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Giro: fotografi derubati, solidaretà concreta di Rcs Sport
#1
Giro: fotografi derubati, solidaretà concreta di Rcs Sport
La disavventura è di quelle davvero gravi: ieri a Verona l'automobile dei fotografi statunitensi Ashley e Gherard Gruber è stata letteralmente svuotata da qualche manolesta. Sparite le valigie con abiti ed effetti personali, sparite le attrezz ature fotografiche, spariti gli hard disk che contenevano gli archivi di tre anni di lavoro.
Poco più in là, stessa scena, protagonista il fotografo australiano Varel che da freelance sta realizzando un reportage sul primo grande Giro della GreenEDGE: anche a lui non è rimasto nulla.
Ieri sera al fianco dei due è rimasto per molte ore Michele Acquarone, direttore del Giro d'Italia: «Come italiano, mi sono sentito chiamato in causa - spiega il numero uno della corsa rosa a tuttobiciweb -. Ma come? Arriviamo in Italia e ci troviamo subito di fronte a fatti del genere? Che figura ci facciamo con professionisti stranieri che sono venuti in Italia per lavorare seguendo la corsa più importante del nostro paese? Così ho ritenuto mio dovere fare qualcosa di concreto e grazie a RCS Sport abbiamo messo a disposizione dei tre fotografi una cifra che è servita loro ad acquistare attrezzature professionali per continuare a svolgere il loro lavoro ed effetti personali per poter restare in carovana. Quanto agli archivi, la perdita è incalcolabile e chissà che ci possa essere la sorpresa di una restituzione...».

dall'inviato Pier Augusto Stagi per tuttobiciweb.it
 
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#2
ATTACCHI & CONTRATTACCHI. Lettera ad Acquarone
Egregio dottor Michele Acquarone, direttore generale del Giro, meglio detto patron, le mando questa lettera a mezzo «tuttobiciweb» perché non conosco il suo indirizzo di casa e preferisco farla corta.
Le scrivo per manifestarle prima di tutto la più sincera ammirazione in merito al bruttissimo episodio delle auto svaligiate nella civilissima Verona, dove ha appena rivinto la Lega che mette al primo posto del programma la sicurezza e il controllo del territorio. Che proprio questa città, di suo bellissima, tra le primissime in Italia, abbia riaccolto il Giro in Italia con lo svuotamento di due macchine nel parco chiuso della carovana, nonostante lo sbandierato sistema di telecamere appositamente allestito per l’avvenimento, è decisamente una pesante sconfitta per la nostra reputazione internazionale. I bersagli del blitz delinquenziale, americani e australiani, rimasti senza macchine fotografiche, senza computer e letteralmente senza mutande, rimandano inevitabilmente in quelle zone penosi spot sul nostro Paese.
Se non altro, però, lei ha colto l’occasione per dare una grande prova di sensibilità. L’ho vista personalmente vicino per ore ai depredati, non li ha mai lasciati soli, abbandonandoli al loro sventurato destino. L’ho vista prestarsi sia in fase di denuncia agli inquirenti, sia in fase di consolazione psicologica. Un vero patron, attento alla sua grande famiglia, incurante della stressante agenda istituzionale di questi giorni, impegnato soltanto ad assistere gli ospiti stranieri.
Di più: abbiamo saputo che oltre a mettersi la mano sul cuore non ha esitato a metterne un’altra anche sul portafogli, ricomprando agli svaligiati le apparecchiature e il vestiario necessari a proseguire il viaggio italiano. Ho visto persino che il suo Angelo Morlin, vera anima e insostituibile factotum del Giro, ha subito rabberciato i vetri infranti delle auto skocciando prontamente ai finestrini i cartelli segnaletici del Giro, per tappare gli spifferi.
Dottor Acquarone, un buon lavoro. Un buon lavoro all’italiana, nel senso che è all’italiana il furto con scasso, ma sono italianissimi anche il cuore e l’inventiva con cui ci abbiamo messo una pezza. Dopo esserci vergognati per le macchine svaligiate, possiamo tutti andare fieri per come il Giro ci ha rappresentati sullo scenario internazionale. Le rivolgo i più incondizionati complimenti a nome della nazione, quanto meno della sua parte onesta e perbene.
Prima di salutarla, però, mi tolga anche un dubbio. Un dubbio che mi porto dietro dopo il lieto fine. Sinceramente: se avessero svaligiato le auto di anonimi fotografi italiani, può giurare che si sarebbe comportato esattamente allo stesso modo?

di Cristiano Gatti
per tuttobiciweb.it
 
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