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La Flèche Wallonne Féminine
#1
Mercoledì 29 Aprile 2012
La Flèche Wallonne Féminine

[Immagine: 12frecw0.jpg]

Côtes
1. Côte de Peu d'Eau km 39
2. Côte de Haut-Bois km 44.5
3. Côte de Groynne km 69.5
4. Côte de Bohisseau km 76
5. Côte de Bousalle km 79
6. Mur de Huy km 92
7. Côte d'Amay km 108
8. Côte de Villers-le-Bouillet km 114.5
9. Mur de Huy km 123
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#2
Freccia Vallone WE 2012: Il Muro chiama le ragazze italiane - Vos favorita ma Guderzo e Berlato devono provarci

Se la rideva, sotto il sole di Cittiglio, il buon Jeroen Blijlevens, all'ipotesi di vedere sul Muro di Huy prima Marianne Vos e seconda Pauline Ferrand-Prévot, in un double della Rabobank che avrebbe avuto qualcosa di straordinario. Se la rideva, e dietro a quel sorrido scaramantico ma consapevole ci lasciava con un «Magari...».

Vos ma non solo
Vos e Ferrand-Prévot, maestra ed allieva. La prima in cerca della quinta vittoria in carriera alla Freccia, la seconda biker affermata (domenica quarta nella prova di Coppa del Mondo di MTB) ed abituata a pendenze a doppia cifra, nonché settima a Huy nel 2011. Era la sua prima Freccia Vallone e stupì relativamente. Non una corsa chiusa a sole due, tutt'altro, saranno diverse le protagoniste della 15ma Freccia Vallone Femminile.

Da Huy a Huy chilometraggio aumentato
Si parte laddove si arriverà dopo tanto girovagare tra côtes, muri e muretti. Aumenta il chilometraggio rispetto al 2011: dai 109 km di dodici mesi fa si passa ai 123 di quest'anno e naturalmente, correndo sulle Ardenne, non un metro di pianura. Sette côtes e due scalate a Huy, con il finale identico a quello degli uomini: Côte d'Amay e l'insidiosa Côte de Villers-le-Bouillet a 8 km dall'arrivo.

Maltempo e Muro, la selezione ci sarà
Il maltempo e le rampe di quest'ultima potrebbero completare la selezione che sarà già avvenuta nei primi chilometri. Per coloro che resteranno davanti la discriminante sarà il Muro, quei 1800 metri terribili che solo poche hanno saputo domare.

Chi spariglierà il poker della Vos?
La vera domanda non è chi vincerà domani ma chi potrà insidiare Marianne Vos. L'olandese ha vinto le prime due prove di Coppa del Mondo (la terza, il Fiandre, non l'ha disputato) dimostrando una superiorità allarmante. S'è umanizzata all'Energiewacht Tour, dove tra prove a cronometro, non (ancora) propriamente il suo pane, e frazioni da velociste pure non ha fatto sua nemmeno una tappa. È però la più in forma del lotto e punta al poker alla Freccia Vallone, prova che ha vinto per ben 4 volte (record assoluto, solo Cooke e Luperini potrebbero eguagliarlo).

Pooley, adesso tocca a te!
La rivale più accreditata parrebbe Emma Pooley: nel 2011 una clavicola fratturata non le permise di essere qui presente ma quest'anno, pur senza infortuni, è partita un po' più piano del solito. Vuoi che ad agosto le Olimpiadi si terranno nella sua Gran Bretagna, vuoi che la stagione è lunga, sta di fatto che per la Pooley è giunto il momento di cogliere qualche risultato. Il ritmo infernale con cui spianò il Muro di Huy nel 2010, mandando in crisi una Vos forse troppo sicura di sé, è rimasto nei nostri occhi.

