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Ladies Tour of Qatar, è sempre Wild: quarta affermazione per l'olandese
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Ladies Tour of Qatar, è sempre Wild: quarta affermazione per l'olandese
Pieters e Hosking sul podio, 8ª Cecchini

Kirsten Wild - Gold Jersey
Kirsten Wild - foto © ASO/B.Bade

Quattro vittorie su cinque partecipazioni, nove successi di tappa, il Giro del Qatar è la sua corsa e Kirsten Wild ha quest'anno più che mai spazzato ancora una volta una concorrenza tanto agguerrita quanto impotente di fronte alla sua superiorità sulle ventose strade dell'emirato arabo.

Il vento appunto, come sempre da queste parti è il fattore maggiormente rilevante per quello che riguarda lo svolgimento della gara, se non per meglio dire l'unico vista la totale assenza di rilievi altimetrici nelle quotidiane escursioni del gruppo attraverso il deserto qatariano, e già dalla prima tappa c'è chi ne fa le spese: su tutte Giorgia Bronzini, già due volte sul podio di questa corsa e partita con ambizioni di classifica dopo il brillante avvio di 2014, rimane fuori dall'azione decisiva quando a una cinquantina di chilometri dal traguardo se ne vanno via in 20.
Quattro italiane nel gruppo di testa sono Susanna Zorzi, Annalisa Cucinotta, Barbara Guarischi e Valentina Scandolara, c'è accordo tra le fuggitive e nonostante alle spalle tirino Wiggle-Honda e Rusvelo che non hanno donne davanti, insieme con la Rabo Liv rappresentata al comando dalla sola Slappendel, il distacco rimane sempre intorno al minuto.
Il ritmo elevatissimo dovuto anche al forte vento che spinge alle spalle dei corridori non consente attacchi significativi in testa, l'unica azione di rilievo è di Chantal Blaak che prova ad evadere all'ultimo chilometro, c'è la chiusura di Emma Johansson al servizio di Melissa Hoskins e si va con lo sprint, Shelley Olds prova a sorprendere le avversarie partendo da dietro ma Kirsten Wild non si lascia beffare, esce sulla sua destra mettendosi davanti all'americana e sprigiona tutta la sua irresistibile potenza andando a vincere la prima tappa. Olds battezza il suo esordio in maglia Alé-Cipollini con un bel secondo posto, terza è Chloe Hosking mentre il gruppo Bronzini arriva con un ritardo di 53".

Secondo giorno di corsa e stessa dinamica, stavolta sono in 21 davanti e c'è Giorgia Bronzini con la compagna di squadra Lotti Becker, ci sono le italiane Scandolara e Cecchini mentre le escluse eccellenti sono Shelley Olds e Lizzie Armitstead. La Giant-Shimano è in superiorità numerica con quattro atlete, il gruppo procede ad andatura turistica ed arriverà con oltre dieci minuti di ritardo. Mentre Kirsten Wild per non saper né leggere né scrivere mette da parte un po' di abbuoni lungo la strada contesa nel per lei tutt'altro che proibitivo compito da Chloe Hosking e dalla brillantissima Jolien D'Hoore assistiamo a una serie di ripetuti attacchi dalla tanto giovane quanto agguerrita Anna Van Der Breggen: la talentuosa olandese della Rabobank dà spettacolo con i suoi continui tentativi, più volte rintuzzati e altrettante volte quasi immediatamente riproposti, finché a 10km dall'arrivo non riesce a portar via un quartetto con Becker (Wiggle), Cilvinaite (Rusvelo) e Amy Pieters (Giant) che ha solo 25" di ritardo in classifica dalla compagna di squadra. C'è accordo davanti, non così dietro e il distacco aumenta, Pieters dopo un po' si mette in coda e smette di collaborare ma le altre tre continuano nella loro azione; a 500 metri dall'arrivo Inga Cilvinaite si piazza al comando tirando di fatto la volata a Amy Pieters, che è la più fresca e di gran lunga la più veloce delle quattro e va a cogliere praticamente per distacco la prima vittoria internazionale in carriera, vano il tentativo di Lotti Becker che viene sopraffatta per il secondo posto da una strepitosa Van Der Breggen, Wild taglia il traguardo a 27" dalla compagna di squadra che diventa anche la nuova capoclassifica.

