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Giro d'Italia, Nibali dominatore alle Tre Cime. Uran ed Evans sul podio, 4° Scarponi.
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Giro d'Italia, Nibali dominatore alle Tre Cime. Uran ed Evans sul podio, 4° Scarponi.

Vincenzo Nibali, 20^ tappa
L'arrivo di Nibali sulle Tre Cime di Laveredo - © BettiniPhoto/Roberto Bettini 2013

Un'altra vittoria, tanto per non lasciare alcun dubbio in sospeso. Vincenzo Nibali è il vero dominatore del Giro d'Italia, il padrone indiscusso dell'edizione di quest'anno. Più di dieci giorni in Maglia Rosa, due tappe conquistate, una lasciata a Santambrogio, mai in difficoltà sia che ci fosse il sole (poco), che il vento, che la pioggia o la neve. Un successo nel tappone (anche se mutilato, visto che gli organizzatori sono stati costretti a tagliare Costalunga, San Pellegrino e Giau) che conclude nel migliore dei modi questa sua avventura, nell'attesa di essere celebrato domani sul podio di Brescia.
Per i suoi avversari, oggi come nelle ultime tre settimane, non c'è mai stato niente da fare: Uran ed Evans devono accontentarsi delle posizioni di rincalzo, mentre l'altro italiano Scarponi deve accontentarsi, anche quest'anno, della quarta posizione.

Partenza alle 11:30, con un'andatura fin da subito molto veloce che fa pensare ad una giornata di grande spettacolo. Servono una trentina di chilometri perchè si crei la fuga: riescono ad evadere dal gruppo Giairo Ermeti (Androni), Pavel Brutt (Katusha) ed Adam Hansen (Lotto Belisol), al secondo tentativo di giornata, su cui rientra successivamente Yaroslav Popovych (Radioshack).

La fuga viene tenuta sotto controllo soprattutto dagli Euskaltel-Euskadi, che fanno la corsa per il loro capitano Samuel Sanchez, coadiuvati da un Ag2r e anche un corridore del Team Colombia. La fuga riesce ad accumulare quasi 8 minuti di distacco, ma l'avvicinarsi di Cortina d'Ampezzo e del Passo delle Tre Croci, la prima asperità di giornata e vera e propria porta delle Tre Cime di Laveredo, fa calare sempre più il vantaggio dei quattro fuggitivi dal gruppo Maglia Rosa.

Il Passo delle Tre Croci viene attaccato in maniera molto violenta dagli uomini della Cannondale, con Carlos Betancur (Ag2r) - e tutta la sua squadra -che impiega diversi chilometri per rientrare in gruppo dopo una foratura avvenuta proprio alle porte di Cortina. Su questa salita pedalabile si susseguono gli attacchi dalla distanza, guidati da Weening prima e dai vari Pirazzi, Atapuma, Brambilla e Capecchi, e cominciano ad intuire le condizioni dei migliori: Mauro Santambrogio già cede e neanche con l'aiuto di Rabottini riesce a recuperare, Cadel Evans e Samuel Sanchez non sembrano nella loro migliore giornata e si aggirano nelle retrovie del gruppo.

All'imbocco delle Tre Cime di Laveredo, quando mancano 7 km dal termine della corsa, la situazione è molto frazionata, con Capecchi che prende 15 secondi sui compagni d'attacco Brambilla e Weening, poi Pirazzi ed Atapuma a 50 secondi e il gruppo tirato da Agnoli a 1'20''. Il gran lavoro degli Astana però si fa ben presto sentire, e tutti gli attaccanti vengono ripresi ad uno ad uno lungo le forti pendenze dell'ultima salita del Giro di quest'anno.

Nessuno dei big però ha la forza e il coraggio di aprire la contesa. E così Vincenzo Nibali entra in scena, da vero protagonista: ai -3 km dal traguardo scocca il primo colpo insieme al compagno Tanel Kangert (Astana). La selezione comincia a farsi davvero vedere, Scarponi è il primo a reagire. Ma non c'è tempo che il siciliano dell'Astana riparte con altri due allunghi devastanti, il tutto neanche del giro di un chilometro. Alle sue spalle si crea il vuoto, nessuno riesce neanche ad avvicinarsi al suo irresistibile passo. I colombiani Uran, Duarte e Betancur si organizzano e si avvantaggiano a 200 metri circa da Nibali, mentre stantuffano sia Evans che Scarponi in un gruppetto, poco più indietro, insieme a Pellizotti e Pozzovivo.

La lotta rimane tutta nelle retrovie, perchè Vincenzo Nibali (Astana) sin da subito è parso praticamente irraggiungibile. Ha tutto il tempo di sistemarsi la maglietta e di esultare ancora rabbiosamente, con il pugno al cielo, mentre Fabio Duarte (Team Colombia) intorno imperversa una tormenta di neve. Alle sue spalle un trio di colombiani: Fabio Duarte vince lo sprint contro Rigoberto Uran (Sky), mentre poco più dietro giunge il soddisfatto Carlos Betancur (Ag2r), definitivamente maglia bianca del Giro d'Italia. A 44 secondi il neoprof Fabio Aru (Astana), poi il campione italiano Franco Pellizotti (Androni); verso i 55 secondi di distacco chiudono Domenico Pozzovivo (Ag2r) e Damiano Caruso (Cannondale), mentre completano la top 10 di giornata, con un minuto di ritardo dal vincitore, Darwin Atapuma (Team Colombia) e Rafal Majka (Saxo-Tinkoff).
Il marchigiano Michele Scarponi (Lampre), grazie anche all'aiuto di Przemyslaw Niemiec (Lampre), alla fine è riuscito ad arrivare 13° e a guadagnare una ventina di secondi su Cadel Evans (BMC), crollato nell'ultimo chilometro.

In classifica generale il siciliano Vincenzo Nibali (Astana) crea così un vero e proprio solco con il resto dei contendenti: Rigoberto Uran (Sky), che ha conquistato quest'oggi la seconda piazza del podio, e Cadel Evans (BMC) si aggirano intorno ai 5 minuti di distanza, mentre Michele Scarponi (Lampre) non si schioda della 4° posizione, a quasi 7 minuti. Il colombiano Carlos Betancur (Ag2r) invece scavalca Przemyslaw Niemiec (Lampre) al 5° posto, per soli 20 secondi di differenza. Domani la tappa passerella di Brescia, che ufficializzerà il trionfo dello Squalo dello Stretto.




Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest
 
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