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Il ciclismo ai tempi del grande dilettantismo e del Blocco Sovietico
#21
Oggi, con i nostri racconti sui grandi del dilettantismo ai tempi del blocco sovietico, andiamo in Germania dell'Est per parlare di colui che detiene il record di successi nel Giro della DDR (4): Bernd Drogan.

Nato il 26 ottobre 1955 a Döbern, nel Brandeburgo, Bernd era un corridore totale.

I risultati ottenuti da juniores danno l'idea della sua polivalenza. Nel 1972 vince il titolo nazionale di categoria su strada, nell'inseguimento individuale e nella cronosquadre. L'anno seguente ripete quei successi e diventa campione della DDR anche nel cross e nel criterium.

Cresciuto nel SC Cottbus, i primi anni tra i grandi li passa all'ombra del coetaneo e compagno di squadra Hans-Joachim Hartnick. Inizia a fiorire nel 1976, quando conquista, in solitaria, l'ottava e ultima tappa del Giro della DDR con annessa la maglia verde di miglior grimpeur.

Sarà nel 1977, però, che Drogan esploderà definitivamente. Coglie dieci successi tra cui il titolo nazionale della montagna, il Tour du Vaucluse, il Giro di Boemia, nel quale conquista anche una tappa, e due frazioni al Giro di Slovacchia.

Alla Corsa della Pace si impone nella sua Cottbus, ma il risultato più eclatante arriva nel Giro della DDR. Non vince alcuna tappa, ma mostra una continuità di rendimento eccellente e trionfa nella classifica generale con 1'41" su Joachim Vogel e ben più di 3' su tutti gli altri.

Nel 1978 fa ancora meglio. Vince sia il titolo nazionale della montagna che quello a cronometro. Al Circuit de la Sarthe si impone nella quarta tappa, una prova contro il tempo, e conquista la classifica generale davanti a Yvon Bertin e Mariano Martinez.

Al Giro della DDR, inoltre, è ancora più dominante. Conquista in solitaria la prima e la terza tappa. In ambedue solo il secondo e il terzo subiscono un passivo inferiore ai 50". In classifica generale trionfa con 2'05" su Peter Richter.

L'anno seguente arriva il primo titolo mondiale, nella cento chilometri, ottenuto insieme al già citato Hartnick e a Falk Boden e Andreas Petermann. Nella prova in linea, invece, si deve accontentare del bronzo, battuto dall'azzurro Gianni Giacomini e dal polacco Jan Jankiewicz.

In quella stagione, oltretutto, conquista il Giro di Romania e ben tre tappe alla Corsa della Pace, due cronometro e la frazione conclusiva di Berlino. Al Giro della DDR serve il tris e risulta dominante come poche altre volte in carriera.

Nella cronometro del quinto dì, 38 chilometri da Obstfelderschmiede ad Arnstadt, rifila distacchi enormi. Hartnick secondo arriva a 1'46", Olaf Jentzsch è terzo a 1'57", mentre corridori del calibro di Falk Boden e Olaf Ludwig subiscono passivi ben superiori ai 2'.

In classifica generale Bernd trionfa con 3'35" su Hartnick. Il terzo, Martin Goetze, arriva a 10'12". Il decimo, Olaf Jentzsch, chiude a 15'34". Quelli che rifila Drogan agli altri sono distacchi senza senso se consideriamo che parliamo di una gara di appena sette tappe.

Il biennio '80-'81 sarà molto meno soddisfacente per Bernd nelle corse a tappe, complice anche qualche caduta di troppo. Non conquista nessuna classifica generale e al Giro della DDR del 1980 si deve accontentare di vincere l'ultima frazione e la classifica dei GPM.

In compenso, si leva diverse soddisfazioni nelle gare a cronometro. Nel 1980 coglie l'argento a Mosca nella cronosquadre olimpica. Nel 1981, invece, vince il titolo nazionale della crono individuale e la maglia iridata nella cento chilometri.

Nel 1982, tuttavia, Drogan torna a regnare sul ciclismo dilettantistico. Al Giro della DDR vince il prologo e la prima tappa. Dopodiché, sulle rampe Großer Inselsberg dà il colpo di grazia ai rivali. Infligge distacchi abissali, va a riprendere il fuggitivo Thomas Barth, e archivia la pratica.

Vince con 5'26" su Barth, 6'55" sul ceco Jiri Skoda, 9'15" su Hartnick e ben più di 11' su tutti gli altri. Un mese e mezzo più tardi, in quel di Goodwood, Drogan conquista il titolo iridato dei dilettanti dopo ben 45 chilometri di fuga solitaria.

E' la ciliegina sulla torta di una stagione stupenda che lo vede giungere sul gradino più alto del podio in ben undici occasioni. Dal 1983, per Bernd, però, inizia un lento declino. Non sarà più il corridore ammirato fino alla stagione precedente.

