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Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico
#41
Oggi parliamo di papà Ampler: Klaus.

Klaus Ampler nasce a Malbork, al tempo Germania, oggi Polonia, il 15 novembre del 1940. Era soprannominato Nettuno e aveva caratteristiche di passista, andava fortissimo a cronometro ed era anche un ottimo inseguitore. E' stato, inoltre, uno dei migliori dilettanti della sua epoca nelle gare over 200 chilometri.

Klaus inizia a correre da ragazzino e ancor prima di compiere i 20 anni è già uno dei prospetti più quotati della DDR. Nel 1959, a soli 19 anni, dopo tanti bei risultati raccolti qua e là, riceve la chiamata del SC DHfK Leipzig, il club di Tave Schur. Il primo grande successo lo ottiene proprio in quella stagione alla Rund um Berlin, una gara che, in carriera, conquisterà ben cinque volte.

Ad inizio 1960 partecipa al Giro dell'Egitto, ma è costretto a ritirarsi alla nona tappa, mentre occupava il primo posto della classifica generale, a causa di una caduta in cui si era procurato la frattura della clavicola. Quando tornerà a gareggiare farà terzo al campionato nazionale e rivincerà la Rund um Berlin. A fine stagione partecipa al Giro di Bulgaria, ma deve ritirarsi, anche in questo caso da leader, a causa di un'infezione al ginocchio. In inverno, inoltre, prende parte alla Sei Giorni di Berlino, ove ha modo di misurarsi coi professionisti.

Ampler, più di altri dilettanti, era interessato al passaggio tra i pro e più volte ci è stato vicino, anche se poi non se ne è mai fatto nulla. Nel 1961, quando vinse la Vienne-Rabenstein-Gresten-Vienne, aka Uniqa Classic, un team italiano gli fece un'offerta, ma decise di rifiutare. In quella stessa annata, peraltro, arrivò secondo al Giro della DDR dietro al suo capitano Tave Schur. In questo periodo, inoltre, Klaus è sorvegliato attentamente dal Ministeriums für Staatssicherheit, il ministero per la sicurezza dello stato, poiché nella DDR temono una sua fuga nella Germania dell'Ovest per poter gareggiare tra i professionisti. Per via di una lettera scritta, ma mai inviata a Erich Bautz, ex professionista della Germania dell'Ovest che gestiva un negozio di bici a Dortmund, Klaus viene escluso dalla selezione per i Mondiali del 1961. Sarà anche costretto a scusarsi pubblicamente sulle colonne del quotidiano Neues Deutschland del 31 agosto.

Nel 1962 Ampler vince il titolo nazionale e, successivamente, si impone nella classifica del Giro della DDR vincendo anche due frazioni: una cronometro di 52 chilometri e la Bad Langensalza – Plauen di 220 chilometri, la tappa più lunga della gara. Nella generale vince con 8'35" su Dieter Wiedemann, mentre gli altri prendono più di dieci minuti. In quella stagione, inoltre, non potrà prenderà parte ai Mondiali poiché la Germania est, che proprio in quell'anno completava il Muro di Berlino, venne esclusa.

L'anno seguente, il 1963, sarà la sua stagione migliore. Il 23enne Ampler partecipa alla Corsa della Pace ove conquista due frazioni over 200 chilometri, la Zvolen - Košice e la Varsavia Torun, e, in seguito, si impone anche nella cronometro di 57 chilometri da Bautzen a Dresda prevista al 12esimo giorno. In quest'occasione Klaus prende anche la maglia di leader. Il dì seguente, però, nella Dresda - Erfurt, Klaus fora. Fortunatamente, il "vecchio" Tave Schur gli cede la sua bici e Klaus riesce così a salvarsi. Klaus ha poi vinto la classifica generale con più di 5' sul secondo, il belga August Verhaegen.

Nel prosieguo dell'annata, Ampler, dopo aver riconquistato il titolo nazionale e la Rund um Berlin, ha anche dominato il Giro della DDR. Ha vinto ambedue le frazioni over 200 chilometri previste e anche una cronometro di 56 chilometri. In classifica generale si è imposto con 8'44" di vantaggio su Bernhard Eckstein e più di 13' su tutti gli altri.

