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La riforma del World Tour
#41
La Vuelta si può ridurre, tanto è già un mini-grande giro con tappe ridicole, volate che manco al Langkawi e con la metà dei corridori che si ritira a metà però il Giro assolutamente no, è la corsa più varia dell'anno
 
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#42
Ma dai non facciamoci seghe mentali, figuratevi se RCS si mette 90 per l' ASO...

Poi non capisco 'sta storia della centralità del Tour, mi pare ce l'abbia già la centralità il Tour...
 
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#43
Tiro in mezzo il Giro perchè l'ha nominato lo stesso Guillen... E' difficile che RCS si pieghi, io lo darei con % vicinissime allo zero (così come la Vuelta non è scontato si riduca, eh), però questo dimostra che l'idea buttata lì c'è, mentre fino a poco tempo fa sembrava solo una diceria. E' evidente, però, che se il Tour fosse l'unico GT di tre settimane acquisterebbe ancora più potere, attenzione e centralità, ancor più di quella che ha oggi.

Il direttore della Vuelta dice che così si potrebbero invogliare i grandi campioni (lui fa il nome di Froome, Purito, Nibali e Contador) a partecipare tutti alla corsa spagnola, richiedendo un minor dispendio di energie.
 
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#44
Pensare di ridurre la durata di un gt è una cagata pazzesca... vuelta o non vuelta.
 
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#45
UCI to contact Armstrong over independent commission

No special treatment for disgraced former rider

The UCI has said it will make contact with Lance Armstrong once the finite details of their independent commission have been confirmed. This is expected in the next few weeks, possible before the new year.

Armstrong was stripped of his seven Tour de France titles and handed a lifetime ban as a result of the USADA’s Reasoned Decision in 2012. He fought vigorously to halt the American anti-doping association’s investigation into doping practices that took place at the US Postal team but eventually decided not to fight their charges. He admitted to doping at the start of this year but last week confirmed to Cyclingnews - and later the BBC – that he would be willing to cooperate with authorities if he were to be treated fairly. A number of Armstrong’s former teammates were charged with doping offences but handed reduced six month bans for their cooperation in USADA's investigation.

According to the Press Assocation news agency, a UCI spokesman said: “We will be making contact with him [Armstrong] once the exact terms of the UCI Independent Commission have been agreed."

“He and other high-profile riders will be treated the same as any other witness. We need to get everything out into the open so that the sport can understand its mistakes, learn from the past and restore its credibility. We hope Lance Armstrong can play a part in this process but ultimately it will be down to him and his conscience as to how constructive he is willing to be.”

Last week Armstrong told Cyclingnews that he had been singled out saying, “Was there collateral damage with other guys? Yes. Again, it’s all my fault. Of course I’m the guy they went after. Of course. It wouldn’t make any sense to go after anyone else. I get that. All I’m saying is that the initial claim from USADA that they're trying to make a comprehensive claim to clean up cycling isn’t true.”

The UCI’s independent commission is set to work alongside WADA who are currently holding their congress in South Africa.

Cyclingnews.com
 
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#46
RIFORMA. Lavori in corso, si va verso uno slittamento
Dopo il seminario WorldTour a Chantilly

La Riforma del Ciclismo è ancora un enorme cantiere aperto ed è sempre più probabile uno slittamento della sua adozione, almeno per quelli che sono i suoi punti fondamentali. L'indiscrezione trapela da Chantilly, dove per due giorni si sono riuniti i protagonisti del WorldTour, per un seminario che è stato aperto dal presidente dell'Uci Brian Cookson. Le voci che arrivano da Parigi parlando di importanti modifiche che sono ancora allo studio e tutto lascia pensare che dal 2015 possano essere adottate misure minime, mentre il "salto" più importante sarebbe rinviato alla stagione 2017.
Tra le misure che sono in discussione, grande attenzione verso i media e verso immagini televisive di qualità sempre più elevata ed un coinvolgimento sempre maggiore di corridori e team. Al vaglio ci sarebbe la possibilità che nel 2017 siano solo 14 (anziché 16) le squadre nella Prima Divisione A del ciclismo, ma anche uno sbarramento minimo di 15 milioni di euro di budget per entrare a far parte della stessa Prima Divisione e un salario annuale minimo per il personale (circa 100.000 euro) e per i corridori (250.000 euro) di questi team.

tuttobiciweb.it
 
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#47
http://www.spaziociclismo.it/worldtour/a...ropa-33845

Spero che abbia parlato giusto perchè ha la bocca
 
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#48
Più che altro c'è da sperare che sia l'unico a pensare 'ste stronzate...
 
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[+] A 1 utente piace il post di Manuel The Volder
#49
Tra big Down Under e Langkawi lo spettacolo sarebbe assicurato Sick

Vabbè ma uno che invita Barta e compagni per lasciare a casa Garzelli, Betancur Di Luca e altri può pure permettersi di parlare?!?!
 
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#50
Per fortuna ci siamo liberati di questo elemento, in questo momento gli consiglierei di stare zitto per i motivi per i quali è stato licenziato...