Ha solo 28 anni, ma come tanti altri dilettanti del blocco orientale si è logorato anzitempo. Le tantissime gare a cui partecipavano questi corridori li portavano a finire la benzina nel serbatoio già in giovanissima età.

Ad ogni modo, Drogan sarà ancora capace di vincere tappe al Giro della DDR, al Giro delle Regioni e al Tour de l'Avenir. Conquista anche l'edizione 1983 del Giro di Slovacchia e l'oro nella cento chilometri ai Giochi dell'Amicizia del 1984.  

Bernd Drogan appende la bici al chiodo nel 1986. Lavorerà poi come tecnico nel SC Cottbus e, successivamente, fino al 2018, presso l'associazione ciclistica del Brandeburgo.
 
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#22
 
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#23
Sono post come questi,che mi fanno arricchire le mie conoscenze ciclistiche
 
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#24
Dato che ieri abbiamo parlato di Bernd Drogan, oggi restiamo nella DDR per trattare un corridore citato più volte nel racconto precedente: Hans-Joachim Hartnick.

Nato a Vormlage, il 12 gennaio 1955, Hartnick era un passista che si difendeva in salita e anche in sprint ristretti.

Hans esplode giovanissimo, nel 1974, a soli 19 anni. Vince il titolo nazionale della DDR e si impone in due frazioni della Corsa della Pace: la Toruń – Poznań e la Neubrandenburg – Berlin. In ambedue riesce ad anticipare il gruppo di pochi secondi.

Alla DDR Rundfahrt fa ancora meglio. Pronti, via e vince in maniera netta e clamorosa la cronometro di 20 km di Forst. Il secondo, Michael Schiffner, arriva a 24". Drogan è terzo a 50", per tutti gli altri i distacchi sono nettamente superiori al minuto.

Dopo cinque dì relativamente tranquilli, nella Dessau – Nordhausen Hartnick resta in testa alla gara con altri tre uomini, tra cui il fortissimo svedese Sven-Ake Nilsson, un atleta che in futuro vincerà l'Avenir e si piazzerà sul podio alla Vuelta e alla Freccia Vallone.

Hartnick, ad ogni modo, supera gli altri tre in volata, coglie il successo parziale e ipoteca quello finale. Il 19enne teutonico vince la DDR Rundfahrt con 1'35" di vantaggio su Nilsson secondo. Tutti gli altri chiudono a oltre 2'30".

Nel prosieguo della stagione, per Hartnick, arriverà anche il bronzo nella cento chilometri. E se il 1974 è stato fantastico, il 1975 sarà ancora meglio. Hans vince ben cinque titoli nazionali: linea, crono, cronosquadre, criterium, gara collinare.

E' secondo alla Corsa della Pace, battuto solo dal fuoriclasse polacco Ryszard Szurkowski. Tuttavia, in quella che fu un'edizione dal cast stellare della corsa delle tre capitali, si mette dietro, nella lotta per la piazza d'onore, un certo Aavo Pikkuus.

Hans, inoltre, sarà secondo anche al Giro di Polonia, mentre alla DDR Rundfahrt ripete il successo dell'anno precedente. Stacca tutti nella terza frazione, la Eisenhüttenstadt – Forst, e rifila distacchi immensi a chiunque, tolti i primi tre inseguitori.

In classifica generale, a fine gara, precede il secondo, Michael Schiffner, di 4'34". Nella stagione seguente, il 1976, i risultati di Hartnick, complice anche l'esplosione di Drogan, iniziano già a calare. Ad ogni modo, ottiene comunque diverse vittorie.

Si impone nel Tour du Vaucluse, nel campionato nazionale criterium e nella Frankfurt/Oder-Berlin. Il successo più prestigioso, però, arriva nella Corsa della Pace. Hans, infatti, riporta nella DDR la corsa delle tre capitali otto anni dopo l'ultimo successo targato Axel Peschel.

Durante la gara dà vita a un duello mozzafiato con il polacco Stanisław Szozda, il quale si impone tre volte nei primi dieci giorni e non si stacca mai da Hartnick nelle frazioni più dure. Nella cronometro di 24 km da Forst a Chociebuż, però, il tedesco annichilisce il polacco.

Hartnick chiude secondo di giornata, a 19" dal vincitore Gorełow, mentre Szozda non entra tra i primi dieci e subisce un distacco importantissimo. Hartnick, che, inoltre, si impone nell'ultima frazione, vince la generale con 1'37" di margine sul polacco.

Il '77 è una delle annate più negative per Hartnick, il quale porta a casa la sola Rund um Berlin. Nel '78 va un po' meglio, ma non sembra più l'atleta del triennio '74-'76. Arriva nei 5 alla Corsa della Pace e alla DDR Rundfahrt e vince il titolo nazionale criterium.

Al contrario, nel 1979 Hans-Joachim fa la sua miglior stagione nel periodo successivo al suo triennio d'oro. Vince il titolo mondiale nella cento chilometri, con Drogan, Falk Boden e Andreas Petermann, e la classifica generale della Thüringen Rundfahrt.