Nelle stagioni seguenti non riuscirà più a ripetersi su quei livelli, anche se resterà un ottimo atleta. Vincerà anche due titoli nazionali nell'inseguimento nel '65 e nel '66, ma ai Mondiali di specialità non riuscirà mai a brillare. Alla fine della stagione 1970, a 30 anni, ha deciso di appendere la bici al chiodo.

Dopo il ritiro Ampler ha lavorato come giornalista, si è laureato ed è stato un tecnico del SC DHfK Leipzig e della DDR. E' stato mentore del figlio Uwe e di Uwe Raab e ha guidato la nazionale della DDR a innumerevoli successi, dal trionfo di Hans-Joachim Hartnick alla Corsa dell Pace del 1976 fino all'oro olimpico di Olaf Ludwig a Seul 1988. Dopo l'unione delle due Germanie, Ampler lavorò alla PDM al seguito del figlio e di Uwe Raab.
 
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#42
Paolo Bianchi Ha scritto:Seconda cosa. Anche sull'est Europa, premettendo che ho sbagliato io a non delimitare la zona, e che non ho specificato che intendevo la zona Italia Russia esclusa, ma a parte il polacco del Tour 93 non mi pare che il ciclismo fosse diffuso prima degli anni 2000 in quelle zone. È dal 2005 che iniziano ad esserci in maniera più o meno frequente ucraini, polacchi, cechi. È un mercato in evoluzione. È vero, è un piccolo mercato, ma che ambizione avresti? Purtoppo si deve partire dal presupposto che le migliori fette ( USA e Germania) sono già state conquistate. Io, mi accontenterei se intanto si puntasse a far diventare il prodotto leader in zone che possono dare pubblico e soldi e investimeenti per le aziende del settore, prima che vadano in mano a francesi e svedesi, e penso a Canada, Sud America e Europa.

Il problema non è che 'sta gente è ignorante.

No, il problema è che sono arroganti. I contenuti nel web ci sono....vuoi fare un discorso? Assicurati che quello che dici abbia un minimo di senso.

La storia di questo sport è vastissima. Le mie competenze ne coprono a stento il 10%. Quelle di questa gente non raggiungono l'1%. Però hanno una boria che fa provincia.

Poi uno non si deve incazzare.

Comunque, quando avrò finito con Pesenti (si, so ancora drio), farò un nuovo ritratto su questo topic sul rumeno Constantin Dumitrescu.
 
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#43
Mamma mia che pochezza!
Ma dove cavolo scrive questo qua!
 
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#44
Laddove tutti possono dire la loro opinione, ma dove, chi gestisce, non ha ben capito la differenza tra opinione e inesattezza.

Io non ho assolutamente la pretesa che la gente si informi come faccio io. Ma se vuoi fare un discorso usa google e assicurati di star dicendo qualcosa di sensato, Cristo!
 
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#45
Dai luca
il mondo è vario...
 
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#46
Fette, fette, fette.....ah già il prosciutto, non ne ho più in casa e devo andare a comprarlo Doh
 
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#47
Mettiamo da parte i giullari e passiamo a parlare di Costantin Dumitrescu, "Dumi" per gli amici, e Gabriel Moiceanu, i due astri del ciclismo rumeno degli anni '50 e '60.

Ambedue nati nel 1934 e, ironia della sorte, a soli sei giorni di distanza l'uno dall'altro dato che Moiceanu è venuto alla luce il 12 agosto e Dumi il 18.

Dumi era un vero e proprio predestinato, vinse il suo primo Giro di Romania a soli 20 anni, nel 1954. Moiceanu, ad ogni modo, è sbocciato solo un paio d'anni più tardi, quando ha conteso a Dumi il successo del suo terzo Giro di Romania consecutivo. Alla fine, però, la spuntò Costantin.

Nel 1956 Dumi, peraltro, vive una vera e propria stagione d'oro. Conquista la tappa di Namur al Giro d'Europa, nella quale precede l'azzurro Vito Favero di 16". Alla Corsa della Pace, invece, è secondo in classifica generale battuto solo dal polacco Stanisław Królak.