Amy Pieters - Al Shamal
Amy Pieters vince la seconda tappa del Ladies Tour of Qatar- foto © Cor Vos @ giant-bicycles.com


La terza tappa è quella che maggiormente marca lo strapotere di Kirsten Wild in questa corsa, intorno al quarantesimo chilometro il gruppo si spezza e davanti sono poco meno di una quarantina di atlete, non c'è Tiffany Cromwell che recupererà nel finale rimanendo fuori comunque dalle posizioni che contano. È l'Orica-AIS a fare un ritmo infernale, il vento fa il resto e rimangono in dodici, non ci sono purtroppo Giorgia Bronzini vittima di un problema meccanico nel momento peggiore e Valentina Scandolara che alla partenza era la prima italiana in classifica dove occupava l'ottava posizione. Nonostante l'assenza della veronese l'Orica può contare su quattro elementi con Emma Johansson, Hoskins, Gunnewijk e una finalmente brillante Gracie Elvin, il tricolore è tenuto alto da una anche in questa giornata bravissima Elena Cecchini con la maglia della nazionale e da un'altrettanto ottima Barbara Guarischi che fa coppia con la compagna di team Shelley Olds; Kirsten Wild e la maglia oro di Amy Pieters sono entrambe ben presenti nel drappello di testa completato da Chloe Hosking, Lizzie Armitstead e Trixi Worrack.
Mancano meno di dieci chilometri alla fine e le ragazze dell'Orica a turno ci provano in tutti i modi a fare la differenza un po' come accadeva un anno fa proprio alla terza tappa (in quel caso si arrivava ad Ash-Shamal e non ad Al Khor ma sfido chiunque a notare la differenza), allora Kirsten Wild era sola mentre in questo caso è con Amy Pieters, nel finale però è sempre lei a rispondere a qualsiasi tentativo delle avversarie finché si arriva alla volata, parte Olds per prima ma Wild ha ancora energie per saltare l'americana, tirandosi indietro Lizzie Armitstead e Chloe Hosking, fa sua la tappa e torna in testa alla classifica, Olds chiude quarta davanti a Johansson e Guarischi, Elena Cecchini è ottava e occupando la stessa posizione è la prima italiana della generale.

L'ultima giornata il vento concede una piccola tregua, ma in gruppo non sembrano accorgersene perché è ancora battaglia continua, dopo una minifuga di Barbara Burchenkova e Jessie MacLean e un tentativo di contrattacco di Van Der Breggen nei venti chilometri finali i proverbiali scatti e controscatti si susseguono senza un attimo di respiro, attivissime le ragazze della Specialized in particolar modo con Chantal Blaak, tra le altre ci provano più volte Gracie Elvin, Marta Tagliaferro e Inga Cilvinaite ma Giant-Shimano e soprattutto Wiggle-Honda hanno tutte le intenzioni di andare al volatone. Così è dunque, Amy Pieters lancia la volata alla propria capitana Wild che parte lunga ai 300 metri, Giorgia Bronzini in scia è l'unica capace di tenere l'andatura dell'olandese e prova a uscire nel finale ma non riesce a fare di più contro la fortissima avversaria che dunque fa tris e completa il dominio Giant in questa edizione del Giro del Qatar, per la piacentina finalmente un buon risultato dopo che nelle tappe precedenti per un motivo o per l'altro non era riuscita ad essere competitiva come avrebbe voluto.

Wild - Doha
Kirsten Wild davanti a Giorgia Bronzini sul traguardo di Doha - giantshimano.com

Il podio finale vede dunque Kirsten Wild primeggiare sulla compagna di squadra Amy Pieters, terza l'australiana Chloe Hosking della Hitec, l'Orica conclude col quarto posto finale di Emma Johansson e la vittoria nella classifica a squadre, per l'Italia oltre al secondo posto di Bronzini nella tappa conclusiva c'è il bell'ottavo posto in classifica della ventunenne Elena Cecchini e le prove più che positive oltre che di Valentina Scandolara anche di Barbara Guarischi e Susanna Zorzi, tutte ragazze giovani ad ulteriore prova di come il nostro movimento pur tra tante difficoltà continua a produrre talenti di livello.


Tour of Qatar - Podium
Wild, Pieters e Hosking sul podio - foto © ASO/B.Bade



In conclusione un'osservazione quasi pleonastica quanto a mio modo di vedere doverosa, questo Giro del Qatar come del resto era avvenuto anche un anno fa ha dimostrato ancora una volta che la copertura televisiva del ciclismo femminile è qualcosa che andrebbe riproposto più spesso, lo spettacolo come si è visto non manca mai e il movimento non può che trarne beneficio. In questo senso l'introduzione de La Course è sicuramente una notizia più che positiva anche per il richiamo mediatico che il Tour de France si porta dietro ed è giustamente stata salutata con i favori di tutto l'ambiente nonché degli appassionati di ciclismo, l'augurio è che sia un punto di partenza verso un significativo cambiamento perché come questa corsa ha fatto vedere c'è tutto da guadagnare nel proseguire su questa strada.


Giovanni "BidoneJack"


La corsa nel dettaglio: https://www.ilnuovociclismo.com/forum/Thr...Qatar-2014
 
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[+] A 1 utente piace il post di BidoneJack
#2
Ottimo articolo, l'ho letto con interesse per quanto non segua quasi per nulla il ciclismo femminile. Il termine "pleonastica" mi ha fatto alzare in piedi per 92 minuti di applausi.
 
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#3
In realtà non sono neanche sicuro che sia proprio al cento per cento azzeccato quell'aggettivo ma erano tipo sei anni che provavo senza successo a infilarlo da qualche parte
 
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