Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
Giro d'Italia: anticipazioni per il 2012
#61
Pure a me, io lo inserirei ogni 2/3 anni, se lo mettono ogni anno, poi perde tutto quel fascino che ha ora, e poi qui in Italia siamo pieni di bella salite, e sarebbe anche ora di rimettero lo Stelvio dato che è da una vita che non si arriva più la sù...
 
Rispondi
#62
spero che non facciano un percorso simile a quelli dei primi anni 2000...
secondo me invece i percorsi migliori degli ultimi anni sono stati 2005,2006 e 2007
dal 2008 in poi un pò troppo estremi (lasciando perdere il 2009...)
 
Rispondi
#63
GIRO. Mauro Vegni spiega come sarà la sua prima corsa rosa
Il destino che lo legò al ciclismo fu dettato da un... inquilino: perché Mauro Vegni, senese di Cetona dov’è nato il 7 febbraio del 1959, non avrebbe mai immaginato che il dirimpettaio della sua famiglia che dal 1964 si era trasferita in un palazzo di Roma lo avrebbe trascinato nel mondo delle corse in bicicletta. Il vicino di casa si chiamava Franco Mealli, ossia uno dei patron “storici” del ciclismo italiano. E da lui il piccolo ragazzo apprese molto, ma mai avrebbe immaginato che 47 anni dopo avrebbe imparato a tal punto da essere scelto dalla Rcs quale responsabile della parte tecnico-agonistica del Giro d’Italia, la corsa più importante di tutto il calendario nostrano. Mauro Vegni è stato investito ufficialmente da pochi giorni in sostituzione di Angelo Zomegnan. Questa è la sua prima intervista da “patron rosa”.

Signor Vegni, senza chiederle le caretteristiche delle tappe, che sono ovviamente top secret in attesa del vernissage in autunno, ci può dire che tipo di Giro ha in mente?
«Una corsa più moderata rispetto a quelle degli ultimi atti».
Che risponderà a quale filosofia?
«Cercherà di essere più attento alle esigenze dei corridori, di chi fa fatica pedalando».
Giro meno duro nelle altimetrie o con meno disagi che si possono chiamare trasferimenti?
«Diciamo che i trasferimenti saranno di molto limitati, mentre le salite non mancheranno di certo, ma saranno sistemate nei momenti giusti».
Si è detto e scritto di una cronoscalata da Bormio allo Stelvio. Conferma?
«Lo Stelvio sì, la cronoscalata no».
Lo Stelvio in linea, dunque? E magari un arrivo in vetta?
«Il Giro 2012 restituirà al ciclismo alcune vette che hanno fatto la storia della corsa. Sì, lo Stelvio ci sarà, ma non in una tappa a crono».
Ci dice almeno un’altra vetta storica? Si è sussurrato il Mortirolo...
«Anche il Mortirolo dovrebbe essere compreso nel percorso che come lei sa scatterà dalla Danimarca, con una tre giorni all’estero prima di rientrare nel nostro territorio. Non le posso dire di più». E noi aggiungiamo che si dovrebbe ripartire dal Veneto e che una terza vetta mitica potrebbe essere il Pordoi.
Sarebbe bello riproporre il Crostis. A proposito, ci dice la sua versione sullo scandalo della rinuncia all’ultimo momento nel maggio scorso?
«Avevo lasciato il Giro dopo la tappa di Orvieto per andare in Friuli a visionare salita e discesa. Fui colpito dai lavori fatti. La sicurezza era garantita al 100%. Al Tour quest’anno ho visto discese assai più pericolose».
E allora che cosa è accaduto?
«La scelta di non transitare lassù è stata figlia di altri dissidi fra le squadre e l’Uci».
E la presunta responsabilità di Contador?
«Lo spagnolo non disse mai “io non voglio farla”. Le sue parole furono strumentalizzate da chi aveva interesse ad abolire il Crostis».
Torniamo al Giro 2012, parlando del cast straniero. Non ci sarà Contador, che vuole rivincere il Tour, mentre Samuel Sanchez verrà da noi per indossare il rosa. Ha notizie di Evans, un altro che sarebbe intenzionato a...?
«Il mio obiettivo è il seguente: vorrei almeno tre di quei cinque-sei grandi corridori che sulla carta oggi sono in grado di vincere una grande corsa a tappe. Ma non è tutto...»
Ci dica, la preghiamo...
«Cercherò una partecipazione qualitativa anche tra i cacciatori di classiche come i vari Gilbert, Cancellara, Hushovd; e vorrei ricreare una dualità tra velocisti, perché ci saranno anche diverse tappe dedicate agli sprinters, è ovvio».
Dopo la tragedia di Weylandt che cosa farà il Giro per non dimenticare?
«Stiamo studiando il modo migliore per proporre un ricordo vero e non scenico. E come Rcs vorremmo che l’iniziativa fosse duratura e non soltanto annuale. Ci stiamo lavorando, la tragedia del povero Wouter ha colpito tutto il mondo del ciclismo: spero che si possa trovare un modo garbato e sincero per ricordare il sorriso di un ragazzo che non c’è più».
Dottor Vegni, nell’allestire il prossimo Giro d¹Italia lei s’è chiesto come vorrebbe che venisse ricordata la sua prima creatura in rosa?
«Come un Giro aperto a tutti e adatto a tutti, un Giro che dia una possibilità a tanti corridori e che privilegi i motivi agonistici a tutti gli altri. E anche un Giro privo di polemiche e ovviamente non più toccato da casi di doping. Lavoreremo in squadra e sono convinto che proporremo un otti