Dopo quella Corsa della Pace Tave Schur dichiarerà: "Mi tolgo il cappello davanti al più forte dei corridori rumeni".

In seguito a quel 1956 da favola, però, Dumi fa fatica a ripetersi al di fuori della Romania. Nel suo paese, invece, dominerà in lungo e in largo, diventando sempre più popolare.

Al contrario Moiceanu, dopo aver vinto il titolo nazionale nel '57 il Giro di Romania nel '58, inizia a ritagliarsi il suo spazio anche all'estero. Nel 1959, dopo averla sfiorata a più ripetizioni nelle due stagioni precedenti, riesce finalmente a vincere una tappa alla Corsa della Pace. A Varsavia, infatti, Gabriel anticipa il gruppo per appena un secondo.

Nel '60 Moiceanu arriva secondo al GP de l'Humanité, mentre nel '61 serve il bis alla Corsa della Pace anticipando nuovamente il plotone di un soffio. Nel '62 e nel '63 conquista due edizioni consecutive del GP de l'Humanité. Nel '64 arriva quarto al Giro di Tunisia, mentre nel '68 è secondo al Giro del Marocco.

Dumi torna in auge nel '63: conquista in solitaria due tappe della Milk Race e vince anche una cronometro. In classifica generale è secondo. Alla Corsa della Pace, invece, conclude al quarto posto. Chiude l'annata in bellezza vincendo anche il suo terzo titolo nazionale nel cross.

Nel '64 vince in solitaria una tappa di 225 chilometri alla Corsa della Pace e, insieme a Moiceanu e all'ottimo Ion Stoica, guida la Romania al secondo posto della classifica a squadre della gara delle tre capitali. Nel '65 si piazza al quinto posto nella classifica generale, mentre negli anni seguenti correrà in Francia con ottimi risultati, vincendo anche il Circuito delle due Province nel '68 e il GP de Neant-sur-Yvel nel '70.

Ambedue hanno smesso di correre a inizio anni '70. Dumi e Moiceanu sono state le punte del movimento rumeno in uno dei suoi periodi di massimo splendore. In compagnia di un altro loro grande connazionale, Ion Cosma, riuscirono addirittura a strappare un settimo posto nella cento chilometri del '62.
 
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#48
Luca: lascia perdere questi sfigati, complimenti ancora vivissimi per questi interessanti topic.
Io sto pensando di fare qualcosa su Alfonsina strada al Giro
 
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#49
Qua da adesso in poi andremo avanti a due profili a settimana, anche perché ho mille impegni tra video, podcast e articoli e o anche gli altri mille topic che ho aperto da portare avanti.

Comunque ho Soukhoroutchenkov pronto, ma lo farò uscire in contemporanea con il video (che esce sabato), in modo che lo possiate usare per integrare.
 
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#50
Lo abbiamo nominato tante volte, ora è arrivato il momento di parlare di lui, del più forte corridore sovietico di tutti i tempi: Serguei Soukhorouchenkov.

Serguei nasce il 10 agosto 1956 a Briansk cittadina dell'odierna Russia che viene attraversata dal fiume Desna.

E' figlio di contadini e la bicicletta entra nella sua vita sin da quando è piccolino. Il fratello maggiore Viktor, infatti, è un ottimo corridore dilettante. E' stato anche nel giro della nazionale, con la quale ha vinto una tappa alla Milk Race del '67 e ha preso parte alla cento chilometri di quella stagione.

Ogni giorno Serguei va a scuola in bicicletta accompagnato dal fratello....si, ma la scuola dista 4 chilometri da casa sua.

Nel 1975 Serguei vince il titolo nazionale dei giovani e viene notato da Vladimir Petrov, il responsabile del centro ciclistico di Kouibychev, l'odierna Samara. Petrov è un genio del ciclismo, ha coltivato gran parte dei migliori talenti sovietici nella storia di questo sport.

