Johnny Hoogerland: "2014 tutto da scrivere"
Per descrivere Johnny Hoogerland si dovrebbe cominciare da un aggettivo: combattivo. Vuoi perché non c’è fuga della quale non faccia parte; vuoi perché ha finito un Tour de France, nel 2011, nonostante trentatrè punti di sutura alle gambe; “regalo” ingrato del famigerato tuffo nel filo spinato. Un ribaltone tremendo, quello avvenuto nella nona tappa, che l’aveva costretto a tagliare il traguardo di Saint-Flour a sedici minuti dal vincitore Luis Leon Sanchez, con cui si trovava in fuga (guarda caso) al momento dell’incidente, tra dolori atroci e bende grondanti sangue; tra gli applausi, comunque, di un pubblico che quella cavalcata eroica e tragica, ancora oggi, non l’ha dimenticata.
31 ANNI A MAGGIO - Combattivo e determinato, dunque. E già in rampa di lancio in direzione della stagione che lo aspetta: la prima cosa che balza agli occhi, infatti, trovandoselo davanti, è che è decisamente magro. A pochissimo dall’esordio in gruppo, che avverrà al GP Costa degli Etruschi il 2 febbraio prossimo, l’atleta trentenne (raggiungerà quota trentuno il 13 maggio) appare già in una quasi perfetta forma da gara. Enfatizzata dalla nuova livrea, composta da casacca arancio-bianca-blu su pantaloncino nero, brandizzata Androni Giocattoli-Venezuela. Compagine con la quale ha siglato un contratto annuale.
Dopo aver difeso i colori della Vacansoleil-DCM, dal 2009 sino all’anno passato quando il team nederlandese ha chiuso i battenti, per il Campione Nazionale (titolo conquistato a Kerkrade lo scorso 23 giugno) si è aperta, infatti, una porta italiana, che l’ha condotto ad abbracciare la divisa del Team Manager Gianni Savio. “L’Italia mi piace molto” spiega in un inglese perfetto (per la nostra lingua si sta ancora attrezzando, anche se ogni tanto qualche italica parola nel discorso ce la infila). “Correre qui è come essere in una grande famiglia. L’italiano non lo parlo ancora, ma mi difendo con inglese, francese e spagnolo”.
OBIETTIVO CLASSICHE - Anno nuovo, impegni nuovi, ma sempre prestigiosi: “Certamente il mio calendario quest’anno cambierà, farò molte gare nella Penisola. Sono stato in ritiro con la mia formazione, fino al 20 di gennaio, vicino a Livorno. Ora sono tornato a casa qualche giorno dai miei cari e ritornerò in Italia per correre Donoratico. Quindi, si prosegue con Trofeo Laigueglia e Giro del Mediterraneo”.
Gare in cui animerà l’ennesima fuga? “Vedremo. Quello che mi dirà la squadra di fare, farò. Il mio obiettivo, oltre a supportare il team, sarà certamente quello di fare una buona stagione”.
Tra le prove che la formazione italo-venezuelana si troverà ad affrontare ci saranno anche alcune Classiche del Nord: terreno particolarmente adatto a questo ragazzo nato nell’Olanda del Sud, al confine con il Belgio, che adesso risiede in Spagna con la famiglia. “Certamente si correrà anche in Olanda e in Belgio. Io dovrei fare la Freccia del Brabante e poi speriamo di ottenere l’invito per altre gare”. Invito già arrivato per l’E3 Prijs di Harelbeke, che si è assicurato tramite wild-card la partecipazione dei pluri-campioni italiani, mentre già era una certezza il Giro d’Italia. “L’ho corso nel 2011, ed era stata un’esperienza davvero speciale”.
Al di là dei risultati sportivi, però, per lui un successo bellissimo è già arrivato a dicembre, con la nascita della sua bambina. “Normalmente i bimbi, appena nati, sono bruttini. Lei, invece, era già da subito stupenda”, racconta con la voce colma di orgoglio e di commozione. Anche i combattenti più tenaci, davanti ai propri frugoletti, si sciolgono come neve al sole.
Silvia Tomasoni per ciclismoweb.net
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