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Il borsino della Vuelta a España 2013: i favoriti per la corsa alla maglia rossa
#1
Il borsino della Vuelta a España 2013: tutti i favoriti per la corsa alla maglia rossa


Chi riuscirà a spuntarla nella corsa alla maglia roja della Vuelta a España 2013? - foto © BettiniPhoto.net

Oramai poche ore ci separano dal via galiziano della 68a edizione della Vuelta a España, l'ultimo (in ordine di tempo, e non solo) Grand Tour stagionale. Una corsa in cui l'Italia non ha mai trovato grandissima fortuna, visto che contiamo solo cinque successi ed un podio. Ma quest'anno la musica potrebbe suonare in maniera del tutto diversa: il favorito numero uno, colui che viene indicato da tutti come l'uomo da battere, è infatti proprio il siciliano Vincenzo Nibali, firmatario dell'ultimo successo italiano in terra iberica (2011). Senza contare che, insieme al capitano dell'Astana di Beppe Martinelli, ci saranno altri due pezzi da novanta in materia di corse a tappe come Michele Scarponi (2° al Giro 2011 e 4° nel 2010, 2012 e 2013) ed Ivan Basso (due Giri d'Italia, due podi al Tour de France e un 4° posto alla Vuelta 2009), con Domenico Pozzovivo che potrebbe fungere da scheggia impazzita. Ovviamente i rivali più pericolosi si troveranno tra le file di casa, con un Valverde voglioso di riscatto dopo un Tour che gli ha lasciato l'amaro in bocca, un Samuel Sanchez all'ultima grande corsa in Euskaltel-Euskadi e un Joaquim Rodriguez gasatissimo dopo essere salito sul podio del Tour de France; e da tenere d'occhio saranno anche i colombiani, che, sugli undici arrivi in salita presenti quest'anno, potrebbero essere i più difficili da battere: Sergio Henao e Rigoberto Uran cercheranno di ripetere quello che fecero, in casa Sky, Wiggins e Froome alla Vuelta del 2011 (magari, stavolta, senza accontentarsi dei gradini più bassi del podio), mentre Carlos Betancur, che con la sua esplosività potrebbe essere letale su di un percorso del genere, potrebbe farsi da parte in vista dell'appuntamento iridato di Settembre.

Favoriti per la Classifica Generale / Maglia rossa roja


© Astana

Vincenzo Nibali (Astana)
Vincitore dell'edizione 2010, nell'annata in cui finì a podio anche al Giro, lo Squalo dello Stretto cercherà di ottenere il bis senza farsi distrarre dai Mondiali casalinghi, visto che lui stesso ha dichiarato pochi giorni fa di sentirsi più adatto alle corse a tappe che a quelle di un giorno (un'ovvietà per molti, che però assume una certa importanza se viene detta proprio in questo momento). Nibali è sicuramente l'uomo da battere alla prossima Vuelta, vista la sua crescita degli ultimi anni e il modo con cui ha conquistato lo scorso Giro d'Italia. L'avvicinamento all'appuntamento spagnolo non ha fatto spellare le mani dagli applausi, com'è anche giusto che fosse: anonimo al Giro di Polonia, ha chiuso però al 3° posto (proprio come nel 2010...) alla Vuelta Burgos dietro a Quintana e ad un sorprendente Ivan Basso. La sua squadra infine gli schiererà al suo fianco il meglio che può proporre, ovvero gregari del calibro di Tiralongo, Kangert, Brajkovic e Fuglsang. E' il cavallo su cui puntare.


© Sky

Sergio Henao (Sky)
Tanto per cambiare, si rispolvera il duello Nibali vs. Sky: da una parte il campione messinese, dall'altra la corazzata britannica capeggiata dai colombiani Sergio Henao e Rigoberto Uran, con il primo leggermente favorito sul secondo per un mero fatto contrattuale (Uran infatti, nel 2014, passerà alla Omega Pharma). I due alla fin fine faranno corsa parallela, cercando di mettere in difficoltà Nibali e facendo decidere alla strada chi meriterà i galloni di capitano della squadra. Il primo può contare su un 9° (2012) e un 16° (2013) posto al Giro d'Italia e un 14° (2012) alla Vuelta a España, mentre il secondo arriva dal podio del Giro 2013 e dal 29° posto come miglior piazzamento alla Vuelta conquistato nel 2012. La speranza è quella che vada a finire come nel 2011, quando gli Sky di turno - Froome e Wiggins - finirono sì sul podio, ma sopra i gradini sbagliati (2° e 3°, con lo spagnolo Cobo in rojo)...