Alla DDR Rundfahrt vince la seconda tappa, la Rund um die Saaletalsperren, e in classifica generale arriva secondo a 3'35" da Drogan. Il terzo chiuderà a oltre 10'. Nel 1980, invece, vince il titolo nazionale nel ciclocross e coglie l'argento olimpico nella cento chilometri.

Nel 1981 conquista il Tour de l'Yonne davanti a Drogan e al giovane Ludwig. Alla DDR Rundfahrt vince in solitaria la quarta tappa, precedendo di 20" lo stesso Ludwig, e arriva terzo nella generale alle spalle di Lutz Lötzsch e Thomas Barth.

E' l'ultimo podio della carriera nella corsa di casa. Nel 1982 sarà quarto e, pochi mesi più tardi, appenderà la bici al chiodo per diventare un tecnico della nazionale della DDR.
 
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#25
Bravo luca
Credo continuerai con ludwig , Ampler e Raab
I cinque grandi
Ciclismo ddr che per me è stato il più forte del blocco dell est
A capo di quel sistema..wolfram lindner
Responsabile dal 1970 al 1990..e i due anni successivi della germania unificata
6 titoli mondiali e 3 titoli olimpici
Se aggiungi l oro di Pascal richard e i mondiali di zulle e camenzind.
8 ore mondiali e 4 olimpico
Credo sia nettamente il tecnico più vincente della storia
Se tave aveva iniziato la scuola..il maestro che l ha fatta diventare la più forte è stato lui
Con tecniche innovative per l epoca
Purtroppo in 30 anni di Germania unificata si è perso quasi tutto..
Sc cottbus , sc dhfk Lipsia, sc dynamo Berlino, sc turbine erfurt, ask vorwarts Francoforte, sg wismut Gera, tsc Berlino..
Viaggiano con 5..6 juniores..quando va bene
Da 1000..1500 junior son passati a 70..80 junior nella ddr

Campionato del mondo 1983
La ddr va malissimo nella 100 km..decima
Nella gara individuale
1 Raab
4 Barth
6 Ludwig
8 Boden
 
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#26
Con i nostri racconti sui grandi del dilettantismo oggi, dopo due giorni nel Brandeburgo, lasciamo la DDR e andiamo dall'altra parte del mondo. Più precisamente a L'Avana, Cuba, nel cuore dei Caraibi, laddove è nato Eduardo Alonso Gonzalez.

Oggi il ciclismo cubano è un po' il nulla mescolato con il niente. Nella seconda metà del '900, però, la Vuelta a Cuba era una signora corsa. In particolare tra il 1975 e il 1990 vive un momento d'oro. Nel 1978 verrà vinta addirittura da sua maestà Sergueï Soukhoroutchenkov.

La Vuelta a Cuba degli anni '80, dunque, è un contesto estremamente competitivo. Vi partecipano sovietici, colombiani, polacchi e tedeschi della Germania Est. Il meglio che la FIAC possa offrire. Gli stessi cubani, inoltre, in quel periodo vanno sovente a correre in Europa.

Al Corsa della Pace, ad esempio, vi partecipavano ogni anno. Insomma, al contrario di adesso, vi erano tutte le condizioni per cui un corridore cubano potesse sbocciare. Ed Eduardo Alonso era il talento più scintillante mai apparso sull'isola.

Alonso è fortissimo in salita e sul passo, è anche un ottimo inseguitore su pista. Nel 1981 partecipa alla Vuelta a Cuba con la selezione juniores. Conclude la gara al terzo posto, battuto solo da connazionale Jorge A. Pérez e dal colombiano Cristóbal Pérez.

Eduardo è un 1962 o addirittura un 1963, stante quanto riporta un almanacco della DDR del 1987. Gli altri due hanno oltre dieci anni più di lui. Cristóbal Pérez, nel 1982, inoltre, vincerà la Vuelta a Colombia e farà secondo al Tour de l'Avenir dietro Lemond e Robert Millar.

La caratura dei risultati colti dal colombiano appena una stagione più tardi fa ben capire il livello della competizione in cui il teenager Alonso va a podio. La corsa di casa non si tiene nel 1982, ma torna nel 1983 ed Eduardo la inaugura conquistando il prologo.

In classifica generale chiuderà nuovamente terzo, battuto solo da due rappresentanti della DDR: Olaf Jentzsch e Hardi Groeger. In quella stessa annata, inoltre, prende parte al prestigioso Giro delle Regioni e dimostra di non essere solo un fenomeno locale.

Il 21enne (o 20enne) Alonso alla prima tappa fa subito secondo. Arriva a giocarsi il successo con il fortissimo austriaco Helmut Wechselberger e con l'azzurro Ezio Moroni e perde in volata da quest'ultimo. Alle loro spalle ci sono nomi di extralusso.