GreenEDGE e Lululemon dal coiffeur: doppie punte
Attenzione anche alla GreenEDGE, che potrà contare su Judith Arndt e su una Claudia Häusler che su pendenze simili si trova più che bene. Doppie punte anche per le zebre (per via dei colori della divisa, bianco e nero a strisce) della Specialized-Lululemon, che conteranno su una Trixi Worrack rinata in quest'inizio stagione e su una Evelyn Stevens che qui ha fatto 5a nel 2010.

Hitec, Emma Johansson capitana
Non ha problemi di doppie punte la Hitec: Emma Johansson, capitana unica, vanta ben tre podi alla Freccia. La svedese, domenica seconda (la piazza che più spesso occupa) alla Halle-Buizingen, potrà contare, oltre che sull'esperienza, sull'aiuto di Elisa Longo Borghini e della polacca Sylwia Kapusta, due che si piazzerebbero tranquillamente nelle dieci in una corsa come questa. E se la Kapusta nel 2012 ancora ha mostrato poco, la Longo Borghini, zitta zitta, ha lavorato tanto e duramente, andando in fuga domenica alla Halle-Buizingen e rischiando di vincere (fu ripresa a meno di 10 km dal traguardo). Nel 2011, alla prima esperienza da élite, fu 14ma sul Muro, cerca indubbiamente di migliorarsi.

Le altre, da Batagelj a Cooke. Chi può far bene?
Altre che possono fare davvero bene su queste pendenze: Polona Batagelj, scalatrice slovena della Diadora-Pasta Zara che nel 2012 ancora è sembrata un po' assente ma qui può battere un colpo e far capire che invece c'è. La lussemburghese Christine Majerus ultimamente s'è vista davanti, forse la Freccia non è la sua gara ma la condizione senz'altro c'è. Occhio di riguardo per le russe (ma non solo) di RusVelo: la tedesca Hanka Kupfernagel è l'esperienza, Boyarskaya, Molicheva, Bubnenkova e Zabelinskaya potrebbero attaccar da lontano e costringere la Rabobank di marianne Vos ad inseguire (questo, in realtà, dovrebbe essere lo scopo di ogni squadra, sfiancare le Rabo girls prima di tutto). Cooke e Luperini meritano una menzione: entrambe sono vincitrici di tre edizioni della Freccia, la Cooke s'è fatta vedere all'Energiewacht Tour, vincendo l'ultima tappa, la Luperini (che ha vinto, tra l'altro, la prima edizione della corsa) invece non ha ancora trovato il colpo di pedale giusto. Moolman, Polspoel e Leleivyte sono altre possibili protagoniste, con un occhio di riguardo anche per la statunitense Megan Guarnier, terza domenica alla Ronde van Gelderland.

Italia, serve una bella vittoria!
Oltre alle azzurre già citate (Longo Borghini e Luperini) sarà presente la Nazionale di Dino Salvoldi con Elena Berlato come punta. Nel 2011 fu quarta, sembra essere partita in tono minore in questi primi mesi ma le pendenza l'esaltano, non è da escludere un bel risultato. Curiosi di vedere all'opera Rossella Ratto, classe '93, l'Italia avrà anche Valentina Scandolara (ma la veronese non sta troppo bene in questi giorni) e la 20enne Viviana Gatto. Due solide certezze saranno senza dubbio Noemi Cantele, che ha vinto molto in Salvador, ha perso l'abitudine di qua dall'Oceano ma ha forma e gamba per far bene sul Muro, e Tatiana Guderzo. La ragazza di Marostica ha nelle gambe una bella prestazione alla Freccia; da due anni non esce dalla top ten (9a nel 2011, 7a nel 2010), vorrà se possibile avanzare in classifica. Attorno ha una squadra forte e guidata da una delle migliori ds in circolazione, Luisiana Pegoraro; non corre dal Fiandre, può fare davvero bene.

Insomma, più che badare a chi vincerà si cerca di capire chi riuscirà ad insidiare davvero colei che domani si presenterà alla partenza con la magli arcobaleno di leader di Coppa del Mondo, Marianne Vos. I nomi (Pooley, Arndt, Johansson, Cooke, Guderzo, Worrack) sono quelli: chi verrà incoronata domani pomeriggio Regina di Huy?


cicloweb.it
 
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#3
A occhio, per quello che riguarda il percorso, sembra una delle corse dove è minore il 'differenziale' fra gara maschile e gara femminile.
 
