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I ciclisti non sono piu' capaci di correre
#1
Riporto qui le parole di LeMond, che trovo assolutamente condivisibili:

(Reuters) - Most of the Tour de France riders have lost their ability to race and their sponsors should be asking for their money back, three-time champion Greg LeMond said on Tuesday as he lashed out against the 'unwritten rules' of cycling.

In an action-packed ninth stage on Sunday, Fabio Aru attacked Chris Froome six kilometers from the top of the key climb of the day as the race leader raised his arm for assistance, later saying he had a mechanical problem.

Froome and some others believe the unwritten rules of the peloton stipulate that you don't attack the yellow jersey if he is not in capacity to respond.

LeMond, as well as several other former riders, strongly disagree.

"There should never be an unwritten rule that you should stop. Sponsors are paying millions of dollars to get performances," LeMond, on the Tour as an analyst for Eurosport, said in a daily chat with Reuters.

"If you're riding along at 40kph and you see the yellow jersey stops to urinate you don't attack, if he crashes and you're not racing fast, you don't attack.

"If the race is on, it does not matter what happens to the yellow jersey, he's got a team and that's what a team is for," added the American, who won the Tour in 1986, 1989 and 1990.

After Aru made his move, he was followed by most of the main contenders while Froome was changing bike, but Australian Richie Porte and Ireland's Dan Martin talked to the Italian to slow him down.

BMC Racing leader Porte later abandoned after crashing in the final descent.

MONEY BACK

Aru did not follow up on his attack and Froome caught them -- ending the stage in third place and collecting four seconds in time bonuses.

One team, however, went on ahead. AG2R-La Mondiale took all risks in the descents to set up Romain Bardet for the stage win and it almost paid off, last year's runner-up being caught only two kilometers from the finish line.

"What AG2R did was the best thing I'd seen in a long time," said LeMond.

"There's no team like that on the Tour, they are happy with second place. And BMC, who are they riding for? Are they racing for Richie Porte or for Froome?

"These guys should perform for their sponsor. I would ask for some money back," he added.

LeMond believes Sky have too big of an influence on the rest of the peloton.

"Sky have been doing that for a couple of years. They come up and slow people down," he explained. "Remember that stage to the Mont Ventoux (last year)."

In 2016, Froome stopped to wait for three team mates who had crashed in a descent ahead of the climb up to the Mont Ventoux, and the rest of the peloton slowed down to wait on them.

"The riders have lost their ability to race," said LeMond.

(Reporting by Julien Pretot; Editing by Christian Radnedge)
 
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#2
Mah.

Non facciamo l'errore di spingerci troppo dall'altra parte.

Aru poteva comunque continuare per conto suo, o far tirare Fuglsang che era là.

Porte chiaramente non gli avrebbe mai dato una mano per paura di subire la vendetta degli Sky alla prima occasione. Porte che a 33 anni è a quota zero podi nei GT, mi pare anche normale che non volesse prendersi rischi eccessivi per paura di perdere tutto (poi è successo comunque, ma tant'è). Discorso simile per Daniel Martin.

Poi Lemond che andò nella squadra di Hinault a spartirsi i Tour col tasso. Dai su.
 
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#3
Appunto, perche' io corridore della BMC/Astana/etc devo preoccuparmi delle ripercussioni da parte di un'altra squadra? Da chi prendo i soldi? Capisco che molti si sentono arrivati quando odorano aria di podio, pero' mi sembra che questo atteggiamento sia iperbolicamente aumentato negli ultimi anni.

Gli do ragione soprattutto quando dice che nessuno vuole (puo'?) spezzare l'equilibrio e l'egemonia del Team SKY in corsa per quanto riguarda la generale, o, ad esempio, la Quick Step per quanto riguarda la tappa di ieri. Chi ne risente alla fine e' lo spettatore, che da almeno due anni a 'sta parte si trova davanti ad uno spettacolo abominevole presentato come la corsa piu' bella ed importante del pianeta, che di fatto lo e' ad oggi solo in termini economici.

Hai ragione su Lemond, chiaro che queste situazioni sono esistite in passato. Prendi anche tutti i Tour quando c'era la US Postal. Pero' a me del passato non me ne frega molto, voglio divertirmi a guardare una corsa oggi, domani e nei prossimi mesi, quindi cio' che mi fa schifo e' il presente e (il potenziale) futuro.
 
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#4
Perché io sono Richie Porte, ho 33 anni, chissà se riavrò mai più la possibilità di arrivare sul podio al Tour dunque non vedo perché devo prendermi il rischio di perdere 10 minuti in una tappa di pianura perché ho fatto incazzare la Sky.

Ah e la BMC non fa podio al Tour dai tempi di Cadel Evans, anche loro avrebbero stappato per un 2°/3° posto, altro che chiedere indietro i soldi a Porte.

Qua siamo tutti froci col culo degli altri. I corridori che potevano prendersi determinati rischi per un motivo e per un altro sono andati tutti, a parte Bardet che non ha comunque il motore per fare le onde. Che Porte si sarebbe limitato a provare a staccare Froome negli ultimi km di salita lo sapevamo, e sappiamo anche perché.