Come i due sloveni Primoz Cerin e Bojan Ropret, se volete approfondire basta cercare il mio articolo sulla storia del ciclismo sloveno su Suiveur, lo statunitense Thurlow Rogers e i due rappresentanti della DDR Andreas Petermann e Olaf Ludwig.

Alla fine Wechselberger vincerà la corsa grazie al suo dominio nella cronometro di 12 chilometri di Castelvetro. Alonso arriva terzo a 34" a pari merito con Bernd Drogan, Falk Boden e il già citato Ropret e si assicura, così, la seconda piazza in classifica generale.

Un risultato strepitoso per un ragazzino cubano catapultato in uno dei palcoscenici più importanti del panorama dilettantistico. Nella stagione successiva arriva la prima vittoria nel Vuelta a Cuba, in un'edizione nella quale conquista anche la maglia dei GPM.

Eduardo si impone nella settima tappa e domina la gara mettendosi dietro atleti del calibro di Viktor Demidenko, Lutz Lötzch e Jens Heppner ai quali rifila oltre 6'. Nel 1985, invece, perde la corsa di casa per mano del sovietico Alexandre Zinoviev. E' l'ultima sua sconfitta alla Vuelta a Cuba.

Infatti, dal 1986 al 1990 conquista tutte le edizioni della corsa a tappe caraibica battendo anche corridori del calibro di Ivan Ivanov, che vanta due top-10 e due vittorie di tappa alla Vuelta, e Djamolidine Abdoujaparov

Inoltre, in carriera fa sue ben tredici tappe della Vuelta a Cuba, sei a cronometro e sette in linea. In campo internazionale, invece, sarà nuovamente protagonista del Giro delle Regioni nel 1986. Arriva quarto alle spalle di Jiri Skoda, Maurizio Fondriest e Valeri Malaschenkov.

Sempre nel 1986, inoltre, vince la Vuelta al Tachira, al tempo gara frequentata anche dai dilettanti dell'Europa dell'est, battendo l'idolo locale José Lindarte. Diversi, inoltre, sono i successi che Alonso ha ottenuto con la nazionale.

Ai giochi panamericani Eduardo ha conquistato due argenti nella 100 chilometri e l'oro a L'Avana 1991. Oltretutto, ha vinto l'oro nella cento chilometri anche ai Campionati panamericani di ciclismo di Medellin 1988 e ai giochi dell'America centrale e dei Caraibi di Santiago de los Caballeros 1986.

Sempre in questa manifestazione, inoltre, ha vinto anche l'oro nell'inseguimento individuale. La carriera di Eduardo si è interrotta bruscamente nel 1991, quando il ciclismo cubano venne affondato dalla crisi economica che colpì l'isola dopo il ritiro delle sovvenzioni sovietiche.
 
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#27
Per chi non avesse voglia di leggere, ora c'è anche in versione video:



 
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#28
ma la globalizzazione è arrivata adesso..
abdoujaparov.. era nato in uzbekistan..
cubani..
bulgari ecc
 
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#29
Ma anche la stessa America Meridionale: Brasile, Uruguay, Venezuela e Cile a me sembra che sfornassero corridori migliori 20/30 anni fa.
 
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#30
Esattamente
Sierra etxebarria maya rujano
Fino all anno scorso non c era nemmeno un pro venezuelano
e il Messico?
Alcala e arroyo
alcala un anno era tra i favoriti al tour
Mi ricordo meza che aveva corso e vinto da noi tra i dilettanti
Brasile
A parte il tuo nick Name. .andriato..Murillo Fischer e soprattutto ribeiro che vinse una tappa al tour..
adesso il nulla
 
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#31
A proposito hai un almanacco ddr??
 
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#32
Il Brasile ha avuto anche il mitico Cassio Freitas, nome di spicco della scena portoghese negli anni '90 e vincitore anche della Volta nel '92.

Considerando che la Colombia ha sempre prodotto tantissimi corridori forti, taluni che hanno pure fatto grandissimi risultati in Europa, ma sono sconosciuti al grande pubblico, come Alfonso Florez, l'unico vero paese dell'America Meridionale che dobbiamo ammettere essere in grande crescita è l'Ecuador.
 
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#33
(15-05-2020, 08:39 PM)winter Ha scritto: A proposito hai un almanacco ddr??

Non io direttamente, ma sulla wiki tedesca ci sono tutte le informazioni presenti nei vari Der Radsportler.

Tra la wiki tedesca che ha tutti i risultati di tutte le tappe di quasi tutte le edizioni della DDR Rundfahrt e quella polacca che ha tutti i risultati di tutte le tappe di quasi tutte le edizioni della Corsa della Pace, ho trovato un patrimonio pazzesco.

Per il Giro delle Regioni, invece, il Museo del Ciclismo è ben fornito.

E poi, ovviamente, anche i francesi hanno tantissimo materiale.
 
