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La riforma del World Tour
#1
WorldTour, meno giorni di gara dal 2015
È una delle scelte adottate dal Comitato direttivo

Il Comitato Direttivo dell'UCI ha proseguito oggi i suoi lavori a Bergen, in Norvegia, occupandosi di ciclismo professionistico.
È stata decisa la creazione di due 'task force' che affianchino l’esecutivo dell’Uci: il primo gruppo di lavoro esaminerà e formalizzerà la visione e la strategia dell’UCI, il secondo formulerà proposte per la struttura di governance della UCI.
Il Comitato direttivo si è poi impegnato a lavorare su cinque tempi inparticolare, eemersi da una attenta analisi delle ultime stagioni e dai suggerimenti raccolti nel corso della consultazione svoltasi nei mesi scorsi:
1 - Riduzione del numero dei giorni di gara complessivi del WorldTour con razionalizzazione del calendario, evitando quindi le concomitanze.
2 - Valutare la possibilità di sviluppare nuovi eventi in nuove regioni, o per colmare le eventuali lacune nel calendario.
3 - Rivedere il processo di selezione delle squadre per creare un UCI WorldTour più competitivo e più comprensibile per gli appassionati. Allo stesso tempo, perseguire l'obiettivo di creare una struttura più stabile per le squadre che non entrano a far parte della massima categoria.
4 - Professionalizzare le strutture dei team per per soddisfare i criteri etici e la necessaria supervisione dell’attività dei corridori.
5 - Articolare il calendario UCI WorldTour in soli 2 o 3 livelli, per cercare di avere i corridori più forti al via delle gare più importanti.
L'obiettivo sarà quello di attuare le riforme per il 2015 e completarle entro il 2020.
Al comitato di gestione sono stati anche presentati i risultati preliminari di un nuovo studio, commissionato dall'UCI, che ha analizzato le squadre professionistiche e sviluppato una politica aggiornata di prevenzione al doping. Lo studio, realizzato dall'Istituto di Scienze Motorie dell'Università di Losanna (ISSUL), ha fornito uno strumento per misurare il rischio doping all'interno di un team e/o per i singoli corridori e propone una nuova struttura di squadra professionalizzata.

tuttobiciweb.it
 
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#2
Io avrei un paio di proposte:
1) Eliminare il World Tour;
2) Far rileggere i propri articoli ai giornalisti di Tuttobiciweb prima di pubblicarli.
 
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#3
Vabbè, questa è solo la traduzione para para del comunicato UCI.

Quindi dal 2015 una tra Tirreno e Parigi-Nizza finalmente si sposterà. Non ho capito invece il discorso dell'articolare il WT in soli 2 o 3 livelli Confuso:
 
Rispondi
#4
(14-06-2013, 04:59 PM)SarriTheBest Ha scritto: Vabbè, questa è solo la traduzione para para del comunicato UCI.

Quindi dal 2015 una tra Tirreno e Parigi-Nizza finalmente si sposterà. Non ho capito invece il discorso dell'articolare il WT in soli 2 o 3 livelli Confuso:

O quindi dal 2015 una delle due non sarà più WT Confuso
 
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#5
così come TDS e Delfinato?
 
Rispondi
#6
solo 2 o 3 livelli vuol dire credo che ci sono le corse WT esempio, le .HC e le .1 e basta
o almeno credo

??
 
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#7
Questi 5 punti non contengono cose pratiche, solo intenzioni, quindi per adesso è difficile commentare. Evitare le concomitanze mi sembra impossibile, puoi farlo solo con meno corse (mettere una gara a settimana, tipo anticipare Nizza e lasciare la Tirreno dov'è, è un casino, ne sfavorisce alcune e favorisce altre)
 
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#8
(15-06-2013, 02:32 PM)Zelk Ha scritto: solo 2 o 3 livelli vuol dire credo che ci sono le corse WT esempio, le .HC e le .1 e basta
o almeno credo

??

Lì dice "Articolare il calendario UCI WorldTour in soli 2 o 3 livelli": quindi, da quanto ho capito (o meglio, intuito), vorrebbero suddividere le WT in 2 o 3 gruppi di differente importanza (e quindi anche di punteggio). Però non ho capito perchè dire "soli 3 livelli": come se adesso ce ne fossero di più... Boh Confuso
 
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#9
Pianeta UCI: Prende già forma il ciclismo che sarà - Dal 2015 "serie A2", promozioni e retrocessioni, calendario più compatto

Mentre a Firenze dieci giorni fa si consumava - con l'elezione di Brian Cookson alla presidenza dell'UCI - la fine dell'era McQuaid-Verbruggen, le basi per il ciclismo che verrà erano già state da tempo poste: considerato (e non se ne poteva fare a meno) che l'attuale sistema di suddivisione dell'attività professionistica fa acqua da tutte le parti, e che il World Tour è destinato ad essere presto o tardi accantonato, il Consiglio del Ciclismo Professionistico dell'Unione Ciclistica Internazionale aveva tracciato delle linee guida lungo le quali muoversi per dare un nuovo assetto al nostro sport.

