usare meglio i verbi. Capisco cosa mi dicono e riesco a farmi capire».

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare ciclisti?
«La cosa essenziale è la passione e lavorare tanto perché solo faticando tanto e alimentandosi bene puoi arrivare ad alti livelli nel ciclismo».

Non sono troppi sacrifici?
«Se ti piace andare in bici devi sacrificarti perché così dai il massimo».

Quali idoli avevi da ragazzino? Chi ti piace oggi anche al di fuori dal ciclismo?
«Ivan Basso mi ha sempre dato l’idea di uno che come me ci mette l’anima per questo sport, non ho mai letto tanti libri e il suo l’ho divorato in 3 giorni: mi rivedevo molto nel suo percorso soprattutto quando parlava delle categorie minori. Adesso chi mi piace? Tutti quelli che vincono (ride, ndr). Il calcio non lo seguo tantissimo, preferisco concentrarmi sul ciclismo, la mia squadra è l’Hellas Verona ma sono contento per il Chievo che si è salvato. La birra? Meglio che non la bevo troppa sennò mi viene la pancia».

Simon Clarke: «Che orgoglio, questa maglia». AUDIO
«È il mio primo Giro d'Italia, una soddisfazione fantastica»

Simon Clarke è evidentemente commosso e gli trema la voce quando parla con indosso la maglia rosa, poco dopo il traguardo: «Sono commosso sì, perché questo è il mio primo Giro d'Italia, ho corso tanto da voi sia da dilettante che da professionista, ci tenevo davvero. E poi sono contento di avere tenuto la maglia in squadra, centrando quello che era il progetto di questa mattina».

E poi aggiunge: «Questa è una delle giornate più belle della mia vita ciclistica. Oggi abbiamo vissuto una guerra in bici, io mi sono staccato in cima all'ultima salita e ho fatto uno sforzo per rientrare in discesa, sapevo che era l'occasione per mettere la maglia rosa. Mi hanno detto che Davide aveva un bel vantaggio, dovevo rientrare per prendere la maglia, ci sono riuscito e sono davvero orgoglioso. E complimenti a Formolo che ha vinto davvero una gara straordinaria».

In conferenza, Clarke si è concesso ai microfoni con un eccellente italiano:

Avevate preparato la tappa di oggi come i giorni scorsi?
«La dinamica della giornata ha seguito gli stessi piani dei scorsi giorni: non potevamo permetterci di doverci proteggere e poi si sa che la difesa migliore è l’attacco. Così con Chaves siamo andati in fuga evitando ai nostri compagni di dover tirare per rincorrere gli attaccanti. Abbiamo avuto fino a 10 minuti di vantaggio, non so bene cosa è successo, ma ovviamente qualcuno ci ha inseguito, si sono messi alla nostra caccia».

E negli ultimi km?
«Rispetto all’ultimo giro abbiamo ricevuto informazioni che da dietro stavano chiudendo il buco molto velocemente, speravamo non ci riprendessero troppo lontano dalla cima del Gran Premio della Montagna e infatti mancavano solamente 500 metri dalla vetta. Già, però per me 500 metri in salita sono lunghissimi (ride NDR), mentre per Chaves invece no, è arrivato facile su. Sono scollinato a 10 secondi di ritardo, Astana e Tinkoff Saxo andavano a tutta per fare fuori Uran, sono rientrato ed è stata durissima stare con loro, ma sapevo che la maglia rosa virtuale era sulle mie spalle ed ero molto motivato a non mollare».

Parli bene italiano, cosa rappresenta per te l’Italia?
«Per me l’Italia è stata sempre molto importante e in generale noi australiani veniamo qui, perché la base è proprio in Italia, quindi per i primi 4-5 anni della mia carriera, quando dovevo correre in Europa da Under, ho vissuto in Italia. Poi sono passato professionista con l’Amica Chips e subito dopo mi ha ingaggiato Scinto all’ISD quindi ho sempre corso tanto qui. Quest’anno finalmente sono riuscito a partecipare al Giro d’Italia, lo desideravo tanto e l’ho chiesto specificamente di poter essere al via. Così mi sono preparato al 100% per essere qui al meglio».

Alla Orica preparate specificamente le cronosquadre?
«Tanti dei nostri corridori cronoman sono a Girona in Spagna e quindi fanno molta preparazione per questa specialità insieme, però non sempre nelle gare ci sono solo quelli di Girona. Per me l’importante è la mentalità che si adotta durante queste prove. Siamo riusciti infatti ad avere lo stesso risultato anche senza essere tutti cronoman e senza aver sempre provato insieme. Questo perché la preparazione è identica per tutti».

Chi è il vostro uomo classifica?
«Non ne abbiamo uno specifico, c’è Chaves che in qualche anno potrà sicuramente raccogliere qualche bel risultato. Ma la squadra vuole farlo crescere un po’ per volta, perché correndo tre settimane è tutto diverso, e hanno deciso di forzarlo troppo a lottare per la classifica. Lo aspettano e lo lasciano maturare così che possa fare un bel risultato invece di forzarlo e poi farlo arrivare magari 20esimo».

Diego Barbera per tuttobiciweb.it
 
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#62
Formolino, con tutti quelli che ci sono proprio Basso?
 
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[+] A 2 utenti piace il post di Paruzzo
#63
(12-05-2015, 09:14 PM)Dayer Pagliarini Ha scritto:
(12-05-2015, 08:00 PM)ManuelDevolder Ha scritto:
(12-05-2015, 03:41 PM)Auriga Ha scritto: Ahahhaah che bolso matthews
Come mai tutto questo tifo contro Matthews da parte tua ?
E' forte, giovane ed è un personaggio che può far solo bene all'immagine del Ciclismo...
E poi è un gran bel manzo... Cool

Sarà geloso perché lui non è un gran bel manzo come Michele Mattei Boh
Guarda che quello nell'avatar non sono io, ma ipponatte di efeso.

Certo che anche tu sei un campione di coerenza.
2 anni fa durante la vuelta di Horner qualcuno aveva scritto un post di questo tipo : "Matthews un giorno vincerà la Sanremo" e la tua risposta fu: "volete proprio male al ciclismo".

Per me mattei starebbe bene a cantare insieme agli una direzione o ai 5 secondi d'estate.
 
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#64
Io ho cambiato opinione su Mattei. Chi non è disposto a mettere in discussione le proprie idee non è coerente, è una parola che inizia sempre con c e finisce con oglione Occhiolino


(13-05-2015, 09:54 AM)Paruzzo Ha scritto: Formolino, con tutti quelli che ci sono proprio Basso?

Era meglio Duilio che aveva come idolo Kruopis.
 
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[+] A 1 utente piace il post di Luciano Pagliarini
#65
Kruopis è un fenomeno, pochi cazzi
 
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#66
(13-05-2015, 09:54 AM)Paruzzo Ha scritto: Formolino, con tutti quelli che ci sono proprio Basso?

Lo adoro sempre di più Sisi
 
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#67
(13-05-2015, 10:25 AM)Dayer Pagliarini Ha scritto: Io ho cambiato opinione su Mattei. Chi non è disposto a mettere in discussione le proprie idee non è coerente, è una parola che inizia sempre con c e finisce con oglione Occhiolino
Nessuno toglie che sia un buon ciclista e lo ha già dimostrato in quel di montecassino, ma da qui ad essermi simpatico ce ne passa.

Contenti voi nel veder vincere uno così ..Sweat

[Immagine: michael_matthews_600.jpg]
 
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