Youri Barinov, Ivan Mitchenko, Alexandre Averine, Ramazan Galaletdinov sono solo alcuni dei grandi corridori lanciati da Petrov.

Luogotenente e poi capitano dell'Armata Rossa, Serguei esplode fragorosamente nel 1978. Lo portano a correre alla Vuelta a Cuba, tra le file di una selezione nella quale vi è anche quell'altro immenso fuoriclasse di Aavo Pikkuus, all'ultima grande stagione della carriera. Nella seconda tappa, che misura appena 32 chilometri, si parte da Santiago de Cuba e ci si arrampica in cima alla Gran Piedra. Serguei non fa prigionieri. Solo il padrone di casa Gregorio Aldo Arencibia Guerra riesce a contenere il distacco sotto il minuto.

La selezione sovietica vince anche la cronosquadre e permette a Serguei di rafforzare ulteriormente la sua leadership. Lui, però, non è sazio e nelle settima tappa, la quale attraversa la Sierra dell'Escambray per arrivare a Topes de Collantes, stacca tutti di nuovo. E stavolta nessuno riesce a limitare i danni.

Soukhoroutchenkov vincerà la classifica generale con 1'50" su Gregorio Arencibia Guerra e 2'15" su Carlos Cardet Llorente. Tutti gli altri prendono oltre 7'.

Nel prosieguo di stagione Serguei vince il Giro dell'URSS e il campionato nazionale. Poi partecipa al Tour de l'Avenir e, pronti via, vince in solitaria la prima tappa, a Divonne-les-Bains, nel Rodano-Alpi, anticipando il gruppo di 26". Rinforza la sua leadership sei giorni più tardi, in una cronometro di 13 chilometri, ove batte tutti. Il polacco Tadeusz Mytnik è secondo a 10". Sono solo tre i corridori che riescono a mantenere il passivo sotto i 20". Dà il colpo di grazia nella prima semitappa del nono giorno. Lui e Galaletdinov fanno una cosa che, in quegli anni, era abitudine della selezione sovietica: attaccano insieme da lontano. I due alfieri dell'armata rossa contro il resto. Arrivano in parata col gruppo che chiude 1'22" più tardi.

Nonostante gli sforzi profusi in mattinata, nella seconda semitappa, una cronometro di 34 chilometri, giunge secondo a 9" dal ceco Milos Hrazdira. Il terzo, Mytnik, perde 29" da Serguei. In classifica generale è un dominio sovietico: primo Soukho, secondo a 3'33" Galaletdinov, terzo a 4'34" Serguei Morozov, quarto a 4'42" Alexandre Averin. Il primo non sovietico è il quinto, l'azzurro Alessandro Pozzi, sesto, a 6'08" arriva un corridore che due anni più tardi vincerà la Vuelta: Faustino Ruperez. Il settimo lo conoscete tutti quanti, è Claude Criquielion.

Serguei ha solo pochi in mesi in più di Criquielion ed è di due settimane più giovane di Ruperez. In sostanza, è terribilmente superiore ai suoi coetanei europei più quotati. Considerando che l'anno seguente Ruperez vincerà il titolo nazionale e farà quarto alla Vuelta, viene da chiedersi cosa avrebbe potuto fare tra i professionisti il Soukhoroutchenkov del '79, che, oltretutto, è il miglior Soukho della carriera. Più che altro, in realtà, viene da chiedersi: chi sarebbe uscito vincitore da una sfida tra Serguei Soukhoroutchenkov e Bernard Hinault.

Il 1979 è probabilmente la miglior annata di un corridore nella storia del ciclismo dilettantistico. Il fuoriclasse sovietico, infatti, realizza la tripletta: Giro delle Regioni, Tour de l'Avenir, Corsa della Pace.

Si parte con il Giro delle Regioni, che si svolge a fine aprile. L'URSS vince la cronosquadre e Soukho si trova da subito in buona posizione per conquistare il successo finale. La gara, però, vede il connazionale Alexandre Averin in grandissimo spolvero. Averin è secondo a Pesaro, a 4" dal connazionale Said Gusseinov, mentre il gruppo arriva a 1'15".