Acquarone parla da uomo di marketing, non da appassionato, ed è evidente. Purtroppo in ogni sport si va a cercare chi ti può dare soldi nell'immediato senza pensare alle ripercussioni future, se si pensa di tenere il piede in due scarpe il rischio di rimanere con nulla in mano è alto. La globalizzazione va bene, come va bene cercare di promuovere il ciclismo al di fuori dell'Europa, ma bisogna farlo per gradi altrimenti si rischia di non essere apprezzati. Poi di sport veramente globali ce ne sono pochi, non vedo perchè il ciclismo a livello professionistico deve essere per forza uno di questi...

Queste dichiarazioni mi stupiscono anche a livello sportivo, mi stupisce arrivino dal numero 1 di RCS per molti anni. Se una Vuelta - e in subordine il Giro - ridotti era discutibile, ma non così' assurdo, pensare di creare quattro GT ex-novo di due settimane perfar sì che tutti i big partecipino con l'obiettivo di vincere è una follia.
 
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#51
Riforma UCI World Tour: Sarà tutto buono ciò che cambierà? - Primi passi del nuovo corso, i dubbi restano

Domani e dopodomani il Consiglio per il Ciclismo Professionistico dell'UCI ratificherà i criteri cui dovranno sottostare squadre e organizzatori in vista dei grandi cambiamenti che interesseranno il ciclismo di vertice nell'ambito dell'annunciata (per il 2015) e poi posticipata (al 2017-2018) riforma del World Tour.

Gli obiettivi di tale riforma sono un'ulteriore "elitarizzazione" del ciclismo di prima fascia, una più assidua partecipazione dei corridori più importanti a tutte le gare più prestigiose, l'introduzione di un criterio sportivo che stabilisca retrocessioni e promozioni tra la futura 1a Divisione A (una sorta di "serie A1" formata da 16 squadre) e la 1a Divisione B (la "serie A2" formata da 8 squadre), due categorie che andranno a comporre il nuovo WT (denominato al momento 1a Divisione). La 2a Divisione corrisponderà grossomodo all'attuale categoria Professional, la 3a Divisione alla categoria Continental.

Tale suddivisione varrà anche per le corse: le più importanti andranno a comporre il calendario di 1a Divisione A (la "serie A1", diciamo per sintetizzare), composto da 120 giorni di gara, e a cui le formazioni di 1a A saranno obbligate a partecipare (wild card saranno distribuite ai team di 1a B e di 2a Divisione). 50 giorni di gara (con corse da definire) formeranno il calendario di 1a Divisione B, a cui saranno obbligate a partecipare le squadre di 1a B, e a cui potranno essere invitate squadre di 1a A e di 2a).

Invariati rispetto ad oggi i criteri per 2a e 3a Divisione: le corse di 2a potranno invitare squadre di tutte e 4 le categorie; le corse di 3a potranno avere al via solo formazioni di 2a e 3a.

Ogni categoria avrà dei ranking distinti: quello di 1a A sarà basato sui 120 giorni di corsa previsti dal relativo calendario, quello di 1a B terrà conto dei 50 giorni di gara del calendario 1a B, mentre dalle divisioni inferiori verranno stilati i ranking continentali che esistono già oggi. Il tutto è riassunto nella tabella sottostante.

[Immagine: 14riformauci550.jpg]

Questo, in sintesi, il quadro che andrà via via a comporsi nei prossimi anni. Al fondo di tutto, l'introduzione di una retrocessione stagionale dalla 1a Divisione A, e una promozione dalla 1a Divisione B, al fine di creare una sorta di campionato tra le squadre e premiare chi avrà ottenuto i migliori risultati in 1a B, "punendo" al contempo chi è andato peggio in 1a A. Una formula che esiste in tutti gli sport di squadra e che - seppur faticosamente - viene introdotta anche in un ciclismo che per 10 anni si è dibattuto nel World Tour (o Pro Tour, come si chiamava all'inizio) senza riuscire a capire che un sistema del genere avrebbe dovuto essere sposato sin dall'inizio. Invece l'attuale struttura del WT prevede che una squadra possa ingaggiare in inverno corridori con punteggi alti per rimanere ai vertici del ranking pur avendo magari ottenuto scarsi risultati nel corso della stagione.

Ma come entrerà a regime la riforma? Sono previsti diversi step che progressivamente implementeranno le norme attraverso le quali a partire dal 2018 il nuovo WT sarà una realtà già consolidata. Per quest'anno, al di là delle manovre preliminari, non ci saranno variazioni (del resto la stagione è già in corso). Per il 2014 l'UCI si limiterà a definire nero su bianco i criteri per stabilire quali corse faranno parte della 1a Divisione A e quali andranno a comporre il calendario di 1a Divisione B.