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#64
Eh, dalle parole di Vegni pare si torni un pochino all'antico insomma, con le prime settimane dedicate agli sprint, qualche arrivo interessante già sugli Appennini e poi terza settimana tutta all'insù. A naso però mi sa che buona parte del Sud sarà tagliato, a meno che non sii rifaccia la folle scelta delle salite subito dopo il rientro dalla Danimarca -____- (ma non credo eh)

Tra l'altro mi pare d'aver pure letto del ritorno in linea dell'ultima tappa di Milano, o sbaglio!?

ps: Stelvio no cronoscalata Heart Heart Heart
 
Rispondi
#65
Beh le parole che ha trovato fanno ben sperare, poi secondo me c'è ancora da vedere il vero spettacolo.
Quest'anno c'erano due salite in piu' (ho contato 6 arrivi in montagna) o meglio, due salite in cui tra i big non son successi stravolgimenti, perché? Perché c'era un dominatore inattaccabile e non valeva la pena rovinarsi per provare a batterlo. L'anno prossimo si cambiera' filosofia, magari ci sara' qualcuno visibilmente piu' forte ma non in questo modo. Poi ovvio, basta uno Stelvio o un Mortirolo a fare una grande selezione, ma le salite sono molto importanti, piu' delle obbligatorie dappe di pianura.
E io voglio ancora vedere com'è possibile fare un Giro adatto a tutti Sisi, spero che anche se mancheranno le salite non sara' come il Tour 2011 che dal profilo altimetrico sembrava chissa'cosa ma le tappe per fare la differenza erano 4, contro le 6 dell'anno scorso e contro le 6 del Giro.
 
Rispondi
#66
secondo me l'equilibrio è
2 cronometro per un totale di km che non superi 50/60
6 arrivi in volata "sicuri" fra prima e seconda settimana
la passerella a Milano altrimenti i velocisti...direi anche giustamente scasano
6/7 tappe di montagna (3/4 arrivi in salita, 1 a fine prima settimana 1 a fine seconda)
5/6 tappe più o meno mosse, alla Gilbert diciamo

magari anche una revisione al regolamento della maglia a punti affinché se la giochino i velocisti (trovo assurdo che uno vinca la maglia rosa, la maglia verde e la maglia ciclamino, ops rossa...)

e vedi che di gente affermata ne attiri...
i migliori velocisti vengono e magari restano fino a Milano per giocarsi tappa e maglia
le salite ci sono e le cronometro anche quindi ce la si può giocare
e con gli arrivi mossi attiri i Gilbert, Hushovd e simili

e a quanto pare la direzione in cui ci si muove è proprio questa quindi non posso che essere felice e d'accordo
 