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#34
Li prendono da qui
http://www.sitodelciclismo.net/
Anni fa presi a milano alla libreria dello sport velo
che è la Bibbia del ciclismo
nel 99 c erano i risultati di tutte le gare dilettanti dei paesi principali
voglio provare negli anni a prenderli tutti (mia moglie si spaventera'..)
Dal 80 a oggi , spero ci siano anche quelli dell est

L annuario del ciclismo lo prendo dalla prima edizione..dal 91
 
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#35
Oggi trattiamo un altro dei talenti sovietici più luminosi: Ivan Mitchenko.

La carriera di Mitchenko è stata ancor più breve rispetto a quelle degli altri fuoriclasse sovietici di cui abbiamo già parlato qua, ovvero Pikkuus e Yuri Barinov.

Nato il 15 febbraio 1960 a Leningrado, Mitchenko è cresciuto tra la strada e la pista. Era un atleta completo, adatto soprattutto alle corse a tappe e in possesso anche di un buono spunto veloce. Da junior ha vinto il titolo iridato nell'inseguimento a squadre.

Tra i dilettanti Ivan Mitchenko esplode in maniera fragorosa alla Milk Race, attuale Giro di Gran Bretagna, nel 1980, a soli 20 anni.

La squadra sovietica, che ha tra le sue file anche Serguei Soukhoroutchenkov, domina quella gara. L'unico che riesce ad avvicinarsi vagamente al loro livello è Jiri Skoda. La selezione dell'URSS fa il bello e il cattivo tempo ogni giorno e Mitchenko arriva con costanza tra i primi.

Il giovanissimo Ivan, tuttavia, sale chiaramente di livello dopo dieci dei dodici dì di gara in programma, tanto che nelle ultime tre frazioni non esce mai dai primi tre.

Nell'undicesima tappa, la Northallerton-Newcastle si presenta definitivamente al mondo. Si rende protagonista di un assolo memorabile, conquista il successo parziale con 2'58" di margine sul danese Allan Jacobsen e oltre 8' sul gruppo, e ipoteca quello finale.

In classifica generale trionfa precedendo i connazionali Ramazan Galialetdinov e Serguei Soukhoroutchenkov rispettivamente di 6'44" e 8'21".

Nel 1981 prende parte alla Corsa della Pace tra le file di una selezione dell'URSS semplicemente stellare. Con lui ci sono Soukhoroutchenkov, Barinov e altri grandi nomi di cui parleremo più avanti quali Youri Kachirine, vincitore di due Milk Race, secondo all'Avenir nel 1980, oro olimpico e mondiale nella 100 chilometri, Oleg Logvine e Charkid Zagretdinov che vincerà la classifica generale.

Inutile dire che fanno il bello e il cattivo tempo, riuscendo a dimostrarsi nettamente superiori anche alla DDR. Già nella seconda tappa, che verrà vinta da Olaf Ludwig, i sovietici danno un saggio di tutta la loro superiorità. Davanti a giocarsi la gara arrivano in sei, tra loro ci sono Mitchenko, Soukhoroutchenkov e Zagretdinov.

Il giorno seguente, nella terza frazione, la Magdeburg-Erfurt, vince proprio Ivan in volata su Kachirine. Barinov è terzo a 15", Zagretdinov quinto a 21", il grosso del gruppo, incluso Soukhoroutchenkov che quel dì perde effettivamente la gara, arriva a 9'20".

Mitchenko perderà la Corsa della Pace perché sostanzialmente Zagretdinov e Soukhoroutchenkov entrano nella fuga di giornata nella tappa di Praga, la sesta, al contrario di Ivan, e, in compagnia di Jiri Skoda, guadagnano oltre 10' al gruppo degli altri uomini di classifica.

Nella decima tappa, la Mlada Boleslav – Wałbrzych di 190 chilometri, i sovietici danno un ulteriore prova di forza. Zagretdinov, Mitchenko, Logvine e Soukhoroutchenkov, che otterrà il successo parziale, vanno all'attacco insieme, si esibiscono praticamente in una cronometro a squadre, e guadagnano altri 2'34" sul gruppo.

Zagretdinov vincerà anche due delle ultime tre tappe oltre alla classifica generale. Mitchenko è terzo a 6'13". Chiaramente, non aver seguito i compagni di nazionale nella tappa di Praga gli è costato il successo finale.

Ivan, in quel 1981, è grande protagonista anche al Circuit de la Sarthe ove vince in solitaria una tappa precedendo di ben 3'17" un gruppetto comprendente, tra gli altri, Zagretdinov, Barinov, Marc Madiot, Greg Lemond e Jiri Skoda. In classifica generale è secondo a 4'10" da Barinov.

Il successo più prestigioso della sua annata, tuttavia, il 21enne Mitchenko lo coglie in Italia. Conquista il GP Liberazione, al tempo classica sentitissima del calendario dilettantistico. Ivan attacca con Logvine e i due fanno il vuoto. Dopodiché, trionfa superando il compagno di nazionale allo sprint. Zagretdinov completa la tripletta sovietica regolando Milan Jurco e Silvano Riccò nella volata per il podio.