© Movistar

Alejandro Valverde (Movistar)
Uscito col magone dal Tour de France per colpa di forature e ventagli, si è subito parzialmente riabilitato con il 2° posto, alle spalle del francese Gallopin, nella Clasica di San Sebastian. Ovviamente un risultato che non può bastare ad un corridore dal palmares dell'embatido, che cercherà finalmente di riscattarsi nell'unica grande corsa a tappe conquistata nel corso della sua carriera (nel 2009, su Samuel Sanchez e Cadel Evans) e che l'anno passato lo vide finire alle spalle del solo Alberto Contador. La Movistar, da 10 e lode quest'anno, gli ha messo a disposizione una squadra molto competitiva, con gregari di grande valore come Szmyd, Javier Moreno, Intxausti e l'italiano Eros Capecchi. Se la gamba gira, non può e non deve fallire...


© Euskaltel

Samuel Sanchez (Euskaltel)
Con l'Euskaltel arrivata al capolinea, per il "senatore" asturiano (dal suo passaggio al professionismo, nel 2000, ad oggi ha sempre corso con i naranjos) questa Vuelta non sarà una corsa come le altre. Una stagione che finora ha visto più ombre che luci, con una sola vittoria (7^ tappa del Giro del Delfinato) e flop in serie tra la corsa di casa, le Ardenne e il Giro d'Italia. Ma, proprio per il discorso fatto in precedenza, Samu, che ha preparato accuratamente l'appuntamento con un lungo ritiro sulla Sierra Nevada, avrà grandi motivazioni per chiudere in bellezza questa avventura durata ben 13 anni. Un problema grosso potrebbe sorgere dalla poca coesione della squadra, visto che i suoi compagni di squadra potrebbero correre per mettersi in mostra più che per aiutare il proprio capitano.


© Ag2r La Mondiale

Carlos Betancur (Ag2r La Mondiale)
Colpito da un'influenza che lo ha tenuto fermo per una settimana, il colombiano dell'Ag2r potrebbe utilizzare la Vuelta per preparare al meglio il Mondiale di Firenze, sulle stesse strade sulle quali ha sfiorato quest'anno il successo al Giro d'Italia. Proprio dalla conclusione della corsa rosa a Brescia (26 Maggio), il 23enne antioqueño non ha più attaccato il dorsale sulla schiena. Betancur dunque potrebbe passar la mano al lucano Domenico Pozzovivo, solo 10° al Giro d'Italia, che allo scorso Giro di Polonia ha palesato una buonissima condizione (7° nella classifica finale) e che si adatta molto bene alle salite brevi e ripide tipiche della Vuelta a España.


© Katusha

Joaquim Rodriguez (Katusha)
Perfetto per un percorso come quello di quest'anno, Purito però rischia di essere fregato dalla sua smania di fare il Tour: fisicamente infatti le 3 settimane di Grand Boucle andranno sicuramente a segnare le sue prestazioni, ed anche mentalmente potrebbe e dovrebbe pagare l'appagamento di un podio conquistato dopo tanta fatica. Lui stesso ha dichiarato, nei giorni scorsi, di non essere assolutamente soddisfatto della sua condizione attuale. Attenzione quindi alla carta Daniel Moreno, fotocopia dello scalatore catalano che potrebbe avere la sua prima chance da capitano in un Grand Tour (dopo aver sostituito alla grande - 1° - JRO alla scorsa Freccia Vallone)


©

Rafal Majka (Saxo-Tinkoff)
Grande rivelazione dello scorso Giro d'Italia (7° in classifica finale, in lotta fino all'ultimo per la maglia di miglior giovane con Betancur), il giovane polacco di Rijs dovrà condividere la leadership della squadra con il ceco Roman Kreuziger, quest'anno imbattutosi nella stagione di grazia (1° all'Amstel, 5° al Tour de France) ma reduce da tre settimane di corsa che non possono non avergli lasciato tossine nelle gambe. Alle spalle ha già due partecipazioni alla Vuelta, senza però aver lasciato alcun segno: nel 2011 si ritirò alla 17^ tappa, mentre nella stagione successiva terminò al 32° posto. Ma quest'anno è tutto un altro discorso...


