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Giro d'Italia, Mauro Vegni: «Corridori da 10 e lode, percorso da 8»
#1
Giro d'Italia, Mauro Vegni: «Corridori da 10 e lode, percorso da 8»
«Ritorneremo al Sud, ne ho sentito la mancanza»

Mauro Vegni, direttore del Giro d'Italia, ha chiuso ufficialmente le conferenze stampa con il suo intervento. Ha iniziato con una considerazione: «Credo che sia doveroso tracciare bilancio 98esima edizione, sono soddisfatto di come si è conclusa e anche oggi tutto sembrava scontato con la volata, invece abbiamo vissuto un epilogo diverso. Anche volendo disegnare qualcosa di speciale, sono gli atleti che fanno la corsa. È stato un Giro estremamente positivo. Nonostante la crono troppo lunga l’ultima settimana ha dato grandi emozioni. Il Giro sembrava chiuso invece sul Finestre anche senza ribaltoni ha mantenuto alte le aspettative fino all’ultima tappa importante».

Sarebbe fattibile un arrivo a Roma, magari vicino al Colosseo?
«Milano Corso Sempione era l’unica soluzione attuabile, Duomo è fattibile solo a cronometro, il Castello Sforzesco se fate due passi vi accorgerete che sono state costruite piazzole per l’EXPO che non consentono l’arrivo. Ci avevo pensato, ma abbiamo verificato che non è possibile. Roma è maledettamente distante dalle montagne fondamentali ossia Alpi e Dolomiti. Quando ci sarà una possibilità vera che nel nostro paese avremo le infrastrutture adeguate come ad esempio in Francia dove TGV ovunque allora potrebbe essere praticabile. Una tantum si potrebbe ragionarci».

Rammarico per la crono che ha, di fatto, deciso il Giro?
«Sono normalmente una persona che ascolta sempre e recepire critiche quando vengono fatte in modo costruttivo. Il Giro lo disegnerei come già è. Alla fine la classifica recita il distacco dalla crono. I corridori della classifica l’hanno corsa come da previsione. Sono mancati i cronoman. Per Aru è stata importante ma non decisiva, molto più decisiva quella di Verbania, dove ha preso distacco importante non solo in minuti ma anche nel morale. L’ha messo in condizione di difesa».

Perché non prendete a esempio Giri con tante crono nel passato a discolpa delle critiche?
«Ritengo che nello sport siamo tutti allenatori a seconda dello sport, sono tutti giusti i differenti punti di vista. Credo che sia una scelta condivisa con colleghi, gente che ha corso e che può dare pareri importanti. Ci siamo confrontati: togliendo crono come nel passato e aggiungendo km in una non sarebbe stata pregiudizievole e il resto del percorso era molto duro per recuperare il gap. È stata una scelta ragionata».

Quando conosceremo la partenza precisa del Giro 2016?
«Credo il 5 ottobre, ma a giugno ci saranno anticipazioni».

È stato un Giro con salite nuove che si sono rivelate più severe e decisive, anche nella prima parte si sono viste soluzioni nuove. Sarà così anche nelle prossime edizioni?
«Alla presentazione del Giro dello scorso anno qualcuno aveva detto che il “Giro diventato Tour e viceversa” risposi “Prima di parlare aspettiamo il Giro e ridiscutiamone”. Oggi siete tutti d’accordo che è il Giro più duro degli ultimi 20 anni, è stato un Giro lungo con nulla da invidiare ai precedenti. Proseguiremo così per quanto sarà possibile anche perché abbiamo tante richieste dalle città. Ma è la filosofia che abbiamo adottato, che riteniamo sia giusta e porteremo avanti».

Torneremo oltre 2000?
«Sì, lo gestiremo con qualche difficoltà come negli ultimi anni, ma un grande Giro deve avere grandi salite. Non ci è dispiaciuto rimanere appena sopra visti gli ultimi anni, ma è stato anche occasionale, ma non voluto».

Che cosa a posteriori non rifaresti più? Pentito di qualcosa? Errori?
«Errori se ne commettono sempre tanti, non sono presuntuoso per dire che non ne ho fatti. Forse un po’ di Sud in più ce lo metterei e ce lo metterò nel 2016, ma non per rispondere a chi ha criticato l’assenza del Meridione, ma per cosa mia e sentita. Mi piacerebbe avere un po’ più di Italia completa».

Qualche squadra invitata ha deluso?
«Hanno fatto il loro, la qualità la aspetto dai gruppi World Tour, per gli altri c’è una filosofia condivisa nella nostra azienda di far crescere nuovi talenti. Dare la possibilità agli altri di essere a fianco dei grandi campioni è una grande chance. Sono state scelte dipese solo da questo, non tutti come Aru possono crescere in grandi team».

