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Giro d'Italia la grande storia, la nascita di una corsa
#1
Il Caporedattore della Gazzetta dello Sport invita Armando Cougnet ed Eugenio Camillo Costamagna a promuovere subito il Giro per Anticipare il corriere.
Il 5 Agosto 1908 Tullo Morgagni,caporeddatore de la Gazzetta dello Sport,invia da Milano due telegrammi uguali, uno a Venezia dove si trova Armando Cougnet,amministratore e redatore del ciclismo,l’altro a Mondovì,dove il direttore il direttore Eugenio camillo Costamagna è in vacanza,il testo dice “ Improrogabili necessità obbligano la gazzetta lanciare subito Giro D’Italia, Ritorna a Milano Tullio” il giorno dopo i tre si vedono nella sede del giornale in Via Santa Redegonda, 10.
Tullo Morgani ha saputo da Angelo Gatti detto “Micio” patron dell’Atala ,ed ex dipendente della Bianchi e ora fiero concorrente ,una notizia bomba ,il corriere della sera,che nel 1901 aveva già lanciato il Giro automobilistico d’Italia,impegnato nel sorpasso de il secolo,vuole organizzare con il Touring Club Italiano e con la Bianchi il Giro ciclistico d’Italia.La Gazzetta che aveva già organizzato la Gran Fondo nel 1902,il Giro di Lombardia nel 1905 e la Milano-Sanremo nel 1907,lavorava a quel progetto: Cougnet era andato al Tour del 1906 e nel 1907 per studiare i problemi di una grande corsa a tappe. C’è una rivalità fiera tra i giornali in quei anni.Allora ancora più di Oggi.Al punto che nella prima tappa del Giro del 1910,la potente “HP Junior” con Morgagni e gli inviati del La Stampa e del Corriere,in un sorpasso a San Vito di Tagliamento,butterà fuori strada l’auto con gli invitati de Il Secolo,che in seguito denunceranno l’accaduto.
Bisogna quindi Battere il tempo del Il Corriere.Così i tre in pochi giorni,buttarono giù un percorso e Lunedì 24 Agosto dello stesso anno(1908 ndr), Gazzetta dello Sport apre la prima pagina con un titolo a sei colonne annunciando”Il Giro d’Italia organizzato da La Gazzetta dello Sport,3000 chilometri,25000 lire di premi”l’attacco del fondo di “Magno” titolato “L’onda invincibile” è sonoro “L’entusiasmo è come l’onda del mare sollevata dal vento…..”.Dietro alle parole però non ci sono i soldi,anche se il giornale annuncia premi di classifica per 10000 lire: 3000 al primo,1.500 al secondo,1000 al terzo,600 al quarto,300 al quinto,200 al sesto,150 al settimo e 100 chi finisce la prova.Più i premi di tappa,viene anche annunciato un itinerario approssimativo(Milano,Bergamo,Brescia,Verona,Trento,Udine,Trieste,Treviso,Padova,Rovigo,Ferrara,Bologna,Forlì,Pesaro,Ancona,Chieti,Popoli,Capua,Napoli,Formia,Velletri,Roma,Viterbo,Orvieto,Perugia,Arezzo,Firenze,Pisa,Spezia,Genova,Sanremo,Nizza,Cuneo,Torino,Milano)Si sottovaluta però che Trento e Tireste appartengono  all’impero Austro Ungarico e Nizza appartiene alla Francia.
 Si ammette sebbene gli studi di strade e dislivelli siano compiuti,non possiamo affermare in modo preciso quali saranno le città di traguardo,di passaggio e quali quelle di partenza. Si assicura però “Stiamo studiando il regolamento”.
