Login Registrati Connettiti via Facebook



Non sei registrato o connesso al forum.
Effettua la registrazione gratuita o il login per poter sfruttare tutte le funzionalità del forum e rimuovere ogni forma di pubblicità invasiva.

Condividi:
L'intervista: GiroBio 2013 spostato a ottobre? Forse
#1
L'intervista: GiroBio spostato a ottobre? Forse
L'organizzatore Brocci ci spera, la FCI latita

Per alcuni è un sognatore, un visionario in grado di capire in anticipo dove andrà il ciclismo e proporre idee rivoluzionarie, o quantomeno innovative; per i suoi detrattori è invece un personaggio in cerca di pubblicità o di ritorni di vario genere, il classico "più bravo della classe"; di sicuro Giancarlo Brocci, toscano, inventore dell'Eroica (gara amatoriale disputata su sterrato e con bici e abiti d'epoca), da cui è filiata la Strade Bianche professionistica, nonché organizzatore del GiroBio, è un uomo che fa discutere e le cui idee sanno spesso dividere. Di sicuro lui, "il buon Brocci" (come si autodefinisce) è un tipo fuori dagli schemi.

Il suo GiroBio, ovvero la riedizione del Giro d'Italia dilettanti, ambiva a creare un ambiente di gara pulito, con i corridori "tolti" alle rispettive squadre e tenuti tutti insieme a mangiare, dormire, vivere tutte le fasi fuori dalla corsa. Un approccio che era stato "venduto" (dagli organizzatori, ma soprattutto dalla Federciclismo di Di Rocco) come il punto di partenza di un nuovo ciclismo, salvo poi scoprire che dopo appena 4 edizioni tutto crolla, non si trovano più i fondi per la sua realizzazione, e nasce addirittura un caso, con lo stesso Brocci che ha chiesto un contributo di partecipazione alle squadre, le quali hanno ben rifiutato di accettare tale proposta. Al momento la corsa è fuori dal calendario, ufficialmente annullata, anche se... Anche se qualche speranza c'è ancora, come lo stesso organizzatore ci dice al termine di questa intervista.

Brocci, allora, qual è il punto della situazione sul GiroBio?
«Il punto è che al momento non ci sono le condizioni per farlo. La crisi economica c'è su tutti i fronti, per questo ho chiesto la collaborazione delle società. Non per chiedere espressamente una "tassa", ma per metterci intorno a un tavolo con la Federazione e vedere quale poteva essere la soluzione. Io avevo speso tutte le mie risorse, più di quello che ho fatto non potevo fare; le società presenti mi chiesero quale sarebbe stato il costo per contribuire all'organizzazione, poi evidentemente non hanno ricevuto risposte positive da altre società. Mi hanno fatto una controproposta: "Cambiamo formula, ci teniamo i ragazzi con noi e ci paghiamo le spese"; ma a quel punto sono stato io a rifiutare, perché ciò avrebbe snaturato l'idea di GiroBio. Diciamo che la risposta che mi aspettavo non c'è stata».

Perché le squadre non hanno voluto collaborare fino in fondo?
«Chiedetelo a loro; evidentemente quella del GiroBio era una formula impegnativa per loro. Non voglio fare illazioni o congetture, ma evidentemente i team volevano stare coi corridori».

Si sarebbe creato però un precedente pericoloso, con le squadre chiamate a pagare per correre.
«Non lo discuto, ma secondo me il GiroBio sarebbe stato un investimento per loro, visto che ha dato visibilità al movimento e avrebbe continuato a darla. Per 4 anni è stata un'importante vetrina per i vari sponsor, forse valeva la pena sostenerlo».

Pensa che il GiroBio abbia effettivamente contribuito a un ciclismo migliore?
«Non lo dico io ma 13mila esami fatti, 4 università che hanno collaborato con noi e uno staff medico che ha sempre confermato quanto in quei 12 giorni di gara il livello di pulizia fosse esemplare. Ho chiesto anche in sede federale che ciò fosse riconosciuto, ma è anche parte del movimento ad aver capito la portata di questo progetto: qualche tempo fa mi ha contattato un direttore sportivo che ha il figlio che gareggia tra gli juniores e che mi invitava a non mollare: "Mio figlio continua a gareggiare solo perché ha la speranza di fare il GiroBio"».

