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Giro d'Italia: Kruijswijk, la chance della vita
#1
Giro d'Italia: Kruijswijk, la chance della vita
"Double K" confessa: sono in forma eccezionale

Steven Kruijswijk, soprannominato "Double K", è fiducioso per quel che riguarda l’ultima settimana di Giro che scatta oggi da Bressanone. E ha tutto per poter diventare, domenica prossima a Torino, il primo olandese a vincere il Giro. E questo nonostante la sua squadra, la Lotto NL Jumbo, non sia certo attrezzata per fornirgli un grande aiuto in montagna.

UN GRANDE VANTAGGIO. In due giorni, il corridore che vive a Den
Bosch, città da cui è partito il Tour de France 1996, si è garantito un vantaggio importante. Oltre due minuti sul colombiano Esteban Chaves, quasi tre su Vincenzo Nibali, ancor di più su Alejandro Valverde.

«Non mi aspettavo di ritrovarmi in maglia rosa ad una settimana dalla fine del Giro» confessa. E aggiunge: «Sono nella forma migliore della mia vita». E il fatto di essere salito sul podio all’Alpe di Siusi - per la prima volta in 46 cronometro disputate tra i professionisti - gli dà ulteriore morale.
Con il contratto in scadenza con la sua squadra, Kruijswijk sa di avere una chance eccezionale di conquistare la vittoria più importante della sua carriera: finora è stato 7° al Giro 2015, 8 nel 2011 e 15° al Tour 2014.

Davanti a lui due giornate decisive, una volta superata la frazione odierna. Le grandi salite sono in programma venerdì (Agnello e Risoul) e sabato (Vars, Bonette, Lombarda).
«Non le conosco bene - confessa senza problemi - ma evidentemente saranno molto impegnative».

RIVALI INDECIFRABILI. Valverde (sabato) e poi Nibali (domenica) hanno vissuto una giornata nera. Se lo spagnolo ha reagito senza però contenere Kruijswijk nella crono, Vincenzo ha conosciuto una crisi impensabile in una tappa che doveva essere adatta a lui.
«In un grande giro, tutti conoscono una giornata difficile. Se ti capita in una tappa di pianura, te la cavi, altrimenti... - ha detto Nibali - e Kruijswijk non ha l’esperienza da leader. Ha sempre conosciuto un giorno difficile in un grande giro e non ha una squadra fortissima. Con Valverde abbiamo la possibilità di ribaltare la situazione».

«Vincenzo è in forma - ha confermato Paolo Slongo a La Gazzetta dello Sport - ma se Kruijswijk non avesse un passaggio a vuoto, recuperare sarà molto difficile».

Quanto a Chaves, il colombiano appare sereno, così come la sua squadra che sembra non conoscere la parola stress. Il corridore di Bogota, viso dolce e sguardo seduttore, guarda con fiducia all’ultima settimana e rappresenta per Kruijswijk la minaccia più concreta.

tuttobiciweb.it
 
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#2
Nel caso sarebbe la seconda volta in carriera che arriva in top 5 in una corsa a tappe World Tour. Alcuni dicono che non è così sorprendente, secondo me lo è e anche molto, anche più di Hesjedal. Fanno bene a sottolineare le eccellenti prove sul finire del Giro 2015 ma non era così scontata una replica, anzi un miglioramento con in aggiuta la continuità sempre mancata.

A questo punto pare stonato addirittura definirla l'occasione della vita perché un Kruijswijk così forte potrebbe ripetersi anche in futuro
 
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#3
io ho visto un video in inglese dove anche la lotto si allenava sul Teide ed erano molto determinati lui per primo di poter fare la voce grossa la Giro...be va facile su,vedremo nel week end cosa vorrà fare...
 
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#4
Parlavo con un amico olandese 2 domeniche fa dopo la debacle di dumolin alla crono.
Mi disse che era molto fiducioso a proposito di Kruijswijk che avrebbe fatto bene.
L'impressione e' che comunque in olanda sapevano che stava bene, meglio del 2015 e che poteva puntare al podio. Poi ovviamente cosi bene immagino nemmeno lui stesso poteva immaginare
 
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#5
Premesso che nessuno si aspettava un Kruijs del genere, che non sfigurerebbe nemmeno contro i vari Contador, Froome o Quintana.

A me, più che il suo miglioramento nelle prestazioni - che ovviamente non pensavo sarebbe stato tale: potevo immaginarlo top 5, massimo massimo sul podio se bravo a sfruttare qualche passaggio a vuoto del Valverde o Landa di turno -, ha colpito l'autorevolezza con cui sta disputando questo Giro d'Italia.
Oggi, leggo su Biciciclismo, ha detto che non ha punti deboli; l'altro giorno sembrava proprio un boss: mi spiace fare questo paragone, però aveva un atteggiamento alla Armstrong, un corridore talmente sicuro dei suoi mezzi da potersi permettere di tutto. Un comportamento che ti aspetti appunto da un corridore già affermato come poteva essere Lance, e non da uno che fino all'altro giorno non era nessuno (o quasi)...
 
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#6
Il suo stile da "pochi cazzi e pedalare" è una figata...
 
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#7
Vecchia scuola poi, senza tante segate sull'agilità
 
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