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Guido De Rosso, gladiatore "Razza Piave"
#1
Guido De Rosso, gladiatore "Razza Piave"

[Immagine: 421px-Guido_De_Rosso_1965.jpg]

Nato il 28 settembre 1940 a Farra di Soligo (TV). Passista scalatore. Professionista dal 1962 al 1969 con 14 vittorie. 
Un corridore "razza Piave", solido di struttura e con una grande capacità di soffrire, costretto com'era a tenere alta l'andatura, a causa della sua non eccelsa consistenza nei cambi di ritmo. Un atleta che oggi giudicheremmo come bravissimo nel saper lavorare in lattacido. Si pensò a lui come ad un predestinato, quando, da dilettante, nel 1961, vinse il neonato Tour de l'Avenire. Le sue spiccate attitudini alle gare di durata, vennero immediatamente ribadite al primo anno da professionista, nel 1962, quando con la maglia della Molteni si impose nel Giro della Svizzera Romanda, stupendo gli addetti ai lavori per il suo atteggiamento da corridore navigato. Non vinse tappe, ma fece della regolarità un pegno vincente, superando un qualificato lotto di avversari. Chiuse il Giro d'Italia al 16° posto. 
L'anno seguente vinse la tappa di Yverdon al Tour de Suisse, la prova di Trento del Trofeo Cougnet, il Giro del Ticino e finì il Giro d'Italia al quarto posto. Insomma una continua crescita che parve dischiudersi nell'esplosione nel '64, quando fu tra i protagonisti del Giro d'Italia, concluso al terzo posto, alle spalle di Anquetil e Zilioli, staccato di soli 1'31" dal francese. Un piazzamento che maturò negativamente nella tormentata tappa di Caserta, dove accusò una battuta a vuoto che andò a compromettere la speranza di un testa a testa con l'immenso Anquetil. Nel 1964, l'ormai sempre più in palla De Rosso si laureò campione italiano al termine delle tre prove previste, trionfò nel Trofeo Matteotti, nella Milano Vignola e vinse alla grande la Coppa Placci. Quando sembrava arrivato ai vertici e pronto per vincere il Giro d'Italia, subì nel '65 quella flessione che non ebbe più nessuna inversione. Nell'anno, vinse solamente il Trofeo INA. Al Tour però, si comportò bene, chiudendo al settimo posto, ma quella fu la Grande Boucle di Gimondi, che la vinse, e di Motta, che finì terzo. Anche il 1966, pur registrando i successi nel Giro di Campania, nel Circuito di Col San Martino e nel Giro d'Abruzzo, confermò la tendenza di un progressivo allontanamento del trevigiano dai vertici. L'ultima affermazione, De Rosso la colse nel '67, sul traguardo del Giro del Piemonte. Nel '69 a vent'otto anni e mezzo, dopo due stagioni incolori nella Faema di Merckx, abbandonò l'attività agonistica.

Maurizio Ricci detto Morris
 
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#2
Avevo dimenticato, di inserire altezza e peso forma di De Rosso: 1,74 per 70 kg.
 
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