17-10-2018, 10:59 PM
(17-10-2018, 07:34 PM)Morris Ha scritto: Carissimo Old, hai fatto un lavoro stupendo che abbina alla passione una crescente competenza. La dimostrazione è venuta dalle correzioni che via via hai apportato alla creatura iniziale e dal come hai saputo spiegare i singoli passi. L'unico appunto che il mondo del ciclismo migliore (sottolineo, migliore) ti potrebbe ancora fare, nel caso di un auspicabile matrimonio con la realtà, è relativo ai trasferimenti della carovana fra una tappa e l'altra. Più che per le singole distanze, che non sono mai esagerate, per il loro numero. Il chilometraggio complessivo sta nelle regole, e tu l'hai sottolineato, ma per il ciclismo, come sport di forza resistente e con alle spalle quella particolare storia che l'ha reso popolare, giri che non superano i 4000 chilometri, sono un'assurdità. Una delle tante che l'UCI ha imposto. Tu non hai colpe, ovviamente.
Un abbraccio!
Beh, grazie Morris! Sono davvero contento che ti sia piaciuto. I trasferimenti sono stati un mio cruccio, per privilegiare i percorsi sono spesso significativi. Ho tenuto conto delle strade da percorrere, comunque, di solito molto buone, e dei super - pullman delle squadre. Le città di partenza hanno sempre buone capacità alberghiere, solo con le difficoltà che a tutt'oggi incidono sulla bella Amatrice, ma è comunque una zona a vocazione turistica. Da Taormina a Reggio Calabria bisogna traghettare, ma tra autostrada fino a Messina e organizzazione non credo sarebbe una grande difficoltà. I trasferimenti da Potenza a Barletta e da Cerveteri a Grosseto fruiscono del giorno di riposo.
Il trasferimento più difficile è quello da Sant'Annapelago a Sassuolo, dovendo attraversare gli Appennini, ma lì si può rimediare anticipando il riposo previsto il giorno dopo. Certo, qualche disagio c'è.
Su distanze e difficoltà complessiva non posso non essere d'accordo, alla fine il tappone da oltre 200 km. tutto montagna over 2000 non sono riuscito a metterlo. Per farlo "realistico" ho dovuto disegnare un Giro dei tempi attuali (ma tosto, eh, ben poco pensato per arrivare all'ultima crono sul filo dei secondi).
In troppi dimenticano che il fascino del ciclismo viene dalle tante leggende scritte da una fatica tremenda. Su quelle leggende vive anche il ciclismo tutto soldi e scienza di oggi ma in troppi lo hanno dimenticato. La semplicità di Pantani, tanto pedalare e così poca "scienza", sembra quasi uno spartiacque.
Al Giro di quest'anno è bastato mettere lo Zoncolan, il Finestre (e tanto lontano dal traguardo), con la complicità della testa di Froome e, nelle tappe precedenti, degli scatti di un Simon Yates poi crollato, per scrivere ancora belle pagine. Molto lontano da un Tour che nonostante protagonisti eccellenti non ha neanche avvicinato quella sensazione di bellezza e compiutezza della corsa che il Giro ha regalato. Gli abbiamo anche fregato Froome, che sarà quello dei Tour vinti e delle frullate sul Ventoux, ma sarà un po' di più e per sempre quello del tappa del Colle delle Finestre!
E forse i francesi, come per il Bartali di Paolo Conte, sono un po' tra l'incazzato e l'invidioso. Vedremo dal percorso del tour 2019 se hanno imparato qualcosa (e vedremo con il percorso del Giro se Vegni ha fatto tesoro dell'esperienza). I limiti di chilometraggio e dislivello sono impegnativi da aggirare, comunque.
Grazie ancora!