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#4
Per la mia Emma non la vedo una gran giornata: come dice l'articolo di cicloweb, quest'anno è partita abbastanza piano e non credo sia in grado di far battaglia. Molto piu' Arndt di Hausler in casa GreenEdge, visto che Caludietta da quel Giro Donne stravinto si è un pochino persa.
Per le italiane spero di vedere qualcosa da parte della vecchia Lupa e della giovanissima Ross...
 
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#5
Freccia Vallone Femminile, miracolo a Huy! Stevens su Vos, ma Rossella Ratto 15ma

La statunitense Evelyn Stevens è la vincitrice della Freccia Vallone femminile. La newyorkese in forza alla Specialized-Lululemon ha attaccato insieme a Marianne Vos riportandosi sulla testa della corsa composta da Villumsen, Hughes e Brand. Ai 500 metri è proprio l'olandese Brand a partire ma la Stevens contrattacca e tiene dietro la Vos. Da segnalare le numerose cadute, su tutte quelle che hanno messo fuori gara nelle prime battute Nicole Cooke ed Emma Pooley. Stevens impedisce il poker alla Vos, con Linda Villumsen terza classificata e la Brand che rimbalza al 4° posto (a seguire Moolman, Arndt, Guarnier, Hughes, Johansson e Canuel). Da segnalare per i colori italiani le buone prove di Noemi Cantele (27ma), Tatiana Guderzo (29ma) e soprattutto di Rossella Ratto, classe '93 all'esordio alla Freccia Vallone e che chiude ben in 15ma posizione.

cicloweb.it

ORDINE D'ARRIVO
1 Evelyn Stevens (USA) Team Specialized - lululemon 3:26:32
2 Marianne Vos (Ned) Stichting Rabo Women Cycling Team 0:00:04
3 Linda Villumsen (NZl) GreenEdge - AIS 0:00:20
4 Lucinda Brand (Ned) AA Drink - Leontien.nl Cycling Team 0:00:27
5 Ashleigh Moolman (RSA) Lotto Belisol Ladies 0:00:41
6 Judith Arndt (Ger) GreenEdge - AIS
7 Megan Guarnier (USA) TIBCO - To The Top 0:00:44
8 Clara Hughes (Can) Team Specialized - lululemon 0:00:48
9 Emma Johansson (Swe) Hitec Products - Mistral Home Cycling Team
10 Karol-Ann Canuel (Can) Vienne Futuroscope 0:00:51
11 Pauline Ferrand Prevot (Fra) Stichting Rabo Women Cycling Team
12 Anna Van Der Breggen (Ned) Sengers Ladies Cycling Team 0:00:55
13 Annemiek Van Vleuten (Ned) Stichting Rabo Women Cycling Team
14 Amber Neben (USA) Team Specialized - lululemon
15 Rossella Ratto (Ita) Italy 0:01:00
16 Alena Amialiusik (Blr) Be Pink
17 Hanka Kupfernagel (Ger) RusVelo 0:01:06
18 Tiffany Cromwell (Aus) GreenEdge - AIS
19 Rasa Lelivyte (Ltu) Vaiano Tepso 0:01:10
20 Sharon Laws (GBr) AA Drink - Leontien.nl Cycling Team

CLASSIFICA COPPA DEL MONDO dopo 4 prove
1 Marianne Vos (Ned) Stichting Rabo Women Cycling Team 200 pts
2 Judith Arndt (Ger) GreenEdge - AIS 139
3 Emma Johansson (Swe) Hitec Products - Mistral Home Cycling Team 86
4 Kirsten Wild (Ned) AA Drink - Leontien.nl Cycling Team 80
5 Evelyn Stevens (USA) Team Specialized - lululemon 75
6 Trixi Worrack (Ger) Team Specialized - lululemon 62
7 Adrie Visser (Ned) Skil Argos 56
8 Pauline Ferrand Prevot (Fra) Stichting Rabo Women Cycling Team 52
9 Kristin Armstrong (USA) United States 50
10 Tatiana Guderzo (Ita) MCipollini Giambenini 50
 