Dopodiché conquista ambedue le semitappe del quarto giorno, la prima in volata e la seconda in solitaria con 18" sugli inseguitori. E il giorno seguente si impone nuovamente, anticipando il gruppo di 49". Nella prima semitappa del sesto giorno, 102 chilometri da La Spezia a Livorno, però, Serguei fa lui quello che gli riesce meglio: attacca da lontano e rifila 4'26" a tutti. Game, set and match. Il Giro delle Regioni sarà suo per appena 6".

Alla Corsa della Pace inizia con un prologo un po' opaco. Poi, però, nella quarta tappa, la Dubnica nad Váhom-Banská Bystrica, la quale presentava cinque salite disseminate lungo il percorso, Soukho stacca tutti a 60 chilometri dall'arrivo e vince con 3'50" sui primi insegutori. Il giorno seguente serve il bis, anche se stavolta anticipa di appena 15" il gruppo. Nella settima tappa, una cronometro di 29 chilometri, è secondo a 13" da Bernd Drogan, ma rifila distacchi importanti a tutti gli altri. Serguei si difende nella settimana successiva e vince con 6'27" su Andreas Petermann secondo.

All'Avenir la selezione sovietica fa nuovamente il bello e il cattivo tempo. Serguei fa uno dei suoi numeri nella sesta tappa, a Divonne-Les-Baines, ove rifila ai primi inseguitori 1'04" e conquista la classifica generale con 4'39" sul connazionale Said Gusseinov e 8'58" sul norvegese Jostein Wilmann.

Nel 1980 Soukhoroutchenov non vince incredibilmente nessuna corsa a tappe. Perde la Milk Race, ove comunque l'URSS domina e alla fine lui deve lasciare spazio al suo connazionale Ivan Mitchenko. Viene battuto al Giro di Slovacchia da Jiri Skoda. Ma soprattutto perde il Tour de l'Avenir a causa di un grave errore di valutazione.

Nella quarta tappa il gruppo lascia oltre cinque minuti a una fuga della quale fa parte il colombiano Alfonso Florez. Serguei in montagna si dimostrerà nettamente superiore. Gli rifila 2'10" a Morzine e lo stacca nettamente anche sul Col du Grand Colombier. Tuttavia, il passivo accumulato in quella quarta frazione è troppo. Soukho deve accontentarsi del secondo posto a 3'10".

Durante quest'annata particolarmente sottotono, per i suoi standard, un giorno Viktor Kapitonov lo prende da parte e gli consiglia di iniziare a pensare alla sua carriera dopo il ciclismo.

Ma il 1980 è anche la stagione delle Olimpiadi di Mosca. Sul circuito casalingo Soukho si muove dopo appena 30 chilometri in compagnia di Barinov e del polacco Czesław Lang, l'attuale direttore del Giro di Polonia. L'azione dei due sovietici, ben spalleggiati da uno specialista delle cronometro a squadre quale il polacco, è devastante. Il gruppo li vede pian piano sparire all'orizzonte. A 37 chilometri dall'arrivo, in seguito, pianta là i compagni di fuga e va via da solo. A Barinov e Lang rifila 2'58". Thomas Barth arriva quarto a 7'44". Il primo corridore non proveniente dall'Europa orientale al traguardo è Adrie van der Poel che paga 8'26".

Nel 1981 Kapitonov gli dà un ultimatum: "O vinci Avenir e Corsa della Pace o sei fuori dal Giro della Nazionale".

Lui fa secondo ad entrambe. Nella prima perde per mano del connazionale Charkid Zagretdinov in una gara in cui i sovietici dominando e che Charkid vince quasi di inerzia. Nella seconda, però, viene battuto nettamente dall'eroe tragico del Tour '83 Pascal Simon.

