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«Basta con le donne-oggetto sul podio» Niente più miss, dall’Australia alla Spagna
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«Basta con le donne-oggetto sul podio» Niente più miss, dall’Australia alla Spagna
Ha iniziato il Tour Down Under, poi Maiorca, Catalogna e Paesi Baschi: corridori premiati da autorità o ragazzi Una tendenza che fa molto discutere

Al Tour Down Under, a gennaio, le hanno sostituite con giovani ciclisti. Alla Challenge Maiorca, subito dopo, non le hanno volute. Al Giro di Catalogna di fine marzo e al Giro dei Paesi Baschi, che si disputa in questi giorni, idem. Vita dura per le miss del ciclismo, quelle che premiano e baciano i corridori sul podio. Ricordate il caso di Peter Sagan, che toccò il sedere a Maja Leye al Giro delle Fiandre 2013 e fece scoppiare un putiferio, salvo scusarsi in pubblico? Ecco: le scelte di organizzatori australiani e spagnoli vanno un passo oltre e tolgono la presenza femminile dalle tradizionali immagini del dopo-gara.

SESSO Dall’altra parte del mondo, decisione politica. Il governo dell’Australia del Sud si è impegnato in una campagna contro le discriminazioni sessuali e l’emancipazione femminile, e già alla corsa automobilistica Adelaide Clipsal 500 erano scomparse le “grid girls”, le belle ragazze del paddock. Il ministro dello sport Leon Bignell aveva detto: «Paghiamo le ‘grid girls” e allo stesso tempo stanziamo fondi per le giovani che hanno pro- blemi con la loro immagine e il loro corpo. Non è normale». Il tema è controverso, se pensiamo che alcune gare come la Gand- Wevelgem, il Giro di Norvegia e La Course avevano introdotto la novità dei ragazzi-podio per la versione femminile dei loro eventi, anche in questo caso suscitando polemiche. Mentre a Maiorca hanno seguito la strada “Down Under”, d’intesa tra governo dell’isola e organizzatori. «Vogliamo che ci sia parità di genere, e dunque evitare immagini in cui la donna sia ridotta alla categoria di oggetto sessuale. Le ragazze che posavano insieme ai premiati e li baciavano? Fanno parte del passato». Il direttore del Giro di Catalogna, Ruben Peris, ha detto: «Non vogliamo entrare in discorsi sulla discriminazione delle donne o polemiche sessiste. Abbiamo preferito utilizzare giovani ciclisti o persone con meriti nel sociale o nello sport». Così Julian Eraso, direttore del Giro dei Paesi Baschi: «Tutti parlano solo di questo invece che di temi sportivi, per non urtare nessuna sensibilità abbiamo deciso così. E’ un processo irreversibile».

FUTURO Altre corse seguiranno l’esempio? Se il direttore della Vuelta, Javier Guillen, lascia capire che il terzo grande giro dell’anno non cambierà («Le nostre miss lavorano con dignità e rispetto»), da registrare il parere favorevole dello spagnolo Mikel Landa: «E’ la linea da seguire, fare salire sul podio delle ragazze solo perché sono carine e hanno un bel corpo non è la migliore immagine che si può dare di loro».
Opposta l’opinione di Manuel Quinziato: il 37enne bolzanino ha sposato Patricia, ex modella spagnola che nel 2007 premiava la maglia (allora di color oro) della Vuelta. Ora hanno un figlioletto, Gabriel, nato lo scorso anno. «Sia io sia lei pensiamo che la miss faccia un lavoro dignitoso come quello dei corridori. In altri sport come il motociclismo o il pugilato a volte le ragazze portano vestiti diciamo così ‘minimal’, ma non è il caso del ciclismo». Quello di Quinziato non è un caso unico: anche l’ex George Hincapie o il professionista Nicolas Roche hanno messo su famiglia con miss o hostess che lavoravano nell’ambiente. Storie d’amore. Eppure la questione miss nel ciclismo sembra destinata a scatenare ancora polemiche.

a firma di Ciro Scognamiglio
da La Gazzetta dello Sport del 6 aprile 2017
 
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