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Giro d'Italia, c'erano una volta i circuiti...
#1
C'erano una volta i circuiti
E’ l’anno 1973, Eddy Merckx si aggiudica Giro d’Italia e Vuelta a Espana, Felice Gimondi diventa Campione del Mondo in Spagna. Anno 1973 magico per Gimondi, Merckx, Ocana (finalmente primo al Tour de France) ma altresì per il milanese Nino Recalcati.

Quest’ultimo è stato anche corridore professionista bravo soprattutto in pista, ma deve la sua fama al ruolo di organizzatore di circuiti a ingaggio. Iniziò a organizzarli quando ancora correva su pista e strada: ingaggiava Fausto Coppi e diventava suo avversario. E’ Recalcati che costringe i corridori a diventare stakanovisti.

Il 1973 è l’anno record di Recalcati: il manager lombardo grazie al formidabile “traino” di Gimondi, Merckx, Bitossi e anche Motta, vincitore di una spettacolare tappa del Giro d’Italia, riesce ad organizzare ben 59 circuiti a ingaggio. Ce ne sono in primavera, estate e autunno, tuttavia molti circuiti si svolgono nelle settimane post-Giro d’Italia e post–Mondiale. Ci sono giorni in cui Motta, Bitossi, Gimondi, Merckx e altri ciclovip italiani e stranieri disputano il circuito a ingaggio nel pomeriggio in Lombardia e durante la serata in provincia di Vicenza o Venezia. Oppure nel pomeriggio in Emilia e alla sera in Toscana. Il ciclismo professionistico è un Barnum che richiama migliaia di sportivi. In alcune giornate Recalcati ha richieste per organizzare circuiti in 3 o 4 località diverse e i corridori grazie a lui e agli appassionati dei comitati organizzatori locali riescono a guadagnare parecchio.

L’ “Eldorado” dei circuiti prosegue bene anche durante l’epoca Saronni-Moser-Baronchelli. Al timone delle manifestazioni c’è sempre l’inossidabile Recalcati che oltre a mostrare i campioni nei circuiti su strada li porta altresì ad esibirsi nei velodromi. A pochi giorni dal Mondiale di Ostuni 1976 i campioni disputano il circuito a ingaggio di Molteno-Garbagnate Monastero. Distribuiti nei due paesini del Lecchese assistono allo show di Gimondi, Moser e Baronchelli 30.000 spettatori. Pur trattandosi di un circuito a ingaggio la mobilitazione è generale e nelle ore che precedono la gara sulla superstrada Valassina e altre arterie che collegano a Molteno si formano code di automezzi carichi di tifosi del ciclismo.

Nell’epoca Bugno-Fondriest-Chiappucci il numero dei circuiti diminuisce: il calendario delle classiche in linea e a tappe comincia a intasarsi, e lo spazio per le manifestazioni a ingaggio cala. Tuttavia i circuiti post-Giro, post-Tour, post-Mondiale ci sono sempre per la gioia di tanti appassionati. E a metà estate 1990, dopo il Tour de France con Chiappucci secondo classificato e maglia gialla 8 giorni e la vittoria di Bugno alla Wincanton Classic di Coppa del Mondo gli assi radunati da Recalcati e dall’intraprendente Pier Gaffuri si esibiscono a Orsenigo, nel Comasco, davanti a 10.000 spettatori. Grande è il successo organizzativo col pubblico che straripa dalle strade di Orsenigo. Anno 2014, il Giro d’Italia se lo aggiudica Nairo Quintana, terzo è l’emergente Fabio Aru. Nel post-Giro però i circuiti a ingaggio sono zero. Dai 59 circuiti organizzati globalmente nell’anno 1973 al numero zero del 2014. L’anno 2014 non è ancora finito a dire il vero: pare però difficilissimo che qualcuno riesca ad organizzare in Italia anche un solo circuito prima di metà ottobre.

Nei primi anni Settanta i campioni hanno provato a gareggiare ad ingaggio nella serata del giorno di chiusura del Giro. Dopo lo sprint a Milano praticamente non hanno fatto in tempo a fare la doccia per raggiungere il Veneto e correre in circuito. Nel 2014 questo problema non c’è: i circuiti mancano la sera dell’ultimo giorno di Giro e nel resto dell’anno, e la situazione economica del paese sicuramente non agevola chi è dotato di spirito d’iniziativa e vorrebbe almeno per qualche sera far rivivere ai “ciclofili” le emozioni dell’era Recalcati.

Pubblicato Venerdì, 06 Giugno 2014 | Scritto da Alessandro Brambilla | Ciclismoweb.net
http://www.ciclismoweb.net/index.php?option=com_content&view=a...c-erano-una-volta-i-circuiti&catid=91&Itemid=169
 
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#2
Non ce n'è più nemmeno uno dopo il Giro d'Italia? E in tutta Italia neanche una kermesse a fine stagione?

Il giorno dopo la l'ultima tappa del Giro c'era il circuito ad Arona (mi sembra ultima edizione nel 2011), dove c'erano sempre tanti protagonisti del Giro, ma anche quello ha chiuso i battenti per problemi economici.
 
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#3
Sì, il circuito degli assi mi pare sia stato un po' l'Highlander dei circuiti. Poi più niente. Triste Dopo il Tour invece ce n'è un fottio ancora, sparsi in mezza Europa (esclusa l'Italia, ovviamente)...
 
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