Meno corridori di squadre minori uguale più sicurezza?
«Vi invito a dare un’occhiata alla classifica, molti World Tour se non fossero partiti nessuno se ne sarebbe accorto. Avere 20 corridori in meno sarebbe importante a livello di sicurezza, ma ci deve essere una filosofia condivisa e codificata dalle federazioni. Sennò io scelgo italiani, i francesi scdelgono francesi e spagnoli gli spagnoli, non si fa così la differenza».

Le chiederanno di andare di andare in Sardegna visto Aru?
«Magari verrà Nibali e mi chiederanno di andare in Sicilia. Scherzi a parte, Sicilia e Sardegna sono bellissime a livello paesaggistico, culturale e affetto per il Giro, dovremo tornarci, rientra nei piani rientrare sulle isole. Questo comporta problema logistico in più, abbiamo fatto esperimento nel 2007 dalla Sardegna, nonostante possibilità di giorno di riposo dopo i 3 giorni qualche problema logistico ce l’avemmo per il mare non buono. Serve sempre possibilità di ancora di salvataggio non puoi ripartire con mezza carovana sull’isola. Ma ci sono problemi anche sul giorno di riposo che non bisogna dimenticare».

Qual è stato il giorno più soddisfacente per te?
«Sono stati tutti bei giorni, ogni tappa è stata combattuta dall’inizio. Non abbiamo vissuto mai giornate di riposo ossia tappe di passaggio e transizione, di trasferimento. È stato corso in modo pazzesco, appena tiravamo giù la bandierina scappavano da tutte le direzioni. Giro bellissimo e intenso. Dò 10 e lode ai corridori e 8 a percorso».

Ci saranno tappe più corte in futuro?
«Sono d’accordo con questa filosofia, però il problema è che l’Italia è molto lunga e quindi condizionerà le scelte. Salite devono essere tutte condensate nel finale per far esprimere le differenze, continuerò su questo disegno».

Il Sud ha un problema di strade a livello di asfaltatura e differenza di pubblico notevole?
«Per quanto riguarda le strade abbiamo avuto fortuna del bel tempo. Sembra quasi che al Sud si costruiscano strade in modo diverso, ma non è così, gli ingegneri lo hanno già spiegato più volte. Organizzare eventi rispetto alle condizioni meteo è impossibile, è stato un dispiacere essere in Liguria sotto la pioggia. Il Sud nonostante tutto rivivrà importanti momenti. Il pubblico? A Bari l’anno scorso tantissima folla, non c’è da fare una classifica, dipende anche da che centro tocchi».

Tifosi ossessionati con selfie, selfie stick e corrono troppo vicini ai ciclisti, ti senti di fare un appello?
«Mi sento di condividere gli appelli già fatti in questi giorni: serve un atteggiamento più attento nei confronti dei corridori. Si è messo in pericolo corridori che hanno preparato per un anno il Giro. Sulle salite accadono cose che danno fastidio, dispiace molto vedere episodi come quello dell’anno scorso sullo Zoncolan con un ragazzo in lotta per la vittoria appiedato da uno spettatore, non voglio dire cretino, con troppa voglia di apparire, mi sembra assurdo. Rispettate sempre gli atleti, fate molta attenzione a loro, siate numerosi sulle strade e godetevi il Giro».

Successo anche in TV?
«La tappa di ieri ha avuto oltre il 30% di share, sono numeri importanti, abbiamo avuto una media oltre il 15% in più dell’anno passato e, per il Giro in diretta, del +17% che mostra il senso di salute del Giro di quest’anno».

Diego Barbera per tuttobiciweb.it
 
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#2
Percorso anche da più di 8, Liguria bellissima, salite equilibrate, la crono troppo lunga effettivamente, però il fatto che abbia chiuso il Giro non è una questione intrinseca alla crono, è andata così perché la corsa si è sviluppata così. Se ad esempio non ci fosse stato Contador e Porte avesse dato 3 minuti a Landa e Aru avremmo visto una grande ultima settimana con gli attacchi degli Astana (Porte = cronoman vulnerabile in salita, Aru-Landa = scalatori migliori). Secondo me ci vorrebbero circuiti e più grandi città ma lo dico sempre e poi è noioso
 
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#3
Eh vabbè non poteva darsi più di 8 altrimenti lo criticavano anche per quello :D

Comunque anche a me complessivamente è piaciuto.
 
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#4
(31-05-2015, 11:43 PM)Gershwin Ha scritto: Secondo me ci vorrebbero circuiti e più grandi città ma lo dico sempre e poi è noioso

Purtroppo circuiti e grandi città non vanno tanto d'accordo tra di loro Asd
 
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#5
Percorso da 9, crono bellissima (secondo me almeno di 50 km ci stava), tappe mai banali e frazioni di montagna accese anche a tanti km dal traguardo. Ottimo lavoro, qualcosa in Italia funziona e va ricordato!
 
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