© Lampre-Merida

Michele Scarponi (Lampre-Merida)
L'ultima apparizione del marchigiano alla Vuelta, nel 2011, fu tutto tranne che memorabile: partito abbastanza bene, nella seconda settimana ebbe un crollo verticale (dovuto probabilmente alle fatiche causate dalla brillante prima parte di stagione) che lo portò al ritiro durante la 14^ tappa. Stavolta, volente o nolente, si è saputo gestire meglio, ed arriva così in Spagna con ambizioni di classifica (e anche di una vittoria di tappa) che possano valergli la convocazione per Firenze. Lo accompagneranno in questa avventura il fidato Simone Stortoni e Diego Ulissi, che potrebbe anche pensare di fare prove di classifica in prospettiva futura.


© Cannondale Pro Cycling

Ivan Basso (Cannondale Pro Cycling)
Lontano parente del Basso che nel 2010 conquistò il suo secondo Giro d'Italia, difficilmente, a quasi 36 anni, riusciremo mai a rivederlo come ai bei tempi. Quest'anno poi, dopo un 2012 non proprio esaltante tra il 5° posto al Giro e l'anonimo Tour, ha vissuto una prima parte di stagione davvero travagliata, che lo ha costretto a rinunciare prima al Giro e poi al Tour. Arriva così alla Vuelta motivato e con tanta energia a disposizione, come hanno dimostrato i buoni piazzamenti raccolti tra Polonia (8°) e Burgos (10°). Certo è che salite come quelle spagnole mal le digeriva quand'era giovane, figuriamoci adesso; e il dover sottostare al ritmo degli altri è una cosa che gli ha sempre dato molto fastidio. Se esce di classifica può portarsi a casa una tappa, altrimenti - a meno di cataclismi - è difficile che possa andare oltre la top 5.


© Belkin

Laurens ten Dam (Belkin Pro Cycling)
Ottavo nella passata edizione della Vuelta, l'olandese della Belkin si è da poco guadagnato il rinnovo biennale grazie all'ottimo Tour de France concluso al 13° posto. Anche in Spagna farà coppia con il connazionale Bauke Mollema (miglior piazzamento: 4° nel 2011), cercando di sfruttare la buona intesa che hanno dimostrato di possedere in terra di Francia. Certo è che su di un percorso del genere e con questi avversari, i due potrebbero perdere, giorno dopo giorno, diversi colpi; senza contare poi che, più il primo del secondo, sono arrivati a Parigi con la lingua di fuori. Insomma, su una top 5 (o magari su due uomini nei 10) ci sarebbe già da metterci la firma...


© Radioshack

Chris Horner (Radioshack)
Out gli Schleck per motivi diversi, a Luca Guercilena non resta che puntare sul quasi 42enne Christopher Horner, alla ricerca di risultati che convincano il management della Trek al rinnovo del contratto. Sei partecipazioni al Tour (miglior risultato: 9° nel 2010), tre alla Vuelta (miglior risultato: 20° nel 2006) e una al Giro, l'americano nei Grandi Giri non ha mai dato grandi garanzie di risultati e, anche nel resto della carriera, si è spesso posto al servizio del capitano di turno, ma con il passare degli anni ha cominciato a ritagliarsi uno spazio tutto suo all'interno della squadra. Il recente Tour of Utah (vittoria di tappa + 2° nella Generale) lascia ben sperare, anche se il percorso non strizza l'occhio alle doti di passista-scalatore di Horner. Certo che, in casa stelle e strisce, già un piazzamento tra i 10 sarebbe accolto con grande soddisfazione. Valide alternative l'altro anzianotto Haimar Zubeldia e il croato Robert Kiserlovski.


© Fdj

Thibaut Pinot (Fdj.fr)
Inizialmente aveva pensato di correre la Vuelta in preparazione del Mondiale, ma dopo il pessimo Tour de France (culminato con il ritiro alla 16^ tappa) sia il corridore che i tecnici della Fdj, alla ricerca di preziosi punti World Tour, potrebbero aver cambiato decisamente idea. Il Tour de l'Ain (9-13 Agosto) chiuso al 6° posto può essere un buon segnale, ma resta il fatto che il 23enne talentino francese rappresenta la più grande incognita di questa edizione della Vuelta a España.