Le novità proposte dal CCP sono state in prima istanza recepite dalla nuova UCI di Cookson, che ne ha dato immediatamente riscontro nel bollettino ufficiale pubblicato domenica (lo si trova a questo indirizzo). Il progetto di riforma del ciclismo pro' si svilupperà nel prossimo quinquennio (parliamo del periodo 2015-2020), e verrà discusso nel merito nel gennaio 2014: proprio in quell'occasione lo stesso CCP e il Comitato Manageriale dell'UCI saranno chiamati ad approvare la prima bozza che andrà in esecutività dalla stagione successiva (per il 2014 tutto resta invariato, quindi).

Le principali questioni riguardano le categorie in cui sono suddivise squadre e attività del ciclismo professionistico: dalle attuali tre (World Tour, Professional e Continental), si dovrà passare a quattro divisioni, con l'inserimento di una sorta di serie A2 tra le attuali categorie WT e Professional.

La prima divisione sarà composta da 16 squadre (contro le 18 del WT) e avrà a disposizione un calendario di 120 giorni di gara (comprendente quindi tutte le manifestazioni più importanti) al termine del quale emergerà un ranking che stabilirà quali formazioni resteranno nella prima divisione e quali retrocederanno in seconda. Questa è la novità più importante, ovvero un sistema di promozioni e retrocessioni che è stato fondamentalmente ciò che è mancato per rendere realmente appassionante l'attuale metodo.

Non è ancora dato sapere quante saranno le promozioni e retrocessioni tra una categoria e l'altra, e questa sarà una delle caratteristiche che dovranno essere discusse in gennaio.

La seconda divisione sarà composta da 8 squadre, il cui ranking stagionale emergerà da un calendario di 50 giorni di gara. Naturalmente le formazioni di seconda divisione potranno partecipare (con modalità da stabilire) alle gare della prima divisione (e viceversa), ma ai fini del ranking dovranno essere contate solo le prove del calendario dedicato.

Arrischiando un'ipotesi, il calendario di prima divisione potrebbe comprendere ovviamente i 3 GT, una quindicina di classiche (tra cui le 5 monumento) e - diciamo - 7 brevi gare a tappe. Il calendario di seconda divisione potrebbe sostanziarsi in 5 brevi gare a tappe e in una ventina di semiclassiche.

Al di sotto di queste due divisioni, i team Professional e Continental confluiranno in una terza divisione nel cui ambito ci saranno delle limitazioni per la partecipazione alle gare: le squadre Professional potranno partecipare a corse di categoria HC o .1, mentre le Continental potrebbero essere relegate solo alle gare di categoria .2. Non è chiaro se le più importanti tra queste gare (quelle HC e alcune .1, diciamo) saranno comprese anche nel calendario di prima o seconda divisione. Quel che è certo è che il ranking della terza divisione (unico per Professional e Continental) sarà basato sui risultati delle corse dei vari circuiti continentali (Europe Tour, America Tour e così via), e anche in questo caso varrà il sistema delle promozioni per le squadre.

Questo per ciò che attiene ai team; per quanto riguarda invece il ranking individuale degli atleti (da cui si desumerà ad esempio anche il numero di corridori selezionabili da ogni nazionale in occasione di Mondiali e Olimpiadi), ci sarà una graduatoria generale che comprenderà tutti i ciclisti di tutte le categorie, coi punti guadagnati in tutte le corse del calendario. Addio quindi alle separazioni tra ranking World Tour (quello che sta per essere vinto per il terzo anno consecutivo da Joaquim Rodríguez) e ranking continentali: di fatto, si tornerà alla vecchia classifica UCI, messa in soffitta dopo il 2004.

Restano validi, per le squadre, i criteri di selezione al di là del sistema di promozioni e retrocessioni: sarà messo a punto un criterio etico (basato su degli standard da soddisfare per quel che riguarda la struttura interna dei team, immaginiamo dal punto di vista medico, ad esempio), e varranno sempre i criteri finanziari e amministrativi (controllati da un ente esterno come Ernst&Young, società di rating internazionale).