Al contempo, sarà importante seguire le evoluzioni del ranking World Tour, perché in base a questo si andrà a stabilire quali squadre faranno parte del World Tour 2015: vi saranno ammesse le prime 16 formazioni dell'attuale WT, e per concedere le altre 2 licenze si farà una classifica tra le 2 escluse del WT, le Professional interessate al salto di categoria ed eventuali nuovi team: le 2 squadre che - dal computo dei punteggi dei 5 migliori corridori - risulteranno le migliori del ranking, accederanno al World Tour. Importante elemento da segnalare: le squadre già esistenti decideranno se basare il proprio ranking sui 5 best del 2014 o sui 5 migliori scelti anche tra i nuovi ingaggi. Di fatto, non cambia granché rispetto al sistema in essere: chi avrà i soldi per ingaggiare corridori con molti punti potrà entrare (o rimanere anche a fronte di scarsi risultati) nel WT.

Per il 2016 vigeranno le stesse regole del 2015. È nel 2017 che avremo la vera svolta: solo i migliori 16 team del ranking WT andranno a formare la 1a Divisione A, mentre i 2 esclusi, insieme alle migliori formazioni Professional, comporranno la 2a Divisione B: il fatto che questa categoria sia ridotta a sole 8 squadre prevederà una forte e forse drammatica selezione, con sodalizi di livello medio-alto che rischiano di restare fuori dall'élite.

Da questo momento in avanti, si entrerà compiutamente nel nuovo sistema: a fine stagione, l'ultimo team classificato in 1a Divisione A retrocederà, lasciando il posto al primo team classificato in 1a Divisione B. I nuovi team potranno partire al massimo dalla 1a Divisione B, e provare a conquistarsi sul campo la promozione (utile per avere la certezza di disputare tutte le gare più importanti, a partire dal Tour de France).

Ci permettiamo di nutrire forti dubbi relativamente ad un sistema che rischia di rivelarsi al contempo poco rilevante e molto punitivo. Poco rilevante perché un'unica promozione/retrocessione, limitata in ogni caso alle due categorie principali e senza un'apertura verso il basso (sarebbe forse utile almeno una promozione/retrocessione anche tra 1a Divisione B e 2a Divisione), finirà con il creare ben poco interesse per gli appassionati: insomma, assisteremo a una lotta per "salvarsi" in 1a A abbastanza marginale, visto che riguarderà presumibilmente ben poche formazioni: tanto rumore per (quasi) nulla?

Quel che è peggio è ciò che attiene al concetto di "molto punitivo" espresso poco sopra: di fatto, l'élite del ciclismo (quella della 1a Divisione) sarà ridotta a 24 squadre, contro le circa 40 che al momento compongono le categorie World Tour e Professional. Ciò andrà a detrimento di quei team di caratura medio-alta, che oggi possono fare un'attività abbastanza completa, e che invece si troveranno limitati in una categoria, la 2a Divisione, che non avrà certo la possibilità di accedere a tutte le wild card oggi disponibili.

In soldoni, se esaminiamo l'attuale livello Professional, troviamo almeno una decina di squadre che da molti anni sono presenti nel ciclismo, e che continuerebbero a starci alle attuali condizioni, ma che magari si vedrebbero spingere fuori dall'attuazione della riforma. Facendo i conti, oggi abbiamo 18 squadre del WT, magari qualcuna chiuderà nei prossimi 2 anni, ma altri progetti scalpiteranno per entrare (su tutti il team di Fernando Alonso).

Se la riforma entrasse in vigore subito, per arrivare alle 24 formazioni che formeranno la futura 1a Divisione (16 di A e 8 di B), oggi dovremmo scegliere le 18 WT attuali, quel paio di nuove formazioni, e le restanti 4 o 5 tra le Professional: e allora chi resta fuori tra Androni, Bardiani, Yellow Fluo, Colombia, Cofidis, Bretagne, IAM, NetApp, Caja Rural, Unitedhealthcare, TopSport, Wanty, CCC? Ne abbiamo citate 13, 8 o 9 delle quali sarebbero destinate al minoritarismo della 2a Divisione, senza la possibilità di riconquistarsi sul campo la promozione in 1a. L'unica possibilità di rientrare nell'élite passerebbe dall'attendere che qualcuna delle 24 squadre di vertice chiuda i battenti: non c'è che dire, bel modo di dare certezze a chi vorrebbe pianificare un'attività pluriennale. Se un munifico sponsor vuole entrare in gioco con un progetto tutto suo nel 2019, e nessuna delle 24 di 1a Divisione smette l'attività o cede la licenza, il munifico sponsor s'attacca al tram, e magari rivolge il proprio interesse ad altri sport.

In ogni caso, da qui a 5 anni tutto potrà nuovamente mutare. Se l'attuale presidente UCI Brian Cookson non dovesse essere confermato nel 2017, ad esempio, chi ci dice che il successore darà seguito a tale riforma così come viene pensata oggi? (Del resto è ciò che lo stesso Cookson ha fatto, congelando l'attuazione del progetto messo a punto durante la gestione McQuaid).

Insomma, per il momento prendiamo il buono che verrà (a partire dal prossimo anno assisteremo ai primi aggiustamenti in calendario al fine di eliminare ogni sovrapposizione tra le gare più importanti), e sospendiamo il giudizio nell'attesa che - visto che il tempo non manca di certo - ad Aigle si perfezionino gli aspetti più controversi della grande riforma.