Questo atteggiamento iperbolicamente aumentato io non lo vedo. Tant'è che di Tour belli da quando seguo il ciclismo ne ho visti due, 2003 e 2011.

Ullrich e Basso ad attaccare realmente Armstrong non ci hanno mai provato, Andy Schleck ha attaccato solo nell'anno in cui Contador non era performante al 100%, Quintana con Froome nel 2015 non ha avuto il coraggio di prendersi il rischio di seguire Nibali. E questi sono corridori che potevano permettersi di rischiare, al contrario di Porte e Aru.

Peraltro va bene tutto, ma pensare di divertirsi guardando QUESTO Tour è una cosa totalmente utopistica. Purtroppo vi hanno ficcato in testa che la corsa la fanno i corridori(assunto tutto fuorché esatto) così si finisce per criticare i ciclisti senza vedere che per il terzo anno di fila ci hanno propinato una Parigi - Nizza di tre settimane, dove non ti inventi nulla.

Ah, al Giro abbiamo visto cose di gran lunga peggiori.
 
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#5
Al di là delle parole di Lemond, il problema esiste. 
Tutto il ciclismo poggia ovviamente sui milioni e milioni di appassionati. Le grandi corse fanno grandi ascolti televisivi e vedono centinaia di migliaia di tifosi a bordo strada. In tanti amano le due ruote a tutto tondo, praticando a livello amatoriale e muovendo una industria di rilievo. 
Il Tour è una corsa chiave: l'andazzo di questi ultimi anni, tra decine e decine di tappe uguali (pianura, fughetta, rientro curato dalle squadre dei velocisti, volatina, col dominatore di quell'anno) è di una noia mortale.  Poi grandi ascolti nelle tappe di montagna che spesso (in quanto monche, brevi, mal disegnate) deludono le attese. Rarissime le occasioni di grande fondo. Probabile che vi sia un calo di ascolti / gradimento ma non è rilevabile / importante perché le alternative sono altrettanto risibili. E' come vedere un film con il finale scontato e le emozioni riguardano i ventagli, le cadute, qualche polemichetta... Il Cavendish o il Kittel di turno vince 4 / 5 tappe e Froome arriva in giallo a Parigi. Bello...
Sono d'accordo con Manuel sui rischi eccessivi di alcune discese, non messe in condizioni di sicurezza. Non guardo il ciclismo per veder rischiare la vita. Molti rischi fanno parte di questo sport, ma meno sono e meglio è. I finali da volata devono essere adatti alla volatona, curve, curvette e sedi stradali non abbastanza larghe non devono vedere arrivi da volatona. 

Cosa ricordiamo, cosa rende il ciclismo il magnifico sport che è? Facile, le grandi salite, le belle fughe, la fatica dei corridori, gli arrivi alla spicciolata, i risultati sorprendenti, chi va in crisi e chi riesce a produrre ancora uno sforzo in più, l'incertezza. Alcune classiche diventano bellissime come gare ad eliminazione, con pochi o uno solo che emergono nel finale. Certo, un grande giro deve dosare chilometraggi e sforzi, ma l'idea di fondo non può essere troppo dissimile. 
Al Tour bisognerebbe fare concorrenza su questo terreno, con un prodotto meno standardizzato, più incerto (e il Vegni che dice che basterebbe collegarsi per le fasi finali ha in questo e altro un'idea diversa, e sbagliata). Poi ci mette il carico anche la RAI, per un prodotto standard in cui decantare comunque gli ascolti, che siano due milioni o quattro con share xy (il Giro potrebbe tranquillamente arrivare ai sei milioni di spettatori se si creassero le premesse). Non so se avesse altri limiti o problemi come "Patron" ma i giri di Zomegnan erano sicuramente più alla ricerca di nuove possibilità. 

Il coraggio riguarda anche quali corse produrre. Sono enormemente d'accordo con Jussi e Paglia, sarebbe splendido seguire in diretta, o almeno con sintesi ampie e ben fatte, il Giro della Valle d'Aosta. E sarebbe molto interessante mettersi a tavolino e ragionare su quali corse organizzare, produrre, mandare in diretta. Ci vedo persino un interesse del Paese, in termini di cultura (legata anche alla nostra tradizione), di promozione turistica. 

Per le squadre diventa anche un problema di volontà a crearsi uno spazio. La dittatura Sky non mi sembra così impossibile da scardinare. Si possono creare delle alleanze, non per improprie collaborazioni (stile Giro) ma proprio come assicurazione contro le eventuali "vendette" della squadra padrona e dei suoi vassalli. 

Al processo si stanno chiedendo se Kittel può arrivare a 8 vittorie come Merchx. Posso? Ma CHISSENEFREGA! Kittel è Kittel (bravo, eh) e MERCHX è MERCHX. Facciamone 15 di tappe da volata, così qualcuno lo batte Eddy. Ma dai... 
Le imprese di Coppi, Merchx, Hinault, Pantani, danno da mangiare a tutta questa gente. Si chiedessero perché.
 
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