Anche per quel che riguarda le corse, sono alle viste novità molto importanti. Intanto l'arco temporale della stagione verrà ridotto (almeno per quel che riguarda le gare di prima e seconda fascia) a 250-270 giorni, ovvero al periodo che va da febbraio a ottobre. Niente più Tour Down Under (corsa World Tour) in gennaio, tanto per fare un esempio.

Tutti i week-end (e in particolare le domeniche) di questo arco temporale avranno delle corse di prima o seconda fascia, ma non ci saranno sovrapposizioni tra tali eventi: né tra le gare di prima divisione (niente più Tirreno-Adriatico che parte mentre è in corso la Parigi-Nizza, per dire), né tra gare di prima e di seconda divisione.

Nel dettaglio, saranno previste 6 settimane ininterrotte di competizione (ma resta da capire se s'intende che si gareggerà per 42 giorni consecutivi, o se ci sarà anche qualche giornata di "buco") nel periodo delle classiche di primavera.

Altro particolare non di poco conto, le brevi gare a tappe (dal Tour de Suisse in giù, quindi) dovranno limitarsi a una durata di 5 o 6 giorni. In tal modo sarà ipotizzabile uno schema del tipo: classica di prima divisione alla domenica, gara a tappe dal lunedì al sabato, classica alla domenica successiva; oppure, tra le due classiche, una gara a tappe di 5 giorni e una competizione in linea (magari di seconda divisione) anche al sabato.

Tutti i vari eventi saranno categorizzati, oltre che in ragione delle risorse economiche di cui disporranno gli organizzatori (e anche contando il prestigio storico della singola competizione, speriamo; ma questo per il momento non emerge dalle linee guida), sulla base di 7 caratteristiche ben precise:

- Efficienza logistica (vicinanza di aeroporti e di infrastrutture, immaginiamo)
- Ospitalità di qualità (la carovana non potrà essere alloggiata in alberghi a una stella...)
- Alto standard qualitativo dell'organizzazione (qui si potrebbe leggere, in filigrana, il blasone di una corsa)
- Alta attenzione alla sicurezza (questo è un requisito che ci piace molto)
- Alta qualità della produzione TV (e ciò taglierebbe fuori la metà delle corse italiane...)
- Diffusione globale delle immagini televisive (idem come sopra...)
- Molto pubblico presente (che fine faranno le corse come il Tour of Qatar, che si disputano nel deserto?)

Le tematiche sul tavolo, come si vede, sono davvero molte, e alcune delle proposte qui elencate cambieranno radicalmente la struttura del ciclismo professionistico. Da Aigle però promettono che sarà una rivoluzione morbida: le nuove norme non saranno imposte tutte insieme, ma ci si dà appunto un lasso di tempo abbastanza ampio perché il sistema entri a pieno regime. Si partirà, come detto, dal 2015 con le prime riforme, per arrivare ad avere un ciclismo completamente riorganizzato nel 2020. Nella speranza che tutto ciò possa servire a dare nuovo appeal a questa meravigliosa disciplina sportiva.

Marco Grassi
cicloweb.it
 
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#10
Dico la mia.
Il fatto positivo è che qualcosa si muova: la precedente gestione dell'UCI, negli ultimi tempi, era più indaffarata nascondere i loro problemi sotto il tappeto, piuttosto che mettere mano a un sistema ideato in un altro contesto economico globale e che adesso si sta inceppando sotto alcuni aspetti. L'altro fatto che mi piace è che non sarà una rivoluzione improvvisa, ma graduale e che quindi ci sarà tutto il tempo di testarlo e correggerlo.

Le promozioni/retrocessioni sono la linfa dello sport e quindi anche il ciclismo non poteva esimersi. Però interpetando la serie A1/A2 come squadre WT/Professional si ha una riduzione piuttosto evidente delle squadre, da 38 (nel 2013, l'anno prossimo saranno meno) alle future top 24: utile per il periodo che stiamo vivendo, ma chi investirebbe più in squadre ancora minori, che non possono competere per budget alle squadre più importanti e saranno destinate a partecipare a corse che nessuno guarderebbe?

Anche i vari calendari verranno toccati e diminuiranno i giorni di corsa... Cosa buona e giusta eliminare le gare sovrapposte, anche se ridurre tutte le corse a tappe a 5 tappe mi lascia un po' perplesso. Inoltre molte gare storiche verrebbero tagliate fuori dal calendario di A1 e A2 e quindi, traslando il discorso fatto sulle squadre, si troverebbero con zero possibilità di sopravvivenza, con partecipanti di scarsissimo valore e senza copertura televisiva. Penso alle semiclassiche belghe, alle semiclassiche italiane oppure a molte corse francesi, qualcuna di questa verrà sicuramente esclusa e sarebbe difficile in una situazione che li vedrebbe ancor più penalizzati di adesso.