Ma era comunque difficilissimo, per non dire impossibile, continuare da soli. Se qualche altro organizzatore vi avesse seguiti...
«Quando provammo a lanciare la Lega Dilettanti, che doveva servire per coordinare tutto il movimento e aiutare le sue parti, mi scontrai con mille interessi di bottega, e venni pure accusato di voler fare il capobanda. Io che mi ero giocato tutto nel ciclismo. Mi spiace che il movimento non mi abbia seguito, evidentemente i tempi non sono ancora maturi. L'esperienza mi suggerisce che ci vogliono almeno 5 anni perché una buona idea faccia breccia, per dire le prime 5 edizioni dell'Eroica le abbiamo fatte per 100 persone, sempre le stesse; poi è diventata una moda e oggi dobbiamo sorteggiare i partecipanti, che sono migliaia. Dico di più: sono stato poco tempo fa in Giappone, dove ho trovato ben due pubblicazioni mensili sul ciclismo vintage, segno che questo fronte riscuote molto interesse nel mondo. Non è l'unica idea vincente che ho avuto, le strade bianche le abbiamo reintrodotte noi nel ciclismo professionistico, ancora tutti ricordano la tappa di Montalcino del Giro 2010. Il GiroBio per ora è una proposta che non è stata accolta, ma in futuro chissà».

Non è però una forzatura porre tutte le attenzioni sulle squadre e in particolare i corridori, sempre sotto i riflettori quando si parla di doping, mentre a livello dirigenziale nulla cambia? Non è utopistico cercare di risolvere questo problema partendo dal basso?
«Da medico e da appassionato di ciclismo da una vita, sono una persona che è stata disillusa abbastanza precocemente. Ma non rinnego nulla, non rimpiango di aver tifato per corridori poi risultati positivi, o di essermi emozionato per imprese di questi corridori. Solo che quando ci si rende conto che il doping inizia a trasformare i brocchi in campioni, si capisce che non c'è un grande futuro davanti, perché la gente inizia a non crederci più, a non guardare più quello sport. Io ero un grande appassionato anche di calcio, ma oggi non riesco più a guardare una partita, come fai a vederli correre a 100 all'ora e pensare che quei muscoli siano reali? Il povero Ballerini concordava su questo punto, e cioè che a un certo punto il movimento deve dire basta a certe pratiche, e ciò accade, come ad esempio per l'agricoltura biologica: arriva un momento in cui diventa spontanea la volontà di riscoprire i valori naturali delle cose, perché l'alternativa è scomparire. Leggo anche in quest'ottica il grande riscontro che sta avendo l'Eroica in questi anni, c'è voglia di un ritorno al ciclismo più puro e vero. Prima o poi ci si renderà conto, a livello generale, che l'unico business ancora possibile in questo ambito sarà quello intorno a uno sport pulito».

Come si è comportata, in tutto ciò, la Federciclismo?
«Il GiroBio era un fiore all'occhiello anche per lei, ma quanto il movimento vuole - al momento - un ciclismo diverso? Bisogna fare i conti con questo fatto».

Proprio per averne fatto motivo di vanto negli anni scorsi, la FCI non avrebbe dovuto sostenervi in tutto e per tutto?
«Che devo dire io? Sono parte in causa, dovrei rispondere di sì, ma capisco anche una scelta di senso contrario. La FCI ha dato priorità al Giro femminile, perché le donne negli ultimi anni hanno portato medaglie e lustro al nostro movimento. Purtroppo le risorse non sono infinite, e occorre fare delle scelte. Non voglio fare l'avvocato della FCI, dico solo che questa è la motivazione».

Ma ha senso che la FCI ponga una scelta tra ciclismo femminile e ciclismo giovanile? E se invece la "testa" del GiroBio fosse stata chiesta come contropartita in sede elettorale federale, in gennaio? Si sa che dal Veneto il presidente Di Rocco ha ricevuto molti voti in più di quanti erano previsti, e in quella regione ci sono società dilettantistiche molto potenti che possono decidere di indirizzare le elezioni in cambio di...
«Non lo so, non ho cercato ruoli in Federazione, non so se ci sono state contropartite di questo tipo. Mi rendo solo conto che questa è una fase in cui il buon Brocci è passato di moda, ma non so perché. Penso però che ci tornerà, di moda, perché i progetti di cui parlo sono validi, e le cose belle alla lunga riescono ad affermarsi».

Davvero non si è dato risposte sul perché sia passato di moda?
«Per dire, due giorni fa hanno presentato il circuito mondiale di Firenze, e non ho ricevuto neanche una telefonata, quando fui spinto ad assumermi l'onere di organizzare la Coppa delle Nazioni in Toscana per due anni, proprio nell'ottica di una partecipazione massiccia della regione alla vita ciclistica internazionale, in chiave Firenze 2013. Sommo le varie cose e alla fine faccio come Fantozzi, a furia di vedere tutti i mobili di casa pieni di pane, inizio a pensare al fornaio...».

