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Giro d'Italia, Ciccone firma la prima da professionista a Sestola. Cede Brambilla, Bob Jungels nuova maglia rosa.
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News 
Giro d'Italia, capolavoro della Bardiani-CSF: Ciccone firma la prima da professionista a Sestola. Cede Brambilla, Bob Jungels nuova maglia rosa. Mikel Landa, malato, abbandona la corsa.

L'esultanza di Giulio Ciccone - © BettiniPhoto
L'esultanza di Giulio Ciccone - © BettiniPhoto


Oramai è una tradizione: come ogni Giro d'Italia che si rispetti, non può mancare un successo della Bardiani-CSF. Dal 2012 ad oggi, quando ancora si chiamava Colnago-CSF, la firma di uno dei ragazzi dei Reverberi non è mai venuta meno. Quest'oggi è toccato all'abruzzese Giulio Ciccone, neoprofessionista di 21 anni, inizialmente inserito in fuga a supporto del suo capitano e uomo di classifica, Stefano Pirazzi, per poi prendersi la scena sul traguardo di Sestola.

Il successo di Ciccone infatti non è solamente lo spunto individuale di un promettente giovane scovato tra gli Under dalla Bardiani-CSF, piuttosto un capolavoro tattico organizzato da una piccola squadra Professional in una grande corsa come il Giro d'Italia. Inftti il Greenteam era riuscito subito ad inserire Nicola Boem nel primo drappello di attaccanti con Giovanni Visconti (Movistar Team) e Przemysław Niemiec (Lampre-Merida), mentre Stefano Pirazzi e Giulio Ciccone si erano accodati ad un gruppo di contrattaccanti formato da una decina di corridori.

I due gruppi si sono uniti intorno al chilometro 150, quando il vantaggio sulla maglia rosa superava abbondantemente i 5 minuti. In quel momento Pirazzi era leader virtuale della classifica generale. Era scontato che il sogno della maglia sarebbe durato poco, ma non quello del successo di tappa. Uno scatenato Giulio Ciccone ha scortato Pirazzi, con Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) a ruota, lungo le ultime difficili rampe Pian del Falco, riuscendo a staccare, in alcune fasi, addirittura il suo capitano. Un revival di Froome-Wiggins al Tour de France del 2012.

Il Gran Premio della Montagna però è terreno di Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini), che così è riuscito a riprendere la maglia azzurra dalle spalle di Wellens. Nella successiva discesa però Stefano Pirazzi, in modo involontario, si è sdebitato con il generoso compagno di squadra: infatti un suo lungo in un tornante ha quasi speronato Cunego, dando via libera all'azione solitaria di Giulio Ciccone. L'abruzzese, tutto solo, ha resistito al ritorno del russo Ivan Rovny (Tinkoff), anche lui presente nella fuga del mattino, lungo la salita di Sestola, incrementando il distacco ad oltre 40 secondi.

Festa grande sul traguardo per la prima da professionista di Giulio Ciccone (Bardiani-CSF). Alle sue spalle, alla spicciolata, i reduci della fuga: il già citato Ivan Rovny (Tinkoff) a 42 secondi, Darwin Atapuma (BMC Racing Team) a 1:20, Nathan Brown (Cannondale Pro) a 1:53 e Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) a 2:04. Pochi secondi più tardi il gruppo dei migliori, guidato da Andrey Amador (Movistar Team) e, dopo la parentesi del fuggitivo Giovanni Visconti (Movistar Team), proseguito con Alejandro Valverde (Movistar Team), Esteban Chaves (Orica-GreenEdge) e, a chiudere la top ten, Jakob Fuglsang (Astana). Un piccolo buco, misurato in 4 secondi, ha invece colpito gli altri uomini di classifica, compreso Vincenzo Nibali (Astana).

Nella lotta per la generale, la tappa di Sestola si è rivelata una giornata interlocutoria. Il costaricano Andrey Amador (Movistar Team), con una bella azione nella discesa di Pian del Falco, ha provato a sparigliare le carte, riuscendo però a guadagnare solo pochi secondi sui big. Gruppo dei migliori che ha cambiato però capoclassifica: Gianluca Brambilla, già in difficoltà sulla penultima salita, ha lavorato a fondo per Bob Jungels durante l'ascesa di Sestola, per evitare che Amador strappasse la maglia rosa alla Etixx-Quick Step. Il suo lavoro alla fine è stato fondamentale per il lussemburghese, ma non per sé stesso: Brambilla è infatti giunto al traguardo con oltre un minuto di ritardo.

La notizia del giorno però è giunta dal Team Sky e dal suo principale corridore, Mikel Landa. Il basco infatti è andato fin da subito in difficoltà, perdendo oltre 6 minuti sulla prima salitella di tappa, il Passo della Collina. La Sky ha provato, con Mikel Nieve e David Lopez, a riportare in gruppo il suo capitano, ma tutto è stato vano: Landa, fortemente debilitato da un virus gastrointestinale che lo ha colpito nella notte, è stato costretto ad alzare bandiera bianca, poggiando piede a terra dopo appena 66 chilometri dal via della corsa.



Gli highlights della vittoria di Giulio Ciccone

 
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#2
Ulissi, Brambilla, Ciccone, agli italiani piace farlo da soli
 
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