In seguito, Mitchenko partecipa anche al Giro delle Regioni dove i sovietici spazzano via i giovanissimi Laurent Fignon e Franco Chioccioli. Soukho stravince la gara con l'indimenticabile impresa di San Marino. In classifica generale, Ivan è terzo con lo stesso tempo di Barinov secondo, il quale lo precede in virtù dei migliori piazzamenti.

Il 1982 è l'anno d'oro di Mitchenko. Sembra un po' la stagione del passaggio di testimone tra Soukhoroutchenkov, all'epoca 26enne, un età avanzata per gli standard URSS, e Ivan. Al Tour du Sochi, peraltro, Mitchenko vince la classifica generale proprio davanti a Soukho.

Ivan, nel 1982, conquista addirittura la Palma d'Oro Merlin-Plage riservata al miglior dilettante della stagione in campo internazionale. Un premio che era nato due anni prima, sulla scia di quello riservato al miglior dilettante di Francia che veniva assegnato, invece, dal 1971, e che fino a quel momento aveva vinto solo Soukhoroutchenkov. Mitchenko precede nomi del rango di Bernd Drogan, Cristobal Perez, Helmut Wechselberger e Lucho Herrera.

I punti necessari per ottenere questo premio, Ivan li raccoglie in gran parte tra il Circuit de la Sarthe e il Giro delle Regioni. Nella gara a tappe francese Mitchenko vince le prime due frazioni e conquista la classifica generale con oltre un minuto di vantaggio sul ceco Milan Jurco.

Nella gara a tappe italiana, dopo aver concluso al secondo posto la frazione di Bologna, ove l'URSS domina vincendo con Viktor Demidenko e piazzando Barinov sul gradino più basso del podio, Mitchenko costruisce il suo successo nella prima semitappa del quarto giorno: la Gatteo a Mare - San Sepolcro.

Mitchenko entra nel plotone di nove fuggitivi che si crea a inizio frazione sotto l'impulso dell'azzurro Forasacco. La prima selezione, tra i battistrada, avviene sulle rampe del Passo di Viamaggio, l'ascesa più lunga di quel Giro delle Regioni, in seguito a uno scatto del francese Regis Simon, al quale rispondono Mitchenko, il tedesco Joerg Koehler, il neozelandese Vandegriend e il polacco Krawczjk. Gli ultimi due, tuttavia, si staccano poco più avanti e in vetta con Mitchenko scollinano solo Simon e Koehler.

Dietro, intanto, Soukhoroutchenkov attacca e gli risponde solo il forte rumeno Romascanu. Dato che i battistrada non hanno un grande vantaggio, tuttavia, Viktor Kapitonov, l'allenatore della squadra sovietica, lo convince a desistere per paura che la sua azione possa danneggiare Mitchenko.

I tre di testa, in questo modo, riescono ad arrivare al traguardo con 22" di margine sul grosso del gruppo e Ivan, su un rettilineo che tira all'insù, fulmina i compagni di fuga facendo tappa e maglia. Da quel momento in avanti Mitchenko gestisce senza problemi la leadership e conquista il successo finale davanti al connazionale Demidenko.

Nel 1983 i risultati di Mitchenko crollano. Vince solo una tappa alla Ruban Granitier Breton. Lascerà il ciclismo un anno più tardi.

Nell'Unione Sovietica si investiva nel ciclismo con il fine ultimo di andare, poi, a conquistare le medaglie alle Olimpiadi. Kapitonov sosteneva che la carriera di un corridore non dovesse durare più di quattro anni. In sostanza una generazione di corridori sovietici aveva a disposizione una sola edizione dei giochi, poi doveva farsi da parte poiché i suoi atleti erano stati spremuti fin troppo.

La generazione di Ivan Mitchenko è quella di Los Angeles 1984, l'edizione delle Olimpiadi che venne boicottata dall'URSS. Quando fu chiaro che l'Unione Sovietica non si sarebbe presentata a quell'edizione dei giochi, molti, incluso Ivan, deciso di gettare la spugna.
 
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#36
Qua la pagina dell'Unità in cui vengono raccontate le due semitappe del quarto giorno del Giro delle Regioni 1982: https://archivio.unita.news/assets/main/...ge_011.pdf
 
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#37
Avevo fatto un video unico oggi per poi comprimerlo e caricarlo, ma Twitter, per qualche oscuro motivo, non mi dà modo di twittarlo.

Così ho deciso che nei prossimi giorni rispolvererò il mio canale Youtube per una rubrica a più ampio raggio sulla storia del ciclismo non mainstream.
 
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#38
Oggi parliamo di Helmut Wechselberger, fortissimo passista-scalatore austriaco attivo negli anni '80.

Nato a Jerzens, un comune tirolese di neanche mille anime, il 12 febbraio del 1953, Wechselberger arriva al ciclismo estremamente tardi.

