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IAM Cycling 2015
#1
organico rosa formazione staff maglia bicicletta corse IAM Cycling 2015


IAM Cycling



Informazioni
Sigla UCI: IAM
Licenza: World Tour
Affiliazione: Svizzera

Indirizzo:
Batiment C
Rte de Champ Colin 2
1260 Nyon
SWITZERLAND

E-mail: contact@iamcycling.ch
Sito web: http://www.iamcycling.ch




Organico
Marcel Aregger
Matthias Brandle
Sylvain Chavanel
Clément Chevrier
Stef Clement
Jérôme Coppel
Thomas Degand
Stefan Denifl
Dries Devenyns
Martin Elmiger
Sondre Holst Enger
Mathias Frank
Jonathan Fumeaux
Heinrich Haussler
Reto Hollenstein
Dominic Kluge
Permin Lang
Jarlinson Pantano
Simon Pellaud
Matteo Pelucchi
Jérôme Pineau
Vicente Reynes
Sébastien Reichenbach
Aleksejs Saramotins
Patrick Schelling
Jonas Van Genechten
Larry Warbasse
Marcel Wyss




Staff tecnico
General Manager: Michel Thetaz

Direttori Sportivi: Marcello Albasini, Serge Beucherie, Kjell Carlstrom, Eddy Seigneur

Biciclette: Scott



 
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#2
IAM, Thétaz: solo gli idioti non cambiano idea
Il team elvetico è approdato al WorldTour

«Il WorldTour per noi era un sogno lontano, ma abbiamo vissuto una grande stagione che ci ha portato ad essere tra i migliori team della nostra categoria e siamo pronti a crescere ancora - così scrive il team manager della Iam Michael Thétaz in un comunicato emesso dopo la promozione del team al WorldTour -. Si è aperta una possibilità, come avrei potuto spiegare ai nostri corridori e allo staff che avevamo deciso di rinunciare? Siccome solo gli idioti hanno paura di cambiare opinione, abbiamo deciso di sfruttare l'opportunità che ci è stata concessa, abbiamo lavorato per presentarci con le carte in regola davanti alla Commissione delle Licenze e siamo pronti a dare il massimo, in una stagione nella quale non dipenderemo più dagli inviti degli organizzatori».

tuttobiciweb.it
 
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#3
Giuseppe Archetti approda alla IAM
Il numero uno dei meccanici

Ha iniziato nel 1989 alla Carrera di Davide Boifava, e da oggi è a tutti gli effetti un meccanico della IAM Cycling, e che meccanico... Giuseppe Archetti dalla Cannondale passa al team svizzero da poco promosso nel Wolrd Tour. Si riforma così una coppia consolidata di bresciani doc e soprattutto grandi amici, come sono Mario Chiesa e Giuseppe Archetti appunto, considerato in gruppo il punto di riferimento dei meccanici. Beppe troverà anche Matteo Pelucchi, oltre a Quadranti (massaggiatore) e Cedroni (autista del motorhome).

tuttobiciweb.it
 
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#4
Dopo aver ricevuto una inattesa licenza World Tour, gli svizzeri della IAM Cycling hanno ufficializzato il loro organico in vista della prossima stagione: 29 corridori in totale, sono stati ingaggiati Stef Clement e David Tanner (Belkin), Dries Devenyns (Giant-Shimano), Jonas Van Genechten (Lotto-Belisol), Larry Warbasse (BMC), Thomas Degand (Wanty-Groupe Gobert), Jarlinson Pantano (Colombia), Jérome Coppel (Cofidis), Clément Chevrier (Bissell), Sondre Holst Enger (Sparebanken) e infine Simon Pellaud (elite).

Nuovi Arrivi: Stef Clement (Belkin), David Tanner (Belkin), Dries Devenyns (Giant-Shimano), Jonas Van Genechten (Lotto-Belisol), Larry Warbasse (BMC), Thomas Degand (Wanty-Groupe Gobert), Jarlinson Pantano (Colombia), Jérome Coppel (Cofidis), Clément Chevrier (Bissell), Sondre Holst Enger (Sparebanken), Simon Pellaud (elite).

Confermati: Marcel Aregger, Matthias Brändle, Sylvain Chavanel, Stefan Denifl, Martin Elmiger, Mathias Frank, Jonathan Fumeaux, Heinrich Haussler, Reto Hollenstein, Roger Kluge, Pirmin Lang, Matteo Pelucchi, Jérome Pineau, Sébastien Reichenbach, Vicente Reynes, Aleksejs Saramotins, Patrick Schelling, Marcel Wyss.

 
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#5
IAM Cycling pronta per stupire
Il World Tour non è più un sogno per la IAM Cycling. Ad aprire la nuova avventura nella massima categoria mondiale sono state le parole di Michel Tetaz, CEO della IAM Funds e fondatore dello IAM Cycling Team nel corso del consueto vernissage stagionale. E’ stata una presentazione carica di emozione quella che si è tenuta ieri sera a Saanen (Svizzera), davanti ad una platea di ospiti e giornalisti.