Positivo il ranking globale di tutti i corridori non diviso per categorie, ma è un aspetto marginale
 
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#11
Bisogna vedere il tutto messo in atto, così è difficile da capire cosa verrà fuori. Di certo il rischio che le squadre fuori da questa top 24 facciano ancora più fatica rispetto a ora c'è. Le retrocessioni e le promozioni vanno bene in teoria, ma rischiano di amplificare ancora di più questa lotta per il piazzamento che ha caratterizzato gli ultimi anni. Almeno esclude del tutto i criteri non sportivi nella determinazione delle categorie
 
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#12
Riforma UCI: Ciclismo italiano, è il colpo di grazia - Se passerà come previsto per noi saranno dolori

Qualche tempo fa avevamo presentato (qui) il progetto iniziale di riforma del ciclismo professionistico approvato dall'UCI durante i Mondiali di Firenze e che dovrebbe entrare in vigore a partire dalla stagione 2015, ma in quel momento non si conoscevano ancora abbastanza dettagli per esprimere qualsivoglia giudizio su questa nuova rivoluzione del ciclismo mondiale. Adesso, però, la Lega Italiana del Ciclismo Pro' ha reso pubblico sul proprio sito il documento ufficiale dell'UCI da cui emergono molti dettagli in più: non tutto viene spiegato ma purtroppo, a prima impressione, per il ciclismo italiano non c'è molto per cui sorridere (scarica il documento ufficiale in francese).
La redazione nel nuovo regolamento completo avverrà nel prossimo mese di gennaio ed il processo di riforma inizierà nel 2015 per diventare poi pienamente operativo dal 2020. Cinque i punti chiave su cui ci si è basati nella stesura del documento: riduzione del numero di corse a più alto livello, identificazione di percorsi di sviluppo per i nuovi eventi, revisione del processo di selezione delle squadre, professionalizzazione della struttura delle squadre e riorganizzazione del calendario UCI World Tour secondo più livelli.
Partiamo dalla rivoluzione dei calendari, la parte che richiederà più tempo per la sua piena attuazione visto che anche le corse hanno le licenze World Tour e quindi per un paio d'anni alcune di esse saranno sostanzialmente intoccabili. Contrariamente a quando ipotizzato in precedenza, il Tour Down Under non verrà toccato e continuerà a disputarsi nel mese di gennaio, mentre è realtà la diminuzione dei giorni di corsa di molte corse a tappe: Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Delfinato e Tour de Suisse diventeranno tutte corse di sei giorni in modo da poterle collocare in calendario in due settimane consecutive senza però alcun giorno di sovrapposizione (tutte dal martedì alla domenica).
La corse di prima fascia saranno quindi queste, nell'ordine: Tour Down Under, Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo, Gand-Wevelgem, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro d'Italia, Criterium del Delfinato, Giro di Svizzera, Tour de France, San Sebastian, Amburgo, Vuelta a España, GP de Québec, GP Montréal, Giro di Lombardia e Giro di Pechino. Secondo la prima bozza di calendario futuro invece tra le prove di seconda divisione scomparirà la Volta Catalyuna (dal 2017) ed entreranno in scena alcune gare di un giorno ed a tappe: Dubai Tour, Tour of Qatar e Tour of Oman entreranno dal 2017, poi avremo la Het Nieuwsblad, Harelbeke, Dwars Door Vlaanderen, Giro dei Paesi Baschi, Freccia del Brabante, Tour de Romandie, Giro di Baviera, Giro di Polonia, Eneco Tour, GP Plouay e Parigi-Tours.
Qui arriva già la prima bella mazzata per l'Italia perché è vero che da oggi al 2017 il panorama delle corse potrebbe cambiare radicalmente e che per arrivare a 120 giorni di gara (la soglia indicata) dovrebbero esserci alcune new entry nella prima divisione, ma per il momento tra le corse candidate alla promozione ne troviamo tre arabe, tre belghe e una tedesca, ma nessuna italiana, nonostante nel gruppo di lavoro di questa "rivoluzione" fossero presenti anche Michele Acquarone e Mauro Vegni in rappresentanza di RCS Sport: due corse di grande fascino come la Strade Bianche e la Roma Maxima farebbero impallidire la Freccia del Brabante in un confronto diretto, con tutto il rispetto per quest'ultima.
La parte più corposa della riforma riguarda però le squadre ed i criteri per la loro partecipazione alle corse. Anche qui il World Tour si dividerà in due, con 16 squadre nella prima divisione e 8 nella seconda: nel progetto c'è anche una riduzione dell'organico dei top team a soli 22 corridori che, unito ai meno giorni di corsa in calendario, dovrebbe facilitare una riduzione generale dei costi. In più a fine anno si stileranno due classifiche, una per le squadre di prima divisione nelle loro corse (120 giorni) e una per quelle di seconda divisione in base ai risultati delle prove di seconda fascia (50 giorni): la peggiore tra le prime verrà retrocessa e al suo posto verrà promossa la migliore delle seconde. A livello individuale ci sarà invece un'unica classifica comprendente tutti i corridori ed i risultati ottenuti in tutte le corse, dal Tour de France alla più remota delle corse a tappe o in linea dell'attuale classificazione 2.2 e 1.2.