Ad ogni modo, in quella stagione regala comunque un altro numero alla Soukho. L'ultimo, ma forse il più bello. Siamo al Giro delle Regioni, quinta tappa, 155 chilometri da Arezzo a San Marino. Zagretdinov veste la maglia di leader che è, incredibile paradosso, a stelle e strisce. Si perché il Giro delle Regioni, organizzato da l'Unità, è sponsorizzato da Brooklyn, il produttore di gomme da masticare. Soukho fora salendo verso Chiusi della Verna e l'Italia lo attacca. Il sovietico si infuria, cambia la ruota e riparte a testa bassa tirando un rapporto lunghissimo. La sua azione, di pura potenza, è stilisticamente molto diversa dalla leggiadria di Pantani a Oropa. Il risultato, però, è il medesimo. Riprende uno dopo l'altro tutti i rivali e li stacca. Poi, a testa bassa, prosegue dritto per la sua strada. Davanti ci sono altri cento chilometri, ma la lui non è intenzionato a tirare i remi in barca. E' un ciclone. I suoi rivali stanno provando la stessa sensazione dei soldati tedeschi quando affrontarono l'inverno russo. Sono impotenti. Barinov è secondo a 11'26", terzo arrivo Giovanni Testolin a 11'28", Mitchenko è quarto a 11'37", mentre il teenager Eduardo Alonso Gonzalez chiude la top-5 a 11'50".

Inutile dire che è tappa e maglia e vittoria ipotecata.

Nei mesi e negli anni seguenti quel Giro delle Regioni sembra assumere i contorni dell'ultima grande vittoria di Soukho. Ma non è così.

Kapitonov viene allontanato dalla nazionale dopo la stagione 1983 e Serguei può tornare a gareggiare con l'armata rossa nel 1984. Non è più il ciclone d'un tempo, va per i 28 anni, a quell'età gran parte dei corridori sovietici si sono già ritirati. Tuttavia, è ancora un atleta dalla classe infinita, capace d'essere competitivo per i traguardi più prestigiosi. E lo dimostra alla Corsa della Pace del 1984.

Partecipa a quella gara al fianco dei ben più giovani Piotr Ugrumov, quell'anno vincitore del Giro d'Italia dilettanti, Serguei Vorinin, reduce dal secondo posto al Giro delle Regioni, Serguei Uslamin, Oleg Logvine e Viktor Demidenko.

Ugrumov vince il prologo, ma, in seguito, è la DDR che sale in cattedra con tre vittorie consecutive: una del campione del mondo Uwe Raab e due di Olaf Ludwig di cui la seconda in una cronometro di 26 chilometri.

Quel giorno arriva secondo, a 4" da Ludwig, il bulgaro Nentcho Staykov, il quale sta vivendo una stagione di grazia nella quale conquisterà il suo terzo Giro di Bulgaria e il Giro di Turchia. Ugrumov è terzo 8", poi arriva Raab a 11". Serguei è ottavo a 43".

Il dì seguente si arriva nella cittadina ceca di Most. Staykov attacca con Ugrumov e lo fulmina allo sprint. Soukho è terzo 24". Il gruppo arriva a 51". Il bulgaro è il nuovo leader.

Staykov mantiene la leadership senza problemi per tre giorni. Poi, però, nell'ottava tappa, mentre la corsa lascia la Cecoslovacchia per entrare in Polonia, il "vecchio" Soukhoroutchenkov rinasce dalle sue ceneri come l'araba fenice.

Quel giorno si va da Trutnov a Karpacz e nel tragitto si affrontano i Monti dei Giganti, le vette più alte dell'odierna Repubblica Ceca. Serguei attacca e stacca tutti. Il ceco Luděk Štyks e il tedesco Olaf Jentzsch gli arriveranno vicini, rispettivamente a 6" e a 9". Gli altri, però, no. Ludwig perde 1'18", Ugrumov e Raab 1'21", Staykov 1'25".

E' tappa e maglia, Soukho la difende per le tre frazioni rimanenti e conquista la sua seconda Corsa della Pace con 15" di margine su Staykov, 22" su Olaf Ludwig e 26" su Ugrumov.

E' il canto del cigno. Serguei sogna le Olimpiadi di Los Angeles '84, ma non può parteciparvi a causa del boicottaggio dell'URSS.

Continua però a correre. A 30 anni, nel 1986, prende parte alla Vuelta con la selezione dell'URSS.