Marco Grassi - cicloweb.it
http://www.cicloweb.it/articolo/2014/03/...el-nuovo-c
 
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#52
Al termine della Dwars dor Vlaanderen, Patrick Lefevere si è detto non contento della rivoluzione del World Tour voluta dall'UCI. In particolare il manager dell'Omega Pharma-Quick Step è contrario alla riduzione di 22 corridori per team, rispetto agli attuali 30, preferendo ai team satellite il metodo che usavano ai tempi della Mapei quando avevano sotto contratto quasi 40 corridori, compresi molti giovani come Pozzato e Cancellara.
Ha fatto capire anche che difficilmente l'UCI cambierà idea, anche perchè i rappresentati degli organizzatori (ASO) e delle squadre non sono particolarmente interessati ad opporsi, ma solo alla regolamentazione dei Grandi Giri.

http://www.cyclingnews.com/news/lefevere...-worldtour
 
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#53
Sulla riforma devo confessare che ho mollato dopo pochi paragrafi. La cosa delle retrocessioni e delle promozioni ha senso se c'è un nucleo di squadre stabile, se si fosse applicato negli ultimi 5 anni in realtà ogni anno la retrocessione sarebbe stata sospesa perché c'era almeno una squadra WT che si ritirava per altri motivi
 
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#54
Intanto è stato aperta la partecipazione delle grandi squadre alle corse minori (quanto meno quelle che saranno etichettate di 2nd divisione), e questo è già un bel passo in avanti: all'inizio infatti pareva che così non dovesse essere, e sarebbe stato un bel problema per tante squadre.
Di contro se riduci le rose a 22 corridori, tante squadre si troveranno a fare grossa selezione per le varie partecipazioni. Ergo, si potrebbe innescare anche il circolo del "vado da chi mi dà più soldi".

Concordo sul discorso 1 retrocessione (in 1B) ed 1 promozione (in 1A): è un po' grottesco, alla fine è come se non ci fosse. Comunque il sistema promozioni/retrocessioni nel ciclismo può essere un po' "pericoloso", quindi forse è meglio così...
E finalmente i nuovi team non potrebbero partire fin da subito dalla più alta divisione: quella di potersi comprare i punti WT era una porcata davvero senza pari.

Buona l'idea anche di suddividere per bene i vari ranking: ora come ora era assurdo mettere in classifica WT squadre che si facevano tutto il calendario WT contro squadre che magari venivano invitate solo a 2 o 3 corse. E' ovvio che le prime avranno molte più probabilità di far più punti (visto che le corse WT ne assegnano di più). Così adesso ognuno lotterebbe ad armi pari contro i propri pari...

Da aggiungere anche il fatto che ogni squadra di 1A dovrebbe avere obbligatoriamente un team satellite (immagino in 3rd divisione).

In conclusione mi pare ci siano diverse buone cose, ma la paura è che con questa riforma si possa assestare un colpo bello secco ai paesi "storici". Vediamo un po' come si evolve la cosa...

ps: l'importante comunque è che non coinvolgano Acquarone, con la sua scellerate idea di 4 GT da due settimane l'uno... Sweat Facepalm Asd
 
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#55
Sicuramente per i paesi storici sarà più duro tenere il passo sia a livello di squadre sia a livello di corse, ma questo con tutta probabilità sarebbe successo anche col classico World Tour...

Eh appunto il discorso di una retrocessione sola tra 1A e 1B mi preoccupa, perchè è come se il WT si riducesse a 16 squadre, il mondo Professional a 8 e tutte le altre a livello continental. Di contro però la riduzione dei roster a 22 dovrebbe ridistribuire il talento su più livelli. Una cosa che non ho capito è se ci saranno promozioni/retrocessioni anche tra 1B e seconda divisione: all'inizio sembrava di sì, ma nell'ultimo articolo di Cicloweb non ne parla e sarebbe grave se non ci fossero...

Stavo pensando che, alla fine, le uniche corse che guadagneranno da questa riforma saranno quelle inserite nel WT che ora non c'erano e quelle in contemporanea con i GT (California, Giro d'Austria, ecc). Infatti non essendoci sovrapposizioni tra le corse del World Tour, in quelle tre settimane le squadre non possono tener fermi tutti gli altri corridori e quindi li dovranno necessariamente dirottare in queste gare. Magari rinasce pure il Brixia Tour... :D
 
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#56
Posso dire che non ci ho capito un cazzo?
 
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[+] A 1 utente piace il post di Giugurta
#57
Magari provate a darvi una letta a questi brevi "sommari"
http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=66573&tp=n
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...66592&tp=n
http://www.tuttobiciweb.it/index.php?pag...&cod=66621

Insomma, questi dovrebbero facilmente chiarire le idee... Sese
 
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#58
RIFORMA, ITALIA A RISCHIO CATASTROFE
Futuro difficile per squadre e corse di casa nostra

Il tempo della Riforma si avvicina e le sirene d’allarme cominciano a suonare un po’ ovunque, ma in particolare nel nostro Paese. Il ciclismo italiano, infatti, rischia grosso e dal 2017, anno in cui la Riforma del Ciclismo diventerà realtà, potrebbe vedersi ridotto ad un ruolo di comparsa.
tuttoBICI è in possesso, infatti, della nuova bozza di Riforma che è stata discussa a fine luglio a Parigi, all’indomani della conclusione della Grande Boucle.
Si tratta dell’evoluzione del progetto che era stato presentato nel 2013 dall’allora presidente dell’Uci McQuaid: un anno di lavoro ha portato ad alcune modifiche significative, ma restano ancora tanti i punti in sospeso, in particolare per tutto quello che non riguarderà la Prima Divisione A (che sarà formata da 16 squadre) e la Prima Divisione B (forte di 8 team).