Da ragazzo, infatti, pratica lo sci alpino, ma a causa di un brutto infortunio viene scartato dalla squadra della sua scuola. Diplomatosi, inizia a lavorare come impiegato di banca e non si interessa più allo sport fino ai 25 anni, quando dopo alcune passeggiate in bicicletta fatte in Sardegna, durante una vacanza, coi suoceri, si accorge che guidare quel mezzo gli piace particolarmente.

Inizia a gareggiare nel 1979 tra i dilettanti e subito porta a casa una corsa: la Niederösterreich Rundfahrt. L'anno seguente, invece, arriva terzo al campionato nazionale e secondo al GP Guglielmo Tell, una gara svizzera a cui partecipano atleti di tutta Europa. Nel 1981 si fa conoscere anche qua in Italia cogliendo la piazza d'onore alla settimana bergamasca.

Dopo tre stagioni di apprendistato, a 29 anni, Helmut sboccia definitivamente: vince il Giro d'Austria, ove prima si piazza al secondo posto sul Grossglockner e, successivamente, conquista la cronometro di 24 chilometri di Klopein am Klopeiner See, ipotecando il successo finale, trionfa anche Vienna-Rabenstein-Gresten-Vienna, che qualcuno conoscerà anche come Uniqa Classic, e si impone nuovamente nel Niederösterreich Rundfahrt, stavolta battendo un certo Bernd Drogan.

Anche in campo internazionale Wechselberger non fa prigionieri. Batte tutti nella cronometro del GP Guglielmo Tell e conquista il successo finale nel Giro della Renania-Palatinato. Oltretutto, prende parte al GP delle Nazioni, all'epoca un vero e proprio campionato del mondo delle prove contro il tempo, e chiude in settima posizione a 4'52" da Bernard Hinault.

Il 1983 è probabilmente la miglior stagione di Helmut tra i dilettanti. Al Giro d'Austria vince due tappe, ma è secondo in classifica generale, battuto dal connazionale Kurt Zellhofer, una meteora. Conquista due frazioni anche alla Niedersachsen Rundfahrt, ove, oltretutto, si porta a casa la classifica dei grimpeur.

Il successo più prestigioso, però, lo ottenne al Giro delle Regioni. Nella tortuosa prima tappa, la Pescara - San Elpidio a Mare, arriva nel terzetto di testa insieme all'azzurro Ezio Moroni e al cubano Eduardo Alonso Gonzalez. Nella cronometro di Castelvetro, invece, demolisce la concorrenza: dà 13" a Olaf Ludwig secondo e 34" a un gruppetto di terzi composto da Bernd Drogan, Bojan Ropret e Eduardo Alonso Gonzalez. Ovviamente, con questo trionfo ipoteca anche la classifica generale.

Nel quadriennio seguente Helmut continua a ottenere ottimi risultati: vince ambedue i titoli nazionali austriaci nel 1984, riconquista la Niederösterreich Rundfahrt nel 1985, mentre nel 1986 serve il bis al Giro d'Austria. Nel 1987 è autore di un'annata decisamente eccellente. Domina la Niedersachsen Rundfahrt, giunge secondo al Giro d'Austria e si impone anche nel Trofeo Alcide De Gasperi.

Sul finire dell'estate prende parte ai Mondiali casalinghi e trascina l'Austria a un insperato bronzo nella cento chilometri. Un risultato incredibile, considerando che battono anche la Germania dell'Est. Dopo quel successo succede, però, che la federazione austriaca non gli vuole riconoscere un premio in denaro che gli aveva promesso in precedenza.

Stizzito da quell'atteggiamento, Helmut, che aveva sempre rifiutato le offerte delle squadre professionistiche poiché era già in età avanzata per essere un corridore e poiché voleva mantenere il suo lavoro, decide di lasciare i dilettanti e di provare l'avventura coi professionisti.

Wechselberger viene tesserato dalla Paini-Bottecchia-Sidi. Ha 34 anni e mezzo e sul finire della stagione 1987 prende parte alla Firenze-Pistoia, al tempo importante gara a cronometro. Helmut percorre i 35 chilometri che componevano il tracciato in 40'44". Il declinante Francesco Moser non riesce a battere quel tempo, chiude a 23" da Helmut. Non ci riesce nemmeno Gianni Bugno, che si limita a perdere 17". Fa decisamente peggio Tony Rominger, che dall'austriaco paga un passivo di 1'32".

L'unico che sembra in grado di batterlo è il campione in carica, il fortissimo polacco Lech Piasecki. Helmut e Lech sono stati ambedue grandi dilettanti, già si conoscono molto bene. La sfida è incredibilmente serrata, ma, per appena due secondi, anche il futuro iridato dell'inseguimento individuale deve alzare bandiera bianca. Alla seconda corsa tra i professionisti, il 34enne Wechselberger ha battuto tutti. E, per di più, lo ha fatto in una gara a cronometro, laddove per trionfare devi essere il più forte di tutti.