Il lancio è stato prematuro e presto i promotori frenano.Il  4 Settembre esce un articolo  con il titolo a una colonna: “Una tregua di riserbo”,in cui si dice “per ora interrompiamo sulle nostre colonne di trattare del Giro D’italia”.Si erge a “Deus ex Machina” un ragioniere della Cassa di Risparmio,Primo Bongrani,appena tornato dai giochi olimpici di Londra,era segretario della spedizione italiana,ma aveva raccontato ai lettori della Gazzetta il dramma  Dorando Pietri.,prende un mese di ferie e bussa a tutte le porte come un frate da cerca.Il Corriere della Sera,dimenticando lo scippo, offre a Cougnet  3000 lire,il pilota Francesco Lancia 1000 lire,l’Ingegniere Sghirla del US Sanremese 500,per conto del Casinò,altre 1000,la ditta Fabbre e Gagliardi 500,La casa Palmer 200 lire ai corridori che montano gomme Palmer,la Wolber ai primi 4 muniti di pneumatici smontabili, 3000,5000,300 e 200 lire e la Pirelli 20 lire a tappa chi usa i suoi pneumatici,che salgono a 25 nella sesta tappa,30 nella settima e 50 all’ultima. Promette 4000 lire al primo,se non ha vinto premi.
Anche il re s’interessa.I Savoia si autopromuovono con il ciclismo: c’è la Coppa del Re,la Corsa regina Margherita…..Già nel 1895 Edoardo Bianchi aveva messo in sella la Regina Margherita,43 anni,e Umberto I aveva concesso alla “Bianchi” il titolo del “Fornitore di Casa Reale”.Ora anche la Regina Elena pedala,Il Ministero della Real Casa,il 18 Gennaio 1908,scrive al prefetto di Milano e chiede informazioni sul Giro. La Regia Questura,il 9 febbraio,risponde che “si tratta di un’iniziativa seria e utile” ,così tra i premi entra la Medaglia d’oro del re.
Solo l’8 Marzo si annuncia il percorso: 9 tappe,con la Genova-Nizza e la Nizza-Torino,che il 26 Marzo,sono assemblate nella Genova-Torino senza superare il confine.Il percorso misura 2,448 km,divisi in otto tappe. Il pilota Felice Nazzaro con una Fiat da 70 HP fa la ricognizione del percorso.La classifica è a punti. A ogni  tappa viene assegnato 1 punto al primo,2 al secondo,3 al terzo e così via. I punti delle tappe si sommano.Vince chi al termine ne totalizza meno.
Si corre Domenica ,martedì e giovedì,perché la Gazzetta esce tre volte alla settimana, lunedì,mercoledì e venerdì. Thomas Cook di Londra,organizza viaggi per i tifosi: 8 giorni da Milano a Napoli costano 205 lire.La gara è ripresa dalla “Società Anonima Fabbricazione Film Italiana ” di Luca Comerio,l’unica autorizzata a filmare gli arrivi.
Il tempo massimo si calcola su una velocità di 18 km/h.Al Touring Gondrand c’è il “Totalizzatore”: 5 lire a puntata. I telegrammi,con i passaggi della corsa,vengono esposti nelle vetrine della Ditta Gerolamo Radice.La punzonatura,eseguita dall’argentiere Alessandro Polloni,si svolge dalle 13:00 alle 18:00 del 12 Maggio nel salone del giardino Teatro Margherita all’albergo Loreto in Corso Buenos Aires,lì migliaia di persone bivaccavano nella notte attendevano il via che sarebbe scattata alle 2.53 del 13 Maggio.
Si iscrivono sei squadre: Atala Dunlop,Bianchi Dunlop,Stucchi Persen,Labor  Chauvin,Dei Michelin e Rudge Whitworth Pirelli. Tuttavia il concetto di squadra è ancora molto vago,ci si aiuta poco e non si ha una vera e propria divisa ,comunque hanno diritto di assistenza durante la corsa e all’arrivo, ci sono anche molti corridori senza squadra chiamati Isolati,che devono fare tutto da soli,trovarsi da mangiare e dormire e pagarsi le spese, ci sono anche diversi stranieri ,soprattutto francesi.

tre piccole premesse:
- A parte l'ultima parte presa da internet,il resto è preso dai libri
- Non sono capace di mettere le foto qui,se qualcuno le vuole mettere è libero di farlo.
-Purtroppo più di queste informazioni non è ho trovate
 
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