Nel 1989 prova addirittura l'esperienza nel professionismo con l'Alfa Lum. Fa Vuelta e Giro concludendoli entrambi.

Nel novembre del 1990 dà un altro saggio della sua infinita classe. Va in America Meridionale a correre la Vuelta a Chile, una corsa a tappe di 12 frazioni e sbaraglia la concorrenza dei colombiani. Colui che arriva secondo alle sue spalle si chiama Omar Alirio Trompa Rodríguez, ha 14 anni in meno rispetto a Soukho e l'anno seguente vincerà la Vuelta de la Juventud.

La sua ultima vittoria, stante quanto riportato sul Museo del Ciclismo, la ottiene al Giro di Argentina del 1992.

Tra i suoi sette figli c'è anche Olga Zabelinskaja che continuerà la leggenda della famiglia conquistando tre medaglie olimpiche.
 
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#51
Intanto su Firstcycling ci stanno dando una mano a portare avanti la riscoperta di questo mondo sommerso inserendo i risultati completi delle varie gare, guardate qua: https://firstcycling.com/m/race.php?r=317&y=1987
 
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#52
(30-05-2020, 12:52 PM)Luciano Pagliarini Ha scritto: Ad ogni modo, in quella stagione regala comunque un altro numero alla Soukho. L'ultimo, ma forse il più bello. Siamo al Giro delle Regioni, quinta tappa, 155 chilometri da Arezzo a San Marino. Zagretdinov veste la maglia di leader che è, incredibile paradosso, a stelle e strisce. Si perché il Giro delle Regioni, organizzato da l'Unità, è sponsorizzato da Brooklyn, il produttore di gomme da masticare. Soukho fora salendo verso Chiusi della Verna e l'Italia lo attacca. Il sovietico si infuria, cambia la ruota e riparte a testa bassa tirando un rapporto lunghissimo. La sua azione, di pura potenza, è stilisticamente molto diversa dalla leggiadria di Pantani a Oropa. Il risultato, però, è il medesimo. Riprende uno dopo l'altro tutti i rivali e li stacca. Poi, a testa bassa, prosegue dritto per la sua strada. Davanti ci sono altri cento chilometri, ma la lui non è intenzionato a tirare i remi in barca. E' un ciclone. I suoi rivali stanno provando la stessa sensazione dei soldati tedeschi quando affrontarono l'inverno russo. Sono impotenti. Barinov è secondo a 11'26", terzo arrivo Giovanni Testolin a 11'28", Mitchenko è quarto a 11'37", mentre il teenager Eduardo Alonso Gonzalez chiude la top-5 a 11'50".
De zan raccontava spesso questa tappa (pure Cassani)
Leggendaria
nella squadra italiana c'erano Chioccioli , Petito , Cassani , Zola
Nella francia Fignon..
Tra l'altro in quei giorni aveva perso pure la madre

Hai detto il termine giusto : potenza pura
 
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#53
La fucilata di Ryszard Szurkowski sul Montjuich. Il più forte corridore polacco di tutti i tempi vince il titolo iridato con una stoccata fenomenale.



 
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#54
https://firstcycling.com/3point0/race.php?r=13975

Wub
 
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#55
https://firstcycling.com/race.php?r=14181

Figata.
 
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#56
Tutti i risultati del Giro delle Regioni: https://firstcycling.com/3point0/race.php?r=753
 
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#57
Riuppiamo giusto per ricordare dove sta di casa il topic originale.

Tra l'altro l'amico Eemeli, su FC, ha messo tutti i risultati della Milk Race e sta integrando il Giro d'Austria.

Diffidate dagli imitatori.
 
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#58
Su Firstcycling stanno aggiungendo anche tutti gli ordini d'arrivo del Liberazione: https://firstcycling.com/race.php?r=312
 
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#59


 
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#60
Tutto il talento di Joachim Halupczok che a ventun anni domina il Mondiale dilettanti di Chambery rifilando vagonate di minuti ai rivali.

Qua l'ordine d'arrivo: https://firstcycling.com/race.php?r=354&y=1989



 
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