Nel 1988 prende parte al Giro del Trentino ove arriva terzo in classifica generale, battuto solo dagli svizzeri Urs Zimmermann e Tony Rominger. Al Giro d'Italia è considerato un outsider molto pericoloso, ma perde tanto tempo nelle prime tappe e chiude solo al 23esimo posto.

Appena un mese più tardi, però, coglie il successo più importante della carriera. Un trionfo a dir poco storico. Helmut Wechselberger, praticamente un neoprofessionista di 35 anni, conquista il Tour de Suisse, all'epoca, probabilmente, ancora la quarta gara a tappe al mondo per prestigio. Nella cronometro che da Sierre porta a Laukebard è secondo, battuto solo dal francese Jean-Claude Leclercq. Riesce a fare meglio anche di Sean Kelly, al quale rifila 13". I suoi rivali più pericolosi in ottica classifica generale, il portoghese Acacio Da Silva e il canadese Steve Bauer, prendono distacchi abissali.

In classifica generale Wechselberger rifila 1'25" a Bauer secondo e 1'44" a Da Silva terzo. Il quinto, il belga Patrick Robeet, arriva 4'09", il sesto, Francesco Cesarini, a 8'40". Dall'ottavo, Fabian Fuchs, in giù, subiscono tutti un passivo superiore ai dieci minuti.

Wechselberger continua a correre pure nel 1989, quando passa tra le file della Caja Rural. Partecipa al Tour de France ed è anche settimo nell'infausta cronometro finale. A fine stagione, tuttavia, data l'età, nonostante abbia ancora qualcosa da dare probabilmente, decide di appendere la bici al chiodo.
 
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#39
Domani pausa che devo preparare il testo per il video di YouTube.
 
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#40
Il personaggio di oggi è il grande scalatore sovietico Serguei Morozov.

Oscurato da Soukhoroutchenkov e Pikkuus, e in parte anche da Barinov, Mitchenko e Averin, Serguei è stato un atleta fortemente atipico per gli standard sovietici. Intanto è stato abbastanza longevo, competitivo competitivo oltre i 30 anni. E, poi, era un vero grimpeur, una tipologia di corridore che di rado si trovava tra le file delle selezioni dell'URSS.

Nato a Leningrado, il 29 settembre 1951, Morozov ha conquistato gran parte dei suoi successi in frazioni di montagna delle corse a tappe.

Nel 1972 fu vicecampione dell'URSS e nel 1975 arrivò terzo alla Vuelta al Tachira. Nel 1976 inizia a ricevere un po' più di considerazione in senno alla nazionale sovietica. Nel 1977 viene convocato per i Mondiali di San Cristobal. All'ultimo giro Morozov scatta e solo Claudio Corti riesce, a fatica, a tornargli sotto. All'inseguimento dei due, però, si porta Salvatore Maccali, un altro azzurro. Corti si mette comodo a ruota di Serguei, il quale è costretto a tirare a testa bassa, e lo salta agilmente in volata.




Comunque con quel successo là Morozov gira due viti e negli anni immediatamente successivi diventerà un asse portante della nazionale sovietica e vivrà il miglior periodo della sua carriera.

Al GP Guglielmo Tell del 1978 vince la cronoscalata di Brunni mettendosi dietro, nell'ordine, Soukho, Tommy Prim e Faustino Ruperez. Al Tour de l'Avenir conquista una delle due frazioni con arrivo a Morzine, battendo in volata Ruperez, Jo Maas e Soukho, e conclude al terzo posto in classifica generale.

Il 1979 è probabilmente l'annata migliore della carriera di Morozov. Al Giro delle Regioni vince in cima ad Amelia anticipando di 22" il gruppo. Al Giro di Yugoslavia, gara di 13 tappe, conquista due frazioni e la classifica generale davanti a Gusseinov e Galialetdinov. Al Tour de l'Avenir, invece, porta a casa una tappa e la classifica dei GPM.

Nel 1980 ottiene due vittorie da grande scalatore. Vince la tappa di Karpacz alla Corsa della Pace staccando i rivali sui Monti dei Giganti e alla Vuelta a Cuba, dopo aver conquistato in solitaria la prima frazione, si impone anche nella sesta, ove stacca tutti sulla Sierra del Escambray e rifila oltre due minuti ai primi inseguitori, due ottimi corridori quali i padroni di casa Jorge Antonio Pérez Castro e Gregorio Aldo Arencibia Guerra. All'Avenir, invece, è secondo a Morzine preceduto da José Patrocinio Jimenez.

Nell'81 è quarto all'Avenir ove fa secondo sia a Saint Gervais, battuto nuovamente da José Patricionio Jimenez, che a Morzine, ove il vincitore finale Pascal Simon lo precede in volata. Il 1982 sarà l'ultima stagione di Morozov e chiude la sua carriera vincendo una frazione al Giro di Sochi e piazzandosi al decimo posto al Tour de l'Avenir.
 
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