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#6
Freccia Vallone WE 2012: Sorpresa Stevens. Ratto, sei il futuro - Evelyn batte Marianne Vos e Rossella chiude 15a

Poi ci si lamenta. E il ciclismo femminile non è ad un livello adeguato, e non è uno sport professionistico, ed ha poca visibilità su qualsiasi media, e via andare su ritornelli ben noti. C'è anche chi propone e si espone, chi si fa avanti in prima persona. Ci sovviene, ad esempio, Marijn De Vries, che sul finire dell'inverno mandò una lettera all'UCI chiedendo che ogni gara maschile (o buona parte di esse) ne organizzasse una femminile. O si fa così o niente gara, Signor McQuaid; i costi sarebbero moderati e la crescita del movimento inversamente proporzionale alla spesa. Poi ti sintonizzi sulla Freccia Vallone maschile, con le ragazze che stanno per imboccare il terribile Muro di Huy. I maschi hanno ancora una buona cinquantina di chilometri da percorrere, azioni particolarmente rilevanti non se ne vedono, ti aspetteresti un "salto" di regia nonché di genere, uno spostamento sulle rampe "rosa" di Huy. Invece nulla, non un fotogramma, qualche nome buttato lì dai commentatori, giusto per formare un podio credibile e nulla più. Se in una corsa come la Freccia Vallone, che si disputa in concomitanza con la gara maschile, per di più sulle stesse strade e traguardi, non si fan vedere quei 1300 metri decisivi (cronometrateli e traete voi stessi le conclusioni sul tempo che verrebbe "rubato" ai ragazzi), beh, c'è davvero da alzare la voce, ché questo è un punto base per dar maggiore visibilità al femminile. Almeno così è al giorno d'oggi e di questo passo non si andrà lontano.

Detto ciò, non vogliamo soffermarci troppo su questi dettagli fondamentali per la crescita di un movimento (ma sottolinearli sì, eccome se lo volevamo!) e non possiamo non constatare che la giornata di oggi è stata quella delle sorprese e delle felici conferme. Andiamo con ordine.

Si parte dalla sorpresa (alla conferma giungeremo dopo), la vittoria della statunitense Evelyn Stevens, capace di sfiancare nientemeno che Marianne Vos, portando per la seconda volta al Freccia Vallone al di là dell'Oceano (nel 2000 si era imposta la canadese Geneviève Jeanson). Per la Stevens è la gara perfetta, per la Vos una cocente delusione, l'espressione sul podio in stile Copenhagen lo conferma.

Gara difficile, complice anche il maltempo che a tratti accompagna, per così dire, le ragazze. Abbandona presto la tre volte vincitrice qui, Nicole Cooke, e l'imiterà un'altra britannica, Emma Pooley. Avrebbe potuto giocarsela, Emma, se non fosse caduta per ben due volte, costretta infine al ritiro. Nella prima parte di gara se ne va Amanda Spratt (GreenEDGE). Prende subito un paio di minuti di vantaggio, "Sprattty", ed a nulla vale l'inseguimento dell'infaticabile lituana Inga Cilvinaite, casacca Diadora (pessima prova della squadra di Fabretto, la cui prima portacolori è Polona Batagelj, 56a). Il gruppo a poco a poco le riprende ma non si fa in tempo a ristabilire una situazione di plotone compatto che riparte un altro terzetto: Linda Villumsen (GreenEDGE), Clara Hughes (Specialized-Lululemon) e Lucinda Brand (AA Drink). La neozelandese andrà a podio, la sempreverde Hughes (a fine settembre compirà 40 anni) si rivelerà ottima testa di ponte per la Stevens, la Brand si giocherà le sue carte in maniera egregia, chiudendo ottima quarta.