Il sistema attuale è stato spesso criticato per la sua chiusura e per il fatto di non offrire alle squadre minori grandi margini di crescita; a prima vista passare da 18 ProTeams a 24 formazioni (16+8) potrebbe sembrare un passo in avanti ma, anche con queste promozioni, sembra proprio che non sarà così: dietro alle prime due divisioni ci sarà praticamente il vuoto con Professional e Continental che diventeranno sostanzialmente delle "Squadre di Formazione" composte da 8-10 corridori e che al massimo potranno aspirare ad un invito per le sole corse in linea di prima fascia. La partecipazione ai grandi giri sarà infatti limitata a 20 squadre (da 9 corridori), le top16 e quattro invitate dalla seconda divisione (ognuna delle 8 farà almeno uno tra Giro, Tour e Vuelta); nelle brevi corse a tappe avremo invece 22 team (16+6) da 7 uomini e nelle corse di un giorno si salirà a 24 (16+8) con la possibilità di aprire ad un massimo di due formazioni Professional. Il problema maggiore di questa nuova organizzazione sembra proprio essere il grande divario esistente tra le prime due divisioni e tutto il resto del ciclismo mondiale, rendendo il primo un circuito ancora più chiuso ed in cui sarà sempre più difficile entrare a far parte se verrà confermata la riduzione dei costi, che può equivalere ad una minore possibilità che una squadra fallisca.
Qui le prospettive per il ciclismo italiano diventano nerissime perché sappiamo bene che uno sponsor italiano con un buon budget da investire ha come principale obiettivo la partecipazione al Giro d'Italia ed in futuro sarà possibile solo facendo parte delle migliori 24 squadre al mondo, un'impresa non facile per i vari Reverberi, Savio o Scinto: facendo un po' di conti troviamo 17 formazioni World Tour più una, l'Europcar (che è in procinto di entrarci), poi ci saranno i nuovi ricchi progetti di Alonso e Tinkov, Professional come IAM Cycling e MTN Qhubeka hanno grande disponibilità economica e per arrivare a quota 24 rimarrebbero quindi solo due posti liberi; e le nostre dovrebbero vedersela con Caja Rural, Cofidis, Colombia, RusVelo e Team NetApp tanto per fare dei nomi. Come reagirebbe il movimento al vedere una sola squadra italiana (o una e mezza) in gara nella corsa rosa?
A livello nazionale tutti dovranno quindi mettersi al lavoro già dal mese di gennaio per pianificare con grande cura il futuro e non farsì così trovare impreparati. Le squadre che resteranno fuori da questa nuova élite internazionale dovranno ripensare completamente la propria struttura ed in Italia sappiamo bene che gli sponsor che vogliono investire già al momento sono pochi. In più senza la vetrina del Giro d'Italia potranno essere ancora meno. Ma un discorso simile riguarda anche le tante corse del nostro calendario, una grande risorsa a livello di tradizione ma attualmente sono in tante a non passarsela bene: con la riforma solo quelle di categoria .HC potranno invitare le squadre di prima e seconda divisione. Si rischia quindi un ulteriore ridimensionamento e per molte gare potrebbe essere la fine.
Praticamente tutto ciò che non sarà World Tour (o come si chiamerà) rischia di diventare una sorta di dilettantismo professionalizzato: in un paese che ha scritto la storia del ciclismo come l'Italia questo potrebbe essere un duro colpo ma al tempo stesso, avendo già una base fatta da ottimi numeri, si potrebbe dare vita (se organizzato bene) ad una sorta di circuito formativo parallelo sulla falsariga dei seguitissimi basket e football universitari negli Stati Uniti. A breve termine comunque si rischia uno shock mortale per il ciclismo italiano e lo stesso discorso si può estendere anche alla Spagna che è in una situazione assai simile alla nostra. Forse è presto per fasciarsi la testa e magari a gennaio verrà approvato un regolamento in cui compariranno dettagli che fin qui non sono emersi, ma per il momento siamo molto scettici ed il giudizio non può essere positivo: nei prossimi mesi sapremo tutto e vedremo anche quali saranno le Federazioni nazionali ad avere un peso nella nuova UCI.
Sebastiano Cipriani

© Cicloweb

Domani magari approfondisco, comunque mi pare un po' troppo catastrofista, ed in un ciclismo che si sta globalizzando noi ci dobbiamo adattare, non possiamo continuare a menarla con la tradizione e queste cose qua...
 