PUNTI CERTI
Dal 2017, come detto, verrà stilato un calendario A e B nel quale si eviteranno sovrapposizioni (come accade oggi per Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico, per esempio), si correrà tutti i weekend con le gare a tappe che saranno al massimo di 6 giorni e con i corridori che non potranno affrontare più di 85 giorni di corsa per ogni stagione. Ogni squadra potrà contare al massimo 22 corridori e dovrà avere un team giovanile del quale parleremo nel dettaglio più avanti. Il calendario A proporrà 120 giorni di corsa, quello B solo 50. Ci saranno tre mesi di stagione morta: o da metà ottobre a metà gennaio (come accade ora) o da inizio novembre a fine gennaio.

PARTECIPAZIONE
Ai Grandi Giri prenderanno parte 20 squadre di 9 corridori, mentre nelle altre corse a tappe le 20 squadre saranno di 7 corridori (possono diventare 21 squadre nelle prove extraeuropee con l’invito di una squadra del paese ospitante o della sua nazionale). Per le corse in linea, 24 squadre di 7 corridori. Ad un grande giro prenderanno parte le 16 squadre di divisione A più 4 quelle di divisione B (ogni squadra di divisione B parteciperà ad almeno un grande giro). Alle corse in linea parteciperanno tutte le squadre di divisione A e B con l’organizzatore che ha la facoltà di sostituire due squadre di serie B con squadre del proprio paese, se lo ritiene opportuno.

SELEZIONE DELLE PROVE
Le corse saranno selezionate con criteri che comprenderanno il rispetto del “criterio di non sovrapposizione, degli impegni previsti dal regolamento, della capacità finanziaria. Decisivi saranno i rapporti dei delegati tecnici UCI, di esperti scelti dall’Uci e le immagini tv, con valutazioni che saranno rese pubbliche e che, se negative, potranno portare alla retrocessione della corsa.

SQUADRE 2017
Saranno ammesse in Divisione A le prime 16 classificate nella graduatoria del WorldTour 2016 (fatte salve ovviamente tutte le richieste economiche, finanziare etc etc). Le due escluse si schiereranno in Divisione B dove saranno affiancate dalle 6 squadre che vinceranno il ballottaggio. Questo si effettua sommando i punti dei migliori 5 corridori del team nella stagione in corso o con i nuovi acquisti (la soluzione più conveniente per ogni squadra): le squadre che avranno più punti, sa­ranno in serie B. Dalla stagione 2018 entra in vigore la promozione-retrocessione: l’ultima della serie A scende in B, la prima della B sale in A; le ultime due della divisione B vanno al ballottaggio con le nuove candidate (che possono essere team nuovi o che vogliono affrontare il salto di categoria).

DA DECIDERE
Se molto è stato deciso, molto altro deve ancora essere precisato. Vi proponiamo per punti i principali argomenti ancora in discussione.
1 - Per la classifica individuale è proposto un calendario “slittante” (aggiornamento settimanale, tipo quello del tennis, per intenderci).
2 - Per stilare i calendari, è necessario individuare SLOT (intesi come periodo di date disponibili) per ogni corsa, con concessione illimitata di uno SLOT ad ogni gara, ovviamente se saranno rispettati tutti i parametri.
3 - Da stabilire la posizione delle corse nel calendario, la sequenza delle corse, il numero di giorni di gara definitivo (non si tocca quello dei grandi giri), l’auspicabile occupazione di tutte le domeniche, la modalità delle candidature delle prove e la possibilità di rivedere il calendario ogni tre anni.
4 - 12 squadre di serie A prenderanno parte a ogni gara del calendario B (che si pensa di articolare su 8 gare a tappe e 8 corse in linea): priorità di scelta del calendario alle squadre meglio piazzate nella classifica del WT (in soldoni, le squadre meglio piazzate possono evitare di andare in Cina o in India se non ci vogliono andare).
5 - Se una squadra sparisce, proposta che non ci siano retrocessioni dalla serie A ma solo promozione; in caso di sparizione di più squadre, promozione in ordine di classifica dalla divisione B.
6 - Viene proposto che tutte le squadre (A e B, Continental Professional e Nazionali) abbiano diritto alla stessa indennità di partecipazione: per i grandi giri dovrà esserci una discussione tra AIGCP e gli organizzatori.
7 - Obblighi finanziari: per la divisione A c’è la proposta di un principio di equità 50% - 50% tra contributo di squadre e organizzatori con un aumento del 47% a carico di questi ultimi, mentre per la divisione B è ancora tutto da definire.

