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Le Sky degli anni che furono
#1
Si chiamava Equipe cycliste Alcyon, Alcyon Dunlop nelle sue versioni migliori.

102 vittorie di tappa su 19 partecipazioni al Tour.

7 vittorie finali, quattro consecutive tra il 1909 e il 1912 e tre consecutive tra il 1927 e il 1929.

Nel 1928 ne piazzarono tre sui primi tre gradini del podio, l'anno seguente fecero vincere il Tour a Maurice Dewaele riuscendo a farlo rimanere a galla durante le tappe pirenaiche nonostante avesse la febbre.

Desgrange si incazzò a tal punto che decise che dall'anno seguente al Tour avrebbero corso le nazionali.
 
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#2
Proudhomme non lo farà mai.
 
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#3
Alcyon se non mi ricordo male, è stata la squadra di Lucien petit breton
 
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#4
Anche.

Ma la squadra storica di Petit-Breton fu la Peugeot.

Ma hanno avuto tantissimi corridori di spicco dei primi 900, del primo dopoguerra e anche del secondo dopoguerra.

Emile Gorget, Louis Trousselier, Francois Faber, Jean Alavoline, Cyrille Van Hauwaert, Octave Lapize, Gustave Garrigou, Odile Defraye, Henri Pellissier, Marcel Buysse, Eugène Christophe, Émile Masson, Louis Mottiat, Nicolas Frantz, Bartolomeo Aymo, André Leducq, Maurice De Waele , Félix Sellier, Julien Vervaecke, Jules Rossi, Georges Speicher, Éloi Meulenberg, Jean Aerts, Sylvère Maes, Ernest Sterckx, Germain Derijcke, Briek Schotte, André Darrigade, Rolf Wolfshohl, Tom Simpson.
 
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#5
Approfitto del topic per postare una curiosità su uno dei pochi italiani (o forse l'unico?) della squadra, il torinese Bartolomeo Aymo, che proprio col leggendario team francese ha conquistato due podi al Tour.

http://www.bidonmagazine.org/articoli/er...ay-3-parte

Pur avendo letto il libro in epoca scolastica (penso sia veramente uno dei più grandi romanzi del '900, pur essendo tuttaltro che un esperto) non aveva notato fosse presente il nome di questo corridore italiano, che mi ha sempre incuriosito perchè uno dei primi italiani ad aver fatto risultato nella classifica del Tour...

Tra l'altro mi chiedo se la sua età riportata su wikipedia e altri siti sia giusta. Anche perchè essendo del 1889 vorrebbe dire che ha conquistato l'ultimo podio al Giro a 38 anni e mezzo. Trovo anche strano che non si abbiano sue notizie in corsa prima del 1919, cioè 30 anni.
 
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#6
L'articolo è francamente insipido però.

Invece la figura di Aymo, come molte altre dell'epoca, è sicuramente molto interessante e da approfondire.

Sul museo del ciclismo ho trovato questo:

Le sue prime corse da dilettante risalgono al 1916, in America del Sud, dov'era emigrato. Poi torna in Italia per prestare il servizio militare ed ancora militare comincia a cogliere una serie di brillanti affermazioni. Diventa professionista nel 1919 con la Legnano, ma nel 1920 passa alla Ganna e nel 1921 finisce terzo nel Giro d'Italia, senza però vincere nessuna tappa. Ritorna nel 1922 alla Legnano e dalla Sanremo in poi è tutta una serie di piazzamenti di riguardo. Per cogliere la vittoria dovrà attendere il Giro d'Italia dove si afferma in due tappe. E' un ciclista vagabondo e nel 1924 tenta le corse in Francia. Terzo alla Parigi-Tours e quarto al Tour de France. Qualche breve puntata in Italia, ma attività prevalentemente transalpina con un bellissimo terzo posto nel Tour del 1925. Nel 1926 si afferma clamorosamente nella più difficile tappa alpina, la Nice-Briancon, del Tour nel quale ripete il terzo posto dell'anno precedente.
Nel 1927 passa alla Mifa Continental, una casa tedesca, e in Germania disputa moltissime corse con alterna fortuna; poi ritorna in Francia, ma gli anni cominciano a pesare. Il canto del cigno è al Giro d'Italia con un terzo posto nella classifica finale nel 1928, poi le ultime corse e il ritiro dall'attività agonistica, ufficialmente nel 1930.


Sarebbe una gran cosa trovare aneddoti sul periodo sudamericano e sul periodo tedesco.

Fattibile comunque che l'età sia quella, considerando che è tornato in Italia solo per la guerra.
 
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#7
"Era il più grande, non c'è dubbio, ma quello che molti non sanno è che Merckx aveva anche la squadra più forte."

"Spezzavano il gruppo per lui formando ventagli con i venti laterali, proprio come faceva la squadra di Van looy. Aveva forti scalatori che imponevano un ritmo alto sulle montagne per bloccare l'attacco di altri scalatori. Aveva corridori che potevano inserirsi nelle fughe con lui e lavorare per aumentare il distacco. Poi, se facevi un tentativo e lui era al comando, aveva comunque corridori abbastanza forti nel gruppo che inseguiva per bloccare il tuo tentativo di riacciuffarlo."


"Non vorrei essere frainteso: Eddy avrebbe comunque vinto tanto anche se non avesse avuto una squadra così forte, ma non avrebbe vinto con quei distacchi. La paga era buona, ma non volevo partecipare a ogni corsa per far vincere Eddy Merckx. Volevo vincere un po' per me."


Così parlò Barry Hoban.
 
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