Il gruppo è tirato dalla Rabobank, cosa più che logica visto che la Vos è la prima ma non unica pretendente alla vittoria. La corsa si decide nel finale, dopo la Côte de Villers-le-Bouillet, quando a riportarsi sulle prime battistrada è Marianne Vos in persona. Qui la Stevens compie il capolavoro, prima ancora che sul Muro: segue la maglia arcobaleno della Vos e si fa trainare verso la testa della corsa, dove trova la Hughes a supportarla. Con un muro come quello di Huy conterà poco, ma il gioco di squadra, in questi 5 km finali, può essere stato decisivo per la vittoria della newyorkese. Siamo alla resa dei conti, siamo al Muro. La Villumsen imposta un ritmo più che buono fino alla "S" terribile ma è lì che parte la Vos. La campionessa di Meeuwen si volta, forse crede di essere sola, invece la Stevens, con la sua pedalata non bellissima ma agile ed efficace, le fa da ombra. Marianne non è agilissima, in verità; sale più di potenza ed alla fine pagherà il conto di questa scelta. L'ultima curva è presa in testa dalla Vos, in un primo momento di timido affanno; la Stevens, sempre molto agile, supera l'olandese, forse troppo sicura di sé, forse solo umana nel suo errore. La passa in scioltezza e va a prendersi la 15a Freccia Vallone, lasciando sul volto della Vos quell'espressione che avevamo trovato l'ultima volta ai Mondiali di Copenhagen. Terza la Villumsen, quarta una Brand che aveva provato il tutto per tutto ai 500 metri e torna a casa con un bel quarto posto. Moolman quinta davanti alla Arndt ed a Megan Guarnier, altra statunitense che darà soddisfazioni alla TIBCO.

La bravura della Stevens è fuor di dubbio, sebbene nelle ultime due stagioni sia parsa davvero competitiva per l'ultima volta al Tour de l'Aude 2010 (è tutto dire, anche se escludiamo il lampo con tanto di piazza d'onore a Plouay 2011 ed il modesto Tour of New Zealand 2012). C'è però da dire questo: va bene, Marianne è super, è la migliore, ha anche la squadra più forte, è un fenomeno, ma non può pensare di dominare con relativa semplicità ogni gara. Ha il gruppo contro (sportivamente, s'intende), non ci saranno sempre corse à la Cittiglio, con assoli mostruosi ed arrivi trionfali. Da lì, proprio da Cittiglio, la Vos non ne ha più imbroccata una (leggi: non ha più vinto): saltato il Fiandre per malattia, piazzatasi all'Energiewacht Tour, ha dimostrato oggi di voler spaccare quel Muro, dando una lezione di superiorità a tutte. Qualcosa è andato storto e la Stevens, che ha un recente passato come broker per Lehman Brothers, appena vede un picco come il Muro di Huy capisce che è il suo pane (a Cittiglio solo una caduta in salita la mise fuori causa, altrimenti avrebbe tenuto le ruote della Vos, almeno sino ad Orino). Insomma, ok essere un fenomeno fuori dal comune, ma forse una migliore gestione di gara regalerebbe qualche vittoria in più (ancora?) alla Vos. Dettagli, errare humanum est.

Da notare la prestazione sulle prime amara di Pauline Ferrand-Prévot, una che nel 2011 chiuse 7a alla prima Freccia. Troviamo le differenze dodici mesi dopo: l'anno scorso non era alla rincorsa di punti olimpici per la MTB, ora sì (ha chiuso 4a domenica in CdM) e sappiamo bene come ci sia solo un'atleta al momento in grado di correre ad alti livelli in più di una disciplina. Siamo qui alla seconda differenza: l'atleta polivalente citata poco fa è chiaramente Marianne Vos, per la quale lavora proprio Pauline, mentre nel 2011 correva solo per sé. Terza ed ultima differenza: nel 2011 l'arrivo ai piedi del Muro fu con gruppo compatto solo da sgranare, quest'anno c'erano già cinque in fuga. Alla luce di questo possiamo dire che la prova della ragazza di Reims sia stata più che buona; 11a, con 5 in fuga, una foratura dopo 70 km ed il gregariato svolto per Marianne Vos rendono giustizia al piazzamento della bionda treccia transalpina.