CLASSIFICHE
Un discorso a parte meritano i criteri con i quali verranno stilate le classifiche: come detto, c’è la proposta di creare una classifica “slittante” con valori diversi tra le corse e differenze maggiori tra i piazzamenti e premi assegnati ad un numero maggiore di corridori rispetto ad oggi (per esempio ai primi 60 del Tour). Viene proposto anche un criterio di uniformità tra tutti i circuiti continentali, quindi vincere una gara in Europa varrà come vincerla in Burkina Faso o in Corea. La classifica a squadre verrà redatta dalla somma dei punti di tutti i corridori: in caso della partecipazione di corridori di squadre di serie A o B a gare di categoria HC o .1 i punti individuali verranno assegnati a ogni corridore, mentre i punti-squadra andranno al Team di Formazione e varranno per la classifica continentale.
Per aumentare l’interesse del pubblico e incentivare la partecipazione alle corse, è stata proposta la creazione di classifiche speciali per il miglior sprinter (con gare e tappe mirate), per il miglior cronoman e per il miglior scalatore, eventualmente identificati con un simbolo.

SQUADRE “FORMAZIONE”
Altro discorso che merita un approfondimento particolare è quello dei “farm team”. Dal punto di vista giuridico e finanziario dovranno essere parte della squadra maggiore, dal punto di vista sportivo dovranno essere registrate autonomamente all’Uci. La proposta è che siano formate da 8-12 corridori, da definire se ci saranno limiti di età per i corridori, oppure una media di età per la squadra. È stato proposto che un corridore del team Formazione possa correre di volta in volta con il team maggiore mentre due corridori del team superiore potranno correre nella squadra Formazione nelle prove di classe HC e .1. Per contenere i costi, per i corridori tesserati per questi team viene proposto un salario minimo di 1500 euro lordi.

OSSERVAZIONI
In tutto il documento non c’è alcun accenno alle gare di categoria .HC e .1: sembra di capire che i team di divisione A non parteciperanno se non attraverso le loro filiali giovanili, mentre al via dovrebbero esserci le formazioni di divisione B con tanti giovani e magari un corridore del team superiore.
Nessun accenno al resto dell’attività, al “magma” nel quale dovrebbero confluire le formazioni Professional e Continental, senza indicazioni sul sistema di attribuzione punteggi e ammissioni al ballottaggio, di indicazioni di date utili (quando verranno effettuati i conteggi? Impossibile che si attenda fine stagione perché poi non ci sarebbe tempo per il ciclomercato, almeno con il sistema attuale), senza regole chiare sulla partecipazione alle gare, sul passaporto biologico (oggi le Professional ce l’hanno e le Continental no, ma cosa succederà domani?) e su molti altri aspetti.
La sensazione è che il futuro sia molto a rischio per le corse e le squadre italiane: chi organizzerà più gare alle quali si schiereranno al via solo formazioni Continental o le giovanili di un grande team? E quale sponsor sarà disposto ad investire una somma importante per permettere al suo manager di fare una grande campagna acquisti e puntare al ballottaggio per arrivare in divisione B? E se poi non arrivasse la promozione, che ne sarebbe di quel team o dei suoi contratti?
Senza anche la sola speranza di partecipare al Giro d’Italia che futuro potranno avere le nostre formazioni Professional? L’esperienza, in questo caso, ci insegna che di futuro non ce n’è. E cresce il rischio di perdere posti di lavoro tanto tra i corridori quanto tra il personale qualificato che oggi opera in seno ai nostri team.
Guardandoci attorno lo stesso discorso rischia di mettere ko anche la Spagna e in generale i Paesi che hanno fatto la storia del ciclismo. Ma alla luce del fatto che un sempre maggior numero di squadre di livello mondiale manifestano difficoltà a proseguire la loro attività e ad avere a disposizione un budget elevato, siamo sicuri che sarà così facile avere 24 formazioni di alto livello? Prendete l’ipotetico calendario di un team di divisione B: partecipazione a tutte le corse in linea del calendario di divisione A, a metà delle gare a tappe, ad almeno un grande giro (ma è più probabile che siano due), oltre alle 50 giornate di corsa previste dal calendario di divisione B e ancora alle competizioni di categoria .HC e .1 per acquisire punti che siano validi per un eventuale ballottaggio a fine stagione. Una semplice follia.

Paolo Broggi, da tuttoBICI di settembre
http://www.tuttobiciweb.it/detectUA.php?...&cod=72833
 
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#59
Riforma UCI: 16 squadre + 18, ma siamo in alto mare
Ancora tanti nodi da sciogliere, la base poco coinvolta

Fari puntati sulla Riforma del Ciclismo, oggi a Salsomaggiore in occasione del convegno organizzato dall’ACCPI. A moderare l’incontro Sergio Meda che, dopo il saluto del presidente della LCP Vincenzo Scotti, ha dato il via agli interventi.

Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, ha ricostruito le motivazioni che hanno portato all’idea della riforma, poi il presidente della federazione belga Tom Van Damme ha aggiornato i corridori sullo stato attuale della riforma: «Stiamo lavorando su criteri che garantiscano più trasparenza, visibilità, credibilità e stabilità, quello che vi presento è un documento di lavoro ancora non definitivo.
Ci sarà una 1a divisione composta da 16 squadre, si chiamerà UCI World Tour: si discute della partecipazione obbligatoria, potrebbe esserci solo per una selezione di squadre in maniera da sviluppare ciclismo in tutto il mondo.
Una 2a divisione chiamata UCI Challenge Tour composta da 18/22 squadre che dovranno trovare spazio nelle corse nazionali insieme ai WorldTeam, ma anche alle Continental.
Una 3a divisione composta da UCI Continental Team e Development Team dei WT Team (grande novità: gli stradisti di questi team dovranno avere passaporto biologico).
Non si tratta di un ciclismo a compartimenti stagni, ma ci sarà possibilità di movimento tra le diverse categorie sia per le squadre che per le corse (con le gare che dovranno avere un adeguato piano marketing/finanziaro).
Al via delle gare 1.1. potranno esserci anche squadre straniere. E vi posso anticipare che in Belgio creeremo una coppa nazionale, come quella che esiste in Francia, riservata ai Challenge Team».

«Capisco la preoccupazione - ha continuato Van Damme - di chi pensa che nel 2017 ci sia il rischio di perdere molti posti di lavoro: vi assicuro che ci batteremo con forza perché ciò non avvenga. Siamo consapevoli del fatto che la Riforma debba rispettare la tradizione e la storia e molti sono i punti ancora in discussione: numero di atleti per team, giorni di corsa, farm team al fianco delle WT oppure aumentare numero di corridori per team con un numero obbligatorio di Under 24, opzione questa che potrebbe limitare costi per le squadre. C’è ancora tanto da fare e da discutere».

A seguire, l’intervento di Stefano Feltrin (gruppi sportivi), consigliere Lega e componente commisione strada UCI e gruppi sportivi: «C’è stata una lettera dei gruppi sportivi a Cookson e Lappartient nella quale è stato evidenziato come le conclusioni raggiunte non siano condivise, nonostante tante consultazioni e dibattiti. Ancora una volta il progetto viene calato dall'alto, come una sorta di imposizione. Le regole non sono ancora chiare, le squadre che retrocedono - per esempio - dovrebbero avere un cuscinetto su cui cadere, altrimenti gli sponsor scappano».

Federico Scaglia, segretario dellACCPI, aggiunge: «Con i rappresnetanti del CPA e le Assocorridori francesi e spagnoli abbiamo incontrato Chevalier e segnalato quattro punti che non andavano per come era impostata la riforma fino a settembre:
1 - da 850 corridori con passaporto biologico si passava a quasi la metà
2 - squilibrio dei guadagni tra i 10 top riders a danno dei compagni/resto del gruppo
3 - chiusura del sistema, ricerca della crescita della spettacolorità più che del movimento (ok valorizzare i professionisti, ma se non investiamo sui giovani, domani non avremo più professionisti)
4 - informazione obiettivamente carente verso i corridori. Dovremmo essere tutti partecipi al cambiamento: a fine novembre ci sarà l’assemblea del CPA e chiederemo ulteriori delucidazioni».

Parola quindi a Luca Guercilena, team manager della Trek e rappresentante dei direttori sportivi: «Il criterio di stabilità per le squadre mi sembra latente, il volume di posti di lavoro di tecnici è elevato ma c’è un grande rischio di deprofessionalizzazione per mancanza di soldi. In questo caso ci rimettono tecnici, staff e atleti che diminuiranno di numero. Servono nuove regole interne fondamentali per l’appartenza alle diverse categorie»

Infine parola a Franco Costantino, rappresentanti degli organizzatori: «In questi 3 anni non siamo mai stati consultati, ci sono evidenti problemi di comunicazione: in attesa della riforma nulla è cambiato, la situazione continua ad essere difficile, il calendario è sempre penalizzante per le gare minori, la situazione economica porta a cancellazione di varie gare. Allo stato attuale urge un intervento concreto e noi organizzatori dobbiamo aver il coraggio di affrontare la riforma ed essere propositivi».

da Salsomaggiore, Giulia De Maio per tuttobiciweb.it
 
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Riforma: quante incertezze, sul ChallengeTour
Nuova bozza presentata ai team manager di WorldTour

Riforma, nuova puntata. tuttobiciweb è in possesso del nuovo documento presentato ad Aigle ai team manager delle formazioni di WorldTour. Lo stato dell’arte, che vi presentiamo in maniera schematica, per cercare di essere il più chiari possibile, è il seguente:

ORGANIZZAZIONE GENERALE
  1. UCI WORLDTOUR

    16 squadre composte da 22-25 corridori
    120 giorni di gara (da definire)


  2. UCI CHALLENGETOUR

    18-22 squadre composte da 16-22 corridori
    120 giorni di gara (da definire)


  3. CIRCUITI CONTINENTALI

    Tutte le formazioni Continental

    16 Development Team, associati alle squadre di WorldTour
VERSO il 2017

Nel 2015 e 2016 restano 18 WorldTeam che diventeranno 16 nel 2017, con 2 team che conflusicono nella categoria Challenge.