Ecco, la appoggiano sul GiroBio e poi la abbandonano a se stesso; la spingono a organizzare la Coppa delle Nazioni e poi a un certo punto il suo impegno non serve più e la corsa viene cancellata; non si sente un po' usato, diciamo non sente che a livello dirigenziale si sia cavalcato il cavallo Brocci finché faceva comodo e poi questo cavallo sia stato scaricato?
«Teoricamente sì, sono stato scaricato, ma non rimpiango nulla, perché quando credi in qualcosa fai tutto per quella cosa. Sono stato usato? Guardi, io non sono uno qualsiasi, è vero che mi son giocato soldi e proprietà per il ciclismo, ma già con la sola organizzazione dell'Eroica potrei vivere bene la mia vecchiaia. Tra tante avversità ho anche conosciuto molte persone perbene, certo i tempi son difficili per tutti e la qualità delle persone è in calo, perché contano i soldi e oggi di soldi non ce ne sono poi molti, così molti nel momento del bisogno vengono fuori al naturale. Ma non voglio fare la vittima, tutt'altro. Da sempre, sin da quando ero ragazzo, pago per le scelte alternative che ho fatto, ma, per dirla con Neruda, "confesso che ho vissuto". Per il ciclismo ho sì dato tutto, ma ho ricevuto tanto».

Aveva anche altri progetti in comune con la Federazione e anche con l'ex procuratore federale Santilli, ad esempio la famosa Coverciano del ciclismo...
«Altro bel progetto, a Gaiole, nel cuore del Chianti, c'era (c'è) a disposizione un terreno bellissimo, con una struttura che può essere usata per gli scopi federali, in una zona meravigliosa e priva di traffico. Sono 4-5 anni che lavoro a questo progetto, però per amarsi bisogna essere in due, altrimenti ci si masturba e basta... Per quanto mi è possibile, tra i salti mortali che faccio per i problemi di tutti i giorni (anche perché non mi stacchino la luce elettrica a casa, per dire), sto provando a portare avanti la cosa, nei prossimi giorni incontrerò dei rappresentanti delle istituzioni, un senatore, il ministro Idem, esponenti della Regione Toscana, e si parlerà anche di questo progetto. Come uno scarabeo porto avanti la mia pallottola, certo non è facile».

E per il GiroBio l'appuntamento è rinviato al 2014?
«Non voglio gettare ancora la spugna per quest'anno, forse c'è la possibilità di recuperare la corsa tra fine settembre e inizio ottobre: dopo il Mondiale di Firenze tutto il meglio del ciclismo under 23 sarà già in Italia, in Toscana, e possiamo vedere di inserire il GiroBio prima dell'Eroica, a livello organizzativo l'ipotesi è percorribile, per me. Vediamo cosa mi diranno le istituzioni la prossima settimana, a partire dal nuovo CONI: il neopresidente Malagò ha messo come primo punto del suo programma la lotta al doping, potremmo trovare delle porte aperte. Qualche amico, nel ciclismo, mi è rimasto: vediamo cosa possiamo fare».

Marco Grassi per cicloweb.it
 
Rispondi
#2
Mi sembra abbastanza ovvio che non si possa chiedere alle squadre di pagare per organizzare le corse...
Certo è un gran peccato che non si possa correre, però se l'organizzatore non trova i soldi non può prendersela con le squadre o con la Federazione, che non ha una lira e manco si può permettere di ingaggiare un commissario tecnico
 
Rispondi
#3
Cosa è successa finalmente? ha stato rinviato? sospeso?
 
Rispondi
#4
Annullato per quest'anno
 
Rispondi
#5
e secondo te, ritornerà per la prossima stagione?
 
Rispondi
#6
Mah speriamo di sì, magari insieme al Toscana Terra di Ciclismo. Però gli stessi problemi che ci sono stati quest'anno si riproporranno
 
Rispondi
#7
nella Spagna ha scomparito il Circuito Montañés da qualche anno fa. È stata una grande perdita...
 
Rispondi
#8
Vero, lo vinse Mollema una volta, vi prendevano il via bei talenti...

Poi il giro di Turchia coi relativi bombardatoni resta Sick
 
Rispondi
#9
Il Girobio comunque è una corsa che richiama sempre un certo interesse, c'era sempre anche la sintesi sulla Rai. Se non lo fanno è perché i soldi proprio non ci sono (a occhio è anche un evento abbastanza costoso da organizzare). Se ci sono corse come il Giro di Turchia o il Tour of Qatar al momento è un bene, perché non credo siano in competizione con quelle europee, molte delle quali sarebbero state cancellate anche senza queste alternative
 
Rispondi
  


Vai al forum:


Utente(i) che stanno guardando questa discussione: 1 Ospite(i)