© Caja Rural

David Arroyo (Caja Rural)
Dopo una vita passata tra gli squadroni di Spagna, prima con la Once di Manolo Saiz e poi con la Caisse d'Epargne/Movistar di Unzue, a 33 anni David Arroyo ha scelto di fare un passo indietro e di mettersi in gioco nella Caja Rural, squadra Professional alla seconda partecipazione alla Vuelta. La prima parte di stagione è stata da buttare a causa di un infortunio, ma in questo secondo scorcio si è fin da subito messo in luce con piazzamenti interessanti come l'11° alla Route du Sud, il 26° alla Clasica di San Sebastian, il 3° alla Prueba Villafranca e infine il 2° posto finale alla Vuelta a Burgos (dietro al solo Quintana). Impossibile ripetere l'exploit del Giro 2010, quando il colpo di mano de L'Aquila lo catapultò sul secondo gradino del podio; ma, vista la condizione, la sua esperienza, la corsa e gli avversari, un posto nella top 10 è tutt'altro che fantascienza.


© Garmin

Daniel Martin (Garmin-Sharp)
In una stagione decisamente di grazia, segnata dalla conquista della Liegi e dalla vittoria della tappa di Bagneres-de-Bigorre al Tour, l'irlandese Daniel Martin non può non chiudere in bellezza con Vuelta e Mondiale. Periodo ideale per lui, visto che non subisce le noie causate dall'allergia che troppe volte lo hanno bloccato. Resta comunque più un uomo da corsa di un giorno che da classifica generale, quindi già una top 10 sarebbe di lusso. Più facile che, alla fine, si vada a concentrare su una vittoria di tappa, sempre che la testa non sia già alla prova in linea iridata.


© Lotto-Belisol

Jelle Vanendert (Lotto-Belisol)
Grande protagonista del trittico di Gilbert alle campagna delle Ardenne nel 2011, quest'anno il 28enne scalatore belga si è pian piano fatto scivolare nell'ombra dell'anonimato, arrivando a saltare lo scorso Tour de France a causa di un parassita intestinale. Questa edizione della Vuelta, con ben undici arrivi in salita, può rappresentare una grande occasione di personale riscatto e un grosso aiuto alla propria squadra in ottica classifica World Tour; senza dimenticarsi che, se si vuol pensare di partecipare al Mondiale di Firenze, bisognerà sfoggiare delle grandi prestazioni per impressionare il ct Carlo Bomans, già nei pensieri a causa della perdita di due uomini del suo Belgio. Le alternative possono essere trovate nei connazionali Bart de Clerq, reduce da diverse buone giornate al Tour de France, e Francis de Greef.


© Net App-Endura

David de la Cruz (Team Net App-Endura)
Non poteva mancare il nome esotico: stavolta tocca a David de la Cruz, scalatore spagnolo del Team Net App-Endura che dovrebbe curare la classifica per l'esordio della squadra teutonica/iberica. Proveniente dalla Caja Rural, per il giovane (classe 1989) de la Cruz si tratterà dell'esordio in un Grande Giro: all'attivo finora non ha alcuna vittoria tra i professionisti, ma può vantare un 5° posto al Giro del Portogallo e un 2° alla Vuelta a Asturias nel 2012 e un 13° al Giro di California nel 2013. Insomma, un piazzamento nei 20 e una tappa sarebbe già da metterci la firma. Tra gli uomini di Ralph Denk da seguire anche gli esperti Iker Camano e Bartosz Huzarski (ex ISD-Neri).


Gilberto Cominetti
aka SarriTheBest
 
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#2
La Vuelta di Nibali era 2010...

Io il buon e vecchio Purito lo avrei messo al posto di Henao che per ora nei GT non ha fatto nulla e si è dimostrato parecchio discontinuo nell'arco delle tre settimane...

Poi avrei messo anche Basso al posto di Scarponi dato che il varesino negli ultimi tempi qualcosa ha fatto vedere, mentre di Scarpo non abbiamo notizie dal campionato italiano...

E per finire al posto di tutta quella gentaglia là, per la Net App, avrei citato König che negli ultimi anni ha fatto molto meglio di quei tre nelle brevi corse a tappe...

Ma pure Samu Sanchez così in alto Boh , cioè va bene che è la Vuelta e l'ultimo suo GT con l'Euskaltel però non è che sia meno finito di Basso, al Giro ha fatto pena...
 