Rispondi
#67
Concordo, aumenterei di due gli arrivi in salita pero'. Sisi
 
Rispondi
#68
GIRO 2012. Livorno si ricandida per una tappa
A poco più di tre mesi dal passaggio del Giro d’Italia da Livorno, l’interesse verso lo sport delle due ruote è sempre altissimo nella città labronica. Sono tanti i pedalatori che affollano le suggestive strade della costa, stimolati da percorsi variegati nei quali in pochi chilometri è possibile raggiungere dolci saliscendi collinari nei quali il traffico è molto meno intenso rispetto alle arterie vicine alle nostre città, sempre intasate da automobili e mezzi pesanti.
Anche il suggestivo Colle di Montenero risulta essere una delle mete preferite dei tanti cicloamatori che dopo aver raggiunto il celebre Santuario, continuano la propria strada lungo i tornanti del Castellaccio per poi buttarsi giù in picchiata sino al culmine del Romito dove la vecchia Aurelia si ramifica puntando a Sud verso Castiglioncello e a Nord verso Livorno, attraversando i centri di Antignano e Ardenza. Lo stesso percorso che la corsa rosa aveva proposto quest’anno nel corso della quarta tappa, funestata e sconvolta dalla disgrazia del giorno precedente quando, sulla discesa del Passo del Bocco, aveva perso la vita il giovane atleta belga Wouter Weylandts.
Improvvisamente, lo scenario tanto atteso a Livorno per l’arrivo di una tappa del Giro - trent’anni dopo il successo di Moreno Argentin ottenuto proprio sul tratto in salita che da Antignano conduce al Santuario - ha dovuto subire un drastico e drammatico capovolgimento. La cavalcata agonistica che da Quarto avrebbe dovuto condurre i corridori sul viale posto davanti all’Accademia della Marina Militare, passando attraverso un finale nervoso quanto spettacolare e impegnativo, ha dovuto lasciare il posto a una triste marcia nella quale l’agonismo e la sfida sportiva sono stati rimpiazzati dal dolore e dal ricordo dello sfortunato corridore fiammingo.
La solidarietà e la compattezza della città di Livorno non si è fatta comunque attendere. Proprio sui tratti più impervi che conducevano al Santuario della Madonna Patrona della Toscana, la vicinanza del pubblico livornese al Giro d’Italia ha raggiunto la massima intensità. Seppure privata della sfida agonistica, la città si è stretta alla corsa in una sorta di abbraccio infinito, con il numero 108 raccolto tra le mani dei numerosi sportivi concentrati soprattutto nel tratto in salita dal quale avrebbe dovuto nascere la bagarre che avrebbe poi decretato il vincitore di una delle tappe più belle e spettacolari del Giro d’Italia edizione 2011.
Per non gettare alle ortiche un’occasione così ghiotta e allettante, la Pro-Loco di Montenero si è fatta promotrice di un’importante iniziativa volta a ripetere l’esperienza alla quale le tragiche cronache di corsa hanno imposto un copione diverso. In occasione di un agosto molto ricco di attività e di iniziative, approfittando della “cacciuccata” in programma domani sera all’interno del Ristorante Conti, adiacente il Santuario, partirà la richiesta da inoltrare direttamente a RCS Sport - la società che cura e dirige la nostra maggiore corsa a tappe - per la candidatura
di una frazione del Giro d’Italia 2012 che riproponga lo stesso spettacolare finale. Un palcoscenico mozzafiato per un epilogo da contenuti tecnici e agonistici assolutamente unici.
Nell’occasione saranno proiettate le foto più belle relative alla tappa dello scorso 11 maggio. Sensibilizzati dall’interesse e dal coinvolgimento di Marzio Conti - titolare dell’omonimo ristorante - saranno presenti anche nomi illustri quali Franco Bitossi, Michele Bartoli, Andrea Tafi e Stefano Della Santa. Oltre a vecchie glorie livornesi quali Mauro Simonetti e Walter Passuello.

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
#69
GIRO D'ITALIA. Una tappa per ricordare Andrea e non solo...
Una tappa del Giro d'Italia 2012 con partenza da Treviso, in onore di Nani Pinarello e in memoria del figlio Andrea recentemente scomparso: è la grande sorpresa del 95° Giro d'Italia che partirà da Herning in Danimarca il 5 maggio prossimo e che il 25 maggio, terz'ultima tappa, vedrà una partenza tra le mura della città.
A realizzare questo sogno la Pinarello, che già dallo scorso anno è sponsor del Giro e che, oltre alla collaborazione con RCS Sport in tutti i più importanti eventi ciclistici nazionali, realizza anche la bici ufficiale della corsa rosa.
Uno sforzo organizzativo ed economico importante per l'azienda trevigiana, che vuole celebrare in questo modo i novant'anni di Giovanni «Nani» Pinarello, che col Giro d'Italia ha avuto sempre un rapporto molto speciale, e i 50 anni di Fausto Pinarello.
«Era una sorpresa - racconta Fausto Pinarello - che io, mia sorella Carla e mio fratello Andrea volevamo fare a nostro padre e a tutta la città di Treviso e per cui ci siamo impegnati negli ultimi sei mesi. Dopo vari incontri a Milano con il direttore del Giro Michele Acquarone, siamo riusciti a concretizzare questo importante evento. Diventerà anche un omaggio ad Andrea, sono certo che dovunque sia sarà felice di vedere i suoi sforzi premiati e la città in festa per l'arrivo dei professionisti. Il legame della nostra azienda con il paese in cui è nata e con tutto il territorio era per lui molto importante, bastava vedere con quanta passione organizzava ogni anno la Granfondo e quanti sforzi ha fatto perché gli abitanti fossero il più possibile coinvolti nel clima di festa».

tuttobiciweb.it
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)