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Giro d'Italia: sul Serra San Bruno primo sigillo di Battaglin, Paolini ancora Rosa
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Giro d'Italia: sul Serra San Bruno primo sigillo di Battaglin, Paolini ancora Rosa

[Immagine: 2_0143444_1_thumb2.jpg]
La gioia di enrico Battaglin (Bardiani-CSF) - © Bettiniphoto

La quarta tappa del Giro continua a parlare italiano, in questo inizio di Giro che sta mettendo in mostra corridori giovani e meno giovani del nostro paese. Agli exploit di Puccio e Paolini, si va ad aggiungere oggi quello del veneto Enrico Battaglin: in una tappa lunga (quasi 250 km) e resa difficoltosa dal meteo e dalla salita conclusiva, il talentuoso 23enne della Bardiani-CSF - squadra 100% made in Italy e con la più bassa età media del gruppo - riesce finalmente ad esprimere tutta la sua classe, con una imperiosa volata che non lascia spazio ad alcuna replica. E' il secondo successo per Battaglin tra i professionisti, dopo la conquista della Coppa Sabatini nel 2011, quando ancora era stagista nella Colnago - CSF Inox. Ma non è solo la giornata dell'alfiere della banda Reverberi: altre buone notizie arrivano da Fabio Felline, 2° e autore di una pregevole tappa, da Danilo Di Luca, alla ricerca del ruggito di un tempo, e da Luca Paolini, che conferma la sua leadership in classifica generale.

Come nelle giornate precedenti, i fuggitivi non impiegano grandi sforzi ad evadere dal gruppo: nella tappa odierna è il turno di Julien Berard (AG2R), Emanuele Sella (Androni Venezuela) Miguel Minguez (Euskaltel Euskadi) e Ioannis Tamouridis (Euskaltel Euskadi), Johan Le Bon e Anthony Roux (FDJ) e infine Pim Ligthart (Vacansoleil). I 7 arrivano a guadagnare fino a 7' 15'', con Sella che, per tre ore, indossa la maglia rosa virtuale. La vera Rosa, quella di Luca Paolini, ha la squadra in testa al gruppo, che tira con un ritmo regolare e certamente non ossessivo (media delle prime 3 ore: 39 km/h).

Alcune incomprensioni tra i fuggitivi però fanno crollare il vantaggio (+3' 50''), fino a che non si rialzano Sella, Berard e Tamouridis. L'avventura dei fuggitivi però non è destinata a durare: risaliti in zona +5', sotto l'incedere della Vini Fantini di Luca Scinto il plotone si mette alla caccia dei tre reduci della fuga della mattina, e, quando si cominciano ad affrontare i primi chilometri della salita di Vibo Valentia (-50 dall'arrivo), li riacciuffano una volta per tutte.

Giunti sul GPM di Vibo, Pirazzi, transitato per primo, e il tedesco Getsche, secondo, prendono il largo nella successiva discesa, avvolti da una nebbia e una pioggia che disegnano scenari di alta montagna. Ci provano anche Marcato, Rabottini e Quintero, ma i loro attacchi vengono ben presto annullati. Così come quello del francese Sylvain Georges, in testa da solo per diversi chilometri e ripreso solo quando mancavano ne mancavano 10 dal termine.

E' proprio in questa fase che si concretizza l'azione più incisiva: il killer Danilo Di Luca (Vini Fantini), con un solo giorno di corsa prima di questo Giro, mette la testa fuori dal gruppo, riprende in un attimo l'atleta dell'AG2R e s'invola, insieme al colombiano Robinson Chalapud (Team Colombia), alla ricerca di un'impresa che lo riporterebbe nell'olimpo del ciclismo mondiale.

Il killer ha una grinta da vendere, sostenendo unicamente l'azione d'attacco. Pare non sentire il freddo e la pioggia. Macina chilometri su chilometri, si prende il GPM di Croce Ferrata, con il gruppo che rimane sempre lì ad una decina di secondi, senza mai però riuscire a chiudere sui due attaccanti. Chalapud alza bandiera bianca, Di Luca insiste e arriva in zona flamme rouge. In gruppo si organizzano l'AG2R per Betancur e la Katusha per Paolini. I secondi cominciano lentamente a calare, Danilo a stantuffare: entrati nel tratto lastricato, ci si rende oramai conto che per il corridore della Vini Fantini non c'è più speranza. Ai -300 metri avviene il ricongiungimento. Proprio in quel momento Giampaolo Caruso (Katusha) lancia la volata per il compagno Paolini: la Maglia Rosa però non ha la reattività della tappa di ieri, e viene superata a doppia velocità da Fabio Felline (Androni) e da Enrico Battaglin (Bardiani-CSF). E' un testa a testa tra i due giovani talenti nostrani, che si risolve però nol giro di poche pedalate: spremendo negli ultimi 200 metri ogni singolo residuo di energia, Enrico Battaglin riesce a sopravanzare il suo avversario e a conquistare, per distacco, il successo più importante della sua carriera. Fabio Felline (Androni) e Giovanni Visconti (Movistar), che si consola con la maglia azzurra, completano il podio. Seguono Rigoberto Uran (Sky), Arnold Jeannesson (FDJ), Cadel Evans (BMC), Beñat Intxausti (Movistar), Ryder Hesjedal (Garmin), Robert Kiserlovski (Radioshack) e infine Luca Paolini (Katusha), che mantiene agevolmente la Maglia Rosa.




Il video del finale della 4^ tappa

Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest
 
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