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#3
sono d'accordo su Konig al posto di De la Cruz assolutamente Sisi
 
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#4
Majka l'avrei messo addirittura al posto di Valverde. Il Polacco dopo il Giro ha corso Austria e Polonia e s'è sempre comportato bene. Senza Contador avrà via libera e non credo che Kreuziger, stanco dopo una stagione corsa al massimo, potrà dire la sua per la generale.

Una curiosità, perchè file da 4 ? Mmm
In MotoGP saranno ormai 10 anni che le file sono da 3... Boh
 
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#5
Ten Dam sembra un assassino in quella foto Paura
 
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#6
(22-08-2013, 12:06 PM)Pagliarini Ha scritto: Io il buon e vecchio Purito lo avrei messo al posto di Henao che per ora nei GT non ha fatto nulla e si è dimostrato parecchio discontinuo nell'arco delle tre settimane...

Poi avrei messo anche Basso al posto di Scarponi dato che il varesino negli ultimi tempi qualcosa ha fatto vedere, mentre di Scarpo non abbiamo notizie dal campionato italiano...

Ma pure Samu Sanchez così in alto Boh , cioè va bene che è la Vuelta e l'ultimo suo GT con l'Euskaltel però non è che sia meno finito di Basso, al Giro ha fatto pena...

Mah, JRO potenzialmente può pure vincerla 'sta Vuelta, ma il podio del Tour penso possa davvero incidere notevolmente a livello mentale. Cioè, non vorrei avesse staccato troppo la spina a fine Luglio...
(senza contare che l'accoppiata Tour-Vuelta di per sé non è così facile)

Su Basso il problema è lo "storico": ha fatto troppo poco da quando ha vinto il Giro ad oggi, in pratica. Tra l'altro non mi sembra sia così più in palla di quando, al rientro dalla squalifica, arrivò 4° senza sapere nemmeno come fosse riuscito a farcela Asd Comunque devo dire che ho avuto un bel po' di dubbi su come "gestire" il terzetto Scarponi-Basso-Ten Dam/Mollema... Sisi

Samu inizialmente era primo della seconda fila, poi l'ho promosso ultimo della prima proprio perchè non può fallire: troppo brutto fino ad oggi, deve lasciare un segno e la Vuelta è l'appuntamento ideale per salutare nel modo giusto la sua squadra. Diciamo che è una prima fila sulla fiducia, via... Asd
(anche perchè poi è vero che quest'anno ha fatto veder poco, però - per tornare a Basso - ha uno storico "recente" ben più importante del varesino, mettendo da parte poi le caratteristiche dei due)

(22-08-2013, 12:15 PM)Zelk Ha scritto: sono d'accordo su Konig al posto di De la Cruz assolutamente Sisi

Sì, ma io volevo un nome più esotico da mettere dietro a dei cavalli come Arroyo e Vanendert... Asd

(22-08-2013, 12:20 PM)ManuelDevolder Ha scritto: Majka l'avrei messo addirittura al posto di Valverde. Il Polacco dopo il Giro ha corso Austria e Polonia e s'è sempre comportato bene. Senza Contador avrà via libera e non credo che Kreuziger, stanco dopo una stagione corsa al massimo, potrà dire la sua per la generale.

Una curiosità, perchè file da 4 ? Mmm
In MotoGP saranno ormai 10 anni che le file sono da 3... Boh

Dai, Majka al Giro l'avevo messo in quarta fila mi pare, una promozione di due file nell'arco di un paio di mesi mi pare già abbastanza Asd

Sul discorso file da 4... Boh. Probabilmente la prima volta che feci il borsino mi tornò bene così. Asd Stavolta volevo pure mutilarlo e metterne solo 3, ma poi non ho resistito e ho trovato qualche "disperato" da mettere in quarta fila Asd Ne han fatto le spese le altre classifiche, di cui alla fine a nessuno importa un bel nulla (classifica combinata inutile, classifica gpm l'avrei fatta solo per Moncoutie Asd, classifica a punti - sulla carta - rischiava di ricalcare più o meno la prima fila della generale, magari con qualche spostamento a seconda di spunto veloce, considerazione da parte degli avversari ecc)
 
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#7
Io avrei messo Sanchez molto più in basso e al suo posto avrei alzato Rodriguez. Henao prima fila ok, ma se c'è una certa gerarchia anche all'interno del gruppo (presumo dall'alto al basso) io lo sposterei un po' più in basso. Ciò non toglie che sarà il capitano del sistema Sky, per cui non va troppo sottovalutato - anche perché il percorso gli fa l'occhiolino.
Attenzione a Pinot
 
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#8
Il problema di Henao è che fino ad ora nelle tre settimane ha dimostrato di avere diversi alti e bassi non indifferenti, basti pensare al Giro 2012, a Pian dei Risinelli andava come Scarponi, a Pampeago e sul Giau come Brambilla...