E dal 2018 si applica il criterio di promozione e retrocessione.

REGOLE DI PARTECIPAZIONE

WORLDTEAM

- partecipano a tutte le gare del WorldTour (circa 25 eventi)
- possono partecipare agli eventi del Challenge Tour (con un massimo del 50% di team WorldTour al via), su invito e/o su un draft system, il tutto è ancora da definire
- possono partecipare alle corse si classe 1 con un massimo di 6 Wolrdteam per evento

CHALLENGE TEAM

- possono partecipare alle corse WorlTour su invito
- possono partecipare alle corse ChallengeTour su invito
- possono partecipare alle corse di classe 1 su invito
- possono partecipare alle corse di classe 2 della nazione di appartenza, su invito

CONTINENTAL TEAM

- possono partecipare alle corse si classe 1 e 2 su invito
- possono partecipare alle corse del ChallengeTour del proprio paese di appartenenza su invito

PARTECIPAZIONE, I NUMERI

WORLDTOUR

- Grandi Giri: 20 squadre di 9 corridori per un totale di 180 atleti (oggi sono 198)
- Grandi Classiche: 20-24 squadre di 7 corridori per un totale di 140-168 atleti (oggi sono 200)
- Corse a tappe WT (da 2 a 6 giorni): 20-22 squadre di 7 corridori per un totale di 140-154 atleti (oggi sono 176)

CHALLENGETOUR

- Corse in linea: 20-24 squadre di 7 corridori per un totale di 140-168 atleti
- Corse a tappe CT (da 2 a 6 giorni): 20-22 squadre di 7 corridori per un totale di 140-154 atleti

AL VIA: fino al 50% di WorldTeam, ChallengeTeam, Continental Team e Development Team del paese ospitante, Team nazionale per le corse non europee

CORSE CLASSE 1

- Corse a tappe (massimo 5 giorni): numero di squadre a discrezione degli organizzatori, squadre composte da 4 a 10 corridori, massimo numero partecipanti: 200

- Corse in linea: numeo di squadre a discrezione degli organizzatori, squadre composte da 4 a 10 corridori, massimo numero partecipanti: 200

AL VIA: massimo 6 WorldTeam, ChallengeTeam, Continental Team e Development Team, Team nazionali

CORSE CLASSE 2

- Corse a tappe (massimo 3 giorni): numero di squadre a discrezione degli organizzatori, squadre composte da 4 a 10 corridori, massimo numero partecipanti: 200

- Corse in linea: numeo di squadre a discrezione degli organizzatori, squadre composte da 4 a 10 corridori, massimo numero partecipanti: 200

AL VIA: ChallengeTeam del paese ospitante, Continental Team e Development Team del paese ospitante, Team nazionali , team regionali e di club, team misti

CLASSIFICHE

WORLDTOUR: prevista una classifica a squadre

CHALLENGETOUR: prevista una classifica a squadre che terrà conto di un numero X di gare WT e di un numero Y di gare CT

CIRCUITI CONTINENTALI: classifica a squadre che terrà conto di tutte le gare e sarà riservata ai soli Continental Team.

Classifica individuale comprendente corridori di tutte le categorie, basata sui risultati delle corse di classe 1 e 2

CLASSIFICA INDIVIDUALE
Prevista una classifica che tenga conto di tutte le gare del calebdario Elites.

NOTE

Come è normale che sia, anche in questa proposta ci sono note positive ed altre meno.
Ben venga la conferma dei team di sviluppo, ma con che obblighi? E poi, se verrà invitata ad una corsa la “squadra madre”, potrà correre anche il team di sviluppo?

Ottima l’introduzione del sistema di promozione e retrocessione, ma i team di WorldTour chiedono ovviamente garanzie, una sorta di cuscinetto che in questo momento non c’è: il rischio che non va sottovalutato è che un team retrocesso (che quindi perde tutti i diritti che aveva in quanto a partecipazione) semplicemente chiuda.

Dubbi importanti suscita ad una prima lettura il progetto CHALLENGETOUR: le squadre di questa categoria non hanno diritti acquisiti, quindi come si può pensare di stilare una classifica se le squadre non hanno la certezza di partecipare alle stesse corse?

Questi team dovranno poi compiere un enorme lavoro per comporre il loro calendario: dipenderanno sempre e comunque dagli inviti degli organizzatori, per cui programmare l'attività sarà molto difficile.

Cala in modo notevole il numero dei corridori che prenderanno il via alle corse più importanti del mondo. Resta invariato il numero di wildcard per partecipare ai grandi giri, diminuisce quello per le classiche monumento.

Le formazioni Continental che decideranno di chiedere anche un solo invito ad una corsa di ChallengeTour dovranno sottoporre i loro corridori al passaporto biologico (ed è un bene), tutte le altre invece continueranno a non avere obblighi a riguardo. Per esemplificare, per chiedere l’invito per il Giro dell’Emilia la MGKVis dovrà aderire dall’inizio dell’anno al passaporto biologico, mentre la brasiliana Funvic - stessa categoria - contnuerà a non dovere aderire.

Paolo Broggi per tuttobiciweb.it
 
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