“Il regalo di Natale più bello è arrivato nel mio ufficio di Ginevra alcuni giorni fa, sottoforma di lettera della Commissione Licenze dell’UCI che annunciava che nella prossima stagione avremmo avuto la licenza World Tour.” ha spiegato nel corso del proprio intervento Michel Thetaz “Questo è un risultato importante, frutto di tutto il lavoro che abbiamo fatto sin dalla nascita della IAM Cycling, nella primavera del 2012. Abbiamo fatto dei grandi sforzi per raggiungere questo traguardo e realizzare il nostro ambizioso obiettivo. Oggi sono l’uomo più felice del mondo perché IAM Funds celebra il proprio ventesimo anno di attività festeggiandolo proprio con questa licenza World Tour da main sponsor. Non avrei potuto chiedere un regalo più bello per la società che ho fondato e guidato a partire dal 1995”.

Una licenza World Tour come una autentica ciliegina sulla torta dopo una stagione ricca di successi (38 podi e 17 vittorie, questo il bottino targato 2014 per la formazione elvetica) culminata con il record dell’ora messo a segno da Matthias Brandle.

Entusiasta della promozione anche il direttore sportivo, Serge Beucherie: “Voglio ringraziare Michel Thetaz per il suo entusiasmo, la passione e la fiducia che ha avuto nei confronti di questo progetto sin dai primi giorni di attività. E’ stato lui a lanciarci questa sfida e a motivarci per raggiungerla. Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo in appena due anni, è fantastico ma non ci fermeremo qui!”.

A parlare del 2015, mentre sul palco prendeva forma la rosa 2015 in una ambientazione decisamente bucolica con le montagne sullo sfondo e gli atleti seduti sulla paglia, è stato, invece, a Rik Verbrugghe, nuovo team manager operativo e coordinatore di tutte le attività del team su strada: “IAM Cycling non vuole sovraccaricare gli atleti semplicemente perché siamo entrati nel World Tour. Nel 2014 la media di giorni di gara per i 25 atleti sotto contratto è stata di 66 giorni. Per il 2015, con lo status di WorldTour, ci sarà per forza un incremento che, secondo le nostre previsioni, dovrebbe comunque restare entro le 72 giornate di gare, che è un numero ragionevole se confrontato a quanto fanno le altre squadre della stessa categoria. Con 29 atleti a disposizione e tre neo-professionisti, possiamo certamente gestire la rosa per dare spazio a tutti. La strategia sarà quella di costruire due gruppi di lavoro distinti: uno attorno a Mathias Frank, che sarà il nostro leader per le gare a tappe e l’altro guidato da Sylvain Chavanel e Heinrich Haussler per le classiche. In definitiva, siamo al lavoro per creare un gruppo il più possibile compatto e omogeneo”.

Tra gli uomini da tenere d’occhio anche l’ex campione olandese a cronometro Stef Clement, il transalpino Jerome Coppel, il belga Dries Devenyns, il colombiano Jarlinson Pantano, l'australiano David Tanner e l'americano Larry Warabasse.

Tanti anche i giovani talenti in forte crescita proprio alla scuola del team svizzero, a partire dai riconfermati Aregger, Fumeaux, Reichenbach e Schelling e ai neo-arrivati Sondre Enger, il norvegese che ha chiuso al quinto posto il campionato del mondo under 23, il francese Clement Chevrier e Simon Pellaud, già laureatosi campione svizzero under 23 nel 2013.

Insomma, la IAM Cycling fa sul serio: il team è pronto per fare il proprio debutto tra i grandi del ciclismo mondiale. Pochi campioni affermati, tante speranze e la giusta voglia di stupire: gli avversari sono avvisati.

Scritto da Andrea Fin per Ciclismoweb.net
 
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#6
"I AM" Cycling: chiamateli per nome
Ora che i colori del World Tour 2015 sono ormai stati tutti svelati e la prima uscita ufficiale al Tour Down Under è alle porte, è la personalizzazione delle maglie a tenere banco.

[Immagine: iam_nomi.jpg]

La novità più simpatica è quella introdotta dagli svizzeri della IAM Cycling che hanno deciso di chiamare per nome, anzi, per cognome i propri atleti. Il noto brand legato al mondo degli investimenti punta ad inaugurare un nuovo tormentone così ecco spuntare sulla maglia color blu-notte i cognomi e, in qualche caso i soprannomi, degli atleti che nel 2015 gareggeranno per la formazione elvetica.

Dall'italiano Matteo Pelucchi sino al capitano Sylvain "Chava" Chavanel, passando pure per il belga Jonas Van Genechten che ha costretto i grafici a fare gli straordinari...