Se Nibali e Purito non facessero classifica(ma il primo penso la farà, altrimenti Vino lo prende a randellate) verrebbe fuori una corsa ad eliminazione dato che altri corridori in grado di fare la differenza non ci sono né in salita né a crono...
 
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#9
Nibali non è possibile che non faccia classifica Asd
Comunque Henao, dal Giro 2012 ad oggi, un po' più di esperienza nel sapersi gestire l'ha per forza di cose accumulata: ricordiamoci che questo è in pratica passato professionista proprio in quell'anno...
 
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#10
Henao come ha detto giustamente Gibo è arrivato tardi in Europa, a differenza ad esempio di Uran, ed è già quasi al livello di Rigo, questo ne certifica a mio giudizio il talento. Io credo abbia parecchi margini di crescita.
 
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#11
Al livello di Uran, ma anche no...

Rigoberto è molto più concreto e poi Henao per ora è sempre stato respinto dalle grandi montagne...

Non è che ha problemi a gestirsi, è proprio che ci sono giorni in cui ha passaggi a vuoto e giorni in cui va fortissimo...
 
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#12
Uran : 26 gennaio '87
Tre anni alla corte di Unzue e ha corso con squadre europee già prima. Mentre lui faceva Catalunya, Delfinato e Romandia l'altro faceva segnare 0 punti in Colombia.

Henao : 10 dicembre '87
La sua è stata una scelta restare in Colombia più a lungo, ma già è li come rendimento, e ha quasi un anno di meno...
 
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#13
Vabbè, sticazzi sinceramente, conta fino ad un certo punto, pure Quintana è al secondo anno in Europa, Herrera al primo anno in Europa vinse sull'Alpe d'Huez...

Che poi appunto avranno anche più o meno lo stesso rendimento, però uno vince in Algarve ed ai Paesi Baschi, l'altro al Giro d'Italia...
 
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#14
Mica tanto, un conto è stare in gruppo in Europa, un conto in SudAmerica, cambia il ritmo, gli avversari. Solo per dire che ancora sta maturando, se poi quei limiti si protrarranno pazienza.
 
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#15
Beh, ma non mi pare abbia tutti 'sti problemi di adattamento eh, anzi, il suo problema fino ad ora è stata la continuità che non c'entra nulla con il continente in cui corre e quello in cui ha corso...
 
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#16
Sarà pure discontinuo ma diamogli tempo, al Giro di quest'anno ha toppato nelle ultime due settimane (come testimonia la crono di Saltara) visto che era in forma da febbraio, quello scorso era il suo primo GT nella prima stagione ad alti livelli...
 
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#17
(23-08-2013, 11:19 AM)Pagliarini Ha scritto: Al livello di Uran, ma anche no...

Rigoberto è molto più concreto e poi Henao per ora è sempre stato respinto dalle grandi montagne...

Sì, da quest'anno in pratica è diventato molto più concreto, perchè se andiamo a vedere prima del Giro 2013... :-/
(e lui è dai tempi della Unibet che corre in Europa)
Poi ognuno ovviamente ha i suoi tempi di maturazione, ci mancherebbe altro...
 
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#18
Ma poi il Giro di quest'anno non bisogna valutarlo con il risultato alla mano bensì avendolo visto, saltate le tappe in cui si poteva giocare tutto il resto (la vittoria finale no invece).
 
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#19
Come è che bisognerebbe valutarlo il Giro di quest'anno? Blink
 
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#20
Eh ma quando ti impunti non si ragiona...

Come lo si valuta? Come un Giro mutilato in cui Evans è arrivato sul podio perché hanno tagliato le tappe altrimenti i minuti si sarebbero sprecati....
In cui non ci sono state quasi mai due salite vere di fila e anche tappe di vero fondo.

Galibier accorciato, tappa Stelvio eliminata, Tre Cime salita secca come la tappa dove abbiamo visto solo gli ultimi metri...
 
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