Capitolo Italia. Staremmo parlando di un mezzo fallimento vedendo una Cantele 27a, la Guderzo 29a (erano e restano i nostri pilastri...), con la giovane Longo Borghini solo 76a. Invece no. Se avevamo battezzato la Stevens come la sorpresa, la baracca azzurra viene salvata dalla felice conferma che risponde al nome di Rossella Ratto, di anni 18 e classe immensa. Caratteristiche da scalatrice, va alla grandissima anche a crono (è campionessa italiana ed europea di specialità, nonché europea in linea tra le Juniores), ha in potenza un futuro da vincente anche nelle corse a tappe. Da Junior ha vinto tutto, la gestione della giovane, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale farà la differenza per la crescita di una ragazza che ha nelle gambe numeri che non vedevamo da parecchio tempo. Nemmeno si può dire che non tenga i percorsi dal lungo chilometraggio (oggi erano ben 123 km), visto che la ragazza è sottoposta a carichi importantissimi (forse troppo?), proprio per patire il meno possibile il salto tra Juniores ed Élite. A Cittiglio non terminò la corsa e già la davano per spacciata; Rossella aveva solo sulle spalle ore di sonno arretrato dopo il viaggio da El Salvador alla Lombardia. La notizia che la Ratto, tra le Élite, c'è eccome (oggi miglior italiana) è una ventata di freschezza e rinnovamento per l'intero movimento. In un panorama ciclistico italiano farcito di passiste veloci, una come la Ratto, forte a cronometro, veloce allo sprint e pure scalatrice, non può che far bene.

I paragoni sono scomodi e spesso fuori luogo ma l'Italia ha bisogno di una donna (vincente) da gare a tappe, è innegabile. Rossella deve crescere ancora e molto ma la sua prestazione odierna potrebbe essere accostata, non senza il fastidio che i paragoni causano (ogni atleta, per quanto simile all'altra, ha una sua specificità), a colei che oggi ha chiuso a quasi sei minuti di distacco dalla sorprendente Stevens. Un indizio: costei ha vinto tre edizioni della Freccia Vallone, tra cui la prima. Esatto, parliamo di Fabiana Luperini. Se l'Italia cercava l'erede della scalatrice di Pontedera non si può certo dire che l'abbia trovata, sarebbe davvero prematuro. La strada imboccata è quella giusta, ci aspettiamo begli sviluppi da Rossella Ratto, sicuramente non deluderà.

Sorprese e felici conferme dopo questa Freccia Vallone. La felice conferma che la Ratto è un vero corridore dal potenziale enorme e la sorpresa di Evelyn Stevens, che pochi stamane avrebbero scommesso come giustiziere della Vos. L'olandese si consola con il primato in Coppa del Mondo e guarda dall'alto dei suoi 200 punti tondi tondi la Arndt (a 61 lunghezze) e la Johansson (oggi solo 9a ed in classifica distante ben 114 punti dall'olandese). Prossimo appuntamento con la challenge UCI il 13 maggio con il Tour of Chongming Island, in Cina.

Si torna da Huy con una ragazza americana che può raccontare ad amici e parenti di aver battuto Marianne Vos, una che racconterà mestamente di aver corso una Freccia all'attacco e non aver retto il ritmo della rivale. Infine una molto più giovane che giungerà a Colzate e potrà dire ad amici, compagni di scuola, ai fratelli Daniele Ratto ed Enrico Peruffo (anche loro ciclisti): «Tra non molto saprò come battere Marianne Vos».

cicloweb.it
 
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#7
Grande Ross! Troppo forte!!
 
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#8


 
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