Ciclismoweb.net
 
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#7
Anche l'anno scorso c'era il nome sulla schiena, ma forse era un po' meno visibile. Bella trovata per tifosi e telecronisti...
 
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#8
Secondo me sarebbe ora che ogni squadra introducesse i nomi dietro le maglie o sui lati
 
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#9
Scorrendo velocemente con il mouse leggo sempre "Iamm a chiavà" Confuso

Nuovo soprannome!
 
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[+] A 2 utenti piace il post di BidoneJack
#10
(15-01-2015, 02:00 AM)Carles Puyol 2 Ha scritto: Secondo me sarebbe ora che ogni squadra introducesse i nomi dietro le maglie o sui lati

Sui lati sì, sul dorso... mah, ho paura risulti troppo antiestetico. Qui son stati bravi a sfruttare "I am" e ad inserirlo all'interno, ma sennò mi sa che vien fuori un po' un troiaio... Sese
 
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#11
Può essere anti-estetico, però che siano riconoscibili prima di tutto. Per la TV non ci sono poi tanti problemi perchè i telecronisti e le regie sono diventati abbastanzi sgamati, però per il tifoso sulla strada rimane la difficoltà di riconoscere il corridore in certe condizioni (vabbè ai 50 all'ora non li riconosci neanche se diventi Mazinga Z, sto parlando di partenze incasinate o salite pedalibili) e per esperienza personale le scritte laterali, quelle classiche Sky, non bastavano.

Comunque i nomi sul dorso non sono neanche una novità assoluta, se non sbaglio già alcune squadre degli anni '90 li usavano.
 
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#12
l'UCI non ha approvato la novità, sono stati costretti a usare un design più classico

 
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#13
Mah... Sweat
 
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#14
IAM Cycling, Thétaz: «Credetemi, il ciclismo è un vero affare»
«E vogliamo farlo all'insegna dello sport pulito»

Michel Thétaz, manager finanziario alla guida del colosso Iam, sta seguendo da vicino i primi passi della sua squadra, la Iam Cycling, nel ciclismo. «Il mio lavoro di manager mi concede poche occasioni per seguire le corse in prima persona - ha spiegato in una lunga intervista concessa alla Radiotelevisione Svizzera Francese - ma ho voluto essere alla partenza della Parigi-Nizza e della Tirreno-Adriatico per caricare la squadra alla vigilia dei primi due grandi appuntamenti della stagione. Discorsi? No, il tempo dei discorsi è nell'inverno, quando si fanno i programmi e si gettano le basi per la stagione. Al massimo un incitamento a dare sempre il massimo. A luglio però sarò in vacanza e potrò seguire meglio la squadra sulle strade del Tour de France».

Nella vostra squadra non c'è il classico grande leader…
«Non abbiamo grandi leader oggi, ma abbiamo sicuramente leader in divenire: penso a Frank o Reichenbach, per fare due nomi. Siamo una squadra che sta crescendo e oliando i propri meccanismi: alla Parigi-Nizza, per esempio, abbiamo potuto testare la squadra, i meccanismi e tutto quello che serve per cercare di essere protagonisti nel corso della stagione. E un corridore come Haussler ha preparato le grandi classiche».

Punterete alle grande corse in linea o alle corse a tappe?
«Per noi contano più le corse a tappe, anche perché è più facile ottenere qualche risultato. Nelle grandi classiche, invece, è tutto più difficile, non puoi sbagliare nulla e non dipende nemmeno solo da te».

Quindi nel mirino avete…
«Il Giro di Romandia sarà una delle corse più importanti per noi, perché corriamo sulle nostre strade. E poi io sono nato vicino a Champelac, dove si concluderà una delle tappe più belle, è normale che mi stia particolarmente a cuore. Il Tour? Tutti sanno quanto è difficile fare risultato alla Grande Boucle perché tutti si presentano al via con la migliore formazione e nelle migliori condizioni».

Qual è il bilancio di tre anni di investimento per la Iam?
«Questi tre anni ci hanno dato grande visibilità, anche perché i nostri concorrenti tradizionali - vale a dire le società che operano in campo finanziario - investono piuttosto sul golf e sulla vela. Nel ciclismo ci siamo solo noi e cerchiamo di sfruttare al meglio questo spazio: la nostra squadra ha come obiettivo quello di portare sulle strade la stessa filosofia della casa madre. Siamo una squadra svizzera, l'unica squadra professionistica svizzera, e al tempo stesso un team di stampo internazionale».

Avete scelto uno sport che viene spesso associato alla parola doping.
«Abbiamo riflettuto molto sull'argomento prima di decidere di entrare nel mondo del ciclismo e l'abbiamo fatto ponendo regole precise. Per esempio ho fortemente voluto una partnership con l'Ospedale Cantonale di Ginevra, non ho voluto affidare la squadra ad un solo medico. Il doping un tempo era organizzato direttamente dalle squadre, quindi diversi corridori erano coinvolti. Oggi noi vogliamo essere protagonisti di un cambiamento delle regole, non abbiamo bisogno di barare, piuttosto vogliamo dare sempre il massimo e questo ci basta. In tante squadre c'è questa volontà: ricordo che siamo tra i fondatori del MPCC e sono convinto che questa sia la strada da seguire. In futuro, tra cinque o dieci anni, guarderemo a questi anni come a quelli di un profondo cambiamento. Certo, sappiamo bene che non tutto è risolto ma le squadre del MPCC hano voluto regole più severe per continuare a lottare:, in ogni azienda, in ogni ambiente ci sarà sempre chi bara, ma con misure sempre più severe e con una giustizia veloce ed efficace si riuscirà ad isolare sempre di più questi casi».

E se un corridore della Iam risultasse positivo?
«Sarebbe un giorno bruttissimo per noi perché noi stiamo facendo di tutto per combattere il doping. Il nostro impegno è totale: il nostro staff medico non fa capo al team manager ma direttamente allo sponsor, cioè a me, e questo implica un impegno a 360 gradi della nostra struttura».

Ci spiega la scelta di entrare nel WordTour?
«Alla fine di un secondo anno di attività nel quale abbiamo ottenuto risultati migliori di vari team Worldtour, abbiamo deciso di non dipendere più dagli inviti altrui, ma di fare il grande salto e di invitarci da soli a tutte le gare più importanti del mondo. Lo scorso anno non siamo stati invitati al Giro d'Italia, quest'anno l'abbiamo fatto da soli. Siamo cresciuti ed oggi sono i corridori che cercano Iam, i grandi corridori che ci cercano. Confesso che siamo cresciuti più velocemente di quanto io stesso pensassi o ami fare, l'abbiamo fatto grazie all'impegno di tutti. Oggi in squadra siamo 75 ed è incredibile se pensate che la casa madre IAM ha solo 45 dipendenti… Ovviamente vogliamo continuare a crescere: un colpo di pedale dietro l'altro e possiamo andare davvero lontano».

tuttobiciweb.it
 
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#15
Non solo Tour: ecco come si lavora in altura
Non c’è solo il Tour de France. Sono molti gli atleti che in queste settimane stanno preparando la seconda parte di stagione lontani dalla Grand Boucle. Tra questi anche i corridori della IAM Cyling che in questo periodo si trovano in ritiro ai 2300 metri del Passo del Bernina sotto la direzione del ds Marcello Albasini: “Lo scopo di questo ritiro è quello di preparare la seconda parte di stagione e in particolare la Vuelta. Finora abbiamo fatto un sacco di lavoro di resistenza per rinforzare la base di allenamento già costruita nel corso dell’inverno. Ma ora entreremo nella seconda parte del nostro programma con allenamenti specifici per ogni corridore a seconda delle diverse specializzazioni. Ad esempio Matteo Pelucchi lavorerà sugli sprint mentre Heinrich Haussler si concentrerà sulla potenza che gli servirà per le classiche. Poi atleti come Aregger o Warabasse dovranno lavorare in salita per farsi trovare pronti sulle ascese spagnole” ha illustrato il tecnico svizzero.

Tra i corridori presenti al collegiale in altura Marcel Aregger, Heinrich Haussler, Roger Kluge, Matteo Pelucchi, Vicente Reynes, Patrick Schelling, Laurence Warabasse e Aleksejs Saramotins. Il giovane Larry Warabasse, che sarà l'uomo di punta del team elvetico per la classifica generale sia al Giro di Polonia sia alla Vuelta Espana si è detto fiducioso in vista del finale di 2015: “Qui a oltre 2300 metri, al Passo del Bernina, il corpo ha bisogno di alcuni giorni per adattarsi alla quota ma poi, i lavori svolti qui mi aiuteranno ad affrontare le montagne più alte della Vuelta. In più partendo da qui ogni giorno per gli allenamenti abbiamo un bel tratto di discesa iniziale ma poi dobbiamo sempre risalire e questo è un allenamento continuo. Nelle prime corse della stagione i tecnici mi hanno mostrato le mie debolezze e i punti che potevo migliorare e già da questo ritiro sento che sto crescendo molto. Questo è davvero il clima ideale per crescere: ho il personale della squadra al mio fianco e il tempo necessario per programmare un allenamento completo. Al Giro d’Austria, ad esempio, mi è mancata l’esplosività necessaria in salita e ora sto lavorando anche su questo aspetto. Senza pressione e solo con la voglia di farmi trovare pronto in Polonia e in Spagna” ha spiegato il giovane atleta statunitense classe 1990.

ciclismoweb.net
 
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