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#13
Il problema dell'Italia è che non ci sono i soldi, sia nel ciclismo che più in generale nel Paese. Verranno penalizzate le squadre italiane, si ma quali squadre che stanno chiudendo tutte? Non siamo mica il Belgio o la Francia dove ogni anno nascono nuove continental...

Il dubbio che tra Serie B e Serie C (le chiamo così per comodità) si creasse una voragine era venuto anche a me, ma assicurano dall'UCI che ci sarà promozione/retrocessione anche tra loro e quindi ci dovrebbero essere team qualitativamente e quantitativamente simili.

Le corse da noi verranno penalizzate, ma trovo giusto che al livello massimosia rappresentato ogni continente, è una conseguenza (giusta) della globalizzazione del ciclismo. Anche tra le corse dovrebbe esserci un ranking e quindi se riusciremo ad organizzare in modo sicuro, moderno e spettacolare sono sicuro che anche i prodotti italiani possono essere valorizzati, visto che la storia non ci manca.
 
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#14
Estremamente penalizzate, visto che ne abbiamo poche HC. E se non spuntano fuori i soldi, dubito che possano rientrare velocemente nel ciclismo che conta... :-/

A livello di squadre, con la nuova riforma in ambito nazionale, di team continental ne stanno venendo fuori alcuni, piano piano: se così non fosse, davvero sarebbe un problema anche in ottica corse (visto che una trasferta dall'estero non tutti se la possono sempre permettere). Francia e, soprattutto, Belgio comunque è vero che sono messe meglio di noi, mentre per la Spagna la vedo parecchio buia: sia a livello di squadre che di corse stanno precipitando, e - a differenza nostra - mancano di organizzatori importanti, che seguono piu' corse, come RCS e Gs Emilia...
 
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#15
Si è vero di HC ne abbiamo poche (Trentino, Tre Valli, Mi-To e Emilia, a cui si deve aggiungere il Beghelli per il 2014). Però sono sicuro che con un appoggio serio della Federazione e un impegno adeguato degli organizzatori (mi riferisco in particolare a RCS) si può far rientrare qualcos'altro, che ne so, magari Strade Bianche e Roma Maxima. COmunque in generale di .HC non ce ne sono tantissime e con una diminuzione dei giorni di corsa nelle prime due serie è ovvio che molto resta fuori. Poi bisogna vedere anche come sarà questa fantomatica terza categoria, la paura che assomigli ad una specie di dilettantismo c'è, ma non è escluso neanche possa diventare qualcosa di interessante.

Quest'anno di Continental italiane ce n'era una, la Ceramica Flaminia. Poi vabbè c'erano altre squadre con matrice italiana, ma non le possiamo considerare a tutti gli effetti italiane... Se le squadre U23 preferiscono rimanere nel loro orticello e se le grandi squadre non hanno squadre continental (la Lampre, non ce ne sono altre..) non possiamo cambiare nulla e saremo penalizzati sia se ci sarà la riforma sia se non ci sarà. La Spagna è messa come noi a livell economico e quindi anhe nel ciclismo ci sono problemi simili.
 
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#16
Mah, secondo me la Spagna è messa peggio di noi: non hanno organizzazioni "forti", tante corse sono appoggiate fortemente dalle regioni, c'è stata una forte diminuzione di squadre a tutti i livelli.

Riguardo a noi... boh. Sulle due corse Rcs considera che in contemporanea - o quasi - ci dovrebbe essere il Dubai Tour, senza contare che ci sono da considerare variabili pesanti come l'abbandono di Montepaschi nel caso della Strade Bianche e il riscontro sull'edizione 2013 della Roma Maxima. Sulle squadre continental quest'anno ci dovrebbe essere qualcosa di più (il team Idea, quello di Rossato ecc), e le squadre di matrice italiana sono comunque importanti: il grosso del gruppo è sul territorio, ergo possono partecipare alle corse italiane senza grossi sforzi economici.
 
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#17
Riforma del ciclismo, ecco cosa cambia
È stata stilata la nuova bozza, a gennaio l'approvazione

Il ciclismo professionistico cammina veloce verso una nuova riforma che entrerà in vigore dal 2015 per concretizzarsi completamente nel 2020. La riforma è stata approvata dal Comitato Direttivo dell’Uci nel settembre scorso a Firenze, ora la Commissione incaricata sta lavorando per scriverne compiutamente il regolamento e presentarlo per l’approvazione definitiva prevista per la fine del mese di gennaio 2014.

Ma come cambierà il ciclismo di alto livello?

Questi i punti sui quali ha lavorato la Commissione:

- Organizzazione del ciclismo professionistico (numero di squadre, di corridori e di corse oltre alla divisione in categorie e alla riformulazione dei calendari, sviluppo di nuovi eventi)
- Classifiche
- Regole di partecipazione
- Selezione delle squadre
- Selezione delle corse (riduzione del numero delle corse di più alto livello)

PUNTI FISSI
- Le squadre potranno avere al massimo 22 corridori
- Saranno 120 i giorni di corsa del calendario di prima divisione
- Ci sarà un numero massimo di giorni di corsa per ogni corridore

LE DIVISIONI
Il nuovo ciclismo sarà organizzato in tre divisioni:
1A - 16 squadre - 120 giorni di corsa con una relativa classifica
1B - 8 squadre - 50 giorni di corsa con una classifica relativa
2 - squadre Professional - corse .HC, .1 e .2 - cinque classifiche continentali
3 - squadre Continental - corse .1 e .2 - cinque classifiche continentali

SELEZIONE DELLE SQUADRE
Rimangono inalterati i criteri sportivi, etici, finanziari e amministrativi in vigore già adesso

SELEZIONE DELLE CORSE
- periodo di transizione previsto per il 2015-2016
- impegno ad avere corse di prima divisione in tutti i weekend, specialmente la domenica
- evitare sovrapposizioni tra le corse di prima divisione e con quelle di seconda divisione
- 6 settimane di corsa consecutive in primavera
- riduzione a 5 o 6 giorni di gara per le brevi corse a tappe

Gli organizzatori delle corse di Prima Divisione A dovranno assicurare: logistica efficace, alberghi di qualità, standard di qualità organizativa elevati, rispetto della sicurezza, produzione televisiva di alto livello e diffusa in tutto il mondo, pubblico numeroso. Sempre gli organizzatori si dovranno far carico dei costi per assicurare i punti prima elencati, l’aumento delle tasse e l’aumnento dell’indennità spettante alle squadre partecipanti.

PRIMA DIVISIONE A
Le squadre saranno 16 e parteciperanno obbligatoriamente a queste corse:
- 3 grandi giri (21 giorni ciascuno, 63 giorni totali)
- 4 corse a tappe europee di 6 giorni ciascuna (esempio, Parigi.Nizza e Tirreno-Adriatico, che si correranno dal martedì alla domenica e non si sovrapporranno più)
- 12 corse di un giorno (le classiche)
- 11 giorni di nuove corse (a tappe e/o in linea, da definire)
- 2 corse a tappe extraeuropee di 5 giorni ciascuna (Down Under e Giro di Pechino)

Le squadre di prima divisione disputeranno poi il 75% delle corse di Prima Divisione B e potranno partecipare alle corse .HC.

Le 16 squadre di Prima Divisione avranno l’obbligo di avere una squadra vivaio chiamata di “sviluppo” composta da 8-10 corridori che potranno partecipare alle corse HC .1 e .2

PARTECIPAZIONE ALLE CORSE
- Le squadre di Prima Divisione B avranno la garanzia di partecipare ad almeno 1 grande giro
- Per le Professional c’è la possibilità di essere invitate a partecipare - in un massimo di due - alle corse in linea di Prima Divisione A.
- è allo studio la possibilità di consentire la partecipazione delle squadre di Prima Divisione A e B alle gare di categoria .1
- 20 squadre al via dei Grandi Giri (16 di Prima Divisione A + 4 di Prima Divisione B) con 9 corridori ciascuna
- 22 squadre al via delle altre corse a tappe di Prima Divisione con sette corridori (16 di prima Divisione A + 6 di Prima Divisione B)
- 24 squadre al via delle corse di un giorno di Prima Divisione con sette corridori (16 di prima Divisione A + 8 di Prima Divisione B, oppure + 6 di Prima Divisione B e 2 Professional)
- 22 squadre al via delle corse a tappe di Prima Divisione B con almeno 12 squadre di Prima Divisione A e sette corridori per squadra
- 24 squadre al via delle corse in linea di Prima Divisione B con 12 squadre di Prima Divisione A e sette corridori per squadra

Ogni squadra di Prima Divisione A avrà così la possibilità di partecipare a 37-38 giorni di corsa in gare di Prima Divisione B. La partecipazione verrà decisa in base a criteri di appartenenza nazionale e poi secondo il draft stilato al termine della stagione precedente.

LE CLASSIFICHE
- PRIMA DIVISIONE A. Verrà stilata una classifica a squadre: l’ultima in classifica verrà retrocessa in Prima Divisione B
- PRIMA DIVISIONE B. Verrà stilata una classifica a squadre: la migliore delle otto squadre verrà promossa in Prima Divisione A
- SECONDA DIVISIONE: Verranno stilate le graduatorie Continentali che riguarderanno le squadre Professional, le Continental e le squadre di Seconda Divisione (i criteri non sono ancora stati resi noti). Alla fine della stagione, le migliori sette squadre andranno a far parte della Prima Divisione B per la stagione seguente.

RIASSUMENDO PER LE SQUADRE...

PRIMA DIVISIONE A: 16 squadre con l’ultima che retrocede in serie B a fine anno
- queste 16 squadre partecipano al calendario di Serie A e al 75% delle gare di Serie B. È allo studio la possibilità di consentire la partecipazione alle gare di categoria .1 del proprio paese di appartenenza.

PRIMA DIVISIONE B: 8 squadre con la prima in classifica che viene promossa in serie A a fine anno e gli altri sette posti che vengono assegnati in base alla classifica globale che comprende serie B, Professional e Continental
- queste squadre partecipano a gran parte del calendario di serie A, al calendario di serie B, alle corse .HC ed è allo studio la possibile partecipazione alle gare di categoria .1

SECONDA DIVISIONE: comprende tutte le squadre Professional che partecipano alle corse di categoria .HC e .1 e possono essere invitate alle prove in linea della Serie A (massimo 2 per corsa) e della Serie B

TERZA DIVISIONE: comprende tutte le squadre Continental che parteciperanno alle corse di categoria .2

DA PRECISARE: non sono ancora stati resi noti i criteri di assegnazione dei punteggi per nessuna classifica

RIASSUMENDO PER LE CORSE...

PRIMA DIVISIONE A: al via le 16 squadre di Serie A, possono essere invitate quelle di serie B (quattro per i grandi giri, da sei a otto per le altre corse) e due team Professional per le prove in linea

PRIMA DIVISIONE B: al via le 8 squadre di Serie B, 12 team di serie A, squadre Professional ad invito

SECONDA DIVISIONE
.HC: possono partecipare le squadre di Setie A e B in numero da precisare e le squadre Professional
.1: possono partecipare le squadre Professional. Allo studio la possibile partecipazione delle squadre di Serie A del paese in cui si corre e di quelle di Serie B
.2: partecipano le squadre di categoria Continental

DA PRECISARE: non sono ancora stati resi noti i criteri per la richiesta di assegnazione delle corse alle varie categorie, né il numero e le località delle nuove corse previste in calendario

tuttobiciweb.it
 
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#18
Mi piace il limite di 22 corridori per squadra, fa si che per forza di cose ci sia una distribuzione di talento più equa...

Tra l'altro penso che un paio delle nostre professional possano entrare in Divisione B...
 
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#19
Da un lato è certamente positiva la diminuzione degli elementi per squadra, perchè vedremo difficilmente squadroni e più team competitivi. Però questo corrisponde ad una diminuzione dei giorni di corsa, quindi ora buoni corridori da WT rischiano di finire in seconda divisione, in una serie di corse dal valore tutto da scoprire, perchè potrebbe addirittura essere che sia professionismo solo di nome e non di fatto.

L'articolo di Cicloweb di prima era negativo sul fatto che le italiane ora professional potessero entrare nella prima divisione B: non lo so, in un ciclismo instabile economicamente, nel loro piccolo Bardiani e Androni sono realtà abbastanza solide e quindi qualche possibilità c'è, anche se è tutt'altro che sicuro... Poi c'è una cosa di cui mi sono accorto solo adesso dall'articolo di TBW: la prima divisione B è molto "fluida"... la prima verrebbe promossa e tutte le altre retrocesse, cosa buona che da' spazio un po' a tutti, ma la prima divisione A sarebbe una specie di circolo chiuso con una sola retrocessione.
 
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#20
ma soprattutto 22 corridori per team vuol dire che tanta gente sarà a spasso per forza di cose... per dire se ora non trova un team il Sanchez o Horner di turno domani non lo troverebbe